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Autore: Himeno    24/04/2014    6 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 27

 

 

Ero in trappola, indubbiamente. Che cosa potevo fare? Mi faceva male anche solo pensare a lui figuriamoci a parlarne. Tuttavia… loro sono le mie migliore amiche e le Angel’s Friend sono sempre unite, sia nel bene che nel male. Non ringrazierò mai abbastanza Dio per avermele fatte incontrare. Ci sono sempre state per me ed io per loro. Siamo una squadra ed è giusto che condividiamo tutto, soprattutto i dolori. Magari parlandone con Dolce e Uriè mi sentirò meglio. Sono sinceramente preoccupate per me ed è ora di vuotare il sacco. In ogni caso, sono letteralmente “imprigionata” in una gelateria. Sarebbe inutile continuare a tacere ormai.

-Lui non mi ha fatto niente. Nonostante tutto, lui non mi ha mai fatto del male. Almeno… non fisicamente- cominciai a parlare con lo sguardo basso e un lieve sorriso.

-Continua- mi spronò con tono calmo Uriè.

-All’inizio lo odiavo. Ce l’avevo con Sulfus perché mi aveva portato via dalla mia casa e con papà perché mi aveva deluso con la sua debolezza. Entrambi mi avevano usato come un oggetto, un premio da vincere. Ma con il passare del tempo l’odio si è trasformato in amore e adesso sto cercando di perdonare mio padre. Non so quando è successo e il perché, però la verità è una sola. Amo Sulfus Zolfanelli in tutti i suoi pregi e difetti. Bè… soprattutto difetti- risi senza allegria.

-L’amore viene quando meno te l’aspetti, Raf. Ero sicura che prima o poi ti sarebbe successo e di certo non con Gabi. Tu avevi bisogno di un uomo che sappia emozionarti. Che sappia tirar fuori la tua passione. E Sulfus è quest’uomo-

-Ma Uriè, lui non mi vuole vicino a sé. Ha troppa paura di soffrire di nuovo per rischiare. Quello che gli hanno fatto da bambino suo nonno e la madre l’ha ferito nel profondo, rendendolo quello che è. Che cosa posso fare io per fargli vincere questa paura?-

Non voglio lasciar perdere ma ho paura anch’io adesso. Di fare la cosa sbagliata.

-Non è da te arrenderti così. Hai appena detto che lo ami, no? Combatti per questo amore, non arrenderti alla prima difficoltà. Tu devi essere più testarda di lui sulla tua decisione. Io e Dolce vedremo di aiutarti-

-E anche io- irruppe una voce.

Ci girammo di colpo e vedemmo Ricky. Era da tanto che non lo vedevo. Da quella volta che lui e Sulfus si erano scontrati. E’ strano che il mio amico voglia aiutarmi a conquistare il ragazzo che l’ha ridotto a pezzi. Cosa sarà cambiato?

-Tu?- chiese sbalordita Dolce.

-E’ bello rivederti, Ricky. Come stai adesso?- disse Uriè cordiale.

-Decisamente meglio. Vi spiace se parlo un attimo da solo con Raf?- disse serio. Molto serio. Chissà che avrà da dirmi. Mi era mancato ma in questo momento mi preoccupa la sua espressione dura.

Le mie amiche mi guardarono per chiedermi il permesso. Io annuì e così andarono un attimo al bagno.

Ricky si sedette di fronte a me e dopo aver preso un bel respiro cominciò a parlare.

-So che sembra molto strano che voglia aiutarti con quel bastardo ma… durante il mio scontro con lui capii molte cose-

-Io invece non capisco perché hai accettato di combattere allora. Sai che se non accettavi la sfida, non ti avrei mai accusato di essere un codardo. Non volevo che ti facesse male, sei un caro amico per me, Ricky-

-Un amico… già. Non sarò mai nient’altro per te, vero? E’ da tempo ormai che ti sono stato accanto nella speranza che tu ti accorgessi di me. Speravo che un giorno avresti rotto il tuo fidanzamento con Gabi per stare con il sottoscritto e invece…- disse con tono amareggiato ed io lo guardai sorpresa.

Lui mi amava ed io non mi ero accorta di niente. Sono proprio una stupida.

-Ero geloso di Sulfus e lo sono tuttora. L’ho odiato quando mi aveva detto di averti portato con la forza a casa sua, per questo ho accettato di battermi con lui-

-E perché adesso mi offri il tuo aiuto allora?- chiesi dopo essermi schiarita la voce. Non mi ero accorta di avere la gola secca.

