Salve!!!!!!!!!!!
Sono riuscita, non so come, a
finire questo cap!
Visto che devo uscire, dovrò
essere straveloce:
lilly95lilly
visto
che bel nome? Spero ti piaccia
questo cap 17 …
Hanairoh
Bella
ha tutte le fortune (ma anche le
sfortune) del mondo!!! Edward!!! Sai una cosa? La tua impazienza
è adorabile! Sì,
è mercoledì! E sto postando. E Venerdì
posterò il cap 17. Quindi ti aspetto per
Venerdì!
Wind
L’importante
è che prenda la bellezza
del padre! E che padre!!!!!!
BellaSwan95
E
forse invece prima o poi si
rivedranno! Bella e i genitori! Anche io sono scioccata per le Quotes!
Inuyasha__girl92
Che
Bello! Sono felicissima che ti sia
piaciuto! Spero di replicare! Spero i biscotti fossero buoni XD
Giulls
Ah….
Povero Edward, con Bella che lo
sgrida XD
giulia9_91
Grazie
per i complimenti!!! Sei davvero
gentilissima!
Raki
Vero
che era dolce? Lo avevo detto io
che sarebbe stato dolcerrimo! Per l’incontro, sta tranquilla!
Ed ecco a te … la
telefonata! Per il prossimo capitolo invece, spero di non sfociare nel
rosso!!!
Ho in mente certe cose XD
Deimos
Edward
è da sposare, amare, baciare …
insomma, meglio che non vada avanti!!!! Grazie per i complimenti!
momob
Lo
scoprirai prestissimo! Ecco a te il
cap 17! Un bacio!
ka
chan
Anche
io non vedo l’ora che nasca la
bimba!!! Li farò felici, quei due sposini!!! E anche voi!
Spero! Allora, al cap
18!
Krisma
Edward
è … è Edward!!! E
spero che ti piaccia questo capitolo!
PenPen
Grazie
per i tuoi complimenti! Stanno benissimo
quelle due!!! E appena posso ti mando la mail su quella roba
là che mi avevi
chiesto!
francy94
Sono
felice che tu sia contenta che io
sono onorata!
3mo_is_loveDai, non morirai neanche in questo
… per un po’ me ne
sto tranquilla! E li lascio in pace, i due sposini, e anche la piccina!
aLbICoCCaCiDa
Per i
casini, ancora qualche capitolo,
io non mi smentisco mai!!!
LittleBloodyMary
Spero
di accontentarti!!! Elizabeth
nascerà prestissimo!!!!
emily
ff
Sì,
Bella è assolutamente anormale! Edward,
Nudo, Davanti a lei … *basta, l’autrice
è andata … non risponde più di
sé stessa…
hachicat
Provvederò
XD
AngelOfLove
UUU
grazieeeeee!!! Comunque, brava per
averci azzeccato!
_Natsuki_
E
l’autrice ti ringrazia con il cuore
colmo di gioia per i tuoi complimenti!!!
novilunioPensa che mentre recensivi, ero al
PC anche io!!! Ah,
la notte … Ps, forse laggiù potreste usare Jake
come stufa!!!! E io, qui al
caldo, potrei usare Edward per refrigerare i miei … ormoni!!!
BloodyKamelot
Grazie
grazie grazie!!! E li farò
recuperare alla grande, e anche presto!!!
clodiina85
Postato!
Mamma mia, tutta in una
notte!!! Contenta che ti piaccia!!!!
frizz_np
Sarà
adorabile Edward-versione-papà!Ahi
ragione, la natura ha buon senso!!!!!
Lilian
Potter Dai che forse ce la
faccio!!! Forse…
Grazie a voi che recensite, e
a voi che leggete e basta!!!!!! Spero che questo cap (molto difficile
da scrivere ... ) vi piaccia! Un bacio
Cassandra!
Edward's Pov
<
Bella? Bells, piccola mia? Sei tu? >
<
Papà! > Bella scoppiò a piangere in preda
all’emozione, ed io l’accompagnai
con la schiena sul divano facendole poggiare il capo sulle mie
ginocchia. Le
scostai i capelli dalla fronte sorridendole ed accarezzandole le gote,
rosse e
rigate di lacrime.
Nel
profondo dei suoi occhi nocciola scorsi la sua gioia.
