Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: FreddieFromMars    24/04/2014    1 recensioni
Eccomi qui, la mia prima fanfiction.
Inizia tutto da un tour " Love, Lust, Faith and Dreams".
La droga blocca il tour, una ragazza lo fà ripartire,una parente lo rende più eccitante,un concerto lo chiude,una morte segna l'inizio del periodo di pausa del gruppo, e l'amore accende il sole della stagione più calda dell'anno.
Spero vi piaccia,spero che anche se non recensirete apprezzerete ciò che faccio. Io scriverò fino alla fin,cercando di non calmare mai le acqua così da ottenere una storia travolgente e romantica, al punto giusto.
Bye . Eff.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV TOMO
Sono passate ore,ore interminabili, e sono ancora qui,fermo, seduto su una panchina davanti casa della mia sorellina,se così la posso chiamare. Non vedo Natalie da anni. Non riesco a smettere di pensare a quanto sia comica e ridicola tutta questa situazione: Shannon cocainomane,la dottoressa che viene in tour con noi,e ora questo. Se ora le bussassi, se bussassi alla porta di Natalie, non so che faccia farei,non riesco neanche a immaginarmela. Forse è anoressica e depressa, o forse depressa e obesa,o magari  stà benissimo ed è felice,oppure non esce mai di casa se non per andare in clinica. Sento che la testa potrebbe scoppiarmi da un momento a un altro, sento che i motivi per non bussare aumentano di numero e quelli per bussare restano pari a zero. Se ci fosse Jared al posto mio avrebbe già bussato,e se ci fosse Shannon sarebbe ubriaco perché a furia di pensare, quello strano animale si stanca e trova rifugio in queste stronzate. Ma io non sono loro. Non sono  figo e presuntuoso come Shannon, e non sono dolce e pieno di vita come Jared. Io sono Tomo Milicevic,quasi nessuno fa caso a me,io sono arrivato dopo,sarò sempre il batterista di passaggio per i fan, non sarò mai l’idolo di nessuno, e mi è sempre andato bene così,perché lavoro di ciò che amo,vivo grazie alla musica. Ma ora non c’è il ballo il batterista o l’amico,c’è in ballo il fratello. A volte mi  chiedo cosa avrei fatto al posto di Natalie,e in tanti anni non mi sono mai dato una risposta,ma so di volerla, so di voler sapere cosa ha fatto e che persona è diventata. Decido, mi alzo, faccio pochi passi,quanti bastano per arrivare proprio davanti alla sua porta di casa. Sbatto tre volte le nocche contro la porta. Sono le quattro del mattino,ma che senso ha aspettare se serve solo a darmi il tempo necessario per non avere più il tempo che mi serve? E’ ora o mai più, suono ”Do or Die” ad ogni concerto e ancora non ne ho capito il significato, fino ad ora. La porta si apre. E io vedo la stessa bambina,la pelle bianca e candida,i grandi occhi marroni,le labbra rosa e carnose,i capelli lunghissimi e neri corvini,Natalie si stropiccia gli occhi con fare assonnato e quando mi riconosce,la vedo  appoggiarsi alla porta.

<< Ecco la Rockettara di Tomo..>>

Mi piaceva chiamarla così quando eravamo piccoli,non avevo molti amici,così lei si fece piacere il rock a forza,in modo da farmi sempre compagnia nei pomeriggi in cui restavo nel mio letto ad ascoltare la musica. La vedo aprire la bocca e richiuderla,prende un respiro e inizia a parlare. Proprio come quando era piccola,reprime la sua indole spontanea, per mostrarsi forte e sempre pronta ad avere l’ultima parola.

<< Non sono più tanto piccola. >>  
E’ la perfezione. Apre del tutto la porta,facendomi segno di entrare e così faccio.

Cinque minuti dopo,siamo seduti al tavolo della piccola cucina,con due tazze di caffè in mano. Non ci siamo ancora rivolti la parola,ma lei mi guarda come se aspettasse il momento giusto per parlare, per prendere le redini della situazione,come sempre.