-Perché voglio che tu sia felice-

-E pensi che con lui lo sarò?-

-Quello stupido ti ama, è certo. L’ho capito quando abbiamo combattuto quel giorno. E poi la sua reazione per ogni ragazzo, compreso me, non è di un ragazzo che protegge un suo trofeo. Ma di uno che protegge la sua donna. È sempre stato geloso di te-

Io arrossii e non avendo nulla da dire, lui continuò il discorso.

-Notai nel suo sguardo che ci teneva a te nonostante cercasse di nasconderlo in tutti i modi. Purtroppo per lui, so leggere molto bene nelle persone. Dopo la sfida, rimasi a terra pieno di ferite. Non erano quelle a farmi male ma la frase e l’espressione che fece lui prima di andarsene-

-Che… che cosa ti disse?- chiesi tenendo lo sguardo basso.

-“Lei è mia. E nessun altro me la porterà via, ricordatelo”. Lo disse con un sorriso e uno sguardo dolce e determinato allo stesso tempo. Sicuramente non se n’è accorto che faccia aveva fatto-

Scoppiai a piangere. Già da allora Sulfus provava qualcosa per me senza saperlo. Io sono sua e non deve aver paura di perdermi. Ma come posso fare a farglielo capire a quello sciocco? Pensa Raf…Pensa…

-Da allora ho cercato di vederti il meno possibile. Il dolore era troppo recente e ho voluto aspettare finché non ho sentito che sei ritornata a casa tua. Ne sono rimasto sorpreso. Pensavo che avrebbe ucciso piuttosto che lasciarti andare via da lui-

-L’ha fatto perché pensa di aver fatto la cosa giusta per entrambi. Ha paura di essere ferito da una persona cara e anche di rovinarmi la vita. Mi crede un angelo puro che non dev’essere macchiato ma io non sono un angelo. Sono una donna normale con sentimenti normali. Un angelo ti avrebbe mai fatto del male?- gli chiesi togliendomi con rabbia le lacrime dagli occhi e fissarlo.

-Non te ne ho fatto una colpa, Raf. Non sempre i sentimenti vengono ricambiati, al cuore non si comanda- disse sospirando.

-Hai ragione. Al cuore non si comanda e il mio appartiene a Sulfus anche se la mente mi diceva di stargli alla larga. Tu meriti una persona che ti ami più di se stessa. Che possa darti l’amore che desideri. E quella persona… non sono io-

-Lo so- disse per poi stiracchiarsi e sorridermi. –Dopotutto il mare è pieno di pesci. Prima o poi troverò la ragazza giusta per me. Sarà facile visto che sono un bel ragazzo- mi fece l’occhiolino scacciando via la serietà e il dolore per il momento. Era tornato il mattacchione che conoscevo.

-Che modesto- ridacchiai.

-Vedrai, ti aiuterò ad avere il tuo diavoletto. Parola di lupetto!- fece giuramento con la mano.

Ed io gli credetti, senza alcun dubbio.

 

*****************************

 

Ho sempre pensato di somigliare a mio nonno sia nel carattere che fisicamente, tranne che lui aveva i capelli nerissimi come la pece ed io neri tendenti al blu. Ma in quel momento nel vedere il giovane della fotografia, mi venne in mente un idea assurda. Io e quel tizio avevamo i capelli dello stesso colore tuttavia non era quello a sconvolgermi. Portava una piccola voglia a forma di stella sulla spalla sinistra, la stessa che ho io dalla nascita. Per questo mi venne in mente a 13 anni di tatuarmi una stella rossa nel mio occhio sinistro. No… non poteva essere… è impossibile.

Il rumore della porta mi fece sobbalzare dalla sorpresa e mi girai a guardare Marcus. Lui ricambiava il mio sguardo sconvolto e non solo. Aveva anche uno sguardo colpevole.

-Che ci fai qui? Ti è sempre stato proibito venire nella mia stanza- disse l’anziano deglutendo.

-E per quale motivo? Questo?- dissi con tono freddo annuendo alla foto.

Marcus sembrava così affranto. Come se stesse combattendo tra il dirmi la verità oppure no. Ma a che serviva ormai mentire di fronte a quella foto?

-Non avresti mai dovuto scoprirlo- disse facendomi infuriare ancora di più. Quindi si sarebbero portati tutti il segreto nella tomba?

