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Autore: Respiro_di_Primavera    02/05/2014    5 recensioni
"-Ripetilo se ne hai il coraggio.
-Non ho provato nulla...- sussurrai a pochi centimetri dal suo viso
e lo vidi alzare un sopracciglio, mentre le sue mani mi accarezzavano.
-Allora perché hai la pelle d'oca?
-Sono bloccata qua fuori in piena notte, con solo un asciugamano
e i capelli bagnati: ho freddo.
-Risposta errata, Kiss.- sorrise, sollevandomi il mento con le sue dita calde
e lasciandomi un lieve bacio nell'incavo del collo aggiunse -Ma se hai freddo,
non ti preoccupare. Ci sono qua io e ti prometto che ti scalderò per tutta la notte,
se me lo permetterai..."
Jess è una ragazza che nasconde tutta se stessa dietro a una maschera
ed è diventata tanto testarda da credere che quella ormai sia la sua vera faccia.
Finché non arriva qualcuno a farle vedere che dentro di lei c'è molto di più...
Questa è la prima storia che pubblico in assoluto, quindi la vostra opinione
è importante per migliorarmi! ;)
Avverto che è tratta da un sogno e che presenta elementi non veritieri, di mia invenzione.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Opposites and Luxuries 


 
La musica riecheggiava fino in strada, mentre l’auto dei ragazzi si infilava nell’enorme parcheggio
davanti alla villa da cui partivano fasci di luci colorate che squarciavano il cielo buio della notte.
-Carino qui…- si sporse dal finestrino Zayn, insieme al biondino con gli occhiali da sole (notare: erano
le nove e trenta di sera e lui si aggirava tranquillamente con gli occhiali scuri come se fossimo al mare…a
quanto vedevo non era solo il fattore travestimenti a renderlo strano).
Il fatto che la villa di Marco fosse un po’ fuori città e fosse enorme quasi quanto quella dei cinque imbucati
non giocava a loro favore, perché si sa che più una persona possiede, più pretende di volere tutto ciò
che ancora non ha.
E Marco era esattamente così, i miei non l’avevano mai visto di buon occhio, ma io me n’ero fregata,
come sempre se dovevo dirla tutta, finché non avevo capito che lui era esattamente, se  non peggio,
di tutti gli altri.
-Allora, scendiamo? O vuoi far aspettare ancora un po’  il tuo amico?- la voce di Louis mi fece tornare alla
realtà e notai che tutti gli altri erano già scesi e stavano aspettando solo noi.
Le sue mani scivolarono sulla cintura di sicurezza per aprirla, ma io lo trattenni un attimo facendo intrecciare
le mie dita con le sue. I suoi occhi chiarissimi mi osservarono attentamente, mentre lui corrugava la fronte.
-Senti Louis…- iniziai, senza ben sapere cosa dirgli o come sbrogliare la matassa dei miei pensieri –Non
farti ingannare da ciò che vedrai, ok?
Lui aprì lievemente la bocca, preso in contro piede dalla mia richiesta, probabilmente senza capire il nesso,
ma sapevo che una volta dentro sarebbe riuscito ad arrivarci da solo.
-Ehi, voi due vi muovete o no?- aprì di scatto la portiera Harry, mentre vedevo dietro di lui sporgersi
anche una nervosa Isa che mi aspettava vicino a Liam.
Slacciai la cintura e scivolai fuori, con l’aria fredda della notte che mi pungeva le gambe nude
e il respiro trattenuto di una persona che sa perfettamente a cosa andrà incontro.
Presi sottobraccio la mia migliore amica confusa e insicura su quei tacchi vertiginosi che non era abituata a
portare e avanzammo seguite dai ragazzi verso la villa in piena festa, dove la ragione e le regole non
sapevano cosa fosse, dove valeva solo un’unica legge: quella del divertimento sfrenato, incurante se dopo si
sarebbe vomitato l’anima o…peggio.
Stavamo per entrare nel regno notturno di Marco, quel posto in cui lui era il re e io ero stata la sua regina;
dove ci eravamo conosciuti, dove avevo dimenticato chi fossi ed ero divenuta una delle tante ombre folli e
pronte ad autodistruggersi che alimentavano l’anima dannata delle sue feste.
E ora, che stavo facendo?
Stavo portando la mia migliore amica, la ragazza più dolce, ingenua e tranquilla che conoscessi, la parte
migliore di me, a conoscere la parte peggiore di me stessa. Mi fermai davanti al cancello aperto, mentre già
qualcuno mezzo ubriaco si era appostato per intercettare carne fresca. Strinsi a me Isa e lanciai un’occhiata
a chi mi aveva preso a sua volta sottobraccio, come a volerci difendere: Liam. Quel ragazzo era davvero
l’unico che sapevo potesse essere una vera e propria difesa per la mia migliore amica.
-Ti devo chiedere una cosa…- mormorai al suo orecchio, mentre avanzavamo verso l’immensa porta di
entrata già spalancata e da cui proveniva musica, urla, risate e altro, che iniziava a coprire le nostre voci.
-Dimmi.- annuì serio.
