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Autore: CassandraLeben    16/07/2008    33 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve!!!!!!!!!!!
Sono riuscita, non so come, a finire questo cap!
Visto che devo uscire, dovrò essere straveloce:

lilly95lilly visto che bel nome? Spero ti piaccia questo cap 17 …
Hanairoh Bella ha tutte le fortune (ma anche le sfortune) del mondo!!! Edward!!! Sai una cosa? La tua impazienza è adorabile! Sì, è mercoledì! E sto postando. E Venerdì posterò il cap 17. Quindi ti aspetto per Venerdì!
Wind L’importante è che prenda la bellezza del padre! E che padre!!!!!!
BellaSwan95 E forse invece prima o poi si rivedranno! Bella e i genitori! Anche io sono scioccata per le Quotes!
Inuyasha__girl92 Che Bello! Sono felicissima che ti sia piaciuto! Spero di replicare! Spero i biscotti fossero buoni XD
Giulls Ah…. Povero Edward, con Bella che lo sgrida XD
giulia9_91 Grazie per i complimenti!!! Sei davvero gentilissima!
Raki Vero che era dolce? Lo avevo detto io che sarebbe stato dolcerrimo! Per l’incontro, sta tranquilla! Ed ecco a te … la telefonata! Per il prossimo capitolo invece, spero di non sfociare nel rosso!!! Ho in mente certe cose XD
Deimos Edward è da sposare, amare, baciare … insomma, meglio che non vada avanti!!!! Grazie per i complimenti!
momob Lo scoprirai prestissimo! Ecco a te il cap 17! Un bacio!
ka chan Anche io non vedo l’ora che nasca la bimba!!! Li farò felici, quei due sposini!!! E anche voi! Spero! Allora, al cap 18!
Krisma Edward è … è Edward!!!  E spero che ti piaccia questo capitolo!
PenPen Grazie per i tuoi complimenti! Stanno benissimo quelle due!!! E appena posso ti mando la mail su quella roba là che mi avevi chiesto!
francy94 Sono felice che tu sia contenta che io sono onorata!
3mo_is_loveDai, non morirai neanche in questo … per un po’ me ne sto tranquilla! E li lascio in pace, i due sposini, e anche la piccina!
aLbICoCCaCiDa Per i casini, ancora qualche capitolo, io non mi smentisco mai!!!
LittleBloodyMary Spero di accontentarti!!! Elizabeth nascerà prestissimo!!!!
emily ff Sì, Bella è assolutamente anormale! Edward, Nudo, Davanti a lei … *basta, l’autrice è andata … non risponde più di sé stessa…
hachicat Provvederò XD
AngelOfLove UUU grazieeeeee!!! Comunque, brava per averci azzeccato!
_Natsuki_ E l’autrice ti ringrazia con il cuore colmo di gioia per i tuoi complimenti!!!
novilunioPensa che mentre recensivi, ero al PC anche io!!! Ah, la notte … Ps, forse laggiù potreste usare Jake come stufa!!!! E io, qui al caldo, potrei usare Edward per refrigerare i miei … ormoni!!!
BloodyKamelot Grazie grazie grazie!!! E li farò recuperare alla grande, e anche presto!!!
clodiina85 Postato! Mamma mia, tutta in una notte!!! Contenta che ti piaccia!!!!
frizz_np Sarà adorabile Edward-versione-papà!Ahi ragione, la natura ha buon senso!!!!!
Lilian Potter Dai che forse ce la faccio!!! Forse…

 Ci vediamo Venerdì, verso le quattro!!!
Grazie a voi che recensite, e a voi che leggete e basta!!!!!! Spero che questo cap (molto difficile da scrivere ...  )  vi piaccia! Un bacio

                                             Cassandra!

Edward's Pov 

< Bella? Bells, piccola mia? Sei tu? >

< Papà! > Bella scoppiò a piangere in preda all’emozione, ed io l’accompagnai con la schiena sul divano facendole poggiare il capo sulle mie ginocchia. Le scostai i capelli dalla fronte sorridendole ed accarezzandole le gote, rosse e rigate di lacrime.