Mi
fu inevitabile pensare che, se non avessi interferito con la sua
esistenza, lei
non avrebbe patito tutta quella sofferenza, che lei ora si sarebbe
stata al sicuro,
con i suoi genitori.
Quando
però mi accorsi che, inconsciamente, la sua mano era
scivolata sul suo grembo,
seppi che, sebbene fosse sbagliato tutto ciò, lei era
felice. E la sua felicità
era l’unica cosa che mi stesse a cuore.
I
nostri occhi s’incontrarono e lei mi sorrise, arrossendo
ancora di più, per poi
distogliere lo sguardo imbarazzata. Piegò il capo di lato e
poi, senza
guardarmi, mi appoggiò il palmo della sua mano sinistra
sulla guancia. L’odore
del sangue che era tornato a sporcare le bende m’invase e
ridestò in me il
mostro che tentavo di reprimere. Chiusi gli occhi e lasciai che il
veleno,
schizzato improvvisamente dai miei denti, fluisse dalla mia bocca nella
gola.
Restai ad ascoltare la voce della mia sposa e quella di suo padre, a
chilometri
di distanza, a Forks …
< Bella! Stai bene? Io e
Reneè eravamo così
preoccupati … >
Sentivo
la donna singhiozzare di sottofondo ed anche Alice, intenta a
rassicurarla.
<
Sì, sto benissimo. Edward mi ha salvata … Mi
siete mancati tanto!>
Sentii
Bella girarsi di lato e raggomitolarsi, agitata. Aprii gli occhi e
l’osservai.
Intercettò il mio sguardo e mi sorrise, imbarazzata. Le
poggiai una mano sulla
spalla per rassicurarla.
Udii
distintamente il suono di un oggetto che viene spostato e poi la voce
di sua
madre, gonfia di pianto e gioia.
<
Bella? >
<
Oh mamma, come sono contenta di sentirti! >
<
Tesoro, come stai? >
<
Non preoccuparti, sto benissimo, sul serio … anzi
… >
Sentii
il suo cuore accelerare e le scoccai un bacio sulle labbra, stringendo
la sua
mano nella mia.
<
Avanti Amore, diglielo … > la incoraggiai, usando
quel tono di voce che,
sapevo bene, riusciva sempre a convincerla.
Reneè,
quando mi sentì, le chiese agitata:
<
Dirmi cosa? Bella? Bella? > Si stava agitando.
<
Mamma … > esitò un attimo e poi le
cercò di dire:
<
Mamma … io ed Edward … >
Si
bloccò. Non sapeva che parole usare. Come darle la notizia.
Glie lo leggevo in
faccia.
Mi
osservò a lungo, stretta a me, e studiando i lineamenti del
mio volto, confessò
emozionata alla madre:
<
Io ed Edward aspettiamo un bambino. > La sua voce era un
sussurro
dolcissimo. Come sempre, si accarezzava la pancia. Sapevo che non
poteva dirle
che era una femmina, la nostra creatura. Come avrebbe potuto spiegare?
In
teoria sarebbe stato troppo presto per saperlo …
<
Sono incinta, di 10 settimane. > continuò Bella.
Sentii
il telefono cadere dalle dita di Reneè con un tonfo sordo
sul linoleum del
salotto di Charlie.
Bella
s’irrigidì, impaurita, ma subito dopo sentii la
voce di Charlie. Aveva raccolto
il telefono e ora chiedeva alla figlia, a mia moglie:
<
Bells? Tutto bene? >
<
Sì papà … come sta la mamma? >
chiese lei, agitata.
<
Reneè? No, sta bene … le è caduto il
telefono. Alice le sta portando dell’acqua
… sembra scossa. Cosa le hai detto? Ti
è
successo qualcosa? Se è così, vorrei che ti
sentissi libera di confidarti anche
con me … > Charlie, grazie alla sua esperienza da
poliziotto, riusciva a
mantenere un tono pacato, quasi distaccato, nonostante la
velocità incalzante
delle sue parole. Naturalmente, sapevo quanto fosse agitato, e quanto
si
sforzasse di parere calmo e sereno.
<
Papà … ti prego, non essere arrabbiato
… solo … diventerai nonno … tra sei
mesi
e mezzo … Non è una notizia fantastica? >
sorrideva speranzosa, aspettando
la risposta di Charlie che però, tardava ad arrivare.
