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Autore: mary_berti    22/04/2014    1 recensioni
"sono fortunato a essere innamorato della mia migliore amica"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Clio stava camminando sulla spiaggia in piena notte. Aveva rinunciato a dormire,,più che restare nel letto tanto  valeva farsi una passeggiata. Erano due settimane che stava al Campo Mezzosangue. Si stava vedendo spesso con Nico,ogni volta che lui alzava il culo dalla Casa di Ade e dai suoi allenamenti,cosa che però non succedeva spesso. A Clio faceva piacere,perché con Nico e Percy stava bene. Lee era gentile con lei,e ne era contenta. Era disperata,il suo cuore era triste mentre camminava a piedi nudi sotto le stelle. Nico dopo il falò era andato chissadove con una figlia di Afrodite. 
“è la sua vita,non è il mio fidanzato.che razza di amica sono se non lo lascio fare ciò che vuole?”si era chiesta. La verità era che in due settimane si era innamorata un sacco di Nico. Era annegata nei suoi occhi neri,gli stessi che brillavano quando andavano a giocare sui ponti di Venezia quando i ragazzi avevano dieci anni. Lo guardava come molte ragazze del campo lo guardavano,se non di più. 
Non tutti sapevano che erano amici,da una parte era meglio così. 
“basta,lascialo in pace. Non sono fatti tuoi con chi esce”si diceva, ma le faceva male. 
Sentiva delle voci sulla spiaggia,e pensò di non essere stata l’unica che non riusciva a dormire. Percy stava seduto su uno scoglio a sbraitare non so cosa. Clio corse silenziosamente verso di lui,che non la vide.
-Percy…?- lo chiamò
-che vuoi?-le sbraitò contro. Lei aveva cercato di aiutarlo,ma lo stare male non entrò nella categoria sentimenti. Subentrò la rabbia,il sentirsi offesa. Apollo si offende spesso,e lei era figlia di Apollo.
-vaffanculo-disse la ragazza. Odiava quando cercava di aiutare qualcuno e la persona in questione le sbraitava contro. Non era qualcosa di giusto. 
Proseguì avanti per un pezzo,ma poi si rese conto che erano già le cinque e mezza del mattino e avrebbe fatto meglio a tornare al campo. Corse veloce quanto i piedi glielo permettevano,e in quindici minuti fu nell’arena. 
Clio avrebbe voluto o piangere o far saltare in aria qualcosa. Optò per la seconda opzione. “Piangere significa essere deboli. Io non sono debole”
-ehi,Clio!-la salutò una voce triste. La ragazza si girò e vide Annabeth,che avanzò verso di lei. Le ragazze si sedettero sulla terra battuta dell’arena. 
-com’è che ti sei svegliata così presto?-le chiese Annabeth. Il suo tono non nascondeva una vena di preoccupazione.
-in realtà non sono andata a dormire. Tu?-rispose Clio,guardando il cielo che cominciava a schiarirsi. 
-beh,ho litigato con Percy. Io e lui eravamo fidanzati fino a ieri sera,poi ci siamo lasciati.-Disse lei,triste.
-non ti piaceva più?-
-semplicemente,non poteva funzionare.-Disse Annabeth,quasi rassegnata. Clio non si rassegnava mai a niente. Semplicemente,non ce la faceva. Le cose dovevano essere come diceva lei,e se non lo erano,dovevano diventarlo. Non era una persona modestissima,Clio. Ma non intendeva nemmeno diventarlo. Ora che aveva trovato il suo posto,al Campo,voleva diventare solo migliore,non andare a cercare difetti e sottoporsi a sedute di auto-psicologia. Annabeth la salutò,e si avviò verso la Capanna di Atena,dai suoi fratelli. Clio invece si stese sulla terra battuta dell’arena a guardare l’alba.
“Cliooo!!!!!” le urlò qualcuno in un orecchio.
“ciao Lee!” sorrise,di rimando. Non si era addormentata,ma era entrata in uno stato di dormiveglia che aveva scacciato tutte le sensazioni. 
Si alzò dalla terra dell’arena e seguì Lee e i fratelli che si buttano nel ruscello e presero a schizzarsi con l’acqua. A quel punto a Clio venne un idea. Corse alla casa di Ade e buttò un gavettone sulla finestra e scappò. Voleva vedere la reazione di Nico. a forza. Si buttò nel ruscello e si unì ai giochi dei fratelli. Stavano cercando di fare il più casino possibile,e infatti si svegliò tutto il campo. I figli di Atena li videro a giocare nel ruscello e si misero a bestemmiare in greco antico. Percy si unì subito alle cazzate dei figli di Apollo,recuperando il buonumore. Nico arrivò bestemmiando in italiano, arrabbiatissimo per l’acqua che gli aveva invaso il letto mentre dormiva. 
