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Autore: CUCCIOLA_83    19/07/2008    6 recensioni
Tutti abbiamo dei segreti, ma se parliamo di Remus J. Lupin, chissà perchè i segreti si moltiplicano a vista d'occhio. Io con questa FF ho provato ad immaginarne uno in particolare, buona lettura ;)
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Confessioni notturne

Eccomi qui col seguito di questa storia.

Non mi dilungherò in discorsi noiosi così vi lascerò più tempo per la lettura, quindi, Buona lettura a tutti ci vediamo in fondo al racconto ;)

 

Confessioni Notturne II

Remus si girava e rigirava nel letto, una forte inquietudine lo attanagliava, e di conseguenza attanagliava anche Sirius, suo compagno di camera negli ultimi mesi passati a casa Black, il nuovo quartier generale dell’Ordine della Fenice, il quale, visti i continui movimenti dell’amico non riusciva a chiudere occhio.

«Moony, ti prego, vuoi stare fermo per 10 minuti di fila? Sto cercando di dormire». Borbottò Sirius esasperato dai continui movimenti dell’amico.

«Scusami, non volevo tenerti sveglio. Scendo di sotto, così ti lascio dormire in pace», Rispose Remus mettendosi seduto.

«Fermo lì. Tu non vai da nessuna parte visto che mi hai tenuto sveglio fino ad ora, merito di sapere cosa ti tormenta in questo modo» Sirius si alzò di scatto, orami il sonno era sparito, lasciando il posto ad un’accesa curiosità.

«Non è niente. Torna pure a dormire». Cercò di minimizzare Remus ignorando le rivendicazioni dell’amico e avviandosi verso la porta.

«Non ti azzardare ad uscire da quella porta Moony, non credo che sia il caso di svegliare Tonks a quest’ora». Lo provocò Sirius, sapendo di aver toccato un tasto dolente.

Remus si pietrificò con la mano sulla maniglia.

«C... Cosa c’entra Tonks in questa discussione». Chiese a fatica.

«Ma come Moony, credi che 12 anni ad Azkaban mi abbiano rimbambito del tutto? Ok, lasciamo perdere questo discorso, volevo solo dire che non è caso che tu vada a svegliarla in cerca di coccole caro mio». Lo prese in giro, osservando attentamente ogni suo più piccolo movimento.

«Tu vaneggi, voglio solo andare in cucina per lasciarti dormire in pace. Gradirei che tu non aprissi più la tua boccaccia a sproposito». La voce di Remus aveva assunto un tono freddo, tipico di quando si trovava in forte disagio.

«Colpito e affondato. Sapevo di non sbagliarmi. Si vede ad un miglio di distanza che mia cugina t’interessa». Esultò Sirius piuttosto soddisfatto di sé.

Remus si avvicinò di scatto al suo letto, e lo prese per la maglietta.

«Piantala di dire sciocchezze, tra me e Tonks non c’è e non ci sarà mai niente! Non voglio più avere niente a che fare con questo genere di cose!». Urlò, i suoi occhi, quasi fiammeggianti, fissavano l’amico immobile, probabilmente per lo stupore di vederlo reagire così.

«Hey cosa ti prende? Stavo scherzando» Cercò di rimediare, divincolandosi dalla stretta di Remus.

«Scusami, non volevo… E’ solo che.. Lascia perdere»

Remus tornò verso la porta, ma questa volta Sirius fu più veloce di lui, si alzò di colpo e gli sbarrò il passaggio.

«Non sarà mica ancora per..» Tentò di chiedere ma Remus gli mise una mano sulla bocca, per non farlo continuare.

«Non… Dirlo...»Ringhiò minaccioso, Sirius annuì, lo prese lo trascinò verso i  rispettivi letti.

«Remus, stammi a sentire non puoi basare la tua vita su qualcosa che è successo più di sedici anni fa».

«Tu non puoi capire, è stata una cosa devastante per me». Sussurrò Remus, con voce tremante, alzandosi dal letto e cominciando a girare per la stanza.

«E’ vero non mi è mai successo, ma conosco te e quello che hai dovuto passare nella tua vita, in confronto quell’episodio è insignificante».

«Rispetto alla licantropia di sicuro. Ma cerca di capire, con lei vicino mi sono sentito una persona “normale”. Poi d’un tratto tutto il mio mondo è crollato».

 Remus si ributtò sul letto senza guardare l’amico.

