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Autore: Juuri    01/05/2014    2 recensioni
Quelli più importanti sono attimi eterni, strappati da momenti finiti.
Consapevolezza - L'amava da sempre.
Paura - Paura era non conoscerla davvero e non avere l'opportunità di farlo.
Crescita - Lily bramava l'amore, James nell'amore non credeva.
Domani - E speri che un domani ci sia.
Buon compleanno - Sa che il tempo volerà in fretta.
Lasciarsi amare - A lei piaceva il silenzio.
Perfezione - La consapevolezza improvvisa e inaspettata che l'amore non nasce, ma cresce.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Crescita.

Lily era sempre stata importante, per lui. Lo era nelle notti in cui raggiungeva i sogni e in quelle dove non riusciva a dormire; nella luce dell'alba e nel tenue sopraggiungere della notte. Lo era nelle lezioni, nelle partite di Quidditch, in quei pensieri che diventavano parole e in quelle frasi che si trasformavano in lettere. Nei fiumi di idee che avrebbe voluto scrivere su di lui e a cui non aveva mai dato vita, perché scrivere sarebbe stato ammettere, e l'ammettere che James fosse il protagonista di ogni suo pensiero sfiorava il fare un passo azzardato, un punto di non ritorno, un salto nel vuoto.
James era diventato importante, per lei. Nel rincuorarsi di vederlo arrivare, nell'attesa di sentirlo ridere, lui che aveva la risata contagiosa, nelle sue frasi maliziose e nelle battute scappate dalle labbra, negli occhiali che, distratto, con l'indice spingeva verso l'alto, nei sorrisi ambigui, nel terrore di una guerra e nell'immaginazione di un futuro a cui molti non riuscivano a pensare, a cui tanti altri non sarebbero più riusciti.
Lui era l'azzardo, il punto di non ritorno; lui saltava nel vuoto un giorno sì, e l'altro pure.

Lily amava perdersi nelle giornate di pioggia, perché la trovava poetica, ed era ammaliata dal suo costante tintinnio contro la finestra della Sala Comune. Le piaceva il rumore del fuoco nel camino e la neve che si posava, lenta, sulla finestra. E quando i pensieri della guerra sfiguravano quel fuoco, aumentandolo, e nella sua mente prendevano vita le immagini di un'Hogwarts divorata dalle fiamme, lei chiudeva gli occhi, stringendoli forte, e di tanto in tanto scuoteva la testa, quasi quel gesto potesse allontanare quelle idee. Sapeva che non si potevano scrollare da lei con un semplice movimento del capo, ma ci provava ugualmente.
A James, invece, piacevano le giornate assolate, quando sembrava quasi che il giardino fosse suo, suo e di quei tre ragazzi ch'erano la sua famiglia e che, ovunque fossero, catturavano sempre l'attenzione – e non poco frequenti erano i loro scherzi, grandi nella bravura quanto nella fama. Gli piacevano le tempeste di grandine, gli uragani con la loro forza, il rumore del vento in lontananza, provocando il solletico alle foglie della Foresta Proibita; la notte, il suo mantello, complice di un segreto che conoscevano solo i Malandrini, unica estranea consapevole dell'esistenza di Prongs.
Lui non si perdeva mai nei pensieri della guerra, perché non sarebbe servito a nulla. Sapeva che Hogwarts non sarebbe mai crollata, così come sapeva che avrebbe combattuto per reggerla in piedi, fino al suo ultimo respiro. Perché James era un Grifondoro, in ogni sua sfaccettatura.

A Lily piacevano i vestiti, come tutte le ragazze, ma era soggiogata dal pudore di indossarli, che svaniva solo quando un'Alice decisa e quasi irritante la costringeva – ma alla fine costrizione non era, quanto più diffidente accondiscendenza e voglia d'essere convinta. E così erano iniziate le prime feste, sebbene le trascorresse nei suoi angoli tranquilli, tra le chiacchiere con Mary e una vaga, stramba invidia nei confronti di chi, in pista, si divertiva tranquillamente – con quella sfacciataggine che non le apparteneva, e che spuntava fuori solo in date circostanze; circostanze ambigue, come ambiguo era il suo sorriso. E lei impiegava il tempo nell'osservare i presenti, e nemmeno si accorgeva d'essere alla ricerca di qualcuno.
James trascorreva il tempo a guardarla, mai stanco e sempre più stupito di quanto potesse essere bella; ed era un gioco che lo vedeva vincitore in partenza, quello di trovarla tra la folla – giacché mai lei sarebbe sfuggita alle sue attenzioni, divenendone ed essendone vittima e carnefice. E quella volta la scorse alla svelta, perché lei, alla feste di quel genere, v'andava solo perché era costretta. Ed era bella, bellissima nel suo vestito bianco, nei capelli raccolti in boccoli disordinati, nell'attenzione che suscitava negli altri e nella gelosia che divampava in lui, quando coglieva qualcuno a guardarla. E lei, nel contempo, restava lì, a chiacchierare, ignara di ciò che scatenasse, in lui, la sua presenza.