-Sta vicino a Isa e fa in modo che non le succeda niente, ok? Lei non conosce questo genere di posti…
-E a te chi pensa?
-Ci penso da sola a me stessa- tagliai corto, districandomi dalla presa sua e di Isa e esibendomi in uno dei
sorrisi più falsi, ma anche meglio riusciti, della mia vita, aggiungendo ad alta voce –Divertitevi ragazzi! Isa
rimani con Liam, mentre io vi precedo, ok?-
Lei fece per aprire bocca, ma io corsi avanti fermandomi sulla soglia, facendo un respiro profondo prima di
immergermi in quel mondo fatto di fumo e di lussuria. I corpi che si strusciavano uno su l’altro, seguendo
ritmi e gemiti, mani vogliose e rudi che afferravano avide…
Mi feci largo sollevando le braccia e muovendole sensualmente verso l’alto, chiudendo gli occhi e sapendo
che al mio passaggio la folla si sarebbe aperta lentamente in un corridoio che mi avrebbe condotta da Lui.
Mi osservai intorno con gli occhi socchiusi e sorrisi, scoprendo che era successo esattamente
ciò che mi aspettavo.
Marco mi guardava, seduto sulla sua poltrona nera, la poltrona del re (era sempre stato egocentrico e
tendente ai simbolismi) e mi stava studiando con il mento appoggiato a una mano, circondato da un gruppo
di amici, tra cui intravidi una chioma di capelli corvini proprio seduta sul suo bracciolo, con le lunghe
gambe ambrate lasciate scoperte da un vestitino aderente e quasi inesistente di un fantastico verde smeraldo.
Come la pelle di un serpente, come gli stessi occhi di quella ragazza che mi fissava con una scintilla strana,
una scintilla che ai miei occhi poteva solo essere d’invidia, ma sperai di sbagliarmi.
Chi sarebbe stata tanto folle da essere invidiosa di me?
Ah, già.
Lei.
Assurdo che tutto questo fosse successo proprio a causa sua.
Quindi se tutto era a causa sua, ero ben felice di suscitare la sua invidia e di poterci giocare.
Sorrisi, ancheggiando ancora per qualche passo verso di loro e Marco sollevò un angolo della bocca in
un sorriso accennato, prima di farlo scomparire quando notò che andavo dalla parte opposta, verso il
piano rialzato del soggiorno che era stato adibito come una pista da ballo sopraelevata.
Vi salii con gesti sinuosi, sapendo di avere gli occhi di tutti puntati su di me, come quella volta, come la
prima volta. Sollevai le braccia e iniziai a ballare sensualmente, muovendo il corpo in gesti morbidi e
provocanti.
Qualcuno si affiancò a me, prendendomi per la vita e iniziò lo spettacolo.
Il cervello si era scollegato a forza, la musica era tutto ciò che sentivo, come l’eccitazione che ispiravo
e gli occhi di fuoco di Marco che non lasciavano il mio corpo, seguendomi, desiderandomi.
Come gli occhi brucianti d’invidia e di rabbia di Lucia.
Sorrisi, mentre delle labbra mi baciavano il collo nudo, e altre mani si aggiungevano alle prime.
Qualcuno mi accarezzò le cosce scoperte e io lo respinsi facendolo cadere a terra e allontanando anche
gli altri, con uno sguardo duro e per niente divertito.
Non sopportavo le persone che davano per scontato certe cose e poi io non ero una puttana.
Ero solo la regina.
Qualcuno fischiò eccitato, altri batterono le mani e gridarono il mio nome, mentre facevo un inchino,
lanciando un’occhiata a Marco, divertito, e scendevo in direzione degli alcolici.
Alcool, fumo, sesso, divertimento.
Queste erano le feste a cui ero abituata, che mi avevano sedotta, a cui ormai ci avevo fatto l’abitudine.
In questo genere di posti ti dovevi abituare a essere così, o eri forte e sicura, nascondendo le paure e
rendendoti conto che niente sarebbe durato, o soffrivi e finivi per essere schiacciata.
Per fare una brutta fine, in bagno a farti qualunque cosa che possa renderti leggera e farti entrare nel gruppo.
Afferrai l’ultima bottiglia di Jack Daniels e ne tracannai un lungo sorso, se dovevo comportarmi come se
fossi la ragazza di Marco, almeno speravo di non essere abbastanza lucida da capire che stavo facendo o,
almeno, da fingere di volerlo anch’io. Presi da un piccolo vassoio qualche chicco d’uva e mi voltai indietro
appena sentii le sue mani sui miei fianchi, esibendomi in un espressione compiaciuta.
-Ciao baby, sei in ritardo.- mi guardò contrariato e io gli sorrisi accarezzandogli una guancia con un chicco
d’uva per poi portarglielo in bocca.
Le sue labbra piene e carnose si schiusero accogliendolo, per poi sorridere appena.
-Ma sono qui- sussurrai a un suo orecchio, accarezzandogli le spalle.
-Lo sento…- sorrise, leccandomi il collo –E ti sei divertita prima, eh?
Scrollai le spalle, avvicinandomi alle labbra la bottiglia di Jack, ma lui me la sfilò e ne bevve un sorso:
-Stai ancora giocando?
-Tu che dici?
-Dico che hai un bellissimo vestito, ma staresti meglio senza…
