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Autore: Lune91    28/04/2014    1 recensioni
A questa piccola creatura tengo davvero molto: è nata per un contest a cui poi ho deciso di non partecipare visto che mi sono resa conto che non poteva essere conclusa in un capitolo.
è una storia semplice che parla dell'amore che di semplice non ha proprio nulla.
Non aspettatevi grandi cose: non state per leggere un Best seller, state per leggere di quotidianità e banalità. Ma chissà, magari proprio per questo motivo vi capiterà di ritrovarvici.
Vi lascio dunque alla lettura con una breve citazione tratta dalla storia:
"Non so come ci sono finita ma mi ritrovo con solo l'intimo addosso seduta sulle fredde piastrelle del balcone, lui se n'è andato e sono certa che non tornerà indietro a preoccuparsi se in qualche modo mi ha ferita. Sono qui seduta da sola e sento le lacrime scendere incessanti come non facevano da tanto tempo ormai.
Mi sento una bambina mentre assaporo il mascara che mi cade sulle labbra, è amaro e per la prima volta dopo anni non mi preoccupo di risistemarlo. Lascio che quel disgustoso sapore mi bagni la lingua ancora un po', per ricordarmi della maschera che mi ero costretta ad indossare per tanto, troppo tempo."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione


Sorrido osservando le foto che ho sparso sul letto. Per ogni foto un ricordo, per ogni foto un sorriso.

Mi vedo bambina in ogni scatto, sono serena, spensierata e allegra. Sempre, sempre allegra. Anche quando dalle ginocchia sbucciate mi cola piano un liquido scarlatto, io sorrido, sdentata.

La maggior parte di quei momenti vivono solo in modo sfocato nella mia mente, mi sembrano solo parole raccontate da Mamma qualche anno fa, quando quelle foto le sfogliavamo ancora insieme. Eppure ogni foto è un ricordo, ogni foto è la testimonianza di tutto quello che abbiamo vissuto.

Ogni foto mi ricorda che lui c'è stato davvero, che siamo davvero cresciuti come dei fratelli. Per pochi anni, ma lui c'è stato, e non ho nessuna intenzione di dimenticarlo.

 

Proprio per questo motivo ho deciso di regalare a Mattia un album con le nostre foto: è la testimonianza della nostra storia, di qualcosa che spero non finirà mai. In ogni caso, i baci intrappolati in queste foto ci sopravviveranno sempre, qualsiasi cosa accada.

Mattia è il mio ragazzo. Dire che è bello è dir poco: sorride sempre e ha un sorriso che ti stende, letteralmente, soprattutto quando sorride anche con gli occhi, i suoi splendidi occhi verdi.

Io ne sono innamorata follemente dal primo momento in cui l'ho visto. Me lo ricordo bene: era il mio primo giorno al liceo.

A quel tempo ero solo una nanerottola con ancora l'apparecchio e i capelli così gonfi da sembrare la criniera di un leone. Ah, quasi dimenticavo: portavo pure gli occhiali, orrendi e pesanti, che ogni volta mi scivolavano sulla punta del naso ed ero costretta ogni due minuti a tirarli su.

Si, avete capito bene. Ero la classica sfigata che dice di non badare al giudizio della gente, che se la mattina si alza e decide che non ha voglia di impegnarsi nel vestirsi è capace anche di uscire in pigiama.
Beh, questo finchè non ho conosciuto lui. È iniziato come il giorno più bello della mia vita: varcata la porta dell'aula il suo sorriso mi ha immediatamente abbagliata; poi è diventato il più brutto: tutta colpa di un paio di brufoli che mi erano spuntati sul mento quella mattina stessa. Evidentemente lo divertivano.

I giorni seguenti non sono stati molto diversi, ad essere sinceri. Si sono ripetuti per circa 2 anni finchè, poco a poco, non sono diventata quella che sono ora.

All'inizio della terza ho convinto mia madre a farmi mettere le lenti a contatto notando, forse davvero per la prima volta, che i miei occhi grigi non erano poi così tanto deprimenti; dopo alcuni mesi mi sono levata l'apparecchio e ho potuto ricominciare a sorridere; poi ho finalmente iniziato a prendermi un pochino più cura di me stessa.