«Ma come, io credevo che lo aveste deciso di comune accordo...» Sirius era incredulo ascoltando quella rivelazione.

«E’ quello che ho detto a voi, non volevo farmi compatire dai miei migliori amici, mi sentivo già abbastanza male» confessò.

●●●●●

Remus, se ne stava seduto sul divano del suo piccolo appartamento, con in mano l’ultima copia della gazzetta del profeta, le notizie riportate non erano rassicurati, e come membro dell’ordine della fenice, sapeva bene che quelle riportate sul giornale erano solo una piccola parte di quello che succedeva davvero nel mondo magico. Guardò distrattamente l’ora, le 18 in punto,

«E’ in ritardo» disse tra sé e sé, sospirando. Ormai erano ore che Kaelee era uscita, e cominciava a preoccuparsi.

Dopo circa mezz’ora, sentì uno schioppo e Kaelee fece il suo ingresso nel piccolo salotto, Remus le andò in contro dandole un bacio.

«Ciao, com’è andata?» Chiese, tornando a sedersi sul divano e portandola con sé.

«Come al solito. Qui tutto tranquillo?» Chiese a sua volta, mettendosi comoda.

 Remus annuì, attirandola verso di lui per abbracciarla, ma Kaelee s’irrigidì e si allontanò, Remus sorpreso da questo atteggiamento chiese spiegazioni.

«Cosa ti prende?»

«Niente. È solo che non mi va».

«Non ti va cosa di preciso?» Chiese ancora più confuso, Kaelee si alzò dal divano e cominciò a girare per la stanza.

«Questo non mi và. È tutto così complicato». Il tono della sua  voce divenne improvvisamente stridulo.

«Kaelee ora calmati e spigati». Cercò di calmarla andando verso di lei.

«E’ che non so se me la sento di continuare». Confessò con una freddezza nella voce che fece gelare il sangue nelle vene a Remus.

«Continuare cosa?» La incalzò.

«Questa storia». Sputò queste due semplici parole come se fossero troppo amare da tenere dentro.

 Remus sgranò gli occhi, incredulo.

«Io, io non ti ho mai chiesto niente, e tu lo sai. Hai fatto tutto da sola. E ora vieni qui e mi dici che non te la senti di continuare?» Chiese cominciando ad alterarsi, lei si allontanò ancora da lui.

«Sì è così».

«E di grazia, cos’è cambiato da questa mattina?» Chiese cercando di riprendere il controllo della voce.

«Ho solo cominciato a pensare» .

«Dimmi la verità, dove sei stata oggi?» La prese per un braccio, facendola voltare in modo che lo guardasse negli occhi, ma Kaelee non riuscì a sostenere il suo sguardo, «dimmelo!» La incalzò nuovamente.

«Mia… Madre...Sono andata a casa, mi volevano parlare» Confessò infine.

«E…» La incitò a continuare.

«E mi hanno detto, che è ora di tornare a casa, di smetterla di comportarmi da ragazzina e di diventare una donna adulta. E, se non lo faccio, mi toglieranno tutto. Devo tornare da loro, Remus, io non posso…» Cominciando a piangere e le fu impossibile continuare a parlare.

«Non puoi cosa? Stare senza i loro soldi? Pensavo che mi amassi Kaelee, pensavo che ci tenessi alla nostra storia» Remus la lasciò, visibilmente deluso dalla persona che aveva di fronte.

«E’ così, solo che...» Tentò di dire ancora.

«Solo che preferisci i loro soldi. In tutti questi anni mi hai preso solo in giro? Sono stato il tuo passatempo?»

«Sei ingiusto, sai bene che non è così, ma loro sono la mia famiglia». Urlò lei tra le lacrime.

«E io cosa sono? Un cucciolo troppo cresciuto, di cui sei stanca? Torna pure da loro se vuoi, ma se lo fai, non tornare più in dietro». Cosi dicendo uscì dall’appartamento e lasciandola sola.

*****

Quando tornò a casa, verso le 22, la trovò vuota. Andò in camera da letto e la parte dell’armadio che prima ospitava gli abiti di Kaelee era vuota, abbassò lo sguardo, si voltò e vide sul letto una lettera,

Caro Remus,

Probabilmente in questo momento mi starai odiando. Non posso darti torto, ma io non sono come Sirius, non riesco a voltare le spalle alla mia famiglia. Spero che un giorno, l’odio che provi ora sparisca, e che capirai le ragioni che mi hanno spinto a lasciarti così.