Nel profondo dei suoi occhi nocciola scorsi la sua gioia.
Mi fu inevitabile pensare che, se non avessi interferito con la sua esistenza, lei non avrebbe patito tutta quella sofferenza, che lei ora si sarebbe stata al sicuro, con i suoi genitori.
Quando però mi accorsi che, inconsciamente, la sua mano era scivolata sul suo grembo, seppi che, sebbene fosse sbagliato tutto ciò, lei era felice. E la sua felicità era l’unica cosa che mi stesse a cuore.

I nostri occhi s’incontrarono e lei mi sorrise, arrossendo ancora di più, per poi distogliere lo sguardo imbarazzata. Piegò il capo di lato e poi, senza guardarmi, mi appoggiò il palmo della sua mano sinistra sulla guancia. L’odore del sangue che era tornato a sporcare le bende m’invase e ridestò in me il mostro che tentavo di reprimere. Chiusi gli occhi e lasciai che il veleno, schizzato improvvisamente dai miei denti, fluisse dalla mia bocca nella gola. Restai ad ascoltare la voce della mia sposa e quella di suo padre, a chilometri di distanza, a Forks …

< Bella! Stai bene? Io e Reneè eravamo così preoccupati … >
Sentivo la donna singhiozzare di sottofondo ed anche Alice, intenta a rassicurarla.
< Sì, sto benissimo. Edward mi ha salvata … Mi siete mancati tanto!>
 
Ti voglio così bene piccola … sono così felice di sentirti. Di sapere che sei viva … Ma ora ti passo Reneè. Era così in ansia. È qui che impazzisce, vuole parlarti … > persino Charlie cercava di trattenere i singhiozzi.
Sentii Bella girarsi di lato e raggomitolarsi, agitata. Aprii gli occhi e l’osservai. Intercettò il mio sguardo e mi sorrise, imbarazzata. Le poggiai una mano sulla spalla per rassicurarla.

Udii distintamente il suono di un oggetto che viene spostato e poi la voce di sua madre, gonfia di pianto e gioia.
< Bella? >
< Oh mamma, come sono contenta di sentirti! >
< Tesoro, come stai? >
< Non preoccuparti, sto benissimo, sul serio … anzi … >

Sentii il suo cuore accelerare e le scoccai un bacio sulle labbra, stringendo la sua mano nella mia.

< Avanti Amore, diglielo … > la incoraggiai, usando quel tono di voce che, sapevo bene, riusciva sempre a convincerla.

Reneè, quando mi sentì, le chiese agitata:
< Dirmi cosa? Bella? Bella? > Si stava agitando.
< Mamma … > esitò un attimo e poi le cercò di dire:
< Mamma … io ed Edward … >
Si bloccò. Non sapeva che parole usare. Come darle la notizia. Glie lo leggevo in faccia.
Mi osservò a lungo, stretta a me, e studiando i lineamenti del mio volto, confessò emozionata alla madre:

< Io ed Edward aspettiamo un bambino. > La sua voce era un sussurro dolcissimo. Come sempre, si accarezzava la pancia. Sapevo che non poteva dirle che era una femmina, la nostra creatura. Come avrebbe potuto spiegare? In teoria sarebbe stato troppo presto per saperlo …
< Sono incinta, di 10 settimane. > continuò Bella.

Sentii il telefono cadere dalle dita di Reneè con un tonfo sordo sul linoleum del salotto di Charlie.

Bella s’irrigidì, impaurita, ma subito dopo sentii la voce di Charlie. Aveva raccolto il telefono e ora chiedeva alla figlia, a mia moglie:
< Bells? Tutto bene? >
< Sì papà … come sta la mamma? > chiese lei, agitata.
< Reneè? No, sta bene … le è caduto il telefono. Alice le sta portando dell’acqua … sembra scossa. Cosa le hai detto?  Ti è successo qualcosa? Se è così, vorrei che ti sentissi libera di confidarti anche con me … > Charlie, grazie alla sua esperienza da poliziotto, riusciva a mantenere un tono pacato, quasi distaccato, nonostante la velocità incalzante delle sue parole. Naturalmente, sapevo quanto fosse agitato, e quanto si sforzasse di parere calmo e sereno.
< Papà … ti prego, non essere arrabbiato … solo … diventerai nonno … tra sei mesi e mezzo … Non è una notizia fantastica? > sorrideva speranzosa, aspettando la risposta di Charlie che però, tardava ad arrivare.
Dopo un po’ chiese di nuovo: < Papà? >
Bella cominciava ad inquietarsi così, la feci sedere meglio sulle mie gambe e le feci appoggiare il capo sulla mia clavicola. Passandole le dita tra i capelli, le sfilai il telefonino e, stringendola a me, dissi nell’apparecchio:

< Pronto Charlie? >
Fece un respiro profondo e poi mi disse: < Edward … ragazzo mio … >
Rimasi piacevolmente sorpreso dalle sue parole. Evidentemente, la gioia di sentire la voce di Bella era riuscita a placare la sua eventuale ira. O forse, era semplicemente contento per noi.
< Charlie, felice della lieta notizia? >
< Sì, sono molto … contento. > Nonostante le sue parole, la sua voce era evidentemente scioccata.
< Solo … siete ancora così giovani … >
Risi mentalmente delle sue parole. Certo, sua figlia era ancora una bambina, soprattutto ai suoi occhi, ed in confronto a me … Ma io …
< Non posso darle torto … è vero. Non era assolutamente prevista la gravidanza ma, siamo entrambi felicissimi, anzi, entusiasti del fatto che Bella sia in stato interessante. > il mio tono, persuasivo, sembrò rassicurarlo e convincerlo.
< Edward … è una notizia … splendida … scusa, ti passo un attimo tua sorella … vado a prendere un bicchiere d’acqua. > stava per svenire?

< Edward? >
< Alice? >
< Ciao, come sta la tua mogliettina? > mi chiese quel mostriciattolo, tutta allegra. Ero certo che stesse saltellando.
< Perché me lo chiedi, come se non lo sapessi. >
< Giusto. A proposito, controlla bene il pavimento del bagno. C’è dell’acqua. Prima che Bella ci scivoli sopra ... Ma non dirglielo, se no si arrabbia! >
< Lo farò. Come l’hanno presa? >
< Bene, direi. Reneè è … molto sorpresa. E Charlie ha assunto una strana tonalità che tira al verde … Però stanno benissimo. Dopo la sorpresa, ci sarà l’entusiasmo. Lo so. > mi disse in tono molto colloquiale, d’intesa.

 Bella si aggrappò al mio collo con il braccio sano e poi mi sussurrò all’orecchio:
< Amore, mi passi mia madre? >
< Sentito Alice? > lei ci rispose con un gridolino eccitato ed io passai il cellulare a Bella.

< Bella, piccola mia? >
< Mamma? >
< Bella! Piccola mia! Sono così felice per voi! Ma piccola, sei sicura che sia il momento? Dopo tutto quello che hai passato … e poi il bambino, Alice ha detto che devi rimanere nascosta, che dovremo fingere che non ti abbiamo ritrovata. Come farete? Un figlio è un impegno … e non voglio che affronti tutto questo da sola. Sono tua madre, e tu sei così giovane … voglio starti vicino, voglio aiutarti … > Reneè sembrava seriamente preoccupata.
Vidi l’espressione di Bella mutare improvvisamente.
Fissandomi negli occhi, mi sussurrò angosciata: < Edward? >
< Calmati Amore … non preoccuparti. Abbiamo organizzato tutto. Ora, non far agitare Reneè … > e la strinsi a me. Riavvicinò l’apparecchio all’orecchio e disse:
< Mamma, lo so che sarà molto difficile, ma i Cullen anno già preparato tutto. E il miglior modo di aiutarmi adesso è fingendo di non sapere nulla. Ti prego! In qualche modo faremo. Non preoccuparti. >
< Tesoro, è per te che sono preoccupata. Sei sicura di essere in grado di portare avanti la gravidanza? Sei sicura di stare abbastanza bene? >
< Sì mamma. E nonostante tutto, mi hanno trattata bene, i rapitori. Per loro sarebbe stato … controproducente … maltrattarmi. >
Vedere Bella cercare di rassicurare la madre mi commosse. Così piccola ed indifesa, accoccolata tra le mie braccia …
< Bella, credevo di impazzire, mentre eri lontana. Temevo che ti facessero del male, che non ti avrei più riabbracciata. E ora … non posso neanche vederti … > La voce le si incrinò.