Dopo
un po’ chiese di nuovo: < Papà? >
Bella
cominciava ad inquietarsi così, la feci sedere meglio sulle
mie gambe e le feci
appoggiare il capo sulla mia clavicola. Passandole le dita tra i
capelli, le
sfilai il telefonino e, stringendola a me, dissi
nell’apparecchio:
<
Pronto Charlie? >
Fece
un respiro profondo e poi mi disse: < Edward …
ragazzo mio … >
Rimasi
piacevolmente sorpreso dalle sue parole. Evidentemente, la gioia di
sentire la
voce di Bella era riuscita a placare la sua eventuale ira. O forse, era
semplicemente contento per noi.
<
Charlie, felice della lieta notizia? >
<
Sì, sono molto … contento. > Nonostante le
sue parole, la sua voce era evidentemente
scioccata.
<
Solo … siete ancora così giovani …
>
Risi
mentalmente delle sue parole. Certo, sua figlia era ancora una bambina,
soprattutto ai suoi occhi, ed in confronto a me … Ma io
…
<
Non posso darle torto … è vero. Non era
assolutamente prevista la gravidanza
ma, siamo entrambi felicissimi, anzi, entusiasti del fatto che Bella
sia in
stato interessante. > il mio tono, persuasivo, sembrò
rassicurarlo e
convincerlo.
<
Edward … è una notizia … splendida
… scusa, ti passo un attimo tua sorella …
vado a prendere un bicchiere d’acqua. > stava per
svenire?
<
Edward? >
<
Alice? >
<
Ciao, come sta la tua mogliettina? > mi chiese quel
mostriciattolo, tutta
allegra. Ero certo che stesse saltellando.
<
Perché me lo chiedi, come se non lo sapessi. >
<
Giusto. A proposito, controlla bene il pavimento del bagno.
C’è dell’acqua.
Prima che Bella ci scivoli sopra ... Ma non dirglielo, se no si
arrabbia! >
<
Lo farò. Come l’hanno presa? >
<
Bene, direi. Reneè è … molto sorpresa.
E Charlie ha assunto una strana tonalità
che tira al verde … Però stanno benissimo. Dopo
la sorpresa, ci sarà
l’entusiasmo. Lo so. > mi disse in tono molto
colloquiale, d’intesa.
Bella si aggrappò
al mio collo con il braccio
sano e poi mi sussurrò all’orecchio:
<
Amore, mi passi mia madre? >
<
Sentito Alice? > lei ci rispose con un gridolino eccitato ed io
passai il
cellulare a Bella.
<
Bella, piccola mia? >
<
Mamma? >
<
Bella! Piccola mia! Sono così felice per voi! Ma piccola,
sei sicura che sia il
momento? Dopo tutto quello che hai passato … e poi il
bambino, Alice ha detto
che devi rimanere nascosta, che dovremo fingere che non ti abbiamo
ritrovata.
Come farete? Un figlio è un impegno … e non
voglio che affronti tutto questo da
sola. Sono tua madre, e tu sei così giovane …
voglio starti vicino, voglio
aiutarti … > Reneè sembrava seriamente
preoccupata.
Vidi
l’espressione di Bella mutare improvvisamente.
Fissandomi
negli occhi, mi sussurrò angosciata: < Edward?
>
<
Calmati Amore … non preoccuparti. Abbiamo organizzato tutto.
Ora, non far
agitare Reneè … > e la strinsi a me.
Riavvicinò l’apparecchio all’orecchio e
disse:
<
Mamma, lo so che sarà molto difficile, ma i Cullen anno
già preparato tutto. E
il miglior modo di aiutarmi adesso è fingendo di non sapere
nulla. Ti prego! In
qualche modo faremo. Non preoccuparti. >
<
Tesoro, è per te che sono preoccupata. Sei sicura di essere
in grado di portare
avanti la gravidanza? Sei sicura di stare abbastanza bene? >
<
Sì mamma. E nonostante tutto, mi hanno trattata bene, i
rapitori. Per loro
sarebbe stato … controproducente … maltrattarmi.
>
Vedere
Bella cercare di rassicurare la madre mi commosse. Così
piccola ed indifesa,
accoccolata tra le mie braccia …
<
Bella, credevo di impazzire, mentre eri lontana. Temevo che ti
facessero del
male, che non ti avrei più riabbracciata. E ora …
non posso neanche vederti … >
La voce le si incrinò.
