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Autore: solonely182    01/05/2014    2 recensioni
La storia è ambientata a Poway, California, nel 1991. La sedicenne Josie, citata dai Blink in una loro canzone, è appena tornata in città pronta per un nuovo inizio e per il liceo, dove conoscerà successivamente Mark e Tom, amici da sempre.
Ho cercato di rendere la ff quanto più reale possibile (origini dei Blink, canzoni per data e altri avvenimenti). Tratta anche tematiche piuttosto delicate che fanno parte dell'adolescenza sia dei protagonisti che in generale.
Per il resto è la mia prima ff (siate davvero clementi) e spero vi piaccia!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Come mi aspettavo, il primo giorno di scuola, si trasformò nel Mar Rosso al passaggio di Mosè, le conversazioni si facevano sottovoce, gli sguardi traboccavano di imbarazzata simpatia e tutti mi fissavano come se tra le braccia stringessi un cadavere.
La prima ora avevo chimica, come entrai nell’aula, trovai quasi tutti i banchi già occupati.
Infondo ce n’era rimasto qualcuno libero, scelsi l’ultimo che dava sul muro.
 Appena mi fui sistemata un uomo arrivò in classe, poggiando una miriade di fogli sulla cattedra riuscì a catturare la completa attenzione di chiunque.
Infatti, non pareva un insegnante per il suo aspetto, era molto giovane e i capelli scuri erano in contrasto con gli occhi molto chiari.
-La Signorina Jefferson è in maternità, quindi quest’anno sarò un vostro docente, ora…- le sue parole furono stroncate violentemente da qualcuno che bussò alla porta.
-Avanti- annunciò infastidito.
La porta si aprì e poggiato sullo stipite, c’era un ragazzo, aveva un volto completamente animato dagli occhi azzurri.
-Scusi il ritardo- fece lui rimanendo sulla soglia, aveva l’aria divertita.
-Si accomodi, ma che non si ripeta più. Soprattutto nelle mie ore. Ha capito?- non lo disse con severità, ma piuttosto con un tono neutrale.
Il ragazzo annuì e poi si sedette proprio davanti a me.
Il resto delle ore passarono in un alone confuso e qualche minuto prima del suono della campanella sgusciai nel corridoio.
Subito mi diressi verso la mensa, dove Lux mi stava aspettando.
Mi sedetti dinanzi a lei e cominciammo a parlare del più e del meno.
-Ehi, ciao- una voce mi fece trasalire mentre Lux addentava il suo panino.
Era il ragazzo che era entrato in ritardo, ma non ricordavo il suo nome.
Assieme a lui c’era anche Rick.
-Hai per caso preso appunti su quello che ha detto il Signor Deaver?- continuò.
Non potei fare a meno di notare ancora una volta gli occhi azzurri, incorniciati da ciglia tanto lunghe e folte, che sembravano ammiccare ogni volta che sbatteva le palpebre.
-Ah sì, la relazione tra gli infiniti- confermai sfilando un foglio dai libri che avevo poggiato sul tavolo.
-Ascolti gli U.L?- chiese osservando il pezzo di carta su cui oltre ad aver scritto le formule avevo anche scarabocchiato qualche disegno e canzone.
-Oh, sì- cercai soffocare una risata per l’imbarazzo.
Fece un sorriso a trentadue denti, come se possedesse uno scintillio tutto suo, poi tornò a fissare i miei appunti.
Lux mi lanciò un’occhiata.
-Non ci capisco niente. Non perché non sia chiaro, ma la scienze non è il mio forte- spiegò sbuffando.
-Oh beh, è semplice: quando hai un infinito composto da più infiniti, l’unico infinito che conta è quello più potente, o meglio quello di ordine superiore- sperai di non essergli apparsa impacciata.
Rimase in silenzio per qualche secondo riflettendo su ciò che gli avevo appena chiarito.
-Ma è una cazzata- commentò lui.
-A quanto pare-  replicai sorridendogli.
Solo in quel momento mi accorsi che sia Rick che il ragazzo si erano accomodati al nostro tavolo.
-Ah, lei è Lux, la mia sorellastra, e lei è Josie- ci presentò Rick.
Lux alzò la mano come per salutarlo, io invece mi limitai a fargli un sorriso sghembo.
-Io sono Mark- aveva un sorriso folgorante.
Improvvisamente si girò distratto da qualcosa e Lux ebbe l’occasione per tirarmi un calcio.
-Finalmente, non vi trovavo- annunciò una ragazza sedendosi affianco a Rick.
Aveva i capelli biondi che le scendevano fino al petto, il viso lentigginoso e gli occhi verdi.
Non ci aveva degnato di uno sguardo.
-Mark non capisce un cazzo di scienze- commentò Rick ridendo.
-Hoppus, non mi meraviglio- fece lei, imitando probabilmente qualcuno poiché aveva scatenato le loro risate.
-Stefan? Non è venuto?- intervenne Mark dopo aver ripreso fiato.
-Gioca a football- aggiunse lei alzando gli occhi al cielo.
-Loro sono Lux e Josie- dichiarò Mark.
-Ciao, piacere Minerva- replicò in tono freddo e distaccato.
-Sì, ma per tutti è semplicemente Mini- spiegò Rick.
Lei lo fulminò.
-Merda, devo andare. Ho le prove con le altre tra dieci minuti- esclamò acida scattando in piedi.
Rivolse il saluto solo a Rick e Mark, ci squadrò un’ultima volta e poi si allontanò.
-Che antipatia- scappò a Lux.
-Non ti preoccupare, è solo questione di tempo- le chiarì Mark.
-Ah sì certo- commentò scettica.
-Scusala, è una principessa e odia chi le manca di rispetto- la provocò Rick.
Lux gli fece una boccaccia che lui ricambiò con altrettanta simpatia.
-Questo fine settimana Liv Romance fa una festa- comunicò Mark facendo prigioniera la nostra attenzione.
-Le sue feste sono sempre una palla- sostenne Rick con aria seccata.
-Beh, hai programmi migliori?- replicò lui.
Rick sbuffò.
-Oh, ovviamente voi siete invitate se vi va di venirci, così almeno potremo farvi conoscere gli altri- ci propose lui.
Lux non gli diede nemmeno il tempo di finire che aveva già dato la conferma.
 
 
Capitolo due andato, ovviamente non ho finito di presentare tutti i protagonisti, ciò verrà fatto nel terzo capitolo e la storia finalmente prenderà forma.
Alla prossima, un abbraccio c:
  
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