I lucciconi che a Bella si formarono all’angolo degli occhi e glie li resero umidi, la rendevano ancora più incantevole. Le feci scorrere il pollice sulle palpebre e sulle ciglia, per poi portarmelo alle labbra, assaporando quelle poche e salate gocce del suo dolore.

Lei sospirò e poi disse a Reneè:
< Mamma, non fare così. Mi dispiace tantissimo che non potremo vederci, ma è l’unico modo. Lo dico per voi. Non voglio che corriate dei rischi. È gente molto pericolosa quella da cui sto fuggendo. Vi prego, dovrete fingere che questa telefonata non sia mai avvenuta. Se ci saranno novità, mi farò sentire io. Te lo prometto. Vi terrò informati e ... >

Rimasero al telefono a lungo, e Reneè prima e Charlie poi, le domandarono della salute, della gravidanza. Volevano sapere tutto e penso che forse, alcune domande le ponessero solo per sentirla parlare. Charlie sembrava ancora troppo sorpreso per elaborare la notizia e, imbarazzato, continuava a chiederle:
< Ma sei proprio sicura? Non è un ritardo? Magari sai, il rapimento e l’ansia … >
Era bellissimo vederla rispondere: < No papà. Ho fatto due test e anche Carlisle, che mi ha visitata più volte, è sicuro. Ha sentito anche il suo cuore! > era emozionata. Le gote imporporate.
Fu Reneè però, a farle la domanda che la mise più a disagio:
< Bella, piccola mia … sei sicura che sia di Edward? > Era proprio Reneè, così diretta …
< Mamma, ti assicuro, non mi hanno neanche sfiorata … >
A quelle parole, non riuscii a trattenere un ringhio soffocato e la abbracciai stretta, respirando a fondo il suo odore.
Solo averla lì, con me, mi permetteva di non distruggere tutto ciò che avessi a portata di mano.
Bella ovviamente se ne accorse e mi accarezzò, gentile e premurosa, facendo aderire il suo corpo al mio ed accomodandosi meglio tra le mie braccia. Intanto ascoltava la madre che le diceva:
< Bella, ma se ha davvero due mesi e mezzo, il bambino deve essere stato concepito … >
La mia giovanissima sposa arrossì ulteriormente e poi, con la voce simile a quella di un pulcino, sussurrò:
< Sì, l’unica notte che abbiamo passato assieme, io ed Edward. Quella del matrimonio … >

Pensai a quanto vera e al contempo falsa fosse quell’affermazione e sorrisi, malinconico. Durante la luna di miele, avrei voluto trascorrere con lei altre notti come quella unica, dolcissima e splendida in cui eravamo stati una sola anima, un solo corpo.

Reneè sapeva che Bella era vergine, prima del 13 agosto … in qualche modo, le aveva estorto l’informazione prima della cerimonia, insieme ad Alice. E fu per questo che sussurrò al telefono:
< Oh, Bella, è così romantico! >

E a pensarci, era straordinario come, la nostra unica volta, ci avesse donato la gioia della vita, la felicità che solo la nascita di un bambino può portare … Elizabeth.

Dopo questa domanda, né lei né Charlie accennarono più alla prigionia, al rapimento.

Con Carlisle avevano parlato a lungo. I miei suoceri temevano di agitare Bella. Noi non potevamo rischiare di svelare loro anche solo un accenno di verità. Quando finalmente Charlie si rimpossessò del cellulare, Bella, dopo averlo salutato affettuosamente, me lo passò.
Era molto agitato. Alla fine, gli promisi che li avremmo chiamati una volta al mese, ma fui costretto a confermargli che non potevano assolutamente venire a trovarci. Era una scelta dolorosa, ma inevitabile.

“Edward … ” pensò Esme “potrei farvi una foto con il cellulare … non apparirà la data dello scatto, così loro potranno tenerla. ” annuii e lo dissi a Charlie, che ne fu entusiasta. Dopo altri saluti, che lasciarono mia moglie con gli occhi arrossati, porsi il telefono ad Esme e lasciai che ci scattasse numerose foto.
In queste era ritratta Bella tra le mie braccia, io che le baciavo la guancia, lei da sola, seduta sul divano …
Il tutto, facendo ampiamente attenzione che non si vedesse mai il braccio sinistro, stretto nella fasciatura, nascosta in parte dal pigiama.
Gliele inviammo e la loro risposta fu:
“GRAZIE” scritto in maiuscolo e poi: “Bella, ti vogliamo bene.” Seguito da “Edward, ti siamo debitori … ”
Esme compose un messaggio di risposta, ma non me ne curai. Fissavo Bella, preoccupato.

