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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    03/05/2014    4 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Naruto continuava a respirare inalando profonde e frenetiche boccate d'aria. Non che stesse avendo un malore o altro, sperava solo che ogni espirazione gli alleggerisse quell'oppressione nel petto. Peccato che il sistema non funzionasse, adesso proprio nulla sembrava servire a togliersi di dosso quella sensazione di shock che non se ne andava più. Di solito, quando era alla guida, sapeva muoversi con un controllo molto naturale, mentre adesso aveva i nervi così a fior di pelle che in ogni movimento tutti i suoi istinti erano sbagliati: più di una volta, durante una ripartenza, aveva accidentalmente innescato la terza marcia invece della prima, finendo per fermarsi in mezzo alla strada; anziché prendere una svolta, era andato avanti senza accorgersene e l'aveva saltata, costretto quindi a raggiungere una rotatoria un chilometro più avanti per tornare indietro; inoltre, si era infilato in una strada che, benché avesse due corsie, era in contromano. Se avesse avuto ancora dietro le volanti a inseguirlo, in quelle condizioni gli sarebbe bastato poco per fare una cavolata che gli sarebbe costata l'arresto.
Decidendo che non poteva continuare così, accostò a bordo della carreggiata, fermandosi sotto un cavalcavia. Calmò i respiri agitati, cercando di riprendere almeno un po' la padronanza di sé, si rese conto che la testa sudava copiosamente. Strofinò gli occhi ma ancora aveva l'impressione di vedere continuamente quel bagliore arancione che gli era rimasto sulle retine come un flash fotografico sin da quel momento... da quando la Aston Martin rovesciata era esplosa in un boato fiammeggiante che lo aveva accecato.
Da quando aveva visto Neji morire.
"Merda... merda...!"
Neji era morto. Aveva visto la sua auto scontrarsi e finire per aria, capovolgersi e poi prendere fuoco. E Neji ci era morto dentro.
Che avrebbe fatto ora? Come avrebbe trovato il coraggio di andare da Hinata e dirle quello che era successo?
Tutto si poteva aspettare da quella serata... ma che arrivassero anche quelli di Alba a seminare vittime fra le strade, per di più con il sorriso sulle labbra, questo no. Come se l'assassinio di quella donna di cui lui e Karin erano stati testimoni non fosse stato già abbastanza sconcertante! Ah già, senza contare che ora Alba aveva preso di mira pure suo fratello Nagato. Troppe emozioni nell'arco di una sola sera e il peggio era che una parte di quelle gli toccava condividerle con Hinata.
Dovette farsene una ragione. Riaccese il motore e tornò in strada, rassegnato alla prova che gli toccava sostenere. Del resto, le aveva promesso che l'avrebbe raggiunta a casa sua non appena si fosse messo in salvo, sarebbe dovuto andare lì e spiegarle tutto anche qualora gli venisse in mente di evitarlo. Riuscì a percorrere tutta la strada fino all'attico sulla baia con un po' più di ritrovato autocontrollo, ma con un gravoso peso sul cuore. Quando fu arrivato ed ebbe oltrepassato il viale fra gli alberi che portava alla baia, nel parcheggiare davanti al muretto sulla spiaggia vide che la Sunny Dawn non c'era.
<< Non è ancora tornata? >>
La cosa lo preoccupò. Scendendo dall'auto, prese il cellulare dalla tasca e vide che il display mostrava più di dieci chiamate perse negli ultimi tre quarti d'ora, nove delle quali erano di Hinata e le restanti tre di suo padre. Si era agitato così tanto da non essersi accorto di tutte quelle telefonate? Anche loro due dovevano essersi chiesti che fine avesse fatto lui e avevano provato a contattarlo, di certo era il caso di provare a richiamarli. Tuttavia, quando si accinse a far partire la chiamata per Hinata, guardò verso l'attico e si accorse che le luci di dentro erano accese.
Se l'auto della ragazza non c'era, come faceva a esserci qualcuno in casa? Volendo togliersi questo dubbio, andò direttamente a suonare alla porta di casa. Sentì un leggero rumore di piedi nudi sul pavimento che si avvicinavano, finché ad aprirgli non fu proprio Hinata.