Ti amo, e ti amerò sempre, ma non posso stare con te. Non adesso.

Addio

Kaelee

Remus stracciò la lettera e la gettò dall’altra parte della stanza. Buttandosi sul letto si lasciò andare ad un pianto disperato. Lui, che aveva giurato a se stesso di non piangere mai.

●●●●●

Sirius rimase ad ascoltare l’amico, in silenzio, senza commentare, anche se molte volte avrebbe voluto gridare la sua rabbia. Quando Remus concluse il racconto, aveva gli occhi lucidi, ricordare quei momenti gli faceva sempre più male.

«Mi dispiace Moony, ma se ce ne avessi parlato forse...» tentò di dire.

«Cosa? Sarebbe tornata da me? Andiamo Sirius, sappiamo entrambi che non l’avrebbe mai fatto. Non si sarebbe mai messa contro la sua famiglia». Lo interruppe Remus con voce piatta.

«No, non dico questo. Ma ti avremmo aiutato a superare quel momento. Non avevi fiducia in noi?» chiese Sirius.

«No, non è questo, è solo che non vi volevo coinvolgere, c’erano già abbastanza problemi a quel tempo. Il mio non era così grave».

«Per te lo era però. Ma vedila così, ora sei libero di provarci con mia cugina». Sirius fece un sorriso a 32 denti.

«Padfoot, non dire sciocchezze, ti ho gia detto che tra noi non ci sarà mai niente. Lei è troppo giovane per interessarsi ad uno come me. E se anche lo fosse, cosa le potrei mai offrire? Niente! Non ho niente da offrire ad una donna». Mormorò Remus.

 Sirius l’osservò, non sopportava di vedere il suo migliore amico ridotto così, così decise di confessare a sua volta quello che teneva nascosto ormai da alcune settimane.

«Remus, e se ti dicessi che lei prova davvero qualcosa per te?» Chiese Sirius cauto.

«Ti direi che sei ubriaco».

«Allora vuol dire che lo sono davvero. Perché è proprio così».

Remus, sentendo le parole dell’amico sgranò gli occhi.

«No Sirius, non è possibile»

«Fidati, è così. Me l’ha confessato lei».

«Ma perché io?» Chiese più a se stesso che al suo interlocutore.

«Ricordati, non tutte le domande hanno una risposta logica. In più io non sono la persona più adatta per farlo, non credi?»

«Già, però non so se me la sento. Voglio dire, ricominciare tutto da capo, non ho più l’età per certe cose»

«Hey, non ti ho mica detto di andare da lei ora, di confessarle il tuo amore e farla tua. Pensaci, poi agisci in base alla tua decisione». Suggerì Sirius.

Remus ci pensò per qualche minuto.

«Sai, non mi sarei mai aspettato certe perle di saggezza da parte tue. Tralasciando il particolare del “confessarle il mio amore e farla mia”». Esclamò Remus con una nota di ammirazione nella voce.

«Gia, mi faccio paura da solo. Ma forse è colpa del sonno arretrato. Quindi, ora rifletti, stando fermo, e lasciami dormire in pace». Disse voltandogli le spalle.

 Remus sorrise.

«Grazie, Padfoot». Sussurrò.

 Sirius non rispose ma sorrise, compiaciuto, sotto i baffi.

 

Fine! Questa è la fine della seconda parte di confessioni notturne, cosa ne dite? Vi è piaciuto? Vi ha fatto schifo? Hem nel caso sia la seconda non so bene se sia il caso che me lo diciate o meno, perché da una parte le critiche fanno sempre bene, aiutano a migliorarsi, dall’altra fanno abbastanza male ^^’.

Va beh, lasciando da parte questi discorsi, volevo solo dirvi che la terza e ultimissima parte (per ora, chissà magari mi verrà in mente altro) di confessioni notturne è gia pronta, ma voglio apportare delle modifiche qua e là. Non so quando lo pubblicherò ma spero presto.

Volevo ringraziare le persone che hanno commentato il prologo:

angiechan 92;

Debby93;

Melliola (detta anche Mel e compare Fan Work)

Grazie mille ragazze, spero che vi piaccia anche questo racconto. E chissà magari Kaelee tornerà per farvi arrabbiare ancora un po’ hihihi.

 

Per ora vi dico arrivederci alla prossima storia.

Tao Tao smack :*

   
 
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