<< Perché sei qui?  So che hai un tour in corso,o sbaglio?>>

Le sorrido; finalmente si è tradita da sola,sapeva che ero in tour,si informa sugli spostamenti del gruppo, e una certa luce nei suoi occhi,mi dice che forse ci sperava in questa visita,ma una di quelle speranze che sappiamo, sono destinate a morire  senza soddisfazioni.

<< Abbiamo avuto un problema. Shannon ha tirato di coca e l’abbiamo portata in clinica, ho incontrato un tuo medico..Juliette credo si chiami,Juliette Baker,ecco sì,mi ha detto alcune cose e ho capito che..che eri ancora qui,volevo salutarti. >>
<>

La vedo abbassarsi le maniche del pigiama ad orsetti fin quando riesce, si copre i polsi, in ritardo però,sono riuscito a vedere le cicatrici appena ha aperto la porta. Era sola, affrontava i suoi demoni ed era sola,in quella dannata clinica del cazzo.

<< Mi dispiace Nat, ti ho lasciata da sola,ma solo perché pensavo che sarebbe stato meglio per te,solo perché pensavo che senza di me fra i piedi ti saresti ripresa più in fretta, pensavo che sarei tornato ma..>>
<<..ma in mesi di vacanza dai tour non avevi tempo per arrivare fino a Londra,giusto? >>
<< Non è come pensi,non mi sono montato la testa scordandomi della mia famiglia. >>

Torno a vedere la Natalie che ho abbandonato,che è incazzata col mondo e vorrebbe vedere mio padre  e mia madre,morti in una fossa. Stò per dirle che devo andare, quando si alza sbattendo le mani sul tavolo di legno.

<< Quale famiglia? Ah intendi me? Perché sono abbastanza sicura di aver letto da qualche parte che sei andato a trovare quell'uomo in prigione.>>

Le vedo gli occhi lucidi, l’ho vista piangere molte volte ma sempre e solo quando parlavamo di questo argomento. Si gira di spalle a me,poggiando le mani su un mobile messo accanto al forno,contenente varie spezie.

<< Intendi papà? >>
<< NON E’ MIO PADRE! >>
Urla tanto da farmi saltare sulla sedia,mi alzo anche io andandole vicino. La sento prendermi a  pugni sul petto,ma con la forza di un moscerino,tanto che la costringo in un abbraccio mentre mi urla addosso.

<< Mi hai  lasciata da sola,mi ha lasciata da sola! Ho provato ad uccidermi mentre tu strimpellavi quella maledetta chitarra in giro per il mondo,è per colpa di quella cosa che sei andato via da me, quel gruppo ti ha strappato via da me! Resta qui Tomo..non te ne andare più io..>>

Mi coglie di sorpresa, Natalie così bisognosa d’affetto e della mia presenza, Natalie che urla, Natalie che piange, che strepita. Natalie che non lascerò più a costo di gettare via la mia chitarra.

<< Vieni con me.>>
<>
<< Vieni con me Nat, adesso,ora, vieni con me,ti troveremo un lavoro all’interno della produzione,non dovrai più stare da sola,viaggerai con me,con gli altri, in giro per il mondo ,in giro per..>>

Natalie,ora più calma,si stacca dalla mia presa, scuotendo la testa,come se le avessi mandato in tilt il sistema, cerco di decifrare i suoi sguardi,di capire se è felice,o triste,o arrabbiata, o non so cosa. Avanza fino alla porta e la apre, per poi guardarmi.

<< Addio fratellino. >>
La mia famiglia ora, sono i Mars, è tutto finito, casa Milicevic, è rasa al suolo. Le sorrido, e dopo un fraterno bacio sulla fronte,dico addio alla mia sorellina. Saluto la mia vecchia famiglia per tornare dalla nuova.