"Hinata-chan! Stai be...?"
Nemmeno il tempo di preoccuparsi delle sue condizioni che la ragazza lo abbracciò di getto non appena lo vide. Tanta subitaneità indusse l'Uzumaki a pensare che fosse stata davvero parecchio in pensiero per lui, se l'abbracciava in quel modo.
"Tranquilla, tranquilla." provò a calmarla "Sono qui, è tutto a posto."
Non tanto a posto, in realtà. Se pure aveva potuto rassicurarla su di lui, non poteva fare altrettanto per quel che riguardava Neji.
"Naruto... oddio... Naruto-kun..."
Stava piangendo. La esortò gentilmente a scostarsi per guardarla in faccia, costatando che aveva davvero gli occhi e il viso arrossati per via di un pianto che ancora continuava. Solo guardandola, si sentì il cuore trafitto: quello era il pianto di qualcuno che sapeva. Glielo lesse negli occhi, lei ne era già al corrente. Ma come?
Sentì delle voci provenire da dentro casa, non di quel tipo che indicavano la presenza di qualcuno, provenivano chiaramente da un apparecchio elettronico.
<< Oh, cavolo... >>
Oltrepassò Hinata e andò dentro, mosso da un pessimo presentimento. Come aveva immaginato, il televisore era acceso ed era sintonizzato sul notiziario regionale che stava trasmettendo un servizio in diretta. A giudicare dal titolo della scritta scorrevole, la notizia riguardava le corse spericolate che quella notte erano avvenute in città. Proprio ora la cronista stava finendo di parlare in un servizio in cui veniva raccontato il ritrovamento dei resti distrutti e bruciati di una Aston Martin bianca, con dentro il cadavere carbonizzato della persona che si presumeva fosse alla guida al momento dell'incidente.
"Maledizione..."
I media non avevano perso tempo a buttarsi a capofitto come degli squali non appena avevano fiutato odore di notizie. Adesso Naruto capiva perché Hinata fosse stata tanto in apprensione per lui. La ragazza si era avvicinata per vedere il resto della trasmissione e, quando questa fu terminata, si lasciò cadere sulle gambe, crollando a piangere in modo struggente e senza conforto, gridando il suo dolore.
Anche se alla fine non era più stato costretto a dirglielo di persona, Naruto non ne fu comunque per niente sollevato. Era venuta a sapere della morte di Neji, sì... ma nel peggiore dei modi, mentre la notizia veniva sbandierata in pochi minuti su tutti i notiziari del Kanto.

L'ultima volta non aveva piovuto, mentre adesso il tempo aveva voluto metterci del suo per rendere il tutto più malinconico, come se un cimitero non lo fosse già abbastanza, con quel gruppo di persone vestite di nero e riparate sotto un tetto di ombrelli del medesimo colore. Non avendone uno suo, Naruto aveva dovuto trovare riparo dal brutto tempo sotto un albero, anche se questo non era del tutto il vero motivo per cui non si univa al gruppo di luttuanti. Semplicemente, non se ne sentiva parte. Da quel che Hinata gli aveva detto, sapeva che gli Hyuga possedevano almeno un terzo del terreno di quel cimitero per seppellire le salme dei componenti della famiglia. Infatti, tutti i presenti alle esequie che si stavano svolgendo erano Hyuga, che fossero fratelli, cugini, nipoti o zii... i parenti di Hinata-chan erano alquanto numerosi. Anche la ragazza era fra loro e, se lui non faceva un po' di attenzione, quasi finiva per confonderla con gli altri familiari. Per tutta la processione ebbe occhi più per lei che per chiunque altro o per il feretro in cui era contenuto Neji (o quel che di lui non si era carbonizzato del tutto), osservò come avesse l'aria di provare più tristezza del resto della famiglia che si era imposta maggiore compostezza.
