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Autore: RedFoxx    23/04/2014    6 recensioni
Salve a tutti ☺️
Questa storia narra di regni in crisi e di due ragazzi che cercheranno di migliorare la situazione.
La coppia principale sarà SasuNaruSasu.
Dal testo:
«E così la famigerata Volpe Nera ha deciso di farsi vedere.» Sogghignò la guardia con la lancia. [..]
[...] lui è il principe Sasuke Uchiha, erede al trono ma penso che tu lo sapessi già. E tu sei?»
[...]«Forza compagno. Il viaggio e lungo e tu devi uccidere mio fratello.»
é la prima ff che scrivo, quindi siate clementi :')
Spero di avervi incuriosito e buona lettura:)
-2017= Sto revisionando tutti i capitoli, correggendo errori e cambiando qualche frase. Per ora sono stati modificati i primi quattro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao a tutti! Qualcuno si ricorda ancora di me? No, difficile, è da Agosto che non aggiorno D: Però grazie a queste vacanze e ad una pasquetta particolarmente devastante, ho trovato l'ispirazione per andare  avanti con questa FF! Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo! 
A presto :) 


RedFoxx



 
          Capitolo 14

      Arrivi, inseguimenti e lotte
 






RIEPILOGO DEI CAPITOLI PRECEDENTI.
 
Naruto è un assassino scappato dalla setta col suo maestro, poi morto. Per sopravvivere diventò un ladro, abbastanza abile e venne ingaggiato dal principe Sasuke per uccidere il fratello Itachi, diventato re con la forza. Tra varie avventure conobbero Sakura e si introdussero sotto falso nome e sembianze nel castello. Ora attendono il momento propizio per attaccare, ma l’imminente arrivo a palazzo di Fugaku potrebbe mandare all’aria il loro piano?
 
 
 
 
 
Passarono i giorni: Naruto continuò ad essere il cameriere del re, proseguendo con le perlustrazioni e Sasuke ad occuparsi delle scuderie. Nulla di particolare, a parte  i due attacchi all’addome che non aveva da tanto.
 
Arrivò il giorno dell’arrivo di re Fugaku al palazzo reale. Il personale era in fermento. Gente che correva da una parte all’altra del castello per dare gli ultimi ritocchi: giardinieri che potavano le ultime foglioline fuori posti, stallieri che tiravano a lucido i manti dei cavalli per la scorta, camerieri che lucidavano l’argenteria e cuochi che assaggiavano per l’ultima volta le pietanze da servire.
 
Re Fugaku arrivò a cavallo,seguito da alcuni cortigiani e consiglieri e con 12 delle sue guardie migliori, a cui si affiancarono altre 12 guardie a cavallo di Itachi per poterli scortare al palazzo senza intoppi.
 
Nella sala del trono i due re s’incontrarono dopo tanto tempo.
 
«Padre.» disse Itachi camminando incontro al padre, abbracciandolo. Il sorriso sul volto non si estendeva agli occhi, che rimanevano freddi come al solito.
 
«Figlio mio.» rispose Fugaku, abbracciandolo con cautela.
 
Anche se Itachi l’aveva tradito, nel profondo, anche se tentava di nasconderlo, lo amava come solo un genitore può amare un figlio.
 
«Onorevole padre, ora sarete stanco per il viaggio. Andate a riposarvi negli alloggi che vi ho fatto preparare e parleremo delle questioni importanti stasera a cena.»
 
Schioccò le dita e un valletto arrivò, inchinandosi e aspettando ordini in silenzio.
 
«Accompagna mio padre nei suoi alloggi e trova una sistemazione dignitosa anche ai suoi dignitari. A stasera, padre.»
 
Detto ciò, uscì dalla stanza, senza lasciare all’altro il tempo di rispondere.
 
 
 
Toc, toc,toc.
 
«Avanti.»
 
Fugaku era in piedi a guardare il tramonto dalla finestra.
 