POV JARED
Partiamo fra esattamente quattro ore,ormai sono le cinque e il bus è pronto, non ci sono stati molti fotografi, e i pochi che ho visto erano sconosciuti,perciò non addetti a giornali importanti,stò seduto sulle scalette del bus, a fumare una sigaretta. In genere non fumo, un pacchetto di sigarette mi può durare anche due mesi,perché ne usufruisco solo quando sono sotto una grande quantità di stress. Di solito suonerei o canterei ,ma con i londinesi, non c’è da scherzare, perché rischiano di prenderti a lanciarti nel Tamigi. Ho controllato Shannon poco fa e dorme come un bambino. Ciò che è successo mi ha profondamente segnato, non mi sarei mai aspettato una cosa simile da lui, è risaputo che beve e fuma,ma ho sempre pensato che fosse una cosa che faceva solo in compagnia,in discoteca o alle feste, non credevo che lo facesse da solo per combattere qualcosa di così interno. La mia mente viaggia a vari episodi, vari momenti in cui  era palese che qualcosa non andava,ma ovviamente me ne rendo conto solo adesso,da bravo fratello coglione, l’ho capito troppo tardi. Faccio un ultimo  tiro e butto la sigaretta,mi alzo con l’intenzione di tornare nel bus,ma vedo arrivare una macchina.Una Lamborgini, decappottabile, bianca,una macchina fatta palesemente per i fighetti londinesi,tipo gli individui che fanno quel programma su Mtv. Ma la persona che scende è tutt'altro che una di quelle. Vedo Juliette salutarmi con la mano e poi scendere. Indossa una tuta e una felpa molto larga, appare molto diversa fuori dalla clinica,molto più alla mano,di quelle ragazze alle quali pensi di poter dire tutto.

<< Ciao Doc!>>  La vedo andare dietro LA macchina e prendere la sua valigia,poi la chiude col telecomando e avanza verso di me sorridendo.
<< Ciao Jared,come stai? Tomo dorme?>>
<< Ohh,Tomo ha fatto colpo eh? No , dopo la tua scenata si è sentito in colpa ed è andato dalla sorella,ma ha fatto in tempo a raccontarmi la loro storia, capisco perché te la sei presa tanto. >>

 Faccio uno scatto accanto a lei per prenderle la valigia e portarla dentro il bus. Riscendo poco dopo,trovandola al mio posto,sugli scalini. Faccio un lungo salto,sopra di lei finendole davanti, per strada. Ride e mi contagia, ha dei bellissimi occhi azzurri e un viso molto infantile.

<< Non era mia intenzione farlo sentire in colpa credimi,Natalie era una mia paziente,io le voglio bene, voglio solo il meglio per lei e capisco che Tomo abbia pensato che il meglio era starle lontano,ma sarebbe dovuto tornare, o almeno avrebbe potuto chiamare>>

La guardo e dalle sue parole percepisco una passione molto forte per il suo lavoro,mi somiglia molto,forse è per questo che non mi faccio problemi a parlarle tranquillamente, anche se non è mia abitudine farmi problemi,ma lei sa mettere a suo agio le persone e inizio a pensare che potrebbe veramente aiutare Shannon con i suoi problemi,benché sia una Echelon. Intravedo la triad dalle pieghe del cappuccio e sorrido, quando accorgendosi del mio sguardo mirato alla collana, la infila sotto la felpa.

<< Non mi dà fastidio che tu sia una Echelon, credimi, forse ti aiuterà a fare meglio il tuo lavoro.>>
<< Io svolgo alla perfezione il mio lavoro a prescindere dall’identità del paziente!>>
<< Non volevo dire questo..sei permalosa? Tu e Shannon state per riempire le nostre giornate di liti funeste! >>
<< E perché? Io sono qui solo per aiutarvi,una volta finito questo viaggio tornerò qui a Londra. >>

Le sorrido immaginando il suo primo vero  incontro con Shan, sicuramente vorrò essere presente. Shannon odia le persone che si prendono cura di lui,odia la pressione, se non quella che gli mette addosso il palco,non gli è mai piaciuto essere considerato proprietà di qualcuno, e nel suo essere abbastanza maturo da fare certe cose, è così immaturo da non rendersi conto che fa quelle cose perché controllato da me e Tomo, è un eterno bambino e questa consapevolezza me lo fa sempre guardare come se fosse più piccolo di me, cosa che penso succederà anche con Juliette che ha quasi 15 anni meno di lui.