Trattenni il respiro, mentre le sue mani si infilavano sotto il leggero tulle, e prendeva tra i denti il mio labbro
inferiore, per poi succhiarlo. Le mie mani gli accarezzarono i muscoli scolpiti, mentre lui mi faceva aderire
al muro con la schiena.
Stavamo dando spettacolo, a Marco piaceva dare spettacolo, far vedere a tutti che ero sua, che poteva fare
ciò che voleva, che se ne fregava di tutto e di tutti.
La sua mano si infilò nei miei slip, facendomi gemere e aggrappare alla sua schiena, mentre le sue dita
danzavano e si muovevano con voracità nella mia intimità, dentro di me.
-Vuoi giocare?- mi sussurrò, con voce roca e suadente, sentendomi sussultare a ogni movimento.
Mi trattenni dal dire di sì, perché lui voleva giocare con il mio corpo, non con me, e anche se ero umana, non
avevo alcuna intenzione di cedere, di cadere di nuovo nel suo inganno.
-Ti piace, eh? Beby, sei tutta bagnata…
Mi sforzai di staccarmi e di scostarlo, per riprendere fiato e sorridergli.
Dovevo allontanarmi da lui, sapevo che non dovevo più lasciarmi trascinare, eppure non avevo scelta, ero lì
perché lui voleva che fossi lì, non era stata una mia scelta e se un tempo avevo pensato che con lui sarei
potuta essere libera, ora mi accorgevo che mi ero chiusa in una gabbia.
-Giochiamo.- mi leccai le labbra, passandomi una mano in modo provocatorio sui fianchi –Trovami e farò
tutto quello che vuoi-
Lui mi studiò, accarezzandosi la bocca con un dito e annuì, avvicinandomi di nuovo e baciandomi con
trasporto, forte, rude, come solo lui sapeva fare.
Senza l’ombra di dolcezza.
Mi staccai e scivolai tra la folla, cercando di diventare un ombra, scappando dal mio cacciatore, perché in
realtà quel gioco non era qualcosa che mi avrebbe potuto salvare.
Nessuno poteva salvarmi.
Le scelte sbagliate erano da sempre le uniche scelte che avevo fatto.
Corsi nel corridoio che portava alla taverna, per poi scendere le scale e ritrovarmi sola, in un posto buio e,
sperai, al riparo. Sicuramente lui aveva pensato che sarei andata nella sua camera da letto, o in una delle
tante stanze al piano di sopra.
Tastai la parete fino a trovare l’interruttore, ma nel toccarlo, sentii una mano accarezzare da sopra la mia e
trattenni il fiato, maledicendomi. Mi aveva trovata, probabilmente, non mi aveva lasciato il tempo per
allontanarmi e mi aveva seguita subito.
Ma, almeno, se fosse successo qualcosa, sperai che il buoi lo disorientasse e che mi lasciasse fare a me,
per una volta. Almeno niente torture, niente dolore fisico per provare piacere.
Niente giocattoli strani per umiliarmi.
Ripercorsi il braccio avvolto da una camicia (o così mi sembrò al tatto) e gli accarezzai il collo,
avvicinandolo lentamente a me e baciandogli il mento, la mascella, il pomo d’Adamo leggermente in
evidenza, per poi prenderlo per i capelli e stringerlo verso di me, baciandolo con forza, sapendo che mi
avrebbe sorriso, e forse mi avrebbe lasciata fare, senza dover soddisfarlo con le sue strane voglie.
-Mi hai presa…- sussurrai al suo orecchio, prendendolo per il colletto della camicia, e facendolo sedere
dove sapevo c’era il divano di pelle.
Le sue mani mi accarezzarono i fianchi e io gli morsi lievemente la guancia facendolo sussultare, per poi
iniziare ad aprire la sua camicia. Fece per parlare, ma gli infilai una mano nei pantaloni e le sue parole
divennero un gemito.
Non dovevo lasciargli il tempo di trovare la lucidità necessaria per invertire le posizioni, avrei fatto in fretta
e poi sarei potuta tornare a casa, senza lividi o altro.
Le sue mani mi accarezzarono lievemente i fianchi, per poi scivolare sulla mia schiena e accarezzarmi i
capelli, in modo strano, come non aveva fatto mai prima.
Le mie mani si fermarono, mentre io cercavo di guardarlo, confusa.
Non era da lui quel genere di gesto, non era affatto da lui trattarmi in quella maniera o, anche solo, toccarmi
quei punti del corpo invece che altri.
Poi i miei pensieri furono interrotti da un bacio, un paio di labbra sulle mie che mi accarezzavano con
delicatezza, chiedendomi accesso con la lingua e ottenendolo con qualche incertezza. Le nostre lingue si
sfiorarono timidamente, dolcemente, per poi prendere un ritmo più eccitante, più passionevole e lasciarmi
senza fiato.
Non avevo mai baciato nessuno in quella maniera prima di quel momento e, certamente, non era Marco il
ragazzo con cui ero sdraiata in quello stesso istante.
Poi lui si staccò e mi fece scivolare su un lato, alzandosi di scatto e correndo via.
Rimasi ferma, al buio, con gli occhi chiusi e il suo sapore sulle labbra, chiedendomi chi fosse lo stronzo che
se n’era andato senza neppure darsi la briga di dirmi chi fosse.
Lo avrei ucciso! 
Ma prima dovevo scoprire chi fosse…
 
