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Autore: _wallflower13    23/04/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo: "Non voleva dirle addio, a lui non piacevano i finali. Questo lei lo sapeva, l’ultima cosa che gli disse fu “A presto, sapientone”. E lui ci credeva, sapeva che l’avrebbe ritrovata prima o poi.
Avrebbe ritrovato Clara Oswin Oswald, la sua ragazza impossibile, e più presto di quanto immaginasse."
Spero di avervi incuriosito, è la mia prima storia in questa sezione, chiedo pietà.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 I’ll love you for a thousand more.

 

 

 

 

 

 

Il Dottore si guardò intorno. Clara era inginocchiata a terra, scuoteva la testa tra le lacrime. La donna che stava di fronte a lui sorrideva maliziosamente, la scrutò, sperando di riconoscere qualcosa in lei. Ma non somigliava a nessuna creatura conosciuta in tutte le sue vite. Effettivamente era la prima volta che il Dottore aveva a che fare con Candace, anche se lei parlava come se già lo conoscesse.

-Allora..non ti ho mai vista, chi sei?- cominciò il Dottore.

-Oh beh questo è vero. Io ho visto te però.- replicò Candace.

-E con ciò?-  Candace sorrise di nuovo, e prima di dare qualche risposta, due dei suoi uomini colpirono il Dottore alla testa, facendolo cadere a terra. Clara emise un urlo soffocato e corse verso di lui. Candace rise.

-Rinchiudeteli.- ordinò.

-Li mettiamo in celle separate?- domandò uno dei due uomini. Lei ci pensò su.

-No, metteteli nella stessa cella. Lasciamo che godano insieme queste ultime ore che restano ad entrambi.- rispose, per poi scomparire lungo un corridoio. Clara e il Dottore vennero trascinati in un’altra cella, lontano dal Tardis.

Clara si chinò sul Dottore, ancora addormentato.

-Dottore! Dottore svegliati! Ti prego!- urlò strattonandolo per la giacca. Lui non si mosse. Clara cercò di calmarsi, era così preoccupata. Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa, magari questa volta era fortunata e riusciva a trovare un modo di tirare entrambi fuori da quella prigione. Ma non c’era nulla. La piccola cella era illuminata debolmente da una finestra sbarrata, Clara non sentiva alcun rumore stavolta, nessun ronzio sospetto. Si alzò in piedi e si diresse verso la finestra. Guardò fuori e quello che vide, o non vide, la lasciò piena di domande.

Non c’era nulla. Il vuoto assoluto. Era tutto bianco fuori, non era un cielo coperto da nuvole, era completamente bianco. Non vi erano forme, angoli o pareti che lasciassero pensare ad un’altra stanza, ma solo il nulla. Ma quella luce che filtrava nella stanza, attraverso le inferriate, proveniva da qualche parte in lontananza, Clara però non riusciva a vederla. Si voltò e osservò il Dottore. Era ancora steso a terra, sembrava quasi morto. Quel pensiero la terrorizzò. Si stese accanto a lui e posò la mano sul suo petto, riusciva a percepire i due cuori che battevano insieme. Con le dita seguì i tratti del suo viso, addormentato così com’era il Dottore sembrava un bimbo indifeso. Clara sapeva che non era così, sapeva che il Dottore non era un bambino, per quanto infantile potesse essere a volte. Ma a lei piaceva così com’era, infantile e allo stesso tempo misterioso. In quel momento si arrese ai suoi sentimenti. Lo amava. Era quell’amore che la spingeva così lontano con lui, a seguirlo ovunque senza chiedersi troppo cosa ci fosse in gioco. E le sembrava così strano, perché nonostante fossero pochi giorni che se andava in giro con lui, sentiva di conoscerlo da sempre. I pensieri di Clara erano accompagnati da quei battiti, uno dietro l’altro, interrotti da brevissime pause.

 

Heart beats fast, colors and promises.

