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Autore: Figlia_di_Atena    26/04/2014    0 recensioni
Sette persone diverse i quali cammini si intrecceranno.
Angel, Chloe, Aya, Drake, Felix, Jace e Lim.
Sette semidei. Sette amici. Sette compagni.
Che fra amore e guerra si faranno spazio nel mondo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGEL

La notte passava, tutto taceva, lei e Neevee dormivano sullo stesso cuscino, in pace con loro stessi e con le loro vite.
Il letto cominciò a tremare, non era un terremoto, cos'era?
Si alzò di scatto, il piccolo topolino che si era infilato nella tasca laterale della maglietta, era decisa a vedere cosa stava succedendo.
Corse velocemente verso la porta della cantina, salì rapida le scale e provò ad aprirla, niente, nemmeno un cenno di aprirsi.
Angel sgranò gli occhi, indecisa se urlare o meno, come mai la porta era chiusa a chiave, che stava succedendo in casa sua?
Corse nuovamente giù dalle scale e si arrampicò sul letto, cercava di raggiungere una finestrella che buttava in superficie.
Saltò più in alto che poteva, ma non riusciva a raggiungerla, per quanto ci provasse non riusciva ad afferrare la maniglia e a girarla.
'Dannazione!' urlò lei nella sua mente 'Di questo passo muoio'.
Improvvisamente uno strano rumore cominciò a battere la porta, non sembrava però il bussare noioso e seccato della sua sorellastra e del suo odiatissimo patrigno, nemmeno quello premuroso di sua madre.
Ma allora cos'era?
Indietreggiò appena.
Due corna perforarono il legno dismesso della porta.
-Ma che diavolo!- urlò lei in preda all'affanno.
Il muso di un toro penetrò nella sua stanza, mentre il corpo di un uomo abbastanza imponente e ricoperto di pelo si muoveva verso di lei.
Credeva di sognare, si pizzicò il braccio, ma niente, era la pura realtà.
Un urlo disperato riecheggiò per quella cantina abbandonata, dove nessuno l'avrebbe potuta trovare, e dove le uniche vie di fuga erano praticamente inacessibili da lei.
Il rumore di un vetro che va in frantumi la fece trasalire.
Vide entrare in casa sue due gambe umane, e altre due di capra, o meglio zoccoli pelosi.
Indietreggiò terrorizzata.
-Ciao- disse il ragazzo con gli zoccoli- Non avere paura! Io Sono Grover, Grover Underwood- notò che gli fissava le gambe spaventata- Eh, va beh! Dopo ti spiego tutto! Jace aiutala ad uscire!
-Vogliamo aiutarti!- urlò quel ragazzo.
Un giovane alto e muscoloso, il volto praticamente perfetto, non sembrava tanto dolce ma nemmeno troppo rude, un'espressione impassibile, costellata da labbra dolci e carnose, occhi intensi e di un castano intensi, e i capelli leggermente scompigliati e ricci dello stesso castano delle iridi.
Indossava un paio di jeans semplici e una t-shirt bianca, con un paio di scarpe da ginnastica e aveva l'aria piuttosto affaticata.
-Non temete!- sentenziò Grover- Anzi sbrigatevi ad uscire! In questo momento siete una mia responsabilità!
-Ma...- affermai io.
Lo sguardo di quel ragazzo con le gambe di capra e le corna mi mettono in agitazione, e capisco subito che devo stare buona ed obbedire.
Io e Jace salimmo sul mio letto, e per quanto mi sforzassi di raggiungere la finestra, sembrava sempre impossibile, pareva ogni volta più alta.
E intanto Grover combatteva contro quel mostro, e io avevo paura per lui, anche se non lo conoscevo.
Solo dopo notai Jace accucciato vicino a me.
-Forza sali sulle mie spalle- mi disse- Altrimenti non arriverai mai alla finestra.
Un rossore improvviso mi affollò le guance, ma comunque per salvarmi avrei fatto questo e altro.
Deglutii e salii sulle spalle del ragazzo, non appena si alzò riuscii a raggiungere la finestrella e scgusciare fuori nel cortile.
Allungai una mano a Jace e lo aiutai ad uscire.
Il problema rimaneva Grover, che continuava a tenere a bada il mostro.
-Grover non ce la farà contro il Minotauro- disse lui.
-Quello del mito?- chiese la ragazza incredula- Cos'è questo un sogno? Ti prego svegliami!
-Spero che sia un sogno anche io- confessa Jace- Ma quel ragazzo non sembra scherzare molto.
'Accidenti' pensò Angel.
Improvvisamente un lampo di genio raggiunse la sua mente.
-Grover!- urlò- Sotto al letto! Troverai una scopa! Usala!
Il giovane corse, chiunque avrebbe pensato "come si fa ad uccidere il minotauro con una scopa?", la risposta era incerta e non ci credeva nemmeno lei.
Grover prese la scopa e affrontò il mostro.
Un colpo secco sul naso, abbastanza da fermarlo e poi due più forti sul cranio.
Il minotauro crollò a terra stecchito, intontito completamente.
-E' così che caccio mia sorella fuori dalla mia camera- affermò Angel.
Allungarono una mano al giovane e lo aiutarono a salire.
-Ora spiega- ordinò Jace.
-Voi due- disse Grover- Siete speciali! Non siete umani, o meglio mortali- i due ragazzi si scambiarono uno sguardo abbastanza incredulo- Siete semidei! Uno dei vostri genitori è un dio, e dobbiamo scoprire chi è. Ma qui non siete al sicuro, dovete venire con me, al Campo Mezzosangue, lì sicuramente sarete al sicuro.
-Non posso lasciare mia madre!- urlò Angel- Non con quei due!
-Angel- la ragazza sgranò gli occhi- I mostri non attaccano i mortali! Tua madre non rischia nulla.
Lei annuì timidamente.
Uno squittio riecheggiò fievole nella sua tasca.
Angel allungò la mano e tirò fuori il minuscolo topolino.
Grover urlò terrorizzato.
-E quello chi è?- urlò lui.
-Neevee- affermò la ragazza- Un mio amico.
Grover lo guardò incredulo.
-Va bene portalo con te- bisbigliò- Ma non lasciare che esca dalla tua tasca!
Angel annuì e continuava a fissare le strane gambe del suo misterioso salvatore.
-Ah sì giusto io sono un satiro- affermò- Non è che avete una lattina vuota? Combattere con il Minotauro mi ha messo fame.
Jace e Angel si scambiarono un'occhiata incredula.
'Questo o è fatto oppure non c'è proprio con la testa' pensò la ragazza.