Quando la bara fu calata nella fossa e questa fu infine riempita, ponendo termine al funerale, la calca Hyuga si sciolse per la maggior parte, solo un esiguo gruppo di persone rimase ancora per qualche momento davanti alla lapide. Una donna vi si soffermò insieme a Hinata, abbracciava la ragazza e ne condivideva il cordoglio; Naruto la riconobbe come la madre di lei, ricordandola da qualcuna delle foto viste a casa sua. Dopo che le due donne si separarono, Hinata cercò di dare conforto a un'altra ragazza che, sin dalla fine delle esequie, non aveva smesso di versare fiumi di lacrime.
<< Che idiota che sono... >> perché se anche la ragazza di Neji, Tenten, si era potuta aggregare al funerale, significava che non si era trattata di una cerimonia così strettamente privata per la famiglia, avrebbe potuto prendere parte anche lui da vicino se solo lo avesse capito prima. Anche se ormai era finita, decise comunque di avvicinarsi, pur esponendosi alla pioggia, Hinata stava accompagnando Tenten al taxi quando le raggiunse. Nonostante il telo dell'ombrello sulle loro teste, in qualche modo finivano ugualmente bagnate da diverse gocce di pioggia: le frange di Hinata, solitamente così curate da riflettere la luce ed essere pettinate in linea, si scioglievano in ciuffi fradici che si appiccicavano alla fronte; Tenten non aveva più i codini, i capelli erano abbandonati a se stessi, le punte gocciolanti accarezzavano il collo con una triste grazia. I loro occhi, i loro visi, erano invece bagnati da tutt'altro tipo di gocce.
"Naruto-kun," la Hyuga lo vide arrivare "Sei qui..."
"Ciao..." a dire il vero, non sapeva proprio cosa fosse andato a dirle. Fino a un momento fa, credeva di avercelo chiaro in testa, mentre ora i pensieri si accavallavano al punto da non permettergli di esprimersi come voleva. "Mi dispiace..."
Di non essere stato abbastanza veloce. Di non aver impedito a quella BMW di far volare Neji per aria e farlo capottare. Di non essere riuscito neanche ad avvicinarsi per tirarlo fuori da lì prima che la vettura prendesse fuoco. In confronto a tutto questo, quel poco che era riuscito a dire era veramente una miseria.
Tenten non rispose alle sue condoglianze, le uscì solo un singhiozzo mascherato da sospiro. Hinata la esortò a salire sul taxi e ad aspettarla dentro, dopodiché si avvicinò a Naruto in modo da accoglierlo sotto l’ombrello, benché il ragazzo fosse già zuppo dalla testa ai piedi. Non ci furono molte parole, anche per lei i pensieri si ammucchiavano troppo l'uno sopra l'altro per poterli esprimere.
"Grazie..." accennò.
"Tu come ti senti?"
La domanda più inopportuna e idiota che gli potesse uscire di bocca. Aveva perso il cugino che considerava un fratello, come si sarebbe potuta sentire?
Lei, d'altro canto, rimase muta, calò solo lo sguardo a terra, non provò neanche a dire un consueto e rassicurante "sto bene", pur non essendo cosa vera. Tutt'altro, non nascose la sua sofferenza. Abbracciò di getto il ragazzo, sfogando sul suo torace il resto delle lacrime che doveva piangere. Sicuramente, pensò Naruto mentre l'abbracciava a sua volta, nei prossimi giorni non avrebbe smesso tanto presto. La sentiva stringergli i lembi del cappotto, piangere senza contenersi e senza consolazione. Era un pianto che percepiva quasi come suo.
Le consentì di sfogarsi ancora per un po', finché non sentì che cominciava a calmarsi poco per volta "Vuoi che passi da te più tardi?"
Hinata si scostò, asciugandosi gli occhi "Io... credo che rimarrò con Tenten-chan a casa sua. Non me la sento proprio di lasciarla sola e..."
La interruppe baciandola, facendole capire che comprendeva e che comunque desiderava continuare a esserci per darle conforto. Questo, almeno un po', per la ragazza fu un dolce sollievo.
"Ti richiamo io, ok?"
"Sì... sì, va bene."
Salì anche lei sul taxi, permettendo a Naruto di prendere l'ombrello in prestito, non distolse gli occhi da lui da dietro il finestrino fino a quando il veicolo non partì e si fu allontanato. Vedendola andare via con quella tristezza sul volto, l'Uzumaki non riusciva a immaginare un livello di depressione più basso in quel momento.
