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Autore: Dragonfly1234    30/04/2014    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Simon, seduto in metropolitana, guardava il suo riflesso nel finestrino del vagone.
Era lo stesso da sedici anni ormai.[...]
A Simon piaceva guardare la gente, immaginare le loro vite: nomi, posti, figli e partner. Era un modo come un altro per di occupare l'eternità.
Che dire... se vi incuriosisce leggete
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'ISTITUTO

 

Sono nessuno! E tu?

Sei-nessuno- Anche tu?

Allora siamo in due!

Emily Dickinson

 

 

Un quarto d'ora dopo erano difronte ad una chiesa diroccata.

I vecchi gargouille di pietra grigia la fissavano con un'espressione arcigna e minacciosa, il prato era marcio e sembrava non essere tagliato da anni, ogni cosa fosse fatta di metallo era arrugginita grazie intemperie. Dal cancello retto a malapena dai cardini, pendeva un cartello macchiato dallo smog che vietava l'accesso all'edificio.

“Che posto...” stava per dire carino in tono sarcastico ma la sua bocca si fermò dallo stupore.

I cancelli erano tornati solidi, robusti e in metallo lucente, il marmo della chiesa risplendeva sotto il sole del primo pomeriggio e i gargouille sembravano meno inquietanti, quasi belli. “...magnifico!” finì la frase Matty, con aria trasognata.

Simon suonò il campanello, che Matty notò solo quando sentì il ragazzo parlare col citofono.

“Sono Simon” il cancello si aprì e i due ragazzi si avviarono verso il portone, attraversando il bel prato verde tagliato all'inglese.

Quando entrarono si ritrovarono in quella che una volta doveva essere stata la navata principale della cattedrale.

Al centro della stanza li aspettavano due uomini. Il primo alto e slanciato, con capelli nerissimi e occhi di un blu intenso come il mare, aveva le braccia ricoperte di spessi marchi neri. Marchi che parlavano di amore, pace, forza. Matty li sentiva parlare. Il secondo leggermente più basso del primo, ma altrettanto magro e slanciato, con i capelli tendenti al blu e il viso dai tratti orientali.

“E' un po' che non ci vediamo Simon, cosa ti porta qui?” disse cordialmente l'uomo coi capelli blu “E perché non ci presenti la tua amica?”

“Loro sono Alec Lightwood e Magnus Bane, i direttori dell'Istituto” li presentò Simon, indicandoli “E lei è Matty Casper”

I due uomini parlarono all'unisono.

“Molto piacere” disse Magnus. “Cosa ci fa lei qui” esordì Alec, scontroso.

Simon esibì un leggero sorriso al comportamento di Alec “Ha la Vista, pensavo potrebbe interessarvi” ed effettivamente gli interessava, perché gli occhi di entrambi gli uomini brillarono per un momento.

“Che cos'ho?” chiese Matty leggermente confusa.

“Vedi mai qualcosa che gli altri non vedono?” le chiese Magnus, immancabilmente gentile “Oppure qualcosa che prima era in un modo e improvvisamente cambia sotto i tuoi occhi?”

Matty si sentì cadere una palla da bowling sullo stomaco. Anni di immagini gli si riproposero davanti.

“Si, ci sono i Posseduti...”

“I che?” la interruppe Alec.

“E' il suo modo di chiamare i demoni” spiegò Simon.

“Okay, ci sono i demoni, come quello con cui abbiamo combattuto prima...”

“Avete combattuto contro un demone?” disse Alec, rivolto a Simon. “Si, dopo ti racconto, ma adesso falla finire.”

“Va avanti, Matty” la incoraggiò Magnus.

“Poi ci sono gli uomini bosco...”

“Uomini bosco?” dissero i tre in coro.

“Sì, hanno capelli fatti di fiori e foglie e la pelle colorata.”

“Si chiamano fate.” la corresse Alec, un po' disgustato.

“Okay, vedo i demoni, le fate e a volte anche alcuni uomini dalla pelle rossa o violacea”

“A quelli non hai dato uno stupido nome?” la canzonò Simon.