Lei era ancora seduta dove l’avevo lasciata, sul divano, silenziosa ed immobile. Il capo chino, le guance rigate da sottili scie luccicanti. Teneva le mani giunte in grembo e all’inizio non si accorse neanche del fatto che mi fossi accovacciato davanti a lei e che la stessi osservando.
Quando alzò lo sguardo e mi vide, mi sorrise timida e mi sussurrò, portandosi la mano destra sul ventre: < Beh, l’hanno presa abbastanza bene … non trovi? Anche se penso che appena avranno realizzato che sono davvero viva, si arrabbieranno sul serio. >

Le presi il volto tra le mani e la obbligai a guardarmi negli occhi. < Bella, capisco ciò che provi … mi dispiace sinceramente per ciò che stai subendo. Il dolore che stai patendo. Questa bambina è un dono. I tuoi genitori l’adoreranno. Non devi preoccuparti di questo. Il mio unico desiderio è saperti contenta e farò tutto ciò che potrò per darti la vita più normale possibile. Te l’ho promesso, ricordi? Ti renderò felice. >

< Ne sono certa. > e poi avvicinò il suo volto al mio.

Appoggiò leggera le sue labbra umide sulle mie che dischiusi immediatamente, pronto ad accoglierla.
Si muoveva leggera, esitante. Sentivo il suo respiro caldo e avvolgente invadermi.
Dovetti concentrarmi sull’amore incommensurabile che provavo per quella fragile ragazzina che mi stava baciando, per reprimere la sete del suo buonissimo, profumatissimo sangue. Il suo sangue, così delizioso, così invitante … ma anche assolutamente proibito.
< Bella, ti amo. >le sussurrai sulle sue labbra, dalle quali mi ero separato un attimo solo per permetterle di respirare.
E l’amavo di un amore tanto intenso, travolgente e totalizzante che a lungo avevo ritenuto impossibile da provare. Un amore tale da assorbire ogni mio pensiero in un turbinio di appassionata follia.

Mi accorsi di star movendo le mie labbra in maniera frenetica, avida.
Bella mi assecondava. Aveva socchiuso gli occhi e passato il suo braccio destro dietro il mio capo e lasciava che le mie mani corressero veloci sulla pelle della sua schiena, del suo collo, intente a rincorrere il pulsare del suo sangue dentro le sue vene.
Il suono del suo cuore era assordante, bellissimo. Quello della bambina solo un’eco, lieve e delicato che lo accompagnava gentile, ricordandomi il miracolo della mia sposa.

Elizabeth era ancora così piccola che riuscivo a sentirla solo quando ero davvero vicino a Bella, quando la toccavo e, soprattutto, quando lei era calma.

Esme pensò: “ Edward, io e Carlisle andiamo a chiamare Emmett e Rosalie … Torniamo presto. ”
In quel momento non saprei dire se fosse un monito o una minaccia, dato il tono.

Annuì impercettibilmente, ma lei capì ed uscì.

Con gentilezza, mi sedetti sul divano e, afferrando Bella con delicatezza per il bacino, le portai a sedere sopra le mie gambe, a cavalcioni.
Dopo altri baci, che si facevano via via più audaci, si appoggiò al mio corpo, nascondendo il volto nell’incavo del mio collo. Le sue gambe strusciavano contro le mie.
< Edward … ? >
< Sì? > domandai sorpreso dal suo tono di voce. Era imbarazzata?
< Edward … se ne sono andati … > mi chiese titubante e poi aggiunse: < tutti? >
< Bella, ci siamo solo noi ma … >

Mi guardò un attimo ed arrossì furiosamente e si affrettò ad aggiungere: < No, non voglio fare quello! Volevo parlarti … >

Non capii subito perché fosse così rigida.
Seppellì il volto nella mia camicia e, senza riaffiorare dalle pieghe della stoffa mi domandò:
< Edward … verrà anche Rosalie, qui? >

Ed allora decifrai i segnali del suo corpo. Era una sofferenza non riuscire a leggere i suoi pensieri.

