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Autore: PiccoloPianeta    25/04/2014    3 recensioni
Preso dal prologo: "Con un gesto rapido, si tolse maglietta e reggiseno, rivelando alla luce neon del bagno i segni bluastri e le ferite insozzate di sangue che le tappezzavano la carnagione pallida. Non era un bello spettacolo."
(Shika/Tema, Hida/Tema)
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Hidan, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Triangolo | Contesto: Nessun contesto, Naruto Shippuuden
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Il sapore della violenza

Parte seconda

 

Il profumo dolciastro dei fiori di ciliegio in piena fioritura permeava all'interno della villetta attraverso la porta spalancata, dove Temari, con solo un semplice accappatoio addosso, stava appena poco più il là della soglia a fissare con sguardo torvo il ghigno disumano dell'uomo che le stava di fronte.
<< Ehi, piccola, cos'è quello sguardo incazzato?! Non mi dirai mica che questo qua è il tuo modo di accogliere gli ospiti?! >>, Hidan rise sguaiato, poi tornò a posare il suo sguardo sulle curve che si intravedevo attraverso il morbido tessuto che ricopriva la ragazza. Lentamente, si passò la lingua fra le labbra: Dio, quanto lo eccitava quella donna! << Che ne dici se mi fai entrare, nh? >>, disse poi, cercando di spingere dentro la casa Temari. Temari però, si scansò leggermente dalle mani di questi e lo fermò prontamente, mollandogli un calcio veloce sullo stinco.
Il ragazzo guaì un  vaffanculo a pieni polmoni, accovacciandosi e massaggiandosi la parte lesa. << Cazzo fai?! >>
Temari si mise a braccia conserte, osservando di sottecchi la figura di Hidan che si contorceva dal dolore, pronta a rientrare in casa al minimo segno di pazzia che avesse scorto nei suoi occhi rosso sangue. << Avevamo un patto. Tu non dovevi avvicinarti alla mia famiglia, mentre io avrei continuato a frequentare te e quel tuo fottuto gruppo di stronzi senza fiatare. >>
Hidan riuscì a trattenere a stento l'ennesima risata, mentre con agilità si rialzava da terra. I suoi occhi si richiusero in due fessure brillanti di malizia. << Ma se non sbaglio, ora non c'è nessuno della tua famiglia in casa? No?! >> 
Temari grugnì. Era da poco passato mezzogiorno, e presto Naoko sarebbe rientrata per pranzo. La ragazza strinse i pugni. Doveva mandarlo via, a qualunque costo. << Vattene. >>, così dicendo, fece per chiudersi velocemente la porta alle spalle. Ma Hidan la bloccò con una delle sue scarpe da ginnastica. << Non me ne vado, troia. >>, poi mentre Temari si precipitava verso il corridoio e si barricava a chiave dentro il bagno, Hidan cominciò a muovere i primi passi nella penombra del salotto.

***

Naoko inserì abilmente la retromarcia con un sonoro crac, e dopo pochi minuti, la sua Panda biancastra, un po' arrugginita ma perfettamente funzionante, era già avviata verso la familiare strada di casa, ormai lontana dai fumi tossici della fabbrica di gomme.
Erano le due e mezza passate. Naoko si terse con una mano la fronte sudata. Aveva lavorato molto quella mattinata, unicamente per non pensare in che razza di condizioni pietose era rientrata la sua figlia adottiva, poche ore dopo l'alba. Non era neanche riuscita ad avere un dialogo decente con lei prima di partire dalla loro villa, pensò un po' rassegnata la donna. Ma subito si riprese, scossa da un fremito vitale. Chissà per quale strana ragione, era convinta che quello stesso giorno, tutti i disagi che circondavano la sua famiglia come una nera nuvola maledetta, si sarebbero volatilizzati. Non avrebbe mai saputo dire il perché di questa sua sensazione ottimistica, eppure si sentiva in quel preciso modo. Naoko sorrise,  superando un vecchio furgoncino color Borgogna e rimettendosi veloce in carreggiata. I suoi capelli risplendettero alla luce del Sole. Sì, avrebbe sicuramente sistemato ogni cosa con Temari, se lo sentiva fin dentro il cuore.

