Capitolo 1:
Arrivo a Satan City:
Suo nonno, il suo adorato nonno, non c'era più, era morto proprio davanti ai suoi occhi. Lei non era più la stessa, senza il suo nonnino la sua vita era cambiata completamente, traformandola, cambiando il suo carattere da dolce e sensibile, a ribelle e scontroso, ma sopratutto, aveva perso il suo fastastico sorriso.
Questa tragedia successe qualche giorno prima del sedicesimo compleanno di Naomi, e lei fu portata in un orfanotrofio, essendo minorenne e senza la tutela di un adulto, contro la sua volontà.
Lei, con il nonno, viveva alla città del nord, in un piccolo paesello di montagna, a contatto con la natura, come lei adorava. In quel momento, due uomini che si occupavano della tutela dei bambini/ragazzi, la stavano portando in un orfanotrofio nella grande città di Satan City. In questo orfanotrofio i bambini e ragazzi vengono maltrattati, picchiati e fatti lavorare; inoltre il “capo” era uno scostumato, che guardava e toccava troppo le belle ragazze della sua fondazione.
Dopo aver opposto un po' di resistenza, Naomi salì in macchina e quei tipi la portarono nella sua nuova casa; ma loro non conoscevano la nuova Naomi, non sapevano quanto ribelle era diventata.
Arrivati a Satan City, davanti all'orfanotrofio, i due tizi la scortarono all'interno della grande casa nella quale sarebbe stata costretta a vivere.
Takumi: (il padrone dell'orfanotrofio) bene bene, tu saresti Naomi giusto? Benvenuta! Complimenti, sei proprio una bella ragazza! - ammirandola dalla testa ai piedi con sguardo malizioso e malvagio.
Naomi lo guardò male, poi distolse lo sguardo e si guardò attorno; vide un gruppo di bambini e ragazzi, principalmente maschi, che la guardavano curiosi di conoscerla.
Takumi: ehy! Sto parlando con te mocciosa! Guardami quando ti parlo maleducata! - disse lui alzando la voce. Naomi lo guardò peggio di prima, e mentre lui si stava avvicinado a lei per farle capire chi è che comanda, lei gli fece lo sgambetto. L'uomo, che tra l'altro era basso e grasso, cadde di bocca per terra. Tutti, compresi i due aiutanti di Takumi, soffocarono una risata. La ragazza rimase impassibile, con sguardo freddo ed a braccia incrociate pensando: “chissà, forse non sarà così male stare qui.”.
Intanto, alla Capsule Corporetion, la vita trascorreva normalmente: Bulma alle prese con un nuovo marchingegno, Vegeta ad allenarsi nella sua amata Gravity Room e Trunks in camera sua a giocare alla play station con il suo migliore amico, Goten.
Goten: tanto non mi batterai mai!
Trunks: si certo vedremo!
Andarono avanti così per una buona mezz'ora, fino a quando Bulma non li chiamò, avvisandoli che era pronto il pranzo. I due sayan si precipitarono in cucina, dove vi trovarono Vegeta già seduto al suo solito posto aspettando da mangiare. Bulma aveva cucinato una montagna di cose, che furono divorate subito dai tre sayan.
Bulma: caspita! Si vede proprio che siete sayan eh! Comunque, sabato sera ci sarà una festa nella villa dei Jefferson, e ci hanno invitati ad andare. È una festa a beneficienza, saranno presenti alcuni orfanotrofi, sarebbe bello andare e donare qualcosa, non credi caro? - chiese guardando Vegeta.
Vegeta: tsk! - rispose impassibile continuando a mangiare.
Bulma: uff, sei sempre il solito! Ovviamente Goten anche te e la tua famiglia siete invitati; si terrà sabato sera alla villa dei Jefferson alle 20:00.
Goten: va bene Bulma. Lo dirò alla mamma, a lei piacciono questo genere di feste. - rispose sorridente.
Nessuno immaginava che quella serata avrebbe cambiato la vita a molti.