Ora sono in quinta liceo e quando passo per i corridoi non sono pochi quelli che si girano a guardarmi. Ora sono in quinta e io e Mattia stiamo insieme da un anno esatto.

Ah, quasi dimenticavo di presentarmi, il mio nome è Giada e questa è la mia storia.


 

Capitolo 1

 

Quando si è adolescenti si ha sempre fretta, forse perchè ci riduciamo sempre a fare tutto all'ultimo.

Comunque oggi io e Matti facciamo un anno, fra 5 minuti devo uscire di casa e l'album è ancora vuoto. Tutto questo perchè mi sono soffermata sulle mie foto da bambina e l'ora di tempo che mi era rimasta si è letteralmente volatilizzata.

Come al solito mi fiondo fuori di casa ultimando le preparazioni, come al solito arrivo sotto casa sua dopo aver praticamente volato col motorino. Come al solito lui ancora non c'è.

Esasperata suono al citofono. Una, due, tre volte e finalmente la voce gracchiante mi risponde.

Si?”

“Amore... Sono io, ti sto aspettando!”

Cazzo scusa amore! Stavo giocando a PES con Grillo! Arrivo subito!”

Ok, quale ragazzo non passa la maggior parte del suo tempo a giocare a PES o a FIFA con gli amici? Di certo non il mio. E per quanto riguarda Grillo, il suo vero nome era Andrea Grillosanti e lui e Matti erano migliori amici da quando avevano iniziato a giocare nella stessa squadra. Si, stavo con un patito di calcio.

Comunque Andrea, il nostro Grillo, passava molto più tempo di me col mio ragazzo perchè, col fatto che ci vedevamo ogni giorno a scuola, sosteneva che vederci anche tutti i pomeriggi ci avrebbe soffocato. Alla fine anche io ero d'accordo, almeno riuscivo ad avere un po' di tempo per me ogni tanto. A patto che non rovinasse il nostro primo anniversario.

Fortunatamente mi raggiunge nel portone in un paio di minuti seguito da Grillo. Per un attimo mi soffermo sull'abbigliamento di entrambi: sono vestiti praticamente in modo identico, escludendo i colori. Ma dove sono finita?

Mi sento circondata da pagliacci ma si sa: gli adolescenti vestono quasi tutti allo stesso modo. Un'altra cosa da prendere e mettere da parte, insieme al ritardo per la partita alla play.

Devo dire che infondo non mi costa nemmeno molta fatica, soprattutto perchè Matti mi sta regalando uno dei suoi soliti sorrisi-stendi-Giada.

Mi rendo sempre di più conto che lo amo proprio per il bambinone che è. Mi sono davvero fregata da sola.

“Auguri amore!” Mi schiocca un bacio sulle labbra cingendomi i fianchi. Lo adoro. “Dobbiamo andare a prendere il tuo regalo perchè ieri me ne sono dimenticato...” Aspettate, cos'ho appena detto? Mi correggo, lo odio.

Annuisco visibilmente delusa, lui mi prende per mano iniziando a trascinarmi per la via. “Dai piccola, ti piacerà!”

Sorrido: forse non è così grave, infondo lo stiamo andando a prendere insieme. È comunque una cosa carina no?
Scorgo Grillo che ci segue trascinando i piedi. Non l'ho ancora sentito pronunciare una parola, ma non mi stupisce più di tanto.
No, aspettate un momento: ci sta seguendo?

“Ma viene con noi?” sussurro piano all'orecchio di Mattia.

“Oh si scusa amore, mi sono dimenticata di dirtelo! Ma vedi mi ha chiesto se potevamo vederci e mi dispiaceva dirgli di no...”

Fantastico! Ci mancava il suo amichetto che ci segue a prendere il regalo per il NOSTRO anniversario. Ma non si sente proprio mai di troppo quello?

“Sei arrabbiata?” deve aver notato la mia espressione perchè mi si para davanti impedendomi di continuare a camminare.

“No...” No, figurati! Sono solo talmente incazzata che potrei prenderti la testa e sbattertela contro il muro per una decina di volte.