<< Capirai,quando lo conoscerai veramente,capirai tutto tranquilla e poi..>>

Mi interrompo alla vista di Tomo,in lontananza, non ha una faccia molto felice e sia io che Juliette ci guardiamo e gli andiamo incontro,quanto basta perché sotto un lampione si notino le lacrime sul suo viso. Lo abbraccio per la seconda volta in una giornata dandogli qualche pacca sulla schiena.

<< Và tutto bene Tom, siamo tutti qui,andiamo da Shan e partiamo ora,che ne dici? Lasciamoci Londra alle spalle,proverai a parlarci ancora quando torneremo qui per accompagnare Juliette.>>

<< Non mi vuole vedere Jay, e io non voglio essere di troppo nella sua vita.>>
Si asciuga le lacrime e si stampa un finto sorriso sul volto, tanto che mi fa pensare di andare da sua sorella e obbligarla a dirgli che gli vuole benE, ma sapendo che non servirebbe a molto ,mi limito ad appoggiargli un braccio intorno alle spalle e a fare cenno a Juliette di venire con noi fino in clinica.


POV SHANNON
Non ho idea di dove siano i ragazzi, a malapena so dove sono io. Sono sveglio già da un po’ ormai,intento a  ricostruire i pezzi del puzzle, bagno,coca,Jared,Tomo,clinica,Londra,Mike, Juliette. Juliette Baker ,quel nome mi è rimasto impresso nella mente. Una Echelon dottoressa,una Echelon che fa a botte,ma che è gentile ed educata, che non ha tatuaggi,piercing o capelli colorati,una Echelon che non urla quando vede il suo gruppo preferito,praticamente una Echelon da sposare, se non fosse che prima di essere una Echelon è una cazzo di Londinese  timida e riservata,almeno così sembra. Guardo il soffitto,bianco, bianco come quella coca,come quella polvere. Non so perché  mi piaccia tanto,non so se sia la sensazione della coca mentre sale su grattandoti l’interno della narice o il fatto che ne basti poca per volare,so però, che mi stà corrodendo da dentro e io devo riuscire a tornare drogato solo di batteria.Ora però sento un desiderio irrefrenabile di droga,tanto che inizio a sudare sempre di più,sento i muscoli irrigidirsi e durante la mia opera di auto convincimento basata sul “ Non ne ho bisogno” ,il mio corpo diventa bollente. Sento dei passi lenti,la voce di Jay e di Tom, non voglio assolutamente che mi vedano così,ma non posso,non ci riesco, è più forte di me. La gola mi si chiude e sento il vomito salirmi alla fino  alla bocca.Mi alzo seduto e sento la testa pesantissima, le mie drumstick di materializzano all’altezza delle tempie e iniziano a suonare forte,a un ritmo per niente orecchiabile.La maniglia si abbassa,la mia dignità inizia a fare le valigie,e... è Juliette.
Appena mia guarda, è come se capisse tutto, dice agli altri di restare fuori e mi si avvicina ,dopo aver preso un catino da terra. Si siede al lato del letto,vicina alle mie gambe, mentre io mi chino per vomitare, senza forze, passa una mano sulla mia schiena e quel tocco è già abbastanza pieno d’affetto da farmi tranquillizzare.

<< Tranquillo,và tutto bene,gli altri sono fuori alla macchinetta,non ti sentono, ci sono solo io qui..con te,calmati . >>

<< Una ragazza..non dovrebbe assistere a un simile spettacolo>>
Mi tiro su e mi ri-appoggio al cuscino completamente madido di sudore mentre lei và in bagno a svuotare il catino e torna con uno straccio bagnato che mi posa sulla fronte bollente prima di coprirmi di nuovo.