«Signore, è ora di andare.»
 
«Certo, sono pronto.»
 
Il re seguì il valletto per il castello, fino ad arrivare alla sala del banchetto. Il tavolo, posto su un rialzo, era accessibile grazie a tre gradini. Seduto a tavola Itachi, interrompendo un racconto divertente, a giudicare dalle risate, disse al padre di accomodarsi.
 
«Padre, benvenuto alla mia umile tavola. Spero che le pietanze siano di tuo gradimento.»
 
Battè le mani e Naruto si materializzò al suo fianco con la brocca di vino rosso in mano.
 
«Forza, versaci da bere.»
 
Con un cenno del capo, riempì le coppe dei commensali e si ritirò in fondo alla sala.
 
Finita la brocca, si avviò verso le cucine, dove la lasciò perché gliela riempissero e prima di tornare in sala, fece una breve deviazione al percorso, cercando Sasuke. Lo trovò con gli altri scudieri, intenti a chiacchierare. Gli batte sulla spalla.
 
«Kosaku, puoi venire un secondo?»
 
Sasuke congeda momentaneamente i suoi amici per allontanarsi con Naruto. Si spostarono in un corridoio sempre deserto.
 
«Dimmi.»
 
«Stai attento che ora che c’è tuo padre, i suoi cortigiani e anche le sue guardie, non vorrei che ti riconoscessero. Questo manderebbe a monte tutto il piano eh… AH.»
 
Naruto sbiancò e si piegò su se stesso, afferrandosi l’addome con entrambe le mani, facendo cadere la caraffa per terra. Cadde sulle ginocchia, sporcandosi di vino, la macchia che stava via via allargandosi sul pavimento, i cocci di vetro a ferirgli a pelle. Ma non gliene importava. La mente sconvolta dal dolore acuto, non riusciva a respirare dal dolore, la bocca aperta per un grido muto.
 
«Naruto!»
 
Sasuke lo circondò con le braccia e lo strinse forte, il corpo rigido dell’altro tra le sue braccia calde.
 
«Va tutto bene Naruto, ti passerà, come sempre. Shhhh… va tutto bene, tutto bene…»
 
Parole dolci sussurrate all’orecchio; parole che raggiunsero la coscienza dell’assassino e che lo aiutarono a concentrarsi su altro. Pian piano il dolore scemò, lasciandolo stremato, i muscoli tremanti dallo sforzo di restare contratti per così tanto tempo.
 
«Vieni, devi cambiarti.»
 
«No, lasciami stare.»
 
Lentamente si alzò e tolse le braccia dall’addome con circospezione.
 
«Sto bene, devo andare altrimenti si insospettiranno. Torna al tuo lavoro che io devo tornare al mio.»
 
«Naruto…»
 
Il viso di Sasuke lasciava trasparire tutta l’impotenza che stava provando nel vedere l’assassino che amava tanto, piegato al dolore della carne. Quello spirito forte racchiuso in un corpo ormai menomato dalla maledizione.
 
 
 
 
Dopo essersi cambiato il più in fretta possibile, tornò in cucina per prendere un’altra caraffa e tornare in sala. Come entrò, il re lo individuò e lo chiamò al tavolo. Il re notò i segni della fatica sul viso del giovane cameriere.
 
Finita la cena, si spostarono tutti nella sala delle cerimonie, Itachi seduto sul suo scranno e la sala gremita di risate e danze. Alla cerimonia venne ammessa la presenza di tutti, camerieri, stallieri, cuochi e tutte le persone che lavoravano al castello. Naruto era in disparte che beveva un bicchiere di acqua e ispezionò la sala. C’erano guardie ogni metro sul perimetro e l’assenza di Sasuke cominciava ad innervosirlo. Subito dopo la cena e prima dell’inizio della cerimonia era tornato in camera a prendere il pugnale in camera, nascosto nella federa e se l’era messo nello stivale, facile da prendere, ma nascosto da occhi indiscreti.
 