I
lucciconi che a Bella si formarono all’angolo degli occhi e
glie li resero
umidi, la rendevano ancora più incantevole. Le feci scorrere
il pollice sulle
palpebre e sulle ciglia, per poi portarmelo alle labbra, assaporando
quelle poche
e salate gocce del suo dolore.
Lei
sospirò e poi disse a Reneè:
<
Mamma, non fare così. Mi dispiace tantissimo che non potremo
vederci, ma è
l’unico modo. Lo dico per voi. Non voglio che corriate dei
rischi. È gente
molto pericolosa quella da cui sto fuggendo. Vi prego, dovrete fingere
che
questa telefonata non sia mai avvenuta. Se ci saranno
novità, mi farò sentire
io. Te lo prometto. Vi terrò informati e ... >
Rimasero
al telefono a lungo, e Reneè prima e Charlie poi, le
domandarono della salute,
della gravidanza. Volevano sapere tutto e penso che forse, alcune
domande le
ponessero solo per sentirla parlare. Charlie sembrava ancora troppo
sorpreso per
elaborare la notizia e, imbarazzato, continuava a chiederle:
<
Ma sei proprio sicura? Non è un ritardo? Magari sai, il
rapimento e l’ansia …
>
Era
bellissimo vederla rispondere: < No papà. Ho fatto
due test e anche
Carlisle, che mi ha visitata più volte, è sicuro.
Ha sentito anche il suo
cuore! > era emozionata. Le gote imporporate.
Fu
Reneè però, a farle la domanda che la mise
più a disagio:
<
Bella, piccola mia … sei sicura che sia di Edward? >
Era proprio Reneè, così
diretta …
<
Mamma, ti assicuro, non mi hanno neanche sfiorata … >
A
quelle parole, non riuscii a trattenere un ringhio soffocato e la
abbracciai
stretta, respirando a fondo il suo odore.
Solo
averla lì, con me, mi permetteva di non distruggere tutto
ciò che avessi a
portata di mano.
Bella
ovviamente se ne accorse e mi accarezzò, gentile e
premurosa, facendo aderire
il suo corpo al mio ed accomodandosi meglio tra le mie braccia. Intanto
ascoltava la madre che le diceva:
<
Bella, ma se ha davvero due mesi e mezzo, il bambino deve essere stato
concepito … >
La
mia giovanissima sposa arrossì ulteriormente e poi, con la
voce simile a quella
di un pulcino, sussurrò:
<
Sì, l’unica notte che abbiamo passato assieme, io
ed Edward. Quella del
matrimonio … >
Pensai
a quanto vera e al contempo falsa fosse quell’affermazione e
sorrisi,
malinconico. Durante la luna di miele, avrei voluto trascorrere con lei
altre
notti come quella unica, dolcissima e splendida in cui eravamo stati
una sola
anima, un solo corpo.
Reneè
sapeva che Bella era vergine, prima del 13 agosto … in
qualche modo, le aveva
estorto l’informazione prima della cerimonia, insieme ad
Alice. E fu per questo
che sussurrò al telefono:
<
Oh, Bella, è così romantico! >
E
a pensarci, era straordinario come, la nostra unica volta, ci avesse
donato la
gioia della vita, la felicità che solo la nascita di un
bambino può portare …
Elizabeth.
Dopo
questa domanda, né lei né Charlie accennarono
più alla prigionia, al rapimento.
Con
Carlisle avevano parlato a lungo. I miei suoceri temevano di agitare
Bella. Noi
non potevamo rischiare di svelare loro anche solo un accenno di
verità.
Era
molto agitato. Alla fine, gli promisi che li avremmo chiamati una volta
al
mese, ma fui costretto a confermargli che non potevano assolutamente
venire a trovarci.
Era una scelta dolorosa, ma inevitabile.
“Edward
… ” pensò Esme “potrei farvi
una foto con il cellulare … non apparirà la data
dello scatto, così loro potranno tenerla. ” annuii
e lo dissi a Charlie, che ne
fu entusiasta. Dopo altri saluti, che lasciarono mia moglie con gli
occhi
arrossati, porsi il telefono ad Esme e lasciai che ci scattasse
numerose foto.