“Ignoralo” la rassicurò Magnus “Quelli che hai visto erano ifrit, stregoni senza poteri.”

“Bene, vedo tutto questo e poi pochi minuti fa ho visto questo edificio tramutare da vecchia chiesa diroccata a magnifica cattedrale”

“Mi pare ovvio, caro, che la ragazza abbia la Vista” disse Magnus ad Alec.

“Da quanto vedi queste cose?”

Matty sospirò “Da sempre.”

“Alec, forse è meglio farla cambiare: il sangue di demone potrebbe ustionarle la pelle se trapassa i vestiti. E mi sembra che il suo polso abbia una brutta angolazione” Matty abbassò lo sguardo sul punto indicato da Simon: effettivamente il suo polso era gonfio, non se ne era neanche accorta.

“Posso fasciarglielo” disse Magnus.

“Certo. Poi dalle dei vestiti di Agnes, sembra avere più o meno la sua stessa taglia. Ci vediamo fra mezzora in biblioteca. Ci sono un po' di cose di cui dobbiamo parlare.” disse Alec “ Intanto, Simon, raccontami del demone”

 

Magnus guidò Matty una grande stanza bianca con un po' di letti attaccati alle pareti e scaffalature piene di strani contenitori.

“Questa è l'infermeria.” la informò Magnus vedendola un po' spaesata. “Siediti”.

Magnus si mise seduto di fronte a lei con delle garze e prese a fasciarle il braccio, intanto Matty osservò meglio la stanza. Sulle pareti erano incisi simboli simili a quelli che Alec aveva tatuati sul corpo, ma questi parlavano di guarigione, salute e benessere.

“Magnus, cosa sono quei simboli?”

“Rune. Ognuna di loro ha un significato e un ruolo preciso. Provengono dal Libro Grigio. Hanno delle proprietà. Se hai bisogno di forza applichi una runa. Sei ferito? Applichi una runa di guarigione e tutto si ripara e rimargina.” Magnus le sorrise mentre le avvolgeva il polso nelle garze.

“Quindi perché non applichiamo una runa al mio polso?”

“Perché non sappiamo ancora cosa sei, e se tu fossi una mondana non sopporteresti la potenza delle rune e moriresti fra i dolori più atroci” Matty rabbrividì.

“E' normale che io le riesca a leggerle? Le rune, intendo.”

“Forse.” Magnus sospirò “Dobbiamo prima parlare con Alec”

“Non sembro essergli molto simpatica”

“No. Ma non ti preoccupare: ad Alec irrita chiunque intralci la sua routine ma poi diventa più tollerante.” L'uomo le fermò la fasciatura con dei gancetti e si battè una mano sulla gamba. “Fatto, raggiungiamo gli altri”

Magnus la guidò per i lunghi corridoi dell'istituto e la condusse in biblioteca, Alec e Simon erano già nella stanza, il primo seduto dietro una grossa scrivania di legno lavorato e il secondo appoggiato al caminetto e giocherellava con un pugnale.

“Come va il polso?” le chiese Simon posando l'arma.

“Bene, era solamente un po' gonfio”

“Siediti” le ordinò imperioso Alec e lei si adagiò su una poltrona di pelle. La biblioteca era enorme, anch'essa come l'infermeria piena di rune. I libri erano impilati su grosse scaffalature di legno scuro e grosse teche di vetro esponevano armi come quella che aveva Simon e altri oggetti di strana manifattura.

“Raccontaci un po' di te” la incoraggiò Magnus e Matty pensò a quelle sedute per alcolisti. Ciao. Mi chiamo Matilde Casper e sono qui perché vedo cose assurde. Tutti in coro: Ciao Matilde. Era molto tentata di fare la battuta ma aveva lo strano presentimento che non era l'occasione adatta e che nessuno l'avrebbe capita.

“Fate delle domande precise, non so cosa dirvi altrimenti.”

“Hai detto che vedi il mondo nascosto da sempre. Come si chiamano i tuoi genitori?”

“Jennifer e Bill Casper. Ma se pensate che loro vedano come me vi sbagliate. Sono persone assolutamente normali.”