 
 
 
 



POV. ISA


 
Avevo guardato Jess scomparire in mezzo la folla, spaventata, avevo cercato di seguirla, ma Liam mi
aveva trattenuta, guardando Louis e Harry cercare di seguirla tra la folla.
-Questa non è la festa che mi aspettavo…- lo sentii dire, osservando il clima scuro e provocante, le
ragazze mezze ubriache che cadevano su quei tacchi a spillo, i ragazzi che le toccavano e si lasciavano toccare…
In quel posto la decenza non sapevano neppure cosa fosse, Jess aveva avuto ragione a dirmi che non era
un posto per me. Qualcuno mi prese dentro, facendomi quasi perdere il precario equilibrio che già
possedevo su quei cosi, ma qualcuno mi salvò in tempo.
-Tranquilla, ci sto io con te – mi sorrise Liam, accarezzandomi una guancia.
-G-grazie…- arrossi, mentre vedevo il biondo mettersi tra i capelli gli occhiali da sole
e mettersi a posto la maglietta.
-Sapete se c’è qualcosa da mangiare in giro?
-Niall, lì c’è il buffet, ti seguo, così prendiamo da bere…volete qualcosa voi due?- ci chiese Zayn,
seguendo l’amico.
-Una birra e…
-Un bicchiere d’acqua naturale, grazie!- risposi mestamente e tutti e tre, mi guardarono, confusi, poi Niall
scrollò le spalle e si trascinò via Zayn, ancora sconvolto.
Mi guardai intorno, e mi irrigidii vedendo la mia migliore amica esibirsi su una specie di palco circondata
da dei ragazzi:-Oh mio Signore…no!
Liam mi guardò confuso e poi seguì il mio sguardo, sgranando gli occhi.
-Non sto vedendo davvero quello che la mia immaginazione si sta inventando, vero?
-Purtroppo credo di sì, a meno che la tua e la mia immaginazione si siano messe d’accordo…
Il ragazzo assunse un’espressione severa e cercò di infilarsi nella folla, ma lo trattenni, conscia che Jess si
sarebbe solo incazzata, lo stava facendo perché era l’unica cosa da fare: cioè comportarsi come se niente
fosse, perché se no Marco l’avrebbe picchiata. Per una volta avrei voluto essere io quella forte di noi due e
riuscire a difenderla, anche se ero sempre io ad essere difesa.
Liam mi guardò e sospirò, accarezzandomi una guancia:-Hai ragione, si incazzerebbe e io infrangerei la
promessa che le ho fatto…
Non c’era bisogno che gli chiedessi di cosa si trattasse, entrambi sapevamo l’unica cosa di cui importava
davvero alla mia migliore amica.
-Certo che tu e lei siete molto diverse…come fate ad essere amiche?
Mi passai una mano sulla spalla scoperta e sospirai, chiedendomi se avrei dovuto raccontargli tutto:
-Ecco…Jess non è sempre stata così. Anzi, lei non è affatto così, ma lo è diventata… Come se ci fossero
due Jess, il problema è che l’altra si nasconde e non esce più fuori. Soprattutto…dopo…
-La morte della sua famiglia, capisco…- annuì il ragazzo, con una faccia dispiaciuta.
-Lei è molto di più di quella – affermai, convinta, indicando la ragazza che si muoveva lì sopra -Lei è
davvero…diversa.-
-Speciale…- annuì tra se e se Liam, per poi grattarsi imbarazzato la testa –Cioè, l’ho notato da subito e
non voglio dire che…ehm…io non….-
-Ecco la birra e l’acqua per la principessa!- sorrise Niall, salvandolo inconsciamente .
