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Autore: Ameezy    02/05/2014    1 recensioni
Tratto dalla storia: "-La bella vita, a volte, è farsi male, sorridere perchè si ha visto dolori in ogni suo particolare.- disse il bel fustacchione a pochi, decisamente pochissimi, passi da me. In quel momento realizzai che lui aveva compreso tutto, senza nessun margine d’errore. E non restava che interrogarmi sul come ciò poteva essere accaduto."
Se vi ha stuzzicato un minimo questo stralcio della storia vi invito calorosamente a leggerla. Grazie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: PWP | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo Secondo: Il Boss.

Venne il giorno dell’incontro. Chris, come previsto, era di nuovo in forma. Ero leggermente tesa per via della convocazione, speravo con tutta me stessa che non fosse successo nulla di grave e che il Capo non venisse a sapere della faccenda ‘Tyson’. Joe era sereno, come al solito. Non si preoccupava mai di niente, a volte mi chiedevo se provasse emozioni, ma subito scacciavo questi pensieri meschini dalla mia mente. Infondo gli volevo bene.

Scendemmo dalla macchna e subito ci vennero incontro due uomini vestiti di blu scuro che ci fecero cenno di seguirli. Obbidimmo. Arrivammo sul retro di un condominio a prima vista squallido, si fermarono ai lati di una porta di emergenza alquanto arrugginita: segno che dovevamo entrare. Percorremmo il tetro corridoio che conduceva ad una porta illuminata dalla fioca luce di un neon. L’aprimmo. Ci ritrovammo in uno scantinato faccia a faccia con il Boss che era seduto su una poltrona in pelle marrone palesemente consumata. Joe fece qualche passo in avanti, io e Chris lo seguimmo a ruota. Ora eravamo a pochi metri dal Capo.

Il Boss era un uomo sulla cinquantina, perennemente con un sigaro in bocca. Aveva il capo ormai privo di capelli, essi esistevano solo sulla sua nuca e sopra le orecchie ed erano di colore nero tendente al grigio, gli occhi erano due fessure piccolissime che riuscivano a trasmettere inquietudine anche in occasioni di felicità. Era abbastanza robusto, sembrava quasi che la cintura stesse per saltare da un momento all’altro. Al suo fianco non poteva mancare il suo braccio destro Dan, una sottospecie di mastino senza cervello e tutto muscoli il cui compito era stare costantemente attaccato al Capo proteggendolo anche a costo della propria vita. Al contrario Dan era molto alto e se non avesse avuto tutti quei muscoli da palestrato parrebbe anoressico, aveva occhi azzurri misti al grigio, tanto che sembravano di vetro, questi non facevano trasparire alcuna emozione. In certi versi poteva assomigliare ad un automa.

-Ecco la mia squadra preferita! Ragazzi siete sempre in perfetta forma voi.- disse elogiando il nostro aspetto fisico, tutto il contrario del suo... Ci limitammo a sorridere.

-Ad ogni modo...- riprese - vi ho convocati per parlarvi di una questione molto delicata.-

Stavo sudando freddo. Per quale cazzutissimo motivo non sputava il rospo? Avevo le mani intrecciate dietro la schiena che si torturavano a vicenda per l’eccessivo stress.

-Non voglio fare tanti giri di parole quindi andrò subito al dunque.- fece un tiro e continuò -Dopo questo week-end dovrete collaborare con un membro della nostra compagnia altrettanto in gamba quanto voi. Ho fissato un incontro per stasera, così potrete conoscervi.- il suo tono non ammetteva repliche.

-C-cosa?- chiese Chris leggermente scioccato dalla notizia.

-Hai capito bene Evans. Il collega del ragazzo in questione ha partecipato ad una gara clandestina di macchine, verso la fine della corsa è stato coinvolto in un incidente. E’ morto sul colpo.- spiegò con un pizzico di amarezza nella voce. Avrei potuto giurare che quelle piccole fessure che possedeva al posto degli occhi stavano diventando umide. O-H-M-I-O-D-I-O: il Boss era sull’orlo di un pianto. Infondo ci teneva ai componenti delle sue gang...