In
queste era ritratta Bella tra le mie braccia, io che le baciavo la
guancia, lei
da sola, seduta sul divano …
Il
tutto, facendo ampiamente attenzione che non si vedesse mai il braccio
sinistro, stretto nella fasciatura, nascosta in parte dal pigiama.
Gliele
inviammo e la loro risposta fu:
“GRAZIE”
scritto in maiuscolo e poi: “Bella, ti vogliamo
bene.” Seguito da “Edward, ti
siamo debitori … ”
Esme
compose un messaggio di risposta, ma non me ne curai. Fissavo Bella,
preoccupato.
Lei
era ancora seduta dove l’avevo lasciata, sul divano,
silenziosa ed immobile. Il
capo chino, le guance rigate da sottili scie luccicanti. Teneva le mani
giunte
in grembo e all’inizio non si accorse neanche del fatto che
mi fossi
accovacciato davanti a lei e che la stessi osservando.
Quando
alzò lo sguardo e mi vide, mi sorrise timida e mi
sussurrò, portandosi la mano
destra sul ventre: < Beh, l’hanno presa abbastanza
bene … non trovi? Anche
se penso che appena avranno realizzato che sono davvero viva, si
arrabbieranno
sul serio. >
Le
presi il volto tra le mani e la obbligai a guardarmi negli occhi.
<
Ne sono certa. > e poi avvicinò il suo volto al mio.
Appoggiò
leggera le sue labbra umide sulle mie che dischiusi immediatamente,
pronto ad
accoglierla.
Si
muoveva leggera, esitante. Sentivo il suo respiro caldo e avvolgente
invadermi.
Dovetti
concentrarmi sull’amore incommensurabile che provavo per
quella fragile
ragazzina che mi stava baciando, per reprimere la sete del suo
buonissimo,
profumatissimo sangue. Il suo sangue, così delizioso,
così invitante … ma anche
assolutamente proibito.
<
Bella, ti amo. >le sussurrai sulle sue labbra, dalle quali mi
ero separato
un attimo solo per permetterle di respirare.
E
l’amavo di un amore tanto intenso, travolgente e totalizzante
che a lungo avevo
ritenuto impossibile da provare. Un amore tale da assorbire ogni mio
pensiero
in un turbinio di appassionata follia.
Mi
accorsi di star movendo le mie labbra in maniera frenetica, avida.
Bella
mi assecondava. Aveva socchiuso gli occhi e passato il suo braccio
destro dietro
il mio capo e lasciava che le mie mani corressero veloci sulla pelle
della sua
schiena, del suo collo, intente a rincorrere il pulsare del suo sangue
dentro
le sue vene.
Il
suono del suo cuore era assordante, bellissimo. Quello della bambina
solo
un’eco, lieve e delicato che lo accompagnava gentile,
ricordandomi il miracolo
della mia sposa.
Elizabeth
era ancora così piccola che riuscivo a sentirla solo quando
ero davvero vicino
a Bella, quando la toccavo e, soprattutto, quando lei era calma.
Esme
pensò: “ Edward, io e Carlisle andiamo a chiamare
Emmett e Rosalie … Torniamo presto.
”
In
quel momento non saprei dire se fosse un monito o una minaccia, dato il
tono.
Annuì
impercettibilmente, ma lei capì ed uscì.
Con
gentilezza, mi sedetti sul divano e, afferrando Bella con delicatezza
per il
bacino, le portai a sedere sopra le mie gambe, a cavalcioni.
Dopo
altri baci, che si facevano via via più audaci, si
appoggiò al mio corpo,
nascondendo il volto nell’incavo del mio collo. Le sue gambe
strusciavano
contro le mie.
<
Edward … ? >
<
Sì? > domandai sorpreso dal suo tono di voce. Era
imbarazzata?
<
Edward … se ne sono andati … > mi chiese
titubante e poi aggiunse: <
tutti? >
<
Bella, ci siamo solo noi ma … >
Mi
guardò un attimo ed arrossì furiosamente e si
affrettò ad aggiungere: < No,
non voglio fare quello! Volevo parlarti … >
Non
capii subito perché fosse così rigida.
Seppellì
il volto nella mia camicia e, senza riaffiorare dalle pieghe della
stoffa mi
domandò:
<
Edward … verrà anche Rosalie, qui? >
Ed
allora decifrai i segnali del suo corpo. Era una sofferenza non
riuscire a
leggere i suoi pensieri.