Punta i suoi occhi verdi nei miei. Ok, vuole proprio farmi morire: maledizione, conosce ogni mia debolezza!

“Ascolta, so che non è come ti saresti immaginata ma... mi farò perdonare, promesso!”

Accenno un piccolo sorriso. Inutile, non riesco proprio a resistergli se mi guarda a quel modo. Lo odio, ve lo giuro. Eppure è la cosa più bella che mi sia mai capitata. Lo amo.

“Grazie!” Sorride il bimbo e mi schiocca un altro bacio sulle labbra. Lo ripeto, sono fregata.

Riprende a trascinarmi mentre inizia una discussione calcistica con Grillo. Ma non sanno parlare d'altro? Sospiro pensando all'album chiuso nella borsa. Spero non dovrò farlo vedere anche all'amichetto, la cosa mi imbarazzerebbe non poco.

 

“Scegli quella che preferisci amore!”

Ve l'ho mai detto che lo amo? Desidero una piccola fedina più o meno da quando ho scoperto cosa fosse un fidanzato. A volte quando ero più piccola rubavo quella di papà che mamma teneva nel cassetto e me la mettevo. Mi faceva sentire più grande e responsabile, per me era qualcosa di solenne: era come se mi sentissi in dovere di proteggere un amore che però ancora non conoscevo.

Non fino a quel momento. Ero felice come lo ero la notte di Natale a 6 anni. Mi sentivo come se tutto stesse diventando più concreto, come se quello non fosse solo il mio sogno. Era la prima cosa solo e davvero nostra.

Lo guardai con gli occhi che luccicavano puntando il dito contro la più semplice di tutte. “Quella!”

Lui mi guarda stranito. Ok, sembrava una fede vera, ma era d'argento! Io la volevo così: semplice come l'amore che provavo per lui.

Alla fine annuisce con un sorriso. Vi giuro che non mi è mai sembrato così bello. Non è vero, lo è sempre, ma oggi è diverso. Mi sembra più mio del solito.

Ci sta pure facendo incidere i nostri nomi e la data di quando ci siamo messi insieme! E Grillo non ci ha neanche seguiti nel negozio, meglio di così non potrebbe andare!

Usciamo e io quasi saltello per la felicità osservando le fedine che entrambi indossiamo già.

“Gri, mi offri una siga?”

Ok, odio quando fuma ma per oggi passa. Sopporterò la puzza di fumo di entrambi se necessario, mi basta continuare a stringere la sua mano.



Entro in salotto quasi in punta di piedi. È seduto sul divano e guarda concentratissimo Studio Sport. Questo ragazzo è di una banalità assurda!
Mi avvicino lentamente sedendomi accanto a lui posando le mie gambe sulle sue e mostrandogli la ciotola ricolma di fragole che mi ero portata dalla cucina.

Lui mi guarda appena: le fragole, il mio corpo, il completo intimo che appena mi copre. Si gira di nuovo, quasi a fatica, verso la tv.

Fingo di ignorarlo, prendo la panna spray e ci ricorpro la prima fragola. Un piccolo morso e questa volta lo vedo girarsi, incrocio il suo sguardo con aria innocente, lui borbotta qualcosa e sbuffando si volta di nuovo cercando di sembrare impassibile.
Metto ancora un po' di panna sull'ultima fragola e lecco lentamente quella che stava rischiando di colare sul divano. Il suo piede che inizia a tamburellare sul pavimento.

Sorrido divertita. “Ti sei mai reso conto di quanto sia perfette le fragole con un po' di panna? Entrambe dolci, ma la panna ne ammorbidisce un po' il sapore, senza nulla togliere al succo che ti riempe la bocca dopo il primo morso.”

Questa volta non si gira, borbotta ancora e vedo che si morde piano il labbro.

Mi avvicino al suo orecchio, sussurrando. “Le adoro. Morbido e succoso, forte e delicato. Sono un connubio perfetto.” assaporo un altro piccolo morso.

“Vuoi farmi impazzire...” poi mi guarda e quel suo sguardo così intenso quasi mi trafigge.

Io sorrido ancora mentre do l'ultimo morso alla fragola, mi sposto verso le sue labbra e sento il suo respiro caldo sul mio viso.