Ad un cenno di Itachi, venne richiamato il silenzio e tutti si misero in ascolto.
 
«Miei cari sudditi, tra voi ci sono delle persone nuove: i cortigiani di re Fugaku.»
 
Le persone applaudirono gentilmente.
 
«E ora, fate entrare mio padre. È ora di stipulare la pace e la fine della guerra che sta massacrando i nostri paesi.»
 
Le grandi porte di legno vennero aperte ed entrò il re scortato da 4 guardie e si fermarono in mezzo alla sala.
 
«Padre. Finalmente le nostre nazioni giungono alla pace. La stessa agognata così tanto dai nostri sudditi. Quella che dovrebbe esserci tra padre e figlio. Vedi padre, ti ho sempre ammirato e ho sempre voluto raggiungere il grado di potere che avevi tu e per questo, direi di fare un’investitura, nello stile dei cavalieri.»
 
Itachi estrasse la spada con l’elsa d’oro, quella da cerimonia, e la porse la padre e s’inginocchiò. Il padre gliela posò su entrambe le spalle e sulla testa, il figlio si rialzò e gli afferrò la spada di mano. Re Fugaku s’inginocchiò, ma al posto di sentire la punta della spada poggiarsi delicatamente sulla spalla, sentì la punta della lama stuzzicare il collo, sotto il mento.
 
«Ma che…»
 
«Padre, mio ingenuo genitore… pensavi davvero che avrei stipulato un accordo con te?»
 
Tutti i cortigiani vennero presi da dietro, un pugnale puntato alla gola da un assassino, pronti a ricevere ordini da Itachi.
 
«Vedi, delle mie spie recentemente mi hanno informato che hai chiamato i rinforzi per sconfiggermi definitivamente e che questo era solo un trucco per farmi abbassare la guardia.»
 
Tutti in sala erano il silenzio, shockati dalle rivelazioni. Naruto, rasente al muro, cercava di raggiungere una delle porte di servizio senza farsi riconoscere, col piano di raggiungere Sasuke, ovunque lui fosse e mettersi in salvo.
 
«Ma vedi padre, tuo figlio minore…»
 
 A quelle parole Naruto sbiancò e si immobilizzò, una mano pronta a afferrare il pugnale.
 
«Ti ha preceduto, cercando di intrufolarsi nel castello in compagnia di un assassino per uccidermi.»
 
Le porte si aprirono e due guardie sostenevano un ribelle Sasuke, in catene, che continuava a dare calci alle guardie, ma come vide suo padre con la spada puntata alla gola, s’immobilizzò.
 
Naruto cominciò a farsi strada nella folla, fino ad arrivare in prima linea, la mente che cercava di elaborare i dati il più in fretta possibile.
 
«Padre…»
 
«Sasuke?!»
 
Padre e figlio si guardarono, sperando ognuno nella salvezza dell’altro.
 
«Fratellino! È un piacere incontrarti. Ti nascondevi nelle scuderie vero? Allora dimmi, una volta che mi avresti ucciso, cosa avresti fatto?»
 
«Avrei restituito la corona al legittimo erede al trono, bastardo.»
 
«Interessante, ma vedi… ho in mente altri piani. E il primo punto nella lista è…»
 
Con un gesto velocissimo affondò la spada nel collo di Fugaku, il quale strabuzzò gli occhi e un rantolo gli uscì dalla gola. Il sangue cominciò a zampillare copioso dalla ferita, allargandosi velocemente sul pavimento. Gli occhi gli divennero vitrei e il corpo ormai senza vita, cadde a faccia in giù nel lago scarlato che andava formandosi. Nello stesso istante tutti gli assassini uccisero i cortigiani di Fugaku, facendo urlare spaventate le persone presenti in sala.
 
«NOOO, PADRE!»
 
Urlò Sasuke, il viso contratto da una smorfia di dolore, gli occhi lucidi, prossimi alle lacrime.
 