***

Temari scivolò a terra, facendo ben attenzione a tenersi a debita distanza dalla porta chiusa saldamente a chiave. Ora, quella stessa chiave, giaceva inerme nel lavandino, letteralmente abbandonata da un impeto di rabbia della ragazza.
Bum bum bum
<< Smettila, brutto coglione, vattene via! >> urlò a pieni polmoni, tappandosi le orecchie con le mani fino a tirarsi le corte ciocche bionde sotto il mento aguzzo. Non ne poteva più. Hidan era entrato in casa sua, sicuramente ubriaco o fumato fradicio, e come se non bastasse, si era messo a tirare spallate contro la porta del bagno, nell'intento di sfondarla e raggiungerla per riservarle uno dei suoi orrendi trattamenti.
Per di più, a momenti Naoko sarebbe rientrata, e non poteva neanche avvisarla del pericolo imminente, dato che non aveva con sé il cellulare. Dannazione.
Bum bum bum
Temari deglutì, immergendo il viso tra le mani. Cosa poteva fare? Come poteva aiutare nuovamente la sua famiglia? In fondo, questa volta, il pericolo l'aveva creato lei. Era lei stessa il problema. Se solo non si fosse mai avvicinata a Hidan, se solo avesse continuato a frequentare Shikamaru. Era un tipo a posto. Non come quello squilibrato di un albino nerboruto, e...
Bum bum bum
Quando il viso di Temari riemerse dalle sue dita magre, nei suoi occhi era sparita ogni traccia di disperazione. L'espressione era decisa. Gli occhi spenti. Sapeva cosa fare. Avrebbe salvato la sua famiglia a costo della vita.

***

BUM!
Con un ultima spallata, Hidan sradicò la porta del bagno, distruggendola completamente. Tossì soddisfatto, facendosi scrocchiare le ossa del collo in modo molto teatrale. 
<< Ehi, puttanella, visto cos'hai combinato?! Mi hai costretto a demolirti la casa! >>, disse ghignando perfidamente e avanzando di qualche passo dentro il bagno. Dietro un armadietto bianco, si intravedeva una spalla pallida. Sorrise, passandosi fremente la lingua sulle labbra. << Oh, Tem, Tem, sai bene che non puoi sfuggirmi! Su, devo venirti a prendere io?! >>
Nessuna risposta.
Hidan sputò a terra risentito. << Stronza, vedi che cazzo ti combino ora! Io ti... >>, ma fu presto distolto dai suoi pensieri minacciosi quando il motore di un auto rimbombò dentro la stanzetta in cui si trovava. Proveniva dal viottolo della villa. Il ragazzo percorse a grandi falcate la distanza che lo separava da quel pezzo di pelle nudo nascosto dal mobile in legno. << Su, Tem, hai sentito, no?! Dobbiamo andare, e in fretta, cazzo! O forse dovrei dare il ben... MA COSA CAZZO SUCCEDE?! >>
Hidan si premette una mano sulla bocca d'inanzi alla visione che gli si parava davanti agli occhi in tutta la sua cruda nitidezza.
Temari era nuda, spogliata del tutto dell'accappatoio che la copriva quando l'aveva accolto sulla soglia di casa. Questo era stato accantonato con cura vicino ai suoi piedi. La ragazza teneva gli occhi puntati al soffitto, ma Hidan sapeva bene che quegli occhi non vedevano più nulla da circa una ventina di minuti. Aveva già visto dei cadaveri, aveva già ucciso, ma non si era mai trovato davanti a un caso di suicidio. Temari teneva le mani sulle cosce aperte, come a volersi coprire il pube. Questo era ricoperto di sangue come il resto del suo corpo. Due tagli netti delineavano i suoi polsi massacrati da una lama affilata. Vicino a lei, riposava senza vita un rasoio imbrattato di rosso. I seni erano scoloriti e sul suo corpo erano ben dipinti i lividi delle violenze subite la notte scorsa.
<< Porca troia! >>
Hidan era cosciente che doveva uscire di lì il prima possibile, o la polizia avrebbe sicuramente collegato il suicidio di Temari a lui. Cazzo. In fondo, era anche ricercato per altri casi di omicidio. 
Uscì dal bagno, scansando agilmente le assi di legno rotte con i piedi. Doveva fuggire. 
<< Temari, sono a casa! >>
<< Naoko! >>
<< Kankuro, Gaara! E tu... Shikamaru, giusto? Che ci fate qui? >>

Troppo tardi. Non era più solo.



Cosa ne pensa PiccoloPianeta
Ed eccoci alla conclusione. Non era tutto sto granché di storia. Mi spiace.
Grazie comunque per le poche ma buone recensioni che avete lasciato!
Alla prossima.

 
   
 
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