-Ma davvero? Sarei dovuto rimanere all’oscuro delle mie origini per sempre?-

-No… Sì… cioè…-

-Dunque non avrei dovuto sapere che sono il risultato indesiderato di una scopata tra la ricca e il povero-

-Ti sbagli! Tuo padre ti voleva! Ti avrebbe cresciuto con amore se fosse stato vivo. Lui…-

-Lui cosa? Tu parli così perché era tuo figlio ma chissà cosa avrebbe fatto. Magari mi avrebbe abbandonato come ha fatto Temptel oppure le avrebbe chiesto di abortire. Sono in questo mondo solo perché mio nonno desiderava un erede maschio, non è una cosa di cui andar fieri-

-Non è così. Lascia che ti spieghi. Ti dirò tutta la verità, lo prometto- disse facendomi segno di calmarmi. Calmarmi un corno! Mi hanno mentito per anni e adesso lui dice che mi dirà la verità. Maledetto! Se non fosse che l’ho scoperto per caso, non me ne avrebbe mai parlato. Presi un bel respiro profondo e tentando di tenere a bada la collera, gli diedi la possibilità di spiegarmi.

-Parla, ti ascolto-

Lui si sedette di peso sul letto e poi poggiò i gomiti vicino alle ginocchia con aria stanca. Sembrava invecchiato di 10 anni in quei pochi minuti. Dev’essere stato uno shock anche per lui vedermi scoprire una cosa così importante in quel modo.

-Mio figlio Claudius e Temptel si conoscevano sin dalla nascita…- cominciò.

-Noto che è di famiglia avere i nomi che finiscono con “us”- lo interruppi sarcastico pensando che anch’io ho un nome che finisce con “us”.

Lui mi guardò con rimprovero per averlo interrotto per poi rispondermi.

-Esatto. E’ da generazioni che i maschi della mia famiglia hanno nomi che finiscono con “us”. Mio nonno si chiamava Marcus –io ho preso il nome da lui- mentre mio padre Magnus. A tuo padre non gli piaceva il suo. Gli sembrava un nome da vecchio perciò lo chiamavano tutti Claud- disse con un sorriso nostalgico per poi tossire -Comunque, ritornando a prima, i tuoi genitori sono nati entrambi in questa casa e lui era più grande di lei di tre anni. Sono cresciuti insieme nonostante la disapprovazione di tuo nonno. Sai… sul fatto che sua figlia giocasse con un servo. Gli anni passarono e la loro amicizia si trasformò in attrazione. Ebbero una relazione e lei rimase incinta. Lo avevo avvertito di stare alla larga da Temptel perché erano di due mondi diversi. Claud era l’autista dei Zolfanelli all’epoca mentre lei era la padrona. Non ne sarebbe uscito niente di buono e infatti…- a un tratto il suo viso si fece triste.

-Mio nonno lo cacciò, non è così?-

-Sì. Quando seppe della gravidanza della figlia andò su tutte le furie e all’inizio voleva fargliela pagare con maniere più… dure. Ma io riuscii a convincerlo a non fargli male. Visto i miei numerosi anni di servizio e fedeltà. A quel tempo ero davvero convinto di aver salvato mio figlio. Ma non fu così-

-Cosa successe veramente?- chiesi con tono basso capendo già la risposta. Mio nonno era un tipo orgoglioso e cattivo. Non avrebbe mai lasciato impunita una cosa del genere tuttavia non pensavo che sarebbe arrivato al punto di far uccidere una persona.

-Lo cacciò mandando Claud a lavorare in una sua fabbrica lontano da qui. Due mesi dopo seppi che era morto per un incidente d’auto-

Era orribile pensare che per anni ho vissuto sotto lo stesso tetto con un assassino. E per giunta avevo il suo stesso sangue.

-Tu ovviamente non credetti che la causa della sua morte fosse un incidente d’auto- affermai.

-No di certo. E ne ebbi conferma una sera quando per caso ascoltai una conversazione al telefono di Paul. Diceva che si congratulava per il lavoro svolto con il “servetto” e che gli avrebbe mandato l’assegno il giorno dopo-

-Per tutti i diavoli…-

-Da allora giurai che mi sarei vendicato. Continuai a stare al suo servizio ma intanto avvisavo i suoi nemici di ogni sua mossa. Solo di una cosa gli importava a Paul Zolfanelli ed era la sua azienda. Facendo fallire l’azienda, l’avrei rovinato. E dopo anni ci sono riuscito. Entrò in un periodo di disperazione per poi morire d’infarto. Dopo la sua morte ci provò la figlia a rinsavire le loro finanze ma niente. Solo tu ci sei riuscito. Per me l’importante era la fine di Paul ma nemmeno dopo la sua morte ebbi pace. Capii che vendetta o meno, nessuno mi avrebbe riportato il mio ragazzo in vita-

Aveva ragione. La vendetta non dava alcuna soddisfazione. Potevo capire il suo comportamento. Aveva perso un figlio e in un modo crudele.