Liam  sorrise, mentre prendevamo posto su un divanetto libero e Zayn si buttava nella mischia divertendosi.
Niall si sedette tra noi due e iniziò a parlare, facendo sciogliere l’imbarazzo di prima e facendoci ridere.
Jess aveva esagerando, a me sembravano dei ragazzi comuni, divertenti e spensierati come tutti noi, solo
che facevano un altro mestiere non molto comune, ma per il resto…erano come  qualsiasi ventenne.
-Ehi, ma…Harry e Louis?- si accorse Zayn, tornando per bere un sorso del suo drink.
-Non lo sappiamo, hanno cercato di seguire Jess e non sono più tornati…
-Vado a cercarli, ho visto Jade, prima, con un tipo che non mi piace per niente…- contrasse lievemente la
mascella e rimasi stupita nel vederlo così preoccupato per lei.
-Marco…- sperai che non stesse succedendo quello che temevo…
-Quello stronzo le ha messo le mani in mezzo alle gambe…- continuò Zayn, e io vidi Liam irrigidirsi e
scattare in piedi.
-Dov'è?
-Non lo so, l’ho persa tra la folla…
-Non Jess, quel tipo, dov'è?
-Mi pare che sia andato da quella parte….
-Niall, sta con Isa e tienila d’occhio.- disse con voce autoritaria, prima di immergersi  nella follo
tumultuosa, lasciandoci attoniti e preoccupati.
-Forse è meglio se lo seguo…- gli corse dietro Zayn.
Io e Niall ci guardammo negli occhi, preoccupati, poi lui si strinse nelle spalle e mi porse il piatto che
aveva portato dal buffet pieno di pizzette:
-Ne vuoi una?
Strinsi lievemente tra le dita la borsetta e poi cedetti, mangiandone una e sorridendogli.
Aveva due occhi così belli, luminosi come l’oceano.
Ne rimasi incantata e anche lui non riusciva a distogliere lo sguardo, facendosi più vicino e accarezzandomi
una guancia con delicatezza.
-Certo che tu e Jess siete l’una l’opposto  dell’altra…- mi sorrise e io arrossii, incapace di dire qualsiasi
cosa, se non fare sì con la testa.
-Ti va di ballare?
Il mio assenso fu automatico e lui mi prese per mano, conducendomi tra quei corpi assetati di strusciarsi con
altri, ma con me non accadde. Niall creò come un cerchio intorno a me, impedendo a chiunque di frapporsi
tra noi, di anche solo sfiorarmi di striscio, c’era solo lui a proteggermi.
Sorrisi imbarazzata, appoggiandomi al suo petto e respirando il suo profumo, mentre lui mi accarezzava la
schiena con dolcezza.
Lo sentii sorride tra i miei capelli e io, di riflesso, feci lo stesso.
Non avevo mai provato niente del genere…
 
 
 
 
  

 
 
 
 
*****ANGOLO AUTRICE*****
Ciao a tutte ragazze!
Allora questo capitolo è un po' particolare...
Ditemi cosa ne pensate! Per me è davvero
importante, perché non mi convince molto, ma...
Vorrei farvi delle domande:
-Secondo voi chi è il ragazzo misterioso che ha baciato Jess?
-Il carattere di Jess è ben definito o ci sono delle lacune? 
-Cosa ne pensate di Isa? 
E poi...questo capitolo secondo voi com'è? 
Grazie per aver letto fino a qui!
Cercherò di aggiornare presto, ma in cambio vorrei che recensite altrettanto presto!
Un grosso abbraccio
Respiro_di_Primavera ;)




 
  
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