«Assassino, sei un assassino!!»
 
«Tranquillo otouto, ora è il tuo turno.»
 
Le persone in sala cominciarono ad accalcarsi verso l’uscita, cercando di salvarsi, travolgendo tavole e scivolando sul sangue delle persone già morte. Gli assassini cercarono di raggiungere il punto dove Itachi si stava avvicinando a spada tratta al fratello. Le guardie del re, ormai morto, cominciarono a combattere contro le guardie nemiche, cercando di non ferire le persone che cercavano di scappare terrorizzate. Tra la folla altre persone estrassero delle spade ricurve e si affiancarono alle guardie di Fugaku. L’assassino le riconobbe e li identificò come Nomadi del deserto.
 
Naruto riuscì a frapporsi tra Sasuke e il fratello nel momento in cui Itachi stava calando la spada, schivandola. Gli piantò il pugnale nella gamba, per poi estrarlo e correre via, tenendo Sasuke per un braccio.
 
«AH; PRENDETELI!.»
 
Correndo, si rimise il pugnale alla cintola e raccolse due spade da terra, abbandonate vicino ai cadaveri di rispettive guardie uccise.
 
«Tieni. Sasuke, dobbiamo correre alle scuderie e prendere due cavalli.»
 
«Mio padre…»
 
«Ci sarà tempo più tardi, ma non ora.»
 
Raggiunsero le scuderie a fatica, facendo strada tra la folla urlante, e Naruto con un colpo secco di spada, recise le catene che aveva ai polsi Sasuke.
 
«Svelto, sella due cavalli, mentre io faccio la guardia all’entrata.»
 
I cavalli terrorizzati dalle grida e dal frastuono erano agitati, ma riconobbero Sasuke e si lasciarono sellare.
 
Montarono in sella e si diressero al galoppo verso il cancello che permetteva l’ingresso all’interno dei giardini del palazzo. Stavano per raggiungere l’uscita, quando una figura mascherata bloccò loro il passaggio, ma prima che l’assassino potesse lanciargli il pugnale e ucciderlo, questo si tolse il cappuccio, rivelando una zazzera rosso fuoco.
 
Naruto fermò il cavallo e Sasuke lo imitò.
 
«Gaara…»
 
«Ciao Naruto. Non c’è tempo per spiegarvi, ma dovete muovervi a scappare!»
 
Naruto alla vista del nomade rimase sorpreso, ma si riprese velocemente.
 
«Forza, sal…, AH!»
 
Una freccia lo colpì alla spalla da dietro e un’altra al polpaccio. Altre colpirono il suo cavallo che cadde, facendo rotolare Naruto sull’erba, conficcando più a fondo le frecce.
 
Si sentirono in lontananza le urla dei soldati che avanzavano.
 
«Muovetevi, prendeteli!»
 
«Sono nostri, sono nostri!»
 
«Forza!!»
 
Il cavallo si rialzò, nonostante un rivoletto di sangue gli colasse dalla ferita.
 
«Naruto!»
 
L’assassino si rialzò faticosamente e valutò la situazione. I soldati erano troppo vicini e anche a cavallo, le frecce li avrebbero raggiunti, uccidendoli tutti. Guardò Gaara che capì al volo.
 
«Naruto, no! Per favore no, non puoi.»
 
«Andate! Prenditi cura di Sasuke. Sasuke no, rimonta a cavallo. Dovete scappare!»
 
«Naruto, per favore!»
 
L’assassino prese le spalle del principe e nonostante il dolore lo spinse di nuovo sul cavallo, ma prima gli stampò un frettoloso bacio sulle labbra. Il principe ora capì il piano del ragazzo e calde lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi.
 
«Andate, vi raggiungerò. Non muoio facilmente.»
 
A malincuore il rosso e il principe girarono i cavalli e partirono la galoppo.
 