How to be brave. How can I love when I'm afraid to fall?

But watching you stand alone all of my doubt suddenly goes away somehow.

One step closer.

 

Senza averlo premeditato Clara cominciò a canticchiare quella canzone. L’aveva sentita alla radio qualche tempo prima, le parole all’inizio non l’avevano colpita. Ma adesso, di fronte al suo Dottore, avevano preso un senso.

 

I have died everyday waiting for you.

Darling don't be afraid I have loved you for a thousand years.

I'll love you for a thousand more.

 

Quante Clara si erano alternate fino a quel momento? Quante versioni di lei avevano amato il Dottore come stava accadendo ora? Mentre cantava, quasi sussurrando quelle parole, rivedeva se stessa nella vita del Dottore.

 

And all along I believed I would find you. Time has brought your heart to me.

I have loved you for a thousand years, I'll love you for a thousand more.

One step closer, one step closer.

I have died everyday waiting for you

Darling don't be afraid I have loved you for a thousand years.

 

Per un attimo si fermò. Si sollevò poggiandosi su un gomito e su avvicinò al viso del Dottore, mormorando l’ultimo verso.

 

I'll love you for a thousand more.

 

Era certa di aver dimenticato qualche pezzo della canzone. Non la conosceva a memoria, ma pensò che quel po’ bastasse. Non perse tempo a chiedersi perché si fosse messa a cantargli quella canzone. Così come non si domandò il perché di quel bacio che gli stava dando. Un lungo bacio, che forse lui non avrebbe mai ricordato, ma che sarebbe rimasto impresso nella mente di Clara, come tutte le altre volte che era successo. Proprio in quel momento il Dottore mosse le labbra, rispondendo al bacio. Clara rimase sorpresa ma non si mosse, gli carezzò il viso con la mano. Si sentiva elettrica in quell’istante, il cuore le batteva ancora più forte. Lui aprì gli occhi e le sorrise.

-Hey.- sussurrò lui.

-Ciao.- rispose lei sorridendo. Il Dottore si tirò subito su e si toccò la testa, lamentandosi del dolore.

-Ahio! Mi ha fatto proprio male!- esclamò. Clara rimase a guardarlo mentre lui perlustrava la stanza, anche il Dottore venne colpito da quella strana finestrella e del “panorama” che c’era fuori.

-Non hai il cacciavite? Di solito ti metti a scannerizzare persino l’aria!- disse lei. Il Dottore abbassò lo sguardo e si grattò la testa.

-Uhm..l’ho..lasciato nel Tardis!- Clara alzò un sopracciglio, il Dottore che si separava dal suo cacciavite? –Era per sicurezza..in caso mi avessero perquisito.-  Notò lo sguardo un po’ incerto di Clara. Le si avvicinò e le mise le mani intorno al volto.

-Non preoccuparti, ti porterò fuori da qui.- sussurrò. La baciò, e la sentì più tranquilla e rilassata. Clara percepì un sorriso del Dottore in quel bacio. Lo abbracciò e si sentì al sicuro.

Qualunque cosa sarebbe successa, sarebbero rimasti l’uno al fianco dell’altra.

 

 

 

 

 

 

 

 

Writer's corner

Spero possiate perdonare la mia lunga assenza, ma sono stata via per un motivo

che capirete più giù. Questo capitolo, come si legge, è pieno di tenerezza.

Si beh, mi sentivo un po' tenera ultimamente.

Ringrazio chi continua a recensire, seguire o semplicemente leggere la storia, 

spero che questo capitolo possa essere di vostro gradimento. 

Volevo dedicare questo capitolo alla mia mamma, volata in cielo un po' troppo presto, 

e spero che da lassù continui a darmi l'ispirazione e la voglia di continuare a scrivere storie, 

e chissà che non mi aiuti anche nel trovare la strada per il futuro.

Un bacio. 

g.

   
 
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