Vedendo i ragazzi nel ruscello si arrabbiò ancora di più, e se ne andò ai tavoli della mensa. I figli di Apollo dopo aver fatto abbondantemente casino,uscirono dall’acqua,e andarono a recuperare gli strumenti musicali.
Erano tutti di ottimo umore,Clio dimenticò Nico per tutta la mattina,Lee dimenticò le preoccupazioni,Percy dimenticò di essersi appena lasciato con la ragazza.
“sono tutti così dannatamente felici. Perché io non ci riesco?” pensò Nico,guardando ormai tutto il campo che suonava nell’arena. Si arrampicò su un albero,e si sedette su un ramo nascosto dalle fronde. Era un bel posto,solitario,tranquillo,isolato dal mondo. Lontano da quella felicità che era così lontana dal suo animo. Clio,intanto,si era allontanata dalla compagnia. Aveva bisogno di Nico,doveva parlargli. Di cosa,non ne aveva idea. Sapeva che era triste,asociale. E gli amici servono a farti essere felice,e lei voleva con tutto il cuore che Nico fosse felice. 
D’altro canto,Nico voleva la felicità di Clio. Non avrebbe mai permesso a sé stesso che lei soffrisse per colpa sua. Nico aveva capito che Clio era una persona speciale. Scrivere a una persona per cinque anni senza  ottenere alcuna risposta non è una cosa semplice. Ma lei lo aveva fatto,per lui.
La verità era che Nico non voleva più che loro due fossero amici. Nico si era innamorato disperatamente di Clio in quelle due settimane,e tendeva a evitarla,anche se con lei si sentiva vivo,
Per quanto il figlio del dio della Morte possa essere vitale. Nella vita della ragazza lui doveva essere tutto o niente,con lui non c’erano mezze misure. 
Con il cuore pesante,Clio si mise a cercare Nico.
Lo cercò per tutto il Campo,e stava perdendo le speranze quando lui scese dall’albero. Gli corse incontro. Lui la guardò con sguardo di ghiaccio.
-ti è riuscito bene lo scherzo dei gavettoni. Devo starmi più attento- le disse,freddo. La freddezza delle sue parole colpì il cuore di Clio. Lei era una solare,che avrebbe giocato,tirato con l’arco e suonato tutto il giorno. 
-Nico. datti una calmata.- disse lei,triste.
-ma ti prego.-
-Nico. smettila di nasconderti sempre,smettila di scappare da tutti. È rimasto niente del mio migliore amico,in te?- gli domandò Clio. Quelle parole si incisero nel cuore di Nico. capì che Clio aveva tenuto a lui più di quanto avesse tenuto a sé stessa. Lui aveva scelto la solitudine,una beata solitudine,intima,perfetta,intoccabile. Si chiese Clio come ci fosse rimasta quando l’aveva capito. Perché lei avrebbe sacrificato tutti per lui,avrebbe dato il suo cuore,la sua vita,per Nico. ma lui si era costruito quelle mura attorno. Mura di solitudine e diffidenza,che l’avevano tagliata fuori. Erano giorni che Nico non la pensava minimamente. Lei ci era stata male,si. 
-non ho nessun motivo per continuare a frequentarti. Ade non ama Apollo- le disse il ragazzo.
-.ma io amo te,e mi sembra che adesso conta questo. però  ti dico una cosa. Con me,o sei tutto o sei niente. Le mezze misure non esistono. E se vuoi entrare nella mia vita, entra,la porta è aperta. Se vuoi uscire dalla mia vita,esci,la porta è aperta. Però non stare lì sulla porta,che blocchi il passaggio. 
-ti amo idiota- le disse Nico. 


ANGOLO AUTORE
Buongiorno! XD
Pure qua,non è successo nulla di importanteee!!!!!!! 
Questo capitolo è parecchio più corto dell’altro,il punto è che non ho avuto molto tempo x scrivere…. In ogni  caso,spero che vi sia piaciuto e che qualcuno mi scriva una recensione,accetto tutte le critiche 
Mary
  
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