Dopo alcuni giorni di viaggio incessante arrivarono sulla cima di una collina, c'era l'entrata per quello che sembrava un normalissimo campeggio, e vicino ad essa un bellissimo albero, su cui parecchie persone erano riunite, anche se loro non le riconoscevano.
Angel adagiò il piccolo Neevee nella tasca, come aveva promesso a Grover e insieme si avviarono per quello che doveva essere ad occhio e croce il Campo Mezzosangue.
-Una volta entrati qui sarete al sicuro da tutti- spiegò Grover- Mostri, dei, mortali... l'unico intoppo sarebbe scatenare una rissa con un altro semidio ma dubito che voi due siate persone violente- Angel era quella che ci capiva meno di tutti lì- Ah beh, per i mostri come quello che ti ha attaccato Angel non devi preoccuparti, l'Albero di Talia protegge il campo e genera una barriera che impedisce ai mostri di attaccarci. C'è stato un tempo in cui un figlio di Ermes l'aveva avvelenato e la barriera crollata, ma ci hanno aiutato altri della vostra specie- Grover parlava come se avesse vissuto in prima persona quell'avvenimento- Me lo ricordo ancora sapete! Per colpa di una stupida ricerca sono finito da Polifemo!
Angel ascoltò tutto, conosceva il poema che aveva citato con Polifemo, ma più tempo passava con quel satiro e più pensava che fosse pazzo.
'Se questo è veramente un sogno così assurdo' pensò lei 'Voglio svegliarmi immediatamente'.
E intanto avanzavano, verso quel gruppo di persone riunite intorno all'albero.
Lo guardò ammaliata.
'Che sia proprio quello' si disse 'L'albero di Talia?'.
  
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