“Come fai ad esserne sicura?” la intimò Alec con un'espressione sprezzante.

“Perché sono stata adottata.” il viso di Alec mutò. Il suo disprezzo diventò pietà. Proprio la cosa che odio. Anche Magnus e Simon abbassarono la testa, imbarazzati.

“S-sai per caso qualcosa sui tuoi genitori naturali?”

“No. Mia madre è andata in un' orfanotrofio di suore a partorire e mi ha lasciato lì una volta venuta al mondo. Le suore mi hanno detto che probabilmente era francese, o di origine francese, perché durante il parto imprecava in quella lingua. Mi ha lasciato solamente questo ciondolo.” tirò fuori dalla maglietta una collanina a cui era appeso un cerchietto con dentro un uccello del paradiso.

“Alec, perché mai una Cacciatrice dovrebbe abbandonare il proprio figlio? Non è nella nostra cultura!” chiese scioccato Magnus.

“Ma è in quella dei mondani.” spiegò Simon.

“Ha ragione, Simon. Potrebbe anche solamente avere la Vista, ma non sangue di Nephilim” disse Alec.

“Io non ho detto questo.” negò Simon “Io ho detto che è nella cultura dei mondani dare in adozione, non ho mai negato che potrebbe essere una Cacciatrice. Il sangue di Nephilim prevale su tutto.”

“Non sono molti i Cacciatori che vanno con i mondani” disse Alec con disprezzo.

“Cosa abbiamo che non va?” chiese Matty alzando un sopracciglio, irritata.

“Nulla.” rispose Alec non troppo convinto. “Comunque è meglio che ci lasci il ciondolo. Così io e Magnus potremo fare una ricerca.”

“L'ho vista combattere, Alec, è veloce e ha buoni riflessi. Non è da mondani.”

“Io sono ancora qui!” disse lei scuotendo una mano e i tre si voltarono. “Da quando sono arrivata non ho capito assolutamente niente. Ho risposto alle vostre domande, fidandomi. Ora potreste spiegarmi?”

Alec sospirò “Io sono un Cacciatore. Combatto i demoni, e tu hai la Vista. Puoi vedere il mondo nascosto e leggere...”

“ Le rune.”

“Si. Ma non sappiamo ancora se possiedi solamente la Vista o se tu sia una Cacciatrice. Il fatto che tu sia adottata non ci rende sicuri.”

“E non c'è un modo per scoprirlo?”

“Sì” disse Alec “I Fratelli Silenti. Loro ti leggeranno dentro e scopriranno chi sei.”

“Quando li potrò vedere?”

“Ci vorranno un paio di giorni”

“Allora abbiamo un problema.” tutti e tre la guardarono interrogativi “ I miei genitori non saranno molto contenti che la loro adorata figliola si sia slogata un polso. Dobbiamo inventaci una scusa.”

 

Magnus le aveva dato dei vecchi vestiti di una giovane Cacciatrice che viveva sotto la custodia dell'Istituto. Nelle due ore che aveva passato nell'edificio aveva scoperto che i Nephilim rimasti orfani vivevano negli Istituti, che erano situati nelle più grandi città e, ovviamente, visibili solamente a chi possedeva la Vista. L'Istituto era gestito da Magnus e Alec e con loro vivevano due ragazzi: Agnes Laddove, la ragazza a cui appartenevano i vestiti e che aveva la stessa età di Matty, e Cale Minimarket.

“Grazie. Per avermi riaccompagnato a casa” disse Matty a Simon all'interno della macchina.

“Dovere.” rispose lui “Ci doveva pur essere qualcuno a riportarti a casa, dopo che ti sei slogata il polso “scivolando” accidentalmente su del succo di frutta” sghignazzò Simon alla scusa che avevano inventato.

“Fossi in te accetterei le scuse e starei zitto, visto che in teoria il succo era il tuo”

“Tua madre mi perdonerà per averti fatto inciampare, so essere terribilmente affascinante”

“Non lo metto in dubbio, ma come farai con mio padre?”