Lily bramava l'amore, ma si ostinava a non ammetterlo, immaginando, invece, quello dei libri, in baci rubati e dolcezza sommessa. Amava l'amore e le passeggiate e le carezze, sebbene non cedesse alla tentazione di provarlo con chi di avance non gliene sottraeva, e lo delineava senza averlo mai assaporato – perché, talvolta, il primo amore non è realmente tale, e l'ultimo diventa il primo. Le scivolava, dunque, tra i pensieri, e diveniva racconti che sempre sarebbero stati suoi, rinchiusi nei cassetti e sprofondati nelle valigie, che narravano di una lei e di un lui in cui, vagamente, si rivedeva, e in cui cercava di associare un volto a quel lui tanto atteso. Perché, in fondo, era romantica Lily. Sognava sempre, trascorrendo le ore del sonno che tardava ad arrivare e che svaniva troppo presto nel pensare ad ogni cosa: i paesaggi, il cielo notturno, il sole che cedeva il posto alla sua gemella, che talvolta giungeva insieme alle sue compagne, quelle stelle che tanto le piacevano. Immaginava spesso come fosse strana l'idea di amare qualcuno sopra ogni cosa, e sperando lei stessa di riuscirci, un giorno.
James nell'amore non credeva. Non ne definiva la forma, non ne assaporava le parole, non scriveva né immaginava quali sensazioni potessero trasmettergli. Non era molto più che un gioco adolescenziale, in sostanza. Non era stato molto più di questo per molto tempo. E come ogni cosa attesa e che attende, quel tempo giunse alla fine. Nell'alba di un giorno e nel tramonto di una sera, in una corsa di sette anni e in una maturazione più profonda di quanto gli altri si fossero realmente accorti. Lo stesso James, in realtà, non se n'era accorto; ai Malandrini, invece, non era sfuggito. E i suoi gesti mutarono, divennero minuziosi, accurati, l'avventatezza utilizzata non più per gli scherzi in cui era tanto bravo, ma per incuriosirla, per sorprenderla, per sentirsi rifiutare ancora una volta e riprovare, riprovare, riprovare.

Lily cedette, accondiscendente, e i suoi “no” si trasformarono da rifiuti a istigazioni, alle quali lui ricambiava con un sorriso divertito e un'occhiata maliziosa, ed entrambi erano il ritratto dell'allegria - e di qualcosa più sottile, meno conosciuta ed infinitamente presente: James, a quegli sguardi, si sentiva felice. Quando avvertiva la sensazione di essere osservata, durante le lezioni, sapeva già in che direzione volgere la testa, e formava quel suo sorriso genuino, trasparente; conosceva il colore scuro, caldo, degli occhi che avrebbero accolto i suoi, ma non sapeva come i suoi ridessero, a volte, ancor più delle labbra. Divenne un rituale abituale trovarlo ad aspettarla fuori dalla classe, e offrirsi di portarle i libri, con quella stessa offerta che, negli anni, lei aveva rifiutato; perché, in fondo, era sì un Malandrino, ma in pochi avrebbero saputo dire quanto fosse gentile.
James vide i suoi giorni assumere il colore del rosso e del verde, dei sorrisi di lei e delle sue parole; gli piaceva quando, tra i corridoi, gli raccontava delle sue giornate, e lui l'ascoltava, prestandole quell'attenzione che nessun'altra aveva mai avuto. E quando si chinava per baciarla, lei s'alzava sulle punte; sebbene non avesse più bisogno di coglierla di sorpresa, le abitudini restavano, e i baci rubati erano quelli più belli, la sua espressione sempre più divertita dal suono indistinto di sorpresa che le sfuggiva. E, inconsapevolmente, James assunse le sfumature di quell'affetto che Lily aveva sempre cercato.
E se è vero che lui le fece conoscere l'amore – paradossalmente irreale, la conoscenza di qualcosa che non si sa di possedere -, lei gl'insegnò a comprenderlo a sua volta.

  
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