<
Oh Bella, hai paura di Rosalie? Tu che sei fuggita persino dai Volturi,
con
tutto il tuo coraggio … temi la sua reazione? >
trattenevo a stento le risa,
mentre le massaggiavo le spalle.
Lei
si allontanò da me e si alzò in piedi.
<
Edward, non c’è niente da ridere. > La voce
tremava d’ira. < Rosalie già
mi odia, adesso poi! >
<
Amore, non è vero che ti odia … > cercai
di convincerla.
<
Forse, ultimamente non mi odiava come all’inizio …
ma quando saprà che aspetto
Elizabeth, di sicuro mi odierà. >
<
Bella, sei umana. Tutto questo è nella tua natura. Lei
è questo che t’invidia.
Non odia te. Odia se stessa. Certo, orgogliosa
com’è, non te lo dirà mai ma
sappi che la sua gelosia, il suo desiderio di maternità non
sono contro di te.
Sono certo che ti vuole bene. Me lo ha dimostrato, in queste settimane.
Era
sinceramente dispiaciuta. Sta tranquilla. Vorrà bene alla
bambina e con te si
comporterà benissimo. In fondo, rispetta il nostro amore
… >
E
così dicendo, le presi le mani e glie le portai dietro al
mio collo. La misi
sdraiata sul divano e io mi appoggiai sopra di lei, facendo attenzione
a non
farle male. Le baciai il lobo dell’orecchio e, dopo averle
sollevato la
maglietta fino al reggiseno, con le mani le carezzai la pelle della
schiena. Il
suo respiro era accelerato notevolmente. La strinsi a me per poterla
sentire
mia. Rabbrividì al contatto con il mio corpo gelido.
Il
suo profumo, così forte e così buono, mi faceva
avere pensieri disdicevoli,
soprattutto dato il momento. Sciolsi quindi l’abbraccio e mi
allontanai un
poco. Entrambi ci mettemmo seduti, tenendoci per mano. La osservai a
lungo
mentre lei si guardava intorno, sforzandosi di regolare gli ansiti. Mi
spaventai quando si alzò di scatto.
<
Bella? > le domandai, ma lei, felice, mi indicò il
vecchio pianoforte che si
trovava nella stanza attigua. Esme aveva lasciato la porta aperta.
<
Edward, c’è un piano!!! > saltellava
felice, il braccio sinistro poggiato al
petto. Avrei di gran lunga preferito che se ne fosse rimasta ferma, ma
sicuramente non mi avrebbe ascoltato, quindi mi limitai ad annuire.
<
Perché prima non mi hai portato di là? Ti prego,
mi suoni qualcosa? Mi è tanto
mancata la tua musica! Ti prego! >
<
Non c’è bisogno di pregarmi. Lo faccio con gioia.
Ma prima … > e la guidai,
tenendola per mano, al piano superiore nella camera di Esme.
<
Tieni. > ed estrassi da un cassetto un grazioso foulard in seta
azzurra.
< Così il braccio ti darà meno fastidio
… > e glielo feci passare dietro
al collo, dove feci un piccolo fiocco. Con delicatezza, le feci
appoggiare il
braccio sulla stoffa e le chiesi: < Allora? Ti senti
più comoda? Così non ti
peserà … >
Annuì
e poi, stringendosi a me, sussurrò: < Grazie
… >
<
Di niente. > e, portandola in braccio, la condussi nella stanza
in cui
avevamo sistemato il pianoforte.
Suonai
a lungo, guidato dal suo respiro. Seduta al mio fianco, lei osservava
rapita la
danza delle mie dita sui tasti. Ogni tanto sollevavo la mano per
carezzarle la
guancia, senza rallentare la melodia.
<
Sei bravissimo. E la tua musica è splendida …
>
<
Perché la persona che la ispira è speciale.
> fece finta di tirarmi una
gomitata e poi si alzò in piedi.
<
Dove vai? >
Si
voltò sospettosa: < In bagno … non vorrai
seguirmi anche lì? Non ho
intenzione di annegare nella tazza del gabinetto … >
Nonostante
il suo sguardo omicida, mi alzai di colpo e la precedetti a
velocità inumana.
<
Ma che fai? > mi urlò dietro lei, quando mi chiusi
nel bagno.
Le
risposi: < Niente! >
Niente
Amore mio. Asciugo solo il pavimento …