“Mi dovrò impegnare molto, ma sono abbastanza sicuro di riuscire anche con lui.”

Matty rise. “E a cosa è dovuta tutta questa sicurezza?”

“Dal fascino da vampiro”
“Dai, Simon non prendermi in giro”

“Non ti sto prendendo in giro”

“Simon...” Matty si bloccò quando vide i canini spuntare dalle gengive del ragazzo. In circostanze diverse avrebbe reagito urlando dal panico, ma dopo aver passato il pomeriggio a combattere demoni e a scoprire l'esistenza di fate e stregoni, nulla la scioccava più. “Okay, okay... ti credo!”

Simon sorrise, senza canini, sollevando solo un lato della bocca.

“Si va in scena”disse parcheggiando vicino a casa di Matty nel Upper East Side.

Sua madre la salutò appena entrarono “Tesoro cosa ti è successo alla mano?”

“Nulla mamma, sono scivolata su del succo di frutta e mi sono storta un polso.”

“Dobbiamo portarti in ospedale...”

“Calmati! Mi ha già fasciato il padre di una ragazza” Spero di mentire meglio di quanto penso, altrimenti siamo fregati.

“Bene, non mi presenti il tuo amico?”

“Piacere, Simon. Ho dato un passaggio a Matty.” la ragazza sentì lo sguardo di sua madre pesarle mentre si guardava gli anfibi a fiori. I suoi genitori non avevano una grande idea dei passaggi da altre persone.

“Non ti preoccupare non disturbi. Vuoi bere qualcosa?” disse Jennifer. Se fingo come fa la mamma allora non crederà a mezza parola che ho detto.

“Devo proprio andare, se arrivo a casa tardi per cena sono nei guai con mamma” disse Simon richiudendosi la porta alle spalle. Gentile da parte sua ficcarmi nei guai e poi scappare.

Per un momento Matty si chiese se Simon tornasse davvero a casa per la cena da sua madre. Era un vampiro e, per quanto ne sapeva lei, poteva anche avere dei secoli.

“Hai accettato un passaggio da uno sconosciuto?”

“Non è uno sconosciuto” O almeno non lo è da un paio d'ore

“Sai come la pensiamo io e tuo padre”

“Si è solamente preoccupato e ti assicuro che guida benissimo”

“Va bene, assodato che quel ragazzo... come si chiama? Samuel?”

“SIMON”

“Okay Simon, assodato che guidi bene, potevi almeno avvisarci che eri caduta!”

“Mi hanno subito portato dal padre di una mia amica, fa il medico!”

“Chi è? Lo conosco?”

“No! E' di un'altra sezione!” Stava davvero improvvisando? “Ti preoccupi troppo!”

“Ti sei slogata un polso!” Se faceva tutte quelle storie per un polso le sarebbe venuto un infarto a sapere che aveva combattuto contro un demone!

“Guarirà in un paio di giorni!” Sua madre la guardò esasperata e Matty capì che la sfuriata era finta e se ne andò nella sua camera.

La accolse il familiare profumo di carta misto al deodorante per ambiente al tè nero.

Mandò un messaggio a Simon :

 

Grazie per avermi lasciato nei guai! Fammi sapere quando potrò vedere i Fratelli Silenti.

 

Poco dopo arrivò la risposta del ragazzo:

 

Ti ho già salvato da un demone, non potevo anche salvarti da tua madre! Sento Alec e Magnus e poi ti so dire.

Buonanotte xxx P.S. Sono offeso, non hai trovato uno strano nome anche per noi creature dotate di canini?

 

Matty lo mandò a spendere e poi finì i compiti. Con tutto quello che era successo non li aveva fatti e lei non aveva la fortuna di studiare all'Istituto! Dopo aver riposto i libri nello zaino si mise a letto e crollò in un sonno profondo.














Ooooookay, mi scuso profondamente per il ritardo ma questo stupido efp mi diceva che non avevo nuovi messaggi quindi pensavo che nessuno mi avesse cagato pari la storia e invece... siete poche ma buone e vi amo <3
Fede

  
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