<< Una ragazza no,ma un medico sì. Gli altri vogliono partire,posso anche dirgli che non te la senti ma so che saresti contrario,quindi che ne dici di un po’ di caffè? E poi andiamo nel bus?>>

La guardo,mentre si siede di nuovo sul letto,con un fianco che mi sfiora appena la coscia,i capelli castani le ricadono fino al letto per quanto sono lunghi e sento benissimo un dolce odore di cocco,ogni volta che scuote la testa. Tira fuori un termos dalla borsa, e penso di avere gli occhi a cuoricino fra l’odore di cocco e quello di caffè, mi sorride,evidentemente perché senza accorgermene ho fatto una faccia da totale ebete. Non sono così di solito, non do confidenza alle echelon e non faccio affidamento sulle persone,se stò male mi metto da solo due dita in gola e mi butto da solo sotto la doccia fredda,ma sento che a lei potrei affidare anche la mia vita senza pensarci due volte.

<< Amo il caffè. >>

 Sembro un dodicenne,sembro veramente un adolescente pieno di brufoli e con l’apparecchio che si trova davanti la capo-cheerleder con le tette più grandi mai viste. Ma lei non ha le tette grandi e io non sono un adolescente, sono un adulto,sono molto più grande di lei e quella ,era una semplice affermazione,mi piace il caffè e lo sanno tutti, dirlo non fa di me un’idiota.

<>

Prendo il bicchiere di caffè, diventando più serio. Ora è veramente diventata inaccessibile, non posso farmi una Echelon  così,solo per farglielo scrivere su un sito del cazzo la mattina dopo, è terreno proibito adesso,ma posso almeno parlarci.Mentre lei và in bagno,io mi alzo. Poggio lo straccio umido sul comodino e mi infilo i boxer che trovo sul divanetto.Il potere del caffè è sicuramente ineguagliabile,meglio di ogni altra droga. Mi infilo anche i pantaloni di pelle e gli scarponi,completamente vestito ma mi manca la maglia. La cerco a fatica, reggendomi sempre a qualcosa,finché non ricordo di averla lasciata in bagno,così,lentamente avanzo fino alla porta che apro, convinto di trovare Juliette che si aggiusta il trucco o cose simili. E invece, stà facendo pipi, urla e io scoppio a ridere chiudendo la porta.

<< Scusa! Cercavo la mia maglia! >>
<< In America non si bussa?! >>
<< Ti ho chiesto scusa! >>

Sento lo scarico,il rubinetto dell’acqua aperto e poi vedo la porta aprirsi. Juliette mi tira la maglia addosso.Prende la sua borsa dal letto  e mi fulmina con lo sguardo. Per qualche motivo strano,non riesco a prenderla sul serio,mi sembra così piccola da non poter contenere un sentimento come la rabbia,perciò do per scontato che  non si sia arrabbiata anche se tentava  di esserlo. Ha visto Shannon Leto a petto nudo e fa ancora la preziosa? Questa ragazza non avrà vita facile nel Mars Bus. Mi infilo anche la maglia ed esco. Jared e Tomo ,mi sorridono come se nulla fosse e Juliette neanche mi guarda. Stiamo per dirci qualcosa tutti e due quanto si mette in mezzo Jay.

<< Non iniziate, per favore, abbiamo una meta,ricordate?>>
 Ci zittisce clamorosamente, Juliette parte in quarta per l’uscita e io resto dietro con Jay e Tom.

<< Come stai? >> 
Tom premurosamente  mi dà una pacca sulla spalla,come se fosse pronto a sollevarmi dai miei dolori,ma tanto quanto prima in camera con Juliette ero pronto ad aprirmi come un libro,ora mi sento una cassaforte blindata.

<< Stò bene, scusate ragazzi..veramente >>
<< Non farmi prendere mai più uno spavento del genere. >>

Jay mi parla e mi sorride per la prima volta da quando sono arrivato in clinica e questo mi solleva non poco. Immagino di essere al suo posto, in questo momento e non è una bella cosa. Se trovassi Jared mezzo morto per colpa della droga, lo picchierei fino a fargli uscire il sangue  dalle orecchie,ma lui con me è sempre paziente e difficilmente mi rimprovera qualcosa, a meno che io non la combini grossa.  Come sempre,penso che sarebbe dovuto essere lui il fratello maggiore. Quando arriviamo vicini al bus,Juliette è già entrata e mi sembra quasi di sentirla urlare.

