What I want Is You
Apro gli occhi, sentendomi il collo
completamente indolenzito. Non so quanto devo aver dormito su questo cazzo di
divanetto scomodo. Mi volto e vedo Jeph accanto a me, profondamente
addormentato. Guardo l’orologio. Le undici. Mi sembra di aver dormito per ore,
invece è passato solo un quarto d’ora.
Ma perché non viene nessuno a dirci come
sta!? Non c’è la faccio più con questa ansia addosso.
Mi alzo per sgranchirmi un po’ le gambe.
Sento la mia testa che sta per scoppiare. Che male
cazzo!
Inizio a fare nervosamente avanti ed
indietro per la sala d’attesa senza però togliere gli occhi dalla porta bianca
dietro la quale ho visto sparire il mio Bert.
Dopo qualche minuto ne esce un uomo sulla
cinquantina, con degli occhiali neri sul naso, il camice bianco ed una
cartellina in mano.
- Mi scusi. Lei ha portato quel ragazzo
svenuto? – mi chiede guardandomi da sopra il bordo degli
occhiali.
- Si, mi dica che sta bene la prego! –
chiedo io stringendomi al petto le braccia conserte, per non far notare il lieve
tremore che le percuote.
- Era in coma etilico, ma, grazie a Dio,
l’avete portato qui in tempo e siamo riusciti a salvarlo. –
Sento il mio cuore liberarsi dalle migliaia
di spine che lo avevano attraversato durante questo incubo e tiro un profondo
respiro.
- Posso vederlo? – chiedo speranzoso. Tutto
quello che voglio è poterlo prima stringere tra le braccia, poi picchiarlo per
tutto quello che mi ha fatto passare.
- è meglio di no per ora. Sta riposando,
l’abbiamo messo sotto sedativi. Si sveglierà tra qualche ora. Torni più tardi –
dice con un sorriso di scuse prima di salutarmi cordialmente e di
andarsene.
Mi metto una mano sugli occhi. Ho avuto cosi
tanta paura che l’unico modo ora per mandarla via definitivamente è lasciarmi
andare alle lacrime.
Ma mi calmo e scuoto piano la spalla di
Jeph.
- Ehi. Jeph…Jeph svegliati…- lui salta in
piedi con gli occhi sbarrati.
- Cos’è successo? Bert! Come sta Bert? – non
riesco a non ridere della sua reazione. È troppo
buffo.
- Stai tranquillo. Sta bene. Ha detto il
medico che lo abbiamo portato qui in tempo e che sono riusciti a salvarlo. –
Jeph si mette una mano sul petto e sospira
profondamente.
- Sia ringraziato il cielo! Ma giuro, su quello che ho di più caro al mondo, che appena si rimette c’è lo rifaccio tornare all’ospedale tanti saranno i calci nelle palle che gli darò! – scoppio a ridere e lui con me.
Poi però sospiriamo guardando il pavimento.
- Jeph...dobbiamo fare qualcosa. Io non
voglio rischiare di perderlo di nuovo per colpa dell’alcool. Io lo amo. – dico
io, spezzando il silenzio.
Jeph mi abbraccia e mi sussurra piano
all’orecchio.
- Lo so Quinn e neanche io voglio perderlo.
Ma non ti preoccupare. Te lo detto. Noi lo aiuteremo e la smetterà di rovinarsi.
Ok? – io annuisco sulla sua spalla.
- Ma possiamo vederlo? –
- No, ha detto il medico che è sotto
sedativi e che si sveglierà tra qualche ora. – rispondo sciogliendo
l’abbraccio.
- Ah. Ok. Vuoi andare a mangiare qualcosa
nel frattempo? –
- No grazie. Non ho fame. Resto qui…e
aspetto. –
Lui riflette un
attimo.
- Senti, ti dispiace se torno un attimo a
casa? C’è Korby da solo e stamattina sono uscito di corsa senza avvertirlo di
nulla. –
- Ma no. Non ti preoccupare vai. Ci vediamo
più tardi… –
- Sicuro? –
- Si. Sicuro. Vai tranquillo – dico con un
sorriso rassicurante.
- Bene. Allora torno dopo pranzo. Ciao! –
dice mentre gia si sta avviando verso
l’uscita.
- Ciao. -
Mi risiedo sul divanetto e rimango a fissare
le mattonelle del pavimento.
Ma scusate...che fastidio posso dare se mi siedo vicino al suo letto mentre aspetto che si sveglia?
Nessuno...
Mi alzo e vado al banco delle informazioni.
- Mi scusi. Mi sa dire la camera di Bert
McCracken? L’ho portato io qui circa un ora fa. –
- Ah si certo. Stanza 117, lungo il
corridoio. – mi dice l’infermiera sorridendo
cordialmente.
