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Autore: Katherine Buffy Pierce    24/04/2014    1 recensioni
Questa storia segue la storia "Il ritorno di Katherine Pierce dopo l'oblio".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Katherine Pierce 2.0'
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Il giorno dopo, mi svegliai molto tardi. Avevo bisogno di riposare... Dopo essermi rinfrescata, andai a correre per poter riflettere un po’... Decisi di correre a velocità umana, per non dare nell’occhio. Presi il sentiero che iniziava dietro casa mia e iniziai a correre. Il sentiero conduceva alla vecchia casa dei Salvatore... La casa dove iniziò tutto... Ormai erano rimaste solo le rovine di quella casa che, un tempo, era molto bella. Mi sedetti su un cumulo di mattoni per riposare e ad un tratto, davanti a me, comparve Stefan. Avevo i capelli raccolti e lisci come quando Stefan mi fece i complimenti la settimana prima, per il mio abbigliamento sportivo e naturale.
-Cosa ci fai qui?- gli chiesi io guardandolo.
-Questa è casa mia... E tu?- mi chiese guardandosi in giro.
-Beh, stavo correndo. Ho preso il sentiero dietro casa mia e mi ha portato qui.- gli risposi alzandomi.
-Oh. Anche io stavo correndo.- disse guardandomi negli occhi.
-Katherine... Mi dispiace. Io non volevo farti questo.- mi disse prendendomi il braccio.
-Lo so, Stefan. Ma avete fatto un errore. Siete delle persone disgustose. Dite a me che non ho umanità? Beh, dovreste guardarvi in faccia, prima di fare accuse insensate.- gli risposi. ricominciando a correre.
-Hai ragione, Katherine. Ma non sei morta! Sei ancora qui! E se non fossi diventata un vampiro, io ed Elena saremmo morti del tutto.- disse seguendomi.
-Te l’ho già detto, Stefan. Prima vengo io... E poi voi!- gli risposi correndo via a velocità di vampiro.
Appena arrivai a casa mia, decisi di iniziare a pensare a un piano per potermi impossessare della cura. Dopo un po’ che pensavo, riuscii a progettare per bene il mio piano e, quella sera, l’avrei attuato. Erano le 21 quando uscii di casa. Mi vestii come Elena quando era umana... Ovvero come un povero agnellino indifeso. Guidai fino al campo dei viaggiatori e, dopo aver parcheggiato in un luogo in cui la mia macchina non poteva essere vista, iniziai a correre come una povera idiota umana, in giro per il campo. Intravidi Tom che stava dissanguando una giovane donna e così, mi avvicinai a lui.
-Guarda guarda! Una doppelganger! Proprio quella che cercavamo!- disse Tom, dietro di me.
-Oh, no! Ti prego Tom! Non portarmi da loro! Per favore!- gli dissi piangendo.
-Forza, muoviti!- disse Tom trascinandomi verso una tenda.
-No, ti prego!- piagnucolai io, fingendo di oppormi a lui.
-Markos, guarda un po’ chi c’è!- disse Tom portandomi dentro la tenda con lui.
-Katherine! Dove l’hai trovata, Tom?- chiese Markos guardando prima me e poi Tom.
-Era qui in giro... Deve essersi persa.- disse Tom sorridendo.
-Bravo Tom. Ora esci.- disse avvicinandosi a me, Markos.
-Bene, Katherine. Ora dovrai fare una cosa per me.- mi disse prendendomi per il collo.
-Eh no mio caro! Ora farai tu, qualcosa per me!- gli risposi lanciandolo a terra con un pugno.
-Ma che cosa?!- chiese Markos confuso.
-Oh, il tuo piano geniale è andato all’aria, vero?- gli risposi sorridendo.
-No! No!- urlò lui.
-Dammi la cura. Sono stata trasformata contro la mia volontà, dai fratelli salvatore. Voglio tornare ad essere umana!- gli dissi tirandolo su da terra.
-Oh, davvero?- chiese Markos stupito.
-Già. Non mi hanno nemmeno detto nulla. Non si fidano di me. L’unica cosa che mi hanno detto, è che tu non vuoi che io sia un vampiro...- risposi io.
Bene... L’idiota pensava che volessi prenderla io e quindi non fece storie, nel darmela. Probabilmente pensava che, una volta tornata umana, avrebbe potuto trasformarmi con il suo metodo e usarmi per l’incantesimo... E invece no.
-Oh. Già...- disse lui confuso.
-Perché non vuoi che io sia un vampiro, Markos?- gli chiesi, fingendomi incuriosita.
-Perché devo fare un incantesimo con te e Tom. Lui non è un vero e proprio vampiro. E’ umano, ma ha alcuni poteri dei vampiri. L’incantesimo funziona anche con due doppelganger umani, ma se foste umani, morireste... Perciò ho trovato questo modo per rendervi degli umani “potenziati”.- disse Markos, gironzolando in giro per la tenda.
-Quindi Tom non si nutre di sangue?- gli chiesi.
-No.- disse lui con un sorriso. Idiota... Avevo visto Tom, prima, mentre mangiava una donna...
-Ecco la cura... Prendila subito!- disse con una scintilla negli occhi, dopo aver tirato fuori una scatolina dalla tasca dei suoi jeans.
 -No. Devo fare una cosa prima. Grazie Markos.- gli dissi sorridendo, dopo aver preso in mano la scatolina che conteneva la cura.