<< Che cavolo fai qui? Ma sei impazzita? >> E’ decisamente Juliette.
<< Lui ha detto posso venire, me l’ha detto Tom,ok? Ci sei tu cosa può succedermi? >>

La seconda voce femminile fa sussultare Tom che subito corre dentro il bus,seguito lentamente da me e Jared. Quando entriamo,oltre noi tre e Juliette,c’è anche un’altra ragazza,è carina,ma sembra Tom con le tette.

<< Tu devi essere Natalie. >>

Jared avanza per stringerle la mano mentre Juliette resta rossa in viso, e subito si mette a sbraitare contro Tom.  Ancora una volta non riesco a non ridere,e a sentirmi più leggero,solo perché quella voce stridula mi fa venire in mente una bambina che rivuole il suo lecca lecca indietro.

<< Tu le hai detto di venire? E tu smettila di ridere! >>
<< E’ mia sorella! Certo che le ho detto di venire. >>
<< Tua sorella? Perché a me nessuno dice mai nulla? >>

Jared cerca di calmare tutti mettendosi fra Juliette e Natalie ma rivolto verso me e Tomo.

<< Natalie è la sorella di Tom,vive qui a Londra, era una paziente di Juliette e visto che Tom non la vede mai l’ha invitata a stare con noi fino alla  fine del tour, ho detto bene?>>
<< Si. >>

Juliette,Natalie e Tomo rispondono in coro. Faccio spallucce non essendo particolarmente interessato ai dettagli della storia ora come ora. Juliette sbuffa andando nella parte del bus dove ci sono i letti e io la seguo, dopo aver stretto la mano a Natalie.

<< Sei sempre così nervosa? >>
<< Puoi smetterla? >>
<< D’accordo! >>

Sospiro, sedendomi sul mio letto,le mie drumstick sono sotto il cuscino così come il mio telefono,lo afferro e noto una sola chiamata persa,da mia madre, metto il silenzioso e mi stendo,guardando la rete del letto sopra il mio.Letti a castello,neanche avessimo dodici anni.Juliette si sporge dalla sala letti e poi mi guarda sorpresa.

<< Che c’è?>>
<< Ci sono solo quattro letti. >>
<< Perspicace dottoressa,che occhio. Si,ci sono tre letti,il mio, quello di Jay ,quello di Tom e quello di Nick,l’autista, che ogni tanto la notte si ferma per dormire un po’>>
<< E io? >>
<< Tu cosa? >>
<< Dove dormo? >>
<< Oh bhe, hai l’imbarazzo della scelta,tre  bei musicisti tutti per te,oppure c’è un divano dilà. >>

La vedo sollevata e sorrido capendo che non è disposta a dormire con uno di noi,la vedo molto simile a Jay eppure non ce la vedo a infilarsi nel suo letto di notte, sinceramente, a prima vista ci vedo più un tipo come Natalie. Ancora una volta,il mio vortice di pensieri viene interrotto dalle drumstick che si materializzano di nuovo sulle mie tempie.Mi porto le mani sul viso coprendolo e non passa molto prima che i passi di Natalie si facciano sentire sempre di meno, si siede accanto a me con una valigetta fra le gambe,ma giurerei di vedere due Juliette. La sua voce arriva in modo confuso alle mie orecchie, la vedo estrarre qualcosa dalla valigetta e poi sento qualcosa di simile a un ago infilarsi nell'incavo del mio gomito.

<< E’ metadone..và tutto bene..>>

Capisco solo questo. Intravedo un filo collegato a una specie di sacca contenente del liquido trasparente,poi più nulla. E’ tutto buio.

--------------------------------------------
Questo capitolo non ha grandi avvenimenti al suo interno, Natalie adesso è con il gruppo ma a parte questo non c’è niente che non fosse prevedibile già dal primo capitolo, volevo rilassare un po’ le cose per sistemare la situazione all’interno del bus, fino alla prossima idea speriamo buona, sul continuo . BYEEE <3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: FreddieFromMars