2. Heiji
“Sono
un po’
preoccupato per quella bambina che è rimasta tutta sola a
dormire nel
seminterrato del dottor Agasa. Shinichi dice che starà bene
e che ha solo
bisogno di riposare in pace.. sarà. Ma se io fossi in lei..
se sapessi che
Shinichi ha preso le sue sembianze per incontrare dei tipi pericolosi e
che può
correre dei rischi.. non riuscirei a stare tranquilla a letto.
Farei di tutto per aprire la porta e raggiungerlo.”
Heiji, ep. 375
Quando entra
nella stanza lo vede
indaffarato a rovistare tra quelle che sembrano vecchie fotografie. Il
bambino
alza di poco lo sguardo e lo fissa con circospezione.
- Chi si vede. A
cosa devo l’onore
della visita, stavolta?
- Piccoletto!
Ero in zona e sono
passato a salutare. Ti dispiace?
Il ragazzo dalla
pelle scura chiude la
porta dietro di sé e muta il suo sorriso in puro fastidio.
- Certo che
potresti anche essere meno
antipatico, Shinichi. Per tutti i
favori che mi devi..
- Sono stati
ampiamente ricambiati,
credimi.
Risponde
distrattamente, continuando a
mettere insieme le fotografie. Per Heiji è ancora un mistero
come il suo
coetaneo Shinichi Kudo possa essersi ridotto alle dimensioni di un bambino. È uno dei pochi a
conoscere la
sua vera storia, eppure a volte stenta ancora a crederci.
- Nessuna
novità?
La sua domanda
è seria adesso. Conosce
l’entità del pericolo nella quale Conan si trova.
- Purtroppo no.
Brancoliamo nel buio.
Cerchiamo più che altro di restare vivi.
Mormora con aria
preoccupata. Heiji
sbatte un paio di volte le palpebre, non afferrando al volo
l’utilizzo del plurale maiestatis. Poi
il suo istinto
lo aiuta a comprendere.
- Giusto, siete
in due. Tu e la sexy scienziata pazza.
L’altro
lo guarda basito.
- Che razza di
definizione.
-
Perché, vorresti dirmi che non è
pazza? Per aver creato un intruglio del genere.. o intendi dire che non
è sexy?
D’accordo che è una bambina, adesso, ma secondo me
con dieci anni in più il suo
sex appeal ti farebbe secco.
Stavolta Conan
non risponde, piuttosto
tenta di ignorare la voce di Heiji mentre l’altro lo guarda
divertito. Sa che Shinichi non
riesce proprio ad
immaginarsi Ai nei suoi termini.
Per
lui è una persona da proteggere a costo della vita, qualcuno
su cui contare, ma
pur sempre una bambina. Sa anche
che
aveva avuto modo di intravederla da adulta, ma sospetta che se
l’avesse guardata davvero
sarebbe stato molto diverso.
Così fa un mezzo sorriso,
sapendo di aver toccato un argomento di cui il grande detective al suo
fianco
non capisce poi molto. Rivolge la sua attenzione alle foto sparse sul
letto.
- Cosa fai?
- Mi assicuro
che le foto di Shinichi
non si confondano con quelle di Conan, mentre tu ti metti a parlare di
cose
senza senso. Piuttosto, perché sei qui?
- Per aiutare,
ovviamente.
Risponde Heiji,
iniziando a trafficare
con le foto e a fare un commento diverso per ognuna. Frasi del tipo
“sembri davvero un moccioso”
o “qui Ran era proprio carina”
si
ripetevano ormai a intervalli regolari, fino a quando Conan lo vide
arrestarsi
di colpo.
- Chi hai visto,
mia madre? Sei anche
tu un suo ammiratore?
Borbotta il
bambino noncurante.
- Che schianto!
Esclama Heiji
con trasporto.
- Ma chi, mia
madre?
- Non penso
proprio che tua madre
abbia mai avuto questi tratti occidentali o abbia mai indossato un
camice da
dottoressa.
Quando gli
mostra la foto, il bambino
sobbalza riconoscendo un volto noto, invecchiato di dieci anni.
È Ai. O meglio,
è Shiho. Anche se non
sa spiegarsi il motivo della sua foto lì in
mezzo alle altre, si incanta per un attimo a guardarla, ed Heiji se ne
accorge.
- Lo sapevo, ci
sei rimasto secco.
Lo stuzzica,
sventolandogli la foto
davanti agli occhi.
- Finiscila, e
rimettila a posto.
- Non ti
ridarò la tua preziosa
fotografia a meno che non prometti di aiutarmi con un affare in sospeso
che ho
in città. Per favore!
- Ecco
smascherata la visita di
piacere! Approfittatore! Ridammela!
Ed ecco che i
due iniziano ad
azzuffarsi, e mentre Conan allunga mani e piedi, Heiji mantiene alta la
foto
tirandogli una guancia. Il baccano che fanno è talmente
fastidioso che poco
dopo Ran apre la porta, seguita da Kazuha. I due sbiancano,
immobilizzandosi di
colpo.
- Allora, che
combinate?
Chiede Kazuha,
ad Heiji più che al bambino arrampicato
sopra di lui.
-
Cos’hai in mano?
Insiste, ed
è il caos più totale. I
due ragazzi iniziano a rotolare l’uno sopra l’altro
mentre Conan tenta
disperatamente di afferrare la foto di Ai,
tra i lamenti di Heiji e
le urla di Ran.
Perché la rivolesse indietro a tal punto, Heiji non
riuscì mai a chiederglielo.
Tuttavia sapeva che quando qualcuno iniziava
ad usare il plurale, cominciava a tenere all’altra
più di quanto dichiarasse. Perciò aveva
alcune teorie, tutte legate alla sexy
scienziata pazza del plurale
maiestatis di Shinichi Kudo.