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Autore: rora02L    24/04/2014    9 recensioni
Hinata ormai è stanca di rimanere in panchina, mentre guarda il suo Naruto sorridere e corteggiare un altra, più bella ed intelligente di lei. Non vuole rimanere ancora una volta inerme, senza reagire. Vuole fare qualcosa, perché l'idea di perderlo senza combattere la lacera dentro.
In fondo, Naruto le ha insegnato proprio questo: combattere per i propri sogni con tutte le proprie forze, senza mai arrendersi o rassegnarsi.
Sakura decide di aiutarla, a modo suo ...
Riuscirà Hinata a conquistare l'amore della sua vita ? Scopriamolo ...
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Eye of the tiger !

Naruto era ancora scosso dalle sensazioni che aveva provato nella camera di Hinata. E ormai stava per essere dimesso.
Sua madre sarebbe venuta presto a prenderlo. Si chiese se non fosse il caso di andare a parlare un ultima volta con la corvina, almeno per sapere quando sarebbe stata dimessa lei.
Ma aveva paura. Pensava che lei lo avrebbe respinto, cacciandolo e urlandogli che era solo colpa sua se era in quella dannata stanza d’ospedale. Perché lui non l’aveva difesa. Lei sì.
Naruto si accorse che era inutile rimuginare sul passato, perché è una cosa che non si può modificare.                                                      
Quando era morto suo padre, voleva tornare indietro. Dirgli di non salire su quell’auto per andare a lavoro, come faceva ogni giorno con dedizione. Dirgli di rimanere con lui e con la mamma.                                    
Ma non si poteva fare. Se ne accorse poco dopo, era inutile sentire il rimorso per non averlo fermato o per non avergli detto che gli voleva bene. Perché, nel profondo del suo cuore, Naruto sapeva che gli ultimi pensieri di suo padre erano per lui e per sua madre.
Ora però aveva l’occasione di proteggere le persone che amava: la mamma, i suoi amici e … Hinata e Shion.
Ancora non riusciva a capire cosa effettivamente provava per le due ragazze. Voleva un bene dell’anima ad entrambe. O no ?
Forse era ora di chiedere un consiglio. E l’unica persona di cui si fidava cecamente era sua madre, Kushina.
Poco dopo, sentì bussare alla porta. “Sei pronto, tesoro ?” chiese la donna dai capelli rossi. Naruto sorrise ed annuì, alzandosi dal letto.  Era felicissimo di poter finalmente camminare e correre con le proprie gambe senza sentire alcun dolore, afferrare cose senza sentire fitte e poter uscire da quel posto.
                                                                 *
Erano saliti in auto da una decina di minuti e Kushina si era accorta che suo figlio era troppo silenzioso e pensieroso. Non lo era mai stato. C’era qualcosa che lo turbava, così gli chiese se andasse tutto bene.
Lui aspetto qualche secondo prima di rispondere: “Mamma, ho un dubbio … come si fa a capire quando uno è innamorato di una persona ? Tu … come hai fatto con papà ?”
La donna sorrise bonaria: “Ah … qualcosa non va con Shion ?”
“Non proprio …” sospirò lui, in fondo non era colpa della sua fidanzata.
“Bè vediamo … -inizio Kushina- conobbi tuo padre ad una festa del liceo. Era lì, lo notai subito, con quello sguardo pensieroso e gli occhi color del cielo – sorrise tra sé e sé- e poi, mentre stavo ballando … me lo ritrovai alle spalle, che mi sorreggeva perché stavo per cadere. Arrossii.
E mi ricordai che lo avevo già visto, tempo prima, quando avevamo sette anni. Eravamo in classe insieme. E lui mi aveva aiutato con dei bulletti che mi prendevano in giro per via dei miei capelli.
Così gli chiesi come stava, cosa faceva e come mai era tornato dopo così tanto tempo. Rimase molto sul vago.
Ad un certo punto, mi chiese di ballare e … -la donna arrossì al ricordo- successe. Il mio primo bacio lo diedi a tuo padre. E non volli nessun altro.” 
“Mmh …” mugugno il ragazzo, ancora più confuso di prima. In pratica, era stata una attrazione fatale. Istantanea.
Si ricordò dell’impulso che aveva provato la sera prima, nella camera di Hinata. Con Shion non aveva mai provato quell’istinto ancestrale che gli urlava lei è mia.L’aveva scelta e lei aveva scelto lui, dopo mesi di corteggiamento, in cui parlavano solo di cosa aveva fatto lui e degli amici che avevano in comune.
E poi lui aveva fatto il passo. L’aveva baciata il giorno prima del suo compleanno. Non c’era stato bisogno di parole, entrambi sapevano che quel momento sarebbe arrivato.
Era quasi una formalità per confermare il fatto che stavano assieme.
Ma lui non aveva provato del desiderio. Con Shion era sempre stato molto dolce e protettivo, quasi come un fratello maggiore.