Naruto si asciugò gli occhi, diventati improvvisamente lucidi e si voltò, pronto ad affrontare il pericolo. I nemici si fermarono a 20 metri da lui e davanti ai soldati c’erano anche 5 assassini, riconoscibili dai vestiti.
 
«Sei pronto a morire, traditore?»
 
Naruto sorrise, e con tutta calma, spezzò l’asta della freccia e impugnò le due spade.
 
«Solo se lo siete voi»
 
«Prendetelo.»
 
Le guardie superarono gli assassini e si avventarono su Naruto, che fendeva, parava, girava intorno agli avversari e li colpiva alla schiena, li sgozzava e affondava le lame negli addomi dei soldati. Sentiva la stanchezza incombere e con essa, cominciarono a comparire le prima ferite, in più il sangue perso gli provocarono un rallentamento dei riflessi. Tagli e lividi cominciarono a comparire sul suo corpo sempre in numero maggiore, i muscoli brucianti e tesi per lo sforzo. Il sudore cominciò a colargli dalla fronte, offuscandogli lievemente la vista.
 
-Devi resistere, per dare il maggior margine possibile e Sasuke e Gaara.-
 
Una spada lo colpì alla ferita causata dalla freccia precedentemente e una scarica di dolore gli attraversò il braccio, facendogli cadere l’arma che aveva in mano  proprio mentre lasciava l’altra spada piantata nel cuore di un soldato. Svelto recuperò il pugnale dalla cintura e girò su se stesso per sfuggire ad un affondo laterale, ma la mossa gli fece venire un capogiro che per un attimo fatale, gli fece perdere l’equilibrio. Un altro squarcio sulla camicia e un segno rosso abbastanza profondo gli si formò sul fianco. Per evitare un altro attaccò, indietreggiò ma perse l’equilibrio e prima che riuscisse a rimettersi in piedi, stanco e dolorante, un calcio gli fece volare il pugnale dalla mano, e un altro lo raggiunse alla testa. Una miriade di luci gli esplosero davanti agli occhi.
 
Steso per terra, confuso e rintontito per il calcio, cercò di tirarsi su. Tutte le guardie vedendolo a terra lo circondarono e gli puntarono le spade e le lance addosso.
 
Un assassino si fece avanti, il sorriso arrogante stampato in faccia; gli piantò il piede sulla spalla ferita e guardò il viso sporco di Naruto contrarsi dal dolore, senza però dargli la soddisfazione di urlare dal male.
 
«Sei nostro ora.»
 
Gli legarono le mani davanti e lo trascinarono nella sala del trono. Naruto non aveva più neanche la forza di stare in piedi, infatti si fece sostenere dalle guardie. Arrivati al cospetto del re, lo buttarono a terra ed ebbe appena la forza di sedersi sui talloni, il mento appoggiato al petto.
 
Gli gettarono un liquido in testa e subito dopo linee marroni gli colarono dai capelli. Una mano glieli afferrò, tirandogli la testa indietro, facendogli scappare un gemito. Era in completa balia dei nemici. Aprì gli occhi e incontrò quelli curiosi del sovrano, seduto comodamente sul suo trono, la gamba ferita ricoperta da una candida benda. Di fianco a lui vide Pain e Konan e una decina di assassini. Sorrisi trionfanti troneggiavano sui loro volti.
 
Una rabbia montò in Naruto, che subito digrignò i denti cercando di liberarsi, suscitando l’ilarità collettiva.
 
«Pain!»
 
Sibillò. L’ira si poteva percepire in ogni lettera. Ora i capelli erano tornati del loro colore naturale, un bellissimo biondo, come quello del grano maturo baciato dal sole. Gli occhi azzurro cielo riflettevano la frystrazione che provava in quel momento.
 
«Maestà, le presento l’assassino che noi cercavamo da anni e che è stato incaricato di ucciderla. Un ragazzo davvero promettente. Naruto, la Volpe Nera di Konoha»
 

 

Spero vi sia piaciuto, recensite mi raccomando :)
  
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