- La ringrazio. – dico e percorro
velocemente il corridoio che mi ha indicato.
Stanza
115,116…ecco…117.
Abbasso piano la maniglia ed entro. Lui è
li, pieno di tubi e nelle braccia, pallido e
addormentato.
Mi avvicino piano, prendo una sedia e mi
accomodo li vicino al letto.
- Sei bello anche cosi sai? – sussurro
pianissimo mentre gli accarezzo i capelli.
- Ma per favore…non farmi mai più prendere
uno spavento del genere. – gli stingo la mano e appoggio la testa sul materasso.
Chiudo gli occhi e mi addormento, adesso finalmente
tranquillo.
Vengo piano svegliato da una mano leggera
sulla testa. La alzo e li vedo. I suoi occhi. Aperti. Che mi
guardano.
- Ehi…- mi dice con voce
roca.
- Bert...come ti senti? – chiedo. Lui
tossisce mentre io riprendo la presa della sua mano persa durante il
sonno.
- Come se fossi stato preso sotto da un tir,
grazie. – mi dice con un sorriso.
Io sono serio e non
rispondo.
- Cosa è successo? – chiede, muovendo piano
il pollice sul dorso della mia mano. Io abbasso lo sguardo per osservare quel
movimento.
- Quando stamattina mi sono svegliato e non
ti ho trovato, mi sono preoccupato, cosi ho chiamato Jeph e ti abbiamo iniziato
a cercarti. – alzo lo sguardo su di lui. è uno sguardo freddo, nervoso,
arrabbiato. Lui se ne accorge perché si morde il
labbro.
- Ti abbiamo trovato svenuto per terra in un
cazzo di bagno di un locale e ti abbiamo portato qui dove ti hanno salvato il
culo per puro miracolo testa di cazzo che non sei altro. – se il mio tono prima
era atono ora ho decisamente alzato la voce. Quella che prima era preoccupazione
e sofferenza ora sta diventando rabbia.
Rabbia verso la sua stupidità, verso la sua
irresponsabilità…verso il suo egoismo.
- Scusami Quinn…davvero…- appoggio il gomito
sul materasso e mi sostengo la testa con la
mano.
- Quinn...capisco...- inizia, ma io lo interrompo.
- No Bert! Tu non capisci! – dico saltando
in piedi con le lacrime che ormai scendevano libere sulle mie guance. – Non puoi
capire come mi sono sentito! Rischiare di perderti dopo che ero stato tra le tue
braccia, dopo che c’è lo fatta a dirti che ti amo e dopo aver appena capito che
la mia vita senza di te non avrebbe avuto senso! Non puoi capire…- dico infine,
sussurando e nascondendomi il volto tra le
mani.
- Tu non ti meriti questo…- dice dopo qualche minuto di silenzio, rotto solo da qualche mio sighiozzo.
Alzo il viso e lo
guardo.
- Hai ragione, non me lo merito…ma neanche
tu Bert. Devi smetterla. Devi smetterla di farti del male e di farlo a me, Jeph
e Dan. –
Lui abbassa lo sguardo. Io mi avvicino e gli prendo il viso tra le mani. Quegli occhi sembrano così limpidi.
- Bert. Io e gli altri ti staremo accanto.
Noi non suoniamo solo insieme…siamo un gruppo a tutti gli effetti. Il mio
cantante Bert McCracken può benissimo fare a meno dell’alcool e Quinn Allman lo
sa. – concludo sorridendo tristemente.
Vedo sorridere anche lui. Mi siedo sul
materasso e gli stringo una mano, forte,
fortissimo.
- Sei sicuro che è quello che vuoi? Non
preferiresti, che ne so, avere un ragazzo normale...che non…- lo zittisco
immediatamente con un bacio. Quante stronzate dice questo ragazzo!
- Quello che voglio sei tu. Tutto quello che
ho sempre voluto sei tu. –
Mi guarda…poi sorride. Quel sorriso che mi
ha rivolto quella notte, la nostra notte.
- Ti amo Quinn
–
- Ti amo anch’io. -
***
Ecco il new capitolo!
Ma ditemi, quanta cucciolosità si racchiude in quell’uomo che è Quinn?!? xD
Essi Isult il nostro Bertie è fortunatissimo ad
avere amici così! E Jeph è davvero un uomo da sposare! =) con Quinn è stato
dolcissimo (quindi Fede, mi unisco a
te per l’abbraccio di gruppo xD)
Meggy, Albano l’ho gia sentito, non so esattamente
dove sia ma penso che io vivo dalla parte opposta, in una cittadina che si
chiama Monterotondo, (non è male, ma certe volte vorrei prendere un aereo e
volare in Finlandia!)
Cmq…grazie a tutte x le recensioni!
Spero che questo capitolo vi
piacca…
A
presto!
Bacioni
:*
Vale