Si ricompose e continuò a parlare: -Sospettiamo che tra le automobili che gareggiavano nella gara ci sia stata quella di un kamikaze appartenente alla SWAT.- sputò con rabbia il nome della nostra principale gang nemica. A differenza di tutte le gang di Los Angeles noi siamo un enorme gruppo formato da piccole gang. E’ per questo che, in città, abbiamo più potere di qualsiasi altra gang. Anche per questo motivo tutti ci vogliono soffiare il ‘podio’ e vorrebbero essere al nostro posto.

-In questo modo Sam- molto probabilmente si stava riferendo al ragazzo con cui ci saremmo dovuti incontrare sta sera -correrebbe il rischio di essere eliminato da parte della SWAT. E io non voglio che lui stia da solo neanche per una frazione di secondo, è un membro importante degli Irons.- in tutto il tempo trascorso negli Irons non avevo mai sentito il Capo rivolgersi alla nostra ‘compagnia’ in terza persona, gli dava un tocco di sentimentalismo che apparentemente non possedeva.

-Quando e dove?- chiese inaspettatamente Joe riferendosi all’incontro che si sarebbe tenuto questa sera.

-Sunset Beach, alle 22:30. Ci sarà anche una missione, una di quelle semplici e sbrigative, giusto per mettere alla prova il vostro spirito di squadra dopo aver ottenuto un nuovo collega. Dan vi darà le informazioni necessarie al compimento della missione.- disse il Boss facendo un gesto con la mano come per dire al suo braccio destro di consegnarci il fascicolo contente i dati della nuova missione, dopodichè ci congedò con un augurio di buona fortuna.

Arrivati a casa ognuno di noi lesse attentamente la cartellina che ci era stata consegnata. Guardai implorante Joe e Chris, ma non servì a nulla.

-Mi spiace, ma lo sai come sono fatti questi compiti. Quando volevi entrare nella squadra noi ti abbiamo avvertito di tutti i rischi e pericoli che avresti potuto affrontare.- disse malinconico Joe. Gli dispiaceva davvero, lo si leggava dai suoi occhi diventati improvvisamente cupi. Per l’ennesima volta avrei dovuto fare la parte della gatta morta, cosa che non mi si addiceva proprio, e come se non bastasse c’era il nuovo componente: non volevo fare la figura della troia davanti al nuovo ragazzo, volevo essere presa seriamente, non ero di certo una ragazza facile io. Avrei cercato di fare una buona figura nel parcheggio dove ci saremmo incontrati per la prima volta e lui avrebbe iniziato ufficialmente a far parte della squadra.

-Va be’ non importa, ormai ci sono abituata.- dissi, ma mi maledissi immediatamente. Avevo dimenticato quanto questo facesse male a Joe, lui non voleva che facessi la parte della zoccola, ma sapeva che era l’unico modo per avere successo nella missione. Istintivamente lo abbracciai e mi diressi verso le scale per prepararmi all’incontro.

Dopo una decina di minuti passati a pensare su cosa fosse meglio indossare in quelle circostanze optai per un paio di pantaloncini neri di semipelle e un top avorio dove erano disegnate delle rose nere intersecate l’una all’altra, mi misi una collana dorata molto spessa e abbastanza pesante e a quello abbinai dei bracciali dello stesso tipo. Il dilemma più grande erano le scarpe, decisi di indossare qualcosa di comodo: le mie amate Converse alte con tanto di borchie dorate, in modo che richiamassero la collana e i bracciali. Per il trucco scelsi di utilizzare soltanto mascara, matita,  che usai solo nella parte interna dell’occhio, e del correttore per coprire le imperfezioni. Lascai i miei capelli biondo paglia sciolti, le punte azzurre che tanto amavo davano un tocco di colore all’outfit. In seguito mi osservai bene allo specchio e decretai che ero finalmente pronta.

 
Ehy pipol, ho finalmente aggiornato lol non picchiatemi perchè vi ho fatto aspettare così tanto
Alour, so che questo capitolo è noioso, ma serve per far capire come si incontrano Skyla e X (che sicuramente avrete capito di chi si tratta)
Perchè Skyla ha così tanta paura di fare una brutta figura davanti al nuovo arrivato?
Almeno una recensione riesco ad avercela? pliz.
Cia' belle al prossimo capitolo c:
  
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