-C’è una cosa che non capisco. Se mio nonno era furioso per la gravidanza della figlia perché non la fece subito abortire? So che sono nato perché lui voleva un erede maschio ma sono pur sempre un mezzo plebeo. Se era solo un erede ciò che voleva perché non la fece abortire per poi farla sposare a un riccone. Con un marito ricco avrebbe avuto un erede perfetto-

-All’inizio lui aveva intenzione di farla abortire ma poi decise di aspettare di sapere il sesso del piccolo. Quando vide che eri maschio, non gli importò chi fosse tuo padre. Obbligò la figlia a continuare la gravidanza nonostante le proteste di quest’ultima e alla fine riuscì ad avere il suo erede. E poi c’è un'altra cosa-

-Cosa?-

-Temptel è sterile. Quando aveva 18 anni le era stato detto che non avrebbe potuto avere figli e questo non piacque per niente a tuo nonno. Tu sei stato un miracolo per lui. Anche se avesse fatto sposare la figlia a un damerino pieno di soldi, non avrebbe avuto eredi. Eri la sua unica possibilità e non la sprecò-

Bingo! Ecco perché il vecchiaccio si è dovuto accontentare di me. Poteva essere l’unica opportunità per avere il tanto desiderato maschio. Sicuramente questo miracolo non è stato gradito a mia madre che sperava di non rovinare il suo fisico e che odia i marmocchi.

-Per tutti sono stato solo un “erede”. Non un membro della famiglia e nemmeno un figlio e nipote. Solo un erede che un giorno avrebbe avuto tutte le proprietà e i fottuti soldi dei Zolfanelli-

-Per me no! Tu sei sempre stato il mio nipotino. Anche se non potevo dirti la verità, ho vegliato su di te da lontano e ti ho sempre voluto bene. Somigli a tuo padre più di quanto pensi. Hai il sangue dei Zolfanelli ma anche il mio sangue-

-Non potevi dirmi la verità? Non è che la tua fosse paura? La paura di come avrei reagito a una simile notizia-

-Lo ammetto, avevo paura ma avevo anche un accordo con Paul e Temptel. Avremmo tutti tenuto la bocca chiusa, loro per non far sapere al mondo la vergogna di un erede avuto da un servo e io… volevo che tu avessi una vita adeguata che io non potevo darti. Loro ti hanno dato una vita di lusso e un istruzione, per quanto avrei voluto tenerti con me, non mi sarei mai potuto permettere di mandarti in grandi scuole, una casa principesca e…-

-Al diavolo la vita di lusso! Il denaro non era quello che volevo. Tutto ciò di cui avevo bisogno era un po’ di affetto ma in questa casa era chiedere troppo. Solo tu, Tilda e Gas me ne avete mostrato e ora scopro che sei un bugiardo. Proprio tu dovresti sapere che ci sono cose più importanti del denaro-

-Non era solo questione di denaro. Il disprezzo della gente, la vergogna… non volevo farti soffrire. Ti ho sempre voluto bene e ho continuato a tacere la verità anche perché avevo paura di perderti. Tutti abbiamo paura di qualcosa, Sulfus. Dovresti capirmi visto che hai allontanato colei che ami per paura di soffrire ancora-

Aveva ragione ma non ce la facevo più ad ascoltare. Quando sono entrato nella stanza di Marcus, non avrei mai pensato di ritrovarmi ancora più a pezzi. Dovevo allontanarmi da lì. Da lui che mi aveva mentito per anni.

-Ora basta… io…. devo andare- riuscii a dire per poi scappare via. Andai a prendere la moto e partii senza sapere dove andare. Mi andrà bene qualunque posto per rifugiarmi un po’. Qualunque. L’importante era che fosse lontano da quella casa di bugiardi.

 

Continua…

 

Anf anf… che fatica fare questo capitolo. Spero di non aver fatto schifo ma è stato un po’ difficile per me scrivere questa parte, soprattutto quella di Sulfus. Grazie al cielo non mi sono mai trovata nella sua situazione famigliare ma la mia esperienza in fatto di film e telenovelas è stata parecchio utile. Grazie a tutte coloro che stanno leggendo la mia storia e per la pazienza che dimostrate nell’attendere i capitoli. Grazie davvero e mi auguro di non avervi deluso con questo capitolo. Bacioni a tutti e anche se in ritardo, Buona Pasqua! ^__^

   
 
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