Non aveva la benché minima voglia di restare lì a farsi mortificare di più, nemmeno gli andava di tornare al suo piccolo e avvilente monolocale. Anche se il tempo non era dei migliori, pensò di farsi due passi in quella zona, in fondo Kurama era parcheggiata ad appena due isolati da lì. Sperò che la camminata gli facesse scivolare di dosso quella malinconia, in giro non c'era nessuno che avesse avuto la sua stessa strana idea di camminare con quel tempo e aveva il marciapiede tutto per sé. Continuò fino ad accorgersi che il cielo si stava aprendo per dare una schiarita, così come la pioggia diminuiva fino a fermarsi. E questo dopo nemmeno dieci minuti che un ombrello era riuscito a procurarselo! Si riparò gli occhi mentre lanciò uno sguardo al sole che si faceva spazio fra le nuvole.
<< Che fai, prendi per il culo? >>
La voglia di passeggiare svanì insieme al maltempo, raggiunse la panchina più vicina e ci si lasciò cadere sopra di peso. La cosa buona era che si trovava in un punto abbastanza soleggiato, per lo meno si sarebbe asciugato presto.
"Ma guarda un po', e io che credevo di essere il solo a cui potesse venire in mente di farsi due passi anche con un tempo del cavolo come questo."
Naruto si girò verso la provenienza della voce che si intrometteva nella sua tranquilla solitudine. Per non aver nemmeno notato l'arrivo di un tipo grande e grosso come A, pensò, doveva veramente aver perso la testa chissà dove.
"A, non ti ho visto arrivare. Che ci fai qui?"
Il capoclan prese posto sulla panchina dopo che il ragazzo gli ebbe lasciato dello spazio "Passavo. Facevo due passi, visto che stare in ospedale è una noia."
"Perché in ospedale? Ti sei fatto male?"
"No, io no. Killer Bee invece sì."
"Che è successo?"
A si accese una sigaretta "Sembrerebbe che la Lamborghini di un qualche bastardo gli sia venuta addosso cercando di buttarlo nel fiume insieme alla sua Lariat. Per fortuna il parabrezza si era già incrinato per via di un impatto frontale, così è riuscito a sfondarlo del tutto con un calcio un attimo prima di cadere in acqua. Anche dopo esserci finito dentro, è riuscito a sgusciare fuori dalla macchina prima di andare a fondo, però si è ferito graffiandosi con dei vetri sporgenti. La gamba ha subito in particolare un brutto taglio, si è dovuto trascinare fino a riva rischiando di perdere parecchio sangue. L'ho raggiunto io e sono riuscito a portarlo in ospedale in tempo, così ora è bloccato a letto da un paio di giorni con la gamba fasciata, qualche graffio sanguinolento qua e là e una lieve commozione cerebrale. Se l'è cavata, anche se la sua auto è rimasta sul fondo, purtroppo."
Il racconto ammutolì l'Uzumaki. Non c'era da stupirsi se anche A era così inquieto da andare in giro come lui in una giornata così deprimente.
"Ho anche sentito dire in giro che a qualcun altro è andata anche peggio." A esalò una boccata di fumo "C'è da dire che hanno proprio fatto il culo a tutti, eh?"
Anche lui, allora, si era reso conto che c'erano gli Alba dietro alla retata all'Underground e alle aggressioni ai Racers. Anzi, ormai anche i meno svegli dovevano averlo capito, solo che nessuno ne parlava così apertamente. E valeva lo stesso per lui. Sapeva chi era stato a far esplodere l'auto di Neji, lo aveva visto in faccia... e anche se non sapeva quanto ne sapesse Hinata al riguardo, non ne avevano preso parola. Allo stesso modo, lui non sarebbe potuto andare a dirlo a qualcuno così facilmente. Aveva pensato di farlo, questo sì, rivelarlo in qualche modo alle autorità; poi gli era tornata Konan in mente e le sue ultime parole prima di finire sotto il tiro del cecchino.