Lui mi sorrideva a sua volta.
-Una volta tornata umana, torna qui. Ti proteggerò io dai fratelli Salvatore!- disse entusiasta.
-Ok, Markos. Grazie.- gli dissi con un sorriso prima di scappare.
Bene. Il babbeo ci aveva creduto. E l’oscar va a Katherine Pierce, pensai...
Tornai a casa e mi vestii con il mio solito abbigliamento. Misi la cura in tasca e andai a casa Salvatore.
-Stefan, Elena?! Dove siete?- urlai appena entrai.
-Che succede, Katherine?- chiese Elena spaventata.
-Markos mi ha detto che vuole ucciderci tutti! Mi ha trovata e mi ha detto che non avremmo dovuto farlo.- dissi fingendomi spaventata.
-Oh, beh... Ci difenderemo. Sei disposta a seppellire l’ascia di guerra?- mi chiese Damon.
-Non saprei... Forse...- dissi io gironzolando per il salotto.
-Dobbiamo essere tutti dalla stessa parte, se vogliamo salvarci, Katherine!- disse Damon infuriato.
-Ok. Ma non pensare nemmeno per un attimo che, quando questa storia sarà finita, io torni a fare la brava bambina.- gli dissi arrabbiata.
-Oh. Ok.- disse Damon, sfinito.
-Cos’altro ti ha detto?- chiese Stefan.
-Che ci cercherà ovunque. Perciò io direi di andarcene da qui!- dissi io dirigendomi verso la porta.
-Ok. Andiamo!- disse Damon uscendo di casa. Io fui l’ultima ad uscire. Nel momento in cui non riuscivano a vedermi, feci uno dei miei sorrisi malefici. Il mio piano stava andando a gonfie vele.
-Stefan, vai con Elena!- disse Damon prima di dirigersi verso la mia macchina.
-Cosa?- disse Stefan.
-Dobbiamo separarci! Appena uno di noi trova un posto sicuro, ci chiameremo con il cellulare!- disse Damon.
-No, tu vai con Elena. Io vado con Katherine!- disse Stefan venendo verso di noi.
-No. Elena, vieni con me! In questo modo, non ci distinguerebbero, se dovessero trovarci.- dissi io, infine.
-Ok.- disse Elena, venendo verso di me.
Appena salimmo in macchina, guidai a tavoletta fino a una cittadina, vicino a Mystic Falls. Io ed Elena trovammo una casa bianca, disabitata e ci entrammo. Dopo aver chiamato Stefan e Damon, Elena si sedette sul divano per rilassarsi un po’.
Non ci parlammo, in quell’arco di tempo. Dopo qualche minuto che ero seduta in parte a lei, decisi di passare alla seconda fase del mio piano.
-Elena, potresti passarmi la mia borsa?-  le chiesi indicando la mia borsa che era appoggiata sul tavolino alla destra di Elena. Appena si girò, le ruppi il collo e la spogliai. Io indossai i suoi abiti e la rinchiusi nel baule della mia auto.
Appena Stefan e Damon arrivarono, notarono subito l’assenza di una di noi.
-Elena, dove è Katherine?- chiese Damon guardandosi in giro.
-L’hanno presa mentre eravamo uscite per vedere se arrivavate! Io sono riuscita a scappare, ma lei è stata portata via da uno dei viaggiatori!- gli dissi io, piangendo.
Damon mi abbracciò e poi mi disse: -Tranquilla, Elena. L’importante è che tu sia riuscita a scappare.-.
-Vado a cercarla.- disse Stefan prima di dirigersi verso la porta.-
-No! Non devi esporti in questo modo, Stefan!- disse Damon arrabbiato.
-Non mi interessa. Per una volta, ha fatto gioco di squadra e quindi non possiamo lasciarla nelle mani di Markos! Pensa anche a quello che le abbiamo fatto!- disse Stefan prima di uscire dalla porta.
-Stefan è un idiota! Mette in pericolo se stesso, per quella stronza.- disse Damon furioso. Patetico. Io non gli risposi. Aspettai un attimo e poi, svelai il mio piano.
-Beh, suppongo che possiamo iniziare.- dissi io alzandomi dal divano.
-Cosa?- disse Damon confuso.
-Idiota. Pensavi che io fossi la tua dolce e patetica Elena? Beh, ti sbagli!- gli dissi con il mio sorriso malefico.
-Katherine! Brutta stronza! Dove è Elena?!- disse fiondandosi verso di me.
-Elena sta bene... Ma tu non starai bene, ancora per molto!- gli risposi dandogli un pugno, che lo stese.
-Sei una stronza! Ti odio!- disse dandomi un calcio. Dopo vari calci e pugni, riuscii ad atterrarlo e lo infilzai con il pugnale che mi ero portata da casa.
-Bene, Damon. Ora posso concludere il secondo atto del mio piano.- gli dissi pugnalandolo ripetutamente. Urlava dal dolore, ma appena le sue ferite iniziarono a guarire, feci quello che volevo fare. Gli ficcai in gola la cura. Appena lo feci, mi guardò stupito e con le lacrime agli occhi. Dopo poco, perse i sensi... Lo presi in braccio e, dopo aver tolto dal mio baule la carcassa di Elena, ci misi dentro Damon.
-Bene. Ora posso passare al terzo atto del mio infallibile piano: la tortura.- dissi parlando tra me e me, mentre partivo per tornarmene a Mystic Falls.
  
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