Ogni tanto sentiva che lei parlava con le sue amiche di altri ragazzi, dicendo che se non fosse stata fidanzata, ci avrebbe fatto un pensierino. Lui si sentiva ferito nell’orgoglio.
Insomma, non poteva anche solo pensare di tradirlo così.
“Come mai me lo chiedi, Naruto ?” gli chiese la madre.
“Perché credo … di essermi innamorato di un’altra.” affermò deciso lui.
Kushina frenò di botto, sorpresa.
                                                                         *
“Così lui è stato dimesso …”ripeté Hinata, guardando apatica la finestra. I dottori avevano detto che per lei, invece, sarebbe servito un altro giorno di controlli.
Era solo uno, ma Hinata voleva tornare alla sua vita il prima possibile. Le mancava.
Sakura sospirò, mentre Kiba continuava a lagnarsi, perché voleva avere indietro la sua amica. La rosa lo sgridò, sferrandogli un pugno in testa.
Hinata ridacchiò a quella strana scena. Finché Sakura non le chiese come andava con Naruto. La corvina si rabbuiò: “Ecco … i-io penso che … n-non ci sia molto da f-fare …”  
L’altra si infuriò: “Mi avevi promesso che non avresti mollato ! Che avresti combattuto, per ripagare il debito che avevi con me.”
Hinata sobbalzò nel letto. Che cosa poteva fare ancora ?L’aveva perso. La rosa si calmò e disse: “Ma d’altra parte … hai a che fare con un vero demente ! – controllò il cellulare nella tasca dei pantaloni- Ora scusatemi, devo andare … ci vediamo domani, Hina-chan !”Li salutò con la mano e uscì dalla stanza.
Appena lei si fu dileguata, Hinata chiese al suo amico: “Kiba … c’è qualcosa che mi vuoi dire ? Ho notato che i rapporti tra te e Sakura sono … diversi dal solito.”
Kiba sgranò gli occhi, colto sul fatto: “Ma che dici, io …” Hinata lo guardò intensamente. Aveva sempre capito quando lui le mentiva e viceversa. Era inutile accampare scuse e nascondere cosa era successo.
Sospirò, sconsolato: “Ecco … ho tentato di far capire a Sakura quello che … hai capito, no? – lei annuì- Stavamo aspettando di poter entrare per salutarti, oggi … e le ho offerto un caffè al bar. Ci siamo seduti vicini e abbiamo parlato di scuola. Le ho chiesto se … se le andrebbe di aiutarmi a studiare biologia, lei è bravissima in quella materia…”
“E lei ?” lo incalzò la corvina.Kiba abbassò il capo sconsolato: “Ha cominciato ad elencare i giorni in cui è impegnata … con Sasuke – quasi ringhiò il suo nome- ma ha trovato un momento libero per venerdì pomeriggio …”
“Quindi tra tre giorni, giusto ?”
Lui annuì, pensieroso: “E tu che intenzioni hai con Naruto ?”Hinata rispose prontamente: “Basta. Non voglio più fermarmi ad inseguirlo. Voglio seguire la mia strada. Dimostrare a tutti che non sono una inetta. Desidero realizzare il mio sogno: diventare un medico. Combatterò per questo … a partire da domani, quando verrò portata via da qui.
Non mi lascerò più andare alla depressione. Lotterò e mostrerò anche a Naruto che posso stare senza di lui.Non dipenderò più dagli altri, ma sarò io a proteggerli !”
Kiba sorrise, compiaciuto. La sua amica aveva proprio del fegato ed esclamò: “Ben detto, Hina-chan ! Falli il culo a quei dementi ! Brava la mia tigre !”
Le scombussolò i capelli, facendola ridere. Hinata voleva rinascere, impegnandosi al massimo per realizzare i suoi sogni.D’altronde, questo insegnamento era l’ultima cosa che le restava di Naruto.
La corvina riprese a parlare: “Tu comportati bene con Sakura ! E metticela tutta, Kiba !” Lui annuì, promettendo di fare del suo meglio. Dopotutto, non voleva perdere una nuova amica.
Ma voleva rischiare, ne valeva la pena.
                                                           *
Uscito dall’ospedale, Kiba ripensò all’appuntamento che aveva con Sakura. Non era proprio ciò che desiderava, ma era un buon inizio.  Eppure aveva paura, anche solo di incontrarla per studiare.
Si vedevano spesso, era vero, ma non lo avevano mai fatto da soli.  C’era sempre qualcuno: Hinata, Sasuke oppure semplicemente erano in luoghi pubblici. Ma a casa di Sakura … era diverso.Il ragazzo era emozionato e nervoso. Fece un bel respiro per calmarsi, doveva solo non esagerare e non fare cavolate. Comportarsi normalmente, ma mandarle dei messaggi appena percettibili, giusto per farle capire che per lui lei non era solo una amica.