< Oh Bella, hai paura di Rosalie? Tu che sei fuggita persino dai Volturi, con tutto il tuo coraggio … temi la sua reazione? > trattenevo a stento le risa, mentre le massaggiavo le spalle.
Lei si allontanò da me e si alzò in piedi.
< Edward, non c’è niente da ridere. > La voce tremava d’ira. < Rosalie già mi odia, adesso poi! >
< Amore, non è vero che ti odia … > cercai di convincerla.
< Forse, ultimamente non mi odiava come all’inizio … ma quando saprà che aspetto Elizabeth, di sicuro mi odierà. >
< Bella, sei umana. Tutto questo è nella tua natura. Lei è questo che t’invidia. Non odia te. Odia se stessa. Certo, orgogliosa com’è, non te lo dirà mai ma sappi che la sua gelosia, il suo desiderio di maternità non sono contro di te. Sono certo che ti vuole bene. Me lo ha dimostrato, in queste settimane. Era sinceramente dispiaciuta. Sta tranquilla. Vorrà bene alla bambina e con te si comporterà benissimo. In fondo, rispetta il nostro amore … >

E così dicendo, le presi le mani e glie le portai dietro al mio collo. La misi sdraiata sul divano e io mi appoggiai sopra di lei, facendo attenzione a non farle male. Le baciai il lobo dell’orecchio e, dopo averle sollevato la maglietta fino al reggiseno, con le mani le carezzai la pelle della schiena. Il suo respiro era accelerato notevolmente. La strinsi a me per poterla sentire mia. Rabbrividì al contatto con il mio corpo gelido.
Il suo profumo, così forte e così buono, mi faceva avere pensieri disdicevoli, soprattutto dato il momento. Sciolsi quindi l’abbraccio e mi allontanai un poco. Entrambi ci mettemmo seduti, tenendoci per mano. La osservai a lungo mentre lei si guardava intorno, sforzandosi di regolare gli ansiti. Mi spaventai quando si alzò di scatto.

< Bella? > le domandai, ma lei, felice, mi indicò il vecchio pianoforte che si trovava nella stanza attigua. Esme aveva lasciato la porta aperta.
< Edward, c’è un piano!!! > saltellava felice, il braccio sinistro poggiato al petto. Avrei di gran lunga preferito che se ne fosse rimasta ferma, ma
sicuramente non mi avrebbe ascoltato, quindi mi limitai ad annuire.
< Perché prima non mi hai portato di là? Ti prego, mi suoni qualcosa? Mi è tanto mancata la tua musica! Ti prego! >
< Non c’è bisogno di pregarmi. Lo faccio con gioia. Ma prima … > e la guidai, tenendola per mano, al piano superiore nella camera di Esme.
< Tieni. > ed estrassi da un cassetto un grazioso foulard in seta azzurra. < Così il braccio ti darà meno fastidio … > e glielo feci passare dietro al collo, dove feci un piccolo fiocco. Con delicatezza, le feci appoggiare il braccio sulla stoffa e le chiesi: < Allora? Ti senti più comoda? Così non ti peserà … >
Annuì e poi, stringendosi a me, sussurrò: < Grazie … >
< Di niente. > e, portandola in braccio, la condussi nella stanza in cui avevamo sistemato il pianoforte.

Suonai a lungo, guidato dal suo respiro. Seduta al mio fianco, lei osservava rapita la danza delle mie dita sui tasti. Ogni tanto sollevavo la mano per carezzarle la guancia, senza rallentare la melodia.
< Sei bravissimo. E la tua musica è splendida … >
< Perché la persona che la ispira è speciale. > fece finta di tirarmi una gomitata e poi si alzò in piedi.

< Dove vai? >

Si voltò sospettosa: < In bagno … non vorrai seguirmi anche lì? Non ho intenzione di annegare nella tazza del gabinetto … >
Nonostante il suo sguardo omicida, mi alzai di colpo e la precedetti a velocità inumana.
< Ma che fai? > mi urlò dietro lei, quando mi chiusi nel bagno.
Le risposi: < Niente! >

Niente Amore mio. Asciugo solo il pavimento …

 

 

 

 

  
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