“Ne vuoi una?” sussurro.

“Preferirei qualcosa di meglio...Te” poi, impaziente, mi stringe a sé e mi bacia, facendomi stendere delicatamente sotto il suo corpo.

Giada 1 – Calcio 0.

 


Giada 1 - Calcio 1. Palla al centro.

Avete presente quando vi crolla il mondo addosso? Era una sensazione che non provavo da troppo tempo ormai.

Credevo di essere felice. Lo credevo, ma forse mi stavo solo accontentando.

Ora sono qui, sul balcone, che lo osservo mentre se ne va.

Abbiamo cenato insieme, abbiamo fatto l'amore. Stiamo insieme da un anno, un buon traguardo no? Un giorno importante. Ma forse solo per me. Infondo appena i suoi amici gli han chiesto di fare una partita a calcetto ha accettato senza chiedere il mio parere, quasi fosse una ripicca per avergli fatto interrompere il suo programma preferito.
Eppure pensavo gli fosse piaciuto.

Mi sento stupida eppure lo sto guardando andare via senza dire nulla. Lo saluto piano con la mano e lui sorride, ma per la prima volta il suo sorriso non mi scioglie. Mi sento solo ancora più stupida.

Si è pure dimenticato il mio regalo: lo vedo con la coda dell'occhio appoggiato sul divano. L'abbiamo sfogliato insieme, abbiamo riso guardandoci, ha detto che era bellissimo. Eppure se l'è dimenticato.

Mi sento completamente svuotata, come se mi fossi appena risvegliata da un sogno e non riuscissi ancora a capire quale sia la realtà. Io, lui e la nostra storia? O lui, i suoi amici e ogni tanto io?

Sentivo di non far parte della sua vita, di esserne completamente estranea.

Com'è possibile che io mi sia fatta così facilmente abbindolare da uno come lui? Sono bella, intelligente, sensibile, simpatica... un sacco di gente me lo ripete almeno una volta al giorno eppure, alla fine, con chi mi ritrovo? Con un essere così superficiale, infantile e che ha l'unico pregio di essere bello da impazzire.

Ero una ragazza così semplice e genuina un tempo, ora mi ritrovo ad essere come quelle ochette che non escono con un filo di trucco e starnazzano per il centro agitando una borsetta ovviamente di marca.

Mi sono buttata via per lui, sono cambiata completamente e cosa ho ottenuto? Si, stiamo insieme ma non sarebbe così se io portassi ancora gli occhiali e qualche chiletto in più. In un anno mai un “ti amo”, solo qualche coccola e qualche “ti voglio bene” tiratogli fuori a forza.

Mi sono umiliata per una persona che molto probabilmente non mi noterà mai davvero e che molto probabilmente conosce il mio corpo meglio del mio nome. Mi sono umiliata e me ne sono resa conto solo adesso, quando ormai è troppo tardi per tornare indietro, quando ormai appartengo completamente a lui.

Non so come ci sono finita ma mi ritrovo con solo l'intimo addosso seduta sulle fredde piastrelle del balcone, lui se n'è andato e sono certa che non tornerà indietro a preoccuparsi se in qualche modo mi ha ferita. Sono qui seduta da sola e sento le lacrime scendere incessanti come non facevano da tanto tempo ormai.

Mi sento una bambina mentre assaporo il mascara che mi cade sulle labbra, è amaro e per la prima volta dopo anni non mi preoccupo di risistemarlo. Lascio che quel disgustoso sapore mi bagni la lingua ancora un po', per ricordarmi della maschera che mi ero costretta ad indossare per tanto, troppo tempo.





Ok, breve capitoletto per farti intuire almeno minimamente cosa accadrà. Io l'avevo detto che l'amore di semplice non ha proprio nulla. :(
A quante di voi è capitato quello che è capitato a Giada? A me sfortunatamente si. Non è durata così tanto ma si, è successo... Ve beh, si impara dai propri errori!
Speriamo che per Giada le cose si sistemino!
Detto questo è ufficialmente iniziata la storia di Giada e Mattia. Come andrà a finire? Non lo so nemmeno io :D
Un abbraccio e grazie a tutti!

 

 
  
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