Doveva farcela. In più, domani era il giorno in cui Hinata sarebbe tornata a scuola. Decise di prepararle un comitato di benvenuto. Aveva tutta la domenica per meditare e magari avrebbe chiesto anche l’aiuto di Sakura e degli altri compagni di classe.
Anche loro erano ansiosi di riaverla, ormai era una specie di “leggenda” della scuola: Alice la eroina, la chiamavano così. Kiba si ricordò che quel lunedì sarebbe tornato anche il cretino biondo … e gli salì in corpo una rabbia fortissima.Era colpa di quel demente se Hinata era finita in ospedale.
Ma conosceva Naruto: era solo un ingenuo istintivo, non lo aveva certo fatto apposta. La verità era che era arrabbiato con lui perché non capiva quanto Hinata lo amasse, facendola soffrire.
Però non era colpa del biondo. Non poteva costringerlo ad amare la mora invece di Shion. Era così, punto e basta.
Si chiese se non valesse la stessa cosa per Sakura e quell’antipatico di un Uchiha.
Ma la cosa non aveva molta importanza, se non provava.
Salì sull’autobus, diretto a casa sua.
                                                                    *
“E quando avevi intenzione di dirmelo ?!” gridò incavolata Kushina, sbattendo suo figlio dentro casa e fregandosene del fatto che era appena uscito dall’ospedale. Era fatta così.
“Ahi ! Ma non lo sapevo, insomma … capisco che a te Shion piaccia, ma non serve trattarmi così !” protestò il figlio, mettendo il broncio. “Idiota ! –urlò lei, colpendolo in testa con un mattarello preso da un cassetto della cucina in cui si trovavano- A me quella ragazza non è mai piaciuta ! L’ho detto solo perché sapevo che non avrei comunque influenzato la tua scelta, tanto valeva che tu capissi da solo ! Ma ho sottovalutato la tua stupidità …"
“A chi hai dato dello stupido ?!” sbraitò lui, incavolandosi.
“A te, demente di un figlio ! –altro colpo- Non capisci che quella non ti ama e non ti ha mai amato ! Sei tu che la guardi come se fosse appena scesa dal Paradiso, cretino !”rispose lei.Scese il silenzio nella stanza.
Lui era sempre stato convinto che sua madre adorasse Shion. Non aveva capito che lo faceva per lui.
E non aveva neanche compreso che era stato cieco, non aveva capito che quello non era amore. Era solo un gioco, inscenato da entrambi inconsapevolmente. Adesso ci era arrivato.
La rossa prese una sedia e sospirò, mentre Naruto si sedette a terra a gambe incrociate.
La donna gli chiese: “Cos’hai intenzione di fare ora ?”
Naruto ci pensò su qualche minuto e poi disse sconsolato: “Dopo quello che ho combinato, non mi sorprenderei se Hinata non volesse più nemmeno guardarmi in faccia … è colpa mia se è rimasta ferita. Forse ora mi odia …”
Kushina scattò in piedi: “Non ti ho cresciuto come uno smidollato, Naruto ! Se ci tieni a lei, dimostralo. Hinata, a quanto ho capito, ha lottato per te. Fallo anche tu, tesoro !” Gli fece l’occhiolino, aiutandolo a rialzarsi. 
Si abbracciarono. Mentre Kushina accarezzava i capelli biondi del figlio, sussurrò al suo orecchio: “Non mollare, piccolo mio. Sei una tigre. Lotta per i tuoi sogni, Naruto.”
Il biondino sorrise tra le braccia della madre. Si ricordò che quella sensazione di calore e affetto non l’aveva provata solo con lei.
Ma anche con Hinata, la volta in cui l’aveva baciato sulla fronte. E prima ancora quando lo aveva protetto. Quando l’aveva abbracciato e baciato il giorno del funerale di suo padre. Quando aveva sorriso, ringraziandolo del consiglio che le aveva dato da piccoli.
In quel momento, comprese cos’era l’amore. Era lottare per le persone che si amano. Come una tigre. Nei suoi occhi si accese una scintilla di determinazione.
Voleva che Hinata provasse con lui lo stesso calore che sua madre riusciva a trasmettergli. Voleva proteggerla, abbracciarla, stringerla a sé e baciarla ogni giorno. A partire da ora.

Angolo autrice (me):
Mmh ... forse è più corto del solito. Spero vi piaccia ugualmente, visto che l'ho scritto a grande richiesta !
Questa storia sta avendo (almeno dal mio punto di vista) più successo del previsto ...
Ringrazio coloro che hanno recensito fin dall'inizio, credendo in me, e anche chi lo fa adesso, leggendo questa FF.
Spero abbiate avuto una Pasqua più bella della mia e che vi stiate godendo i restanti giorni di vacanza ...
Detto ciò, vi saluto !
Un abbraccio
La vostra Rora-chan ! <3

 
  
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