Quell'Uchiha Obito lo aveva visto sul posto al momento dell'esplosione, gli aveva sorriso tetramente: sapeva che lui era uno scomodo testimone e ma gli bastava comunque non fare niente per essere certo che non avrebbe fatto l'usignolo. Naruto aveva anche capito il perché di questo, cioè che se avesse aperto bocca, ci sarebbero andate di mezzo le persone che conosceva o anche i suoi familiari. Per non parlare di Nagato, che con quei tipi era già abbastanza invischiato, pur non essendone forse ancora al corrente. E che dire di sua madre, finita dietro le sbarre? Sapeva che anche la colpa di questo fosse di quella gente, lo aveva capito da come suo padre gli aveva raccontato che la macchina di Kushina era stata colpita e ribaltata fino a spedirla contro la vetrina di un locale, rompendole un braccio e facendola finire ammanettata dagli agenti della stradale. Quando era venuto a saperlo, quasi gli avevano ceduto le gambe.
Comunque, a parte le faccende di Nagato e di sua madre, c'era anche il fatto che presentarsi in una centrale di polizia a sporgere denuncia dopo nemmeno due giorni dopo che lui stesso si era trovato a scappare da loro, non suonava per niente come una buona idea. No, c'erano decisamente troppi rischi per una mossa del genere, tenere la bocca chiusa era la cosa migliore da fare per il momento.
"E gli altri come stanno, invece?" chiese.
"Karui è stata beccata, purtroppo. Omoi e Samui se la sono cavata."
"Diavolo!" frustrato, Naruto si alzò e scalciò una lattina a terra che nessuno si era preso la briga di buttare nel cestino della pattumiera a due passi da lì "Che vadano tutti al diavolo, quelli di Alba! È colpa loro se ci è successo tutto questo!"
"Ci hanno rifilato un bel raid improvviso, condito con un loro assalto diretto. In effetti, c'è da dire che è stato un fulmine a ciel sereno, ma in fondo ci saremmo dovuti aspettare una cosa del genere."
"Che stai cercando di dire?"
"Non ci arrivi?" A buttò a terra la sigaretta consumata "Quella di Obito non è stata solo una vendetta per il rifiuto che abbiamo sbattuto in faccia alla sua proposta, è stata una mossa fatta per un tornaconto. L'Underground era l'unico punto di ritrovo che non aveva sotto il suo controllo, no? Ora che non c'è più, quel bastardo ha praticamente in pugno tutto il giro di corse clandestine della città. Una soffiata alla polizia ed è riuscito a ottenere quello che voleva, in più si è preso il disturbo di farci un salutino di persona insieme ai suoi compari per farci capire cosa succede a chi non segue le sue regole."
"Un momento, aspetta un momento! Cosa sarebbe questa storia dell'Underground che non c'è più? Ok, la polizia conosce il posto, ma non potrà tenerlo sotto sequestro per sempre, no?"
"E credi che solo per questo possa essere ancora un luogo sicuro per i nostri raduni, che sarà possibile tornare a gareggiarci dopo che le acque si saranno calmate? Non si limiteranno a chiudere il complesso, lo terranno sotto sorveglianza più stretta per assicurarsi di averlo liberato dalle corse clandestine. Lì non ci torna più nessuno Street Racer, questo è sicuro. Non dovrei nemmeno spiegartele io, queste cose."
"Allora noi che dovremmo fare?" Naruto era sempre meno capace di contenersi "Dovremmo accettare di sottometterci ad Alba così facilmente?"
"Sì, se vuoi continuare a essere un Racer. Metà di quella gente che è uscita fuori illesa da quella nottata sceglierà sicuramente di spostarsi in uno dei raduni controllati da Uchiha Obito, mentre l'altra metà preferirà rinunciare alle corse piuttosto che all'indipendenza."
"Voi, invece? Che farete?"
"Ti dico quello che non faremo: non ci metteremo a leccare il culo del primo bastardo Uchiha che passa e non gli permetteremo di recluderci le corse a vita."
"Quindi?"
A sospirò mentre pensava alla risposta. Se anche si trattava di un’opzione che gli permetteva di svincolarsi dalle sole altre due disponibili, neppure questa aveva l'aria di essere di prima scelta.
"Aspetteremo che Bee si riprenda completamente e cercheremo di tirare Karui fuori dai guai in modo pulito. Dopodiché, lasceremo la città."
Sentire questo fu più di quanto l'Uzumaki fosse disposto a tollerare "Che razza di risposte mi rifili? La vostra soluzione è anche peggio del rinunciare alle gare o del sottomettersi! Scappare con la coda fra le gambe! Davvero, A? Davvero?"
"Non è per scappare che lo faccio, è per la sicurezza dei miei ragazzi. Karui è finita dentro e c'è mancato poco così che mio fratello ci restasse secco. Siamo fortunati che nessuno si sia fatto male, però io non ho intenzione di tentare la fortuna una volta più del dovuto. Sono semplicemente realista, faresti bene a esserlo anche tu."
Fosse stato per Naruto, la discussione sarebbe potuta andare avanti per le lunghe. Invece, come se ormai non ci fosse altro da dire, A si alzò in piedi e fece per andarsene "Cerca di rivedere le tue priorità e prendi una decisione anche tu su cosa fare" e se ne andò davvero.
Dover digerire una situazione del genere non fece che ribollire lo stomaco di Naruto, per quanto era imbestialito. Una lattina non bastò più per un calcio di sfogo, stavolta toccò a tutto il cesto della spazzatura.

Dovette aspettare un po' per sbollire la rabbia, altrimenti non avrebbe quasi potuto rispondere di sé se si metteva a guidare Kurama in quelle condizioni. Quando fu arrivato a destinazione, lasciò come sempre la macchina da parte prima di entrare a piedi nelle vie del quartiere, anche se poi realizzò l'invalidità dell'idea: l'acquazzone recente aveva formato numerose pozzanghere in giro per le strade, alcune di esse parecchie grandi e così profonde da inzaccherare i piedi fin sopra le caviglie. Successe proprio questo all'Uzumaki quando cercò di attraversarne una che occupava quasi interamente la larghezza della stradina, giusto a dieci metri da casa dei suoi.
La saracinesca dell'officina era chiusa, il che era insolito, considerato che quella doveva essere una giornata lavorativa per suo padre. Parlando proprio di lui, la porta dell'ingresso si aprì e ne uscì Minato portando fuori un sacco della spazzatura da gettare nell'immondizia. Guardare questo fu una morsa al cuore per il ragazzo, era sempre stata Kushina a occuparsi di faccende domestiche come questa; vederle fatte da Minato non faceva che schiaffeggiargli continuamente in faccia la realtà su sua madre che non c'era più. Come c'era da aspettarsi, la cosa sconfortava parecchio anche suo padre, lo si capiva da come non avesse per niente l'aria serena.
"Ehi, Naruto. Sei qui..."
"Mi chiedevo come va da voi."
"Dai, vieni dentro."
Entrarono e salirono le scale fino al pianerottolo superiore, dove stava il loro appartamento. Pur passando spesso all’officina, di rado Naruto saliva per fare una capatina dentro casa, dovevano essere passati due o tre mesi dall'ultima volta. Nonostante ciò, non appena varcò l'ingresso, il primo impatto emotivo non fu dovuto alla nostalgia, bensì al notare subito che in quella casa, benché apparisse tutto come sempre, mancava qualcosa di fondamentale. L'ambiente, in qualche modo, era più grigio del normale e c'era un'insolita quiete nell'aria. Niente esuberanza smodata o schiamazzi provenienti dalla presenza di sua madre.
"Naruko e Nagato?"
"Sono di là."
C'era anche Naruko ma non si sentiva lo stesso volare una mosca. Anche l'allegria petulante di sua sorella aveva smesso di farsi sentire. Normalmente gli sarebbe venuto addosso subito dopo aver sentito la sua presenza in casa e lo avrebbe supplicato per un giro in macchina, mentre ora non si sentivano per nulla i suoi passi dissennati in arrivo. Andarla a cercare lui stesso in camera sua fu abbastanza inusuale. Passando davanti alla cucina, ci trovò Nagato seduto al tavolo, con la testa stesa sul ripiano e lo sguardo perso. Nonostante il piccolo televisore fosse acceso e stesse trasmettendo un qualche programma sui motori, non sembrava proprio che lo stesse seguendo.
"Pensavo che ti piacesse Full Gears." gli disse "Non te lo vedi?"
"Ah... ciao. No, questa è solo una replica. Anzi, la replica di una replica. Ma mi sto annoiando e in tv non c'è altro."
"Perché non siete scesi in officina?"
"Oggi papà non ha voluto aprirla. Dice che non ha proprio la testa per mettersi a lavorare."
"Capisco lo sconforto, ma addirittura smettere con il lavoro?"
"Perché, invece tu? Non dovresti essere al negozio di Teuchi-san?"
"Ho chiesto il permesso per la giornata. Dovevo andare a un funerale."
"Mh..."
Nagato non mostrò comunque molto interesse sui dettagli della cosa, tipo per chi fosse il funerale. Naruto accettò il silenzio e si sedette anch'egli, seguendo pigramente qualche passaggio di quel programma. Aveva ragione il fratello, doveva essere almeno la quarta volta che ritrasmettevano quella puntata.
"Notizie di mamma?"
"Papà è andato a trovarla ieri, dice che se la cava anche se sta dietro le sbarre. Non le hanno dato ancora nessuna pena, ma è quasi certo che la faranno restare dentro per parecchi mesi, oltre a rifilarle una penale salata, confiscarle l’auto e sospenderle la patente. Oh, e non dimentichiamoci i danni da pagare al proprietario del locale in cui lei è finita dentro con tutta la macchina."
"Beh, spero almeno che non abbiate intenzione di smettere completamente di lavorare e chiudervi in casa a fare la muffa fino a che non torna a casa. Insomma, poteva finire peggio."
"Peggio di così?"
Sì, perché sarebbe potuta morire, pensò Naruto mentre gli tornava in mente Neji. Considerata la causa di tutto questo, ovvero gli Alba, loro madre era stata fortunata a uscire dal veicolo con solo un bracco rotto invece che da cadavere. Questo, comunque, non era qualcosa di cui poteva parlare tanto liberamente, così come non poteva semplicemente prendere e dire "Oh, Nagato, quasi dimenticavo di dirti che ci sono dei tizi che ti potrebbero fare la pelle perché pensano che tu abbia fregato a loro quel NOS che io ti avevo chiesto di trovarmi", suo fratello doveva avere già abbastanza pensieri per la testa senza che lui gli dicesse di essere finito in chissà quali guai. In un modo o nell'altro, questa situazione l'avrebbe gestita da solo, senza coinvolgere più di così i suoi familiari.
Per il momento, alla domanda di Nagato non rispose e diede l'aria di non voler più portare avanti la discussione, arrendendosi al fatto che almeno lì non c'era modo di risollevare gli animi. Si alzò e si diresse verso le stanze, sperando che con Naruko potesse andare meglio. La sorella gemella era distesa nel suo futon sul pavimento con le coperte buttate tutte da parte. Non si era ancora presa la briga di raccogliere i capelli nelle due code che la caratterizzavano, erano lasciati disordinatamente sciolti. Anzi, a giudicare dai pantaloncini e la magliettina da casa, sembrava proprio che non si fosse alzata per niente quella mattina, nemmeno per cambiarsi.
"Ehi. Siamo svegli qui dentro?"
La faccia della ragazza sprofondava nel cuscino, tuttavia ne uscì un mugugno che diceva di aver capito la presenza del fratello.
"Con tutta l'energia che sprizzi dai pori, te ne stai lì a poltrire?"
"Non mi va di alzarmi."
"Ma se sei tu quella che ogni santa mattina cerca di occupare il bagno prima di tutti."
Vederla ridotta in quello stato era certamente strano ma non tanto inaspettato, considerato quanto dovesse mancarle sua madre. Non per niente, per quanto erano simili, fra loro due c'era sempre stato quel genere di affiatamento femminile che si aggiungeva al loro rapporto di madre e figlia, rendendole delle amiche molto confidenti: parlavano insieme di ragazzi e uomini, uscivano insieme a fare acquisti... oh sì, e ficcavano il naso insieme nella sua vita privata con Hinata. Comunque, non c'era da stupirsi se aveva il morale così a terra, senza più la sua madre/amica del cuore con lei.
"Che facciamo se kaa-chan non torna più?"
"Ehi ehi, che cos'è questo fatalismo improvviso? Certo che torna, perché non dovrebbe? Non resta mica dentro per sempre."
"Onii-chan, perché non torni a casa anche tu?"
"Eh...?"
"Torna a vivere qui. Dai, per favore."
Aveva alzato il volto dal cuscino per chiederglielo guardandolo in faccia. Naruto non era certo se quella domanda fosse dovuta solo allo stato d'animo del momento o se stesse pensando davvero ciò che diceva, ma certo lo aveva colto impreparato.
"Che domande ti vengono così di punto in bianco?"
"Ce l'ho da sempre, questa domanda, da quando ti sei trasferito! Io davvero non capisco perché te ne sei voluto andare via così a tutti i costi!" lo attaccò con una serietà che lui quasi non ricordava di averle mai visto "Stavi bene qui con noi, no? E facevamo tutti un sacco di cose insieme, anche solo io e te. Perché ti ostini tanto a restare in quell'angolo morto che chiami la tua nuova casa e non torni ad abitare con noi? Che cosa credevi, che andare a vivere da solo ti rendesse più grande o più figo? Se non te ne fossi accorto, dai solo l’impressione di uno che se ne frega della famiglia, lasciandola così di punto in bianco. Qui niente mi sembra più lo stesso da quando non ci sei più, ti sei mai fermato per un momento a pensarci?"
Cavoli, ne aveva di cose da dirgli! Naruto era zittito alla grande, non immaginava che sentisse così tanto la sua mancanza da inveire in questo modo. A questo punto era lampante che, senza neanche più Kushina, si sentisse così sola e glielo stesse sbattendo in faccia così.
Non sembrò che stesse comunque aspettandosi una risposta da parte sua, doveva essersi trattato solo di uno sfogo di cui aveva avuto bisogno. Dopo questo, era tornata di nuovo con la faccia nascosta nel cuscino.
"Sei proprio uno stupido, onii-chan."
"Dai, Naruko, non fare così. Tutta quella rabbia ti farà venire le rughe."
"Stupido."
"Le rughe non ti si addicono."
"Insensibile."
"Torna a sorridermi, su."
"Ti odio."
"Facciamo così, ti porto a fare un bel giro in macchina se tu torni allegra come una volta, ok?"
Da tempo Naruko lo addossava implorandolo di portarla a bordo della sua Kurama ogni volta che ne aveva l'occasione, difficile che la proposta non la tentasse nemmeno un pochino. Infatti, come lui si era aspettato, la vide muovere la testa e un occhio fece capolino per vedere se non la stesse prendendo solo in giro.
"... dici davvero?"
"Certo."
"E mi porti pure dove voglio?"
"Dovunque vuoi."
Non rispose subito ma il suo interesse era fin troppo palese per credere che avrebbe detto di no, così Naruto decise di prendere la palla al balzo e la incitò ad alzarsi.
"Avanti, tiriamoci un po' su. Diamoci una sistemata e poi si va. Facevamo anche questo insieme, se non sbaglio" disse allargando un sorriso promettente.
E no, non sbagliava. Questo bastò a convincere Naruko ad alzarsi e a lasciare finalmente quel futon troppo grigio.



SPAZIO AUTORE
Salve a tutti, gente, che bello ritrovarsi qui, eh? Soprattutto dopo il modo in cui è finito l'ultimo capitolo. E vi ho pure fatto un piccolo regalino, ovvero la notizia che Bee non è morto (almeno lui. Per il caro Neji, invece... eeeeh, non c'è niente da fare, ormai è bello e sepolto).
Mi dispiace solo di averci messo tutto questo tempo per postare il capitolo, neanche a volerlo ecco che siamo ritornati ai tempi di aggiornamento che c'erano prima, uff... il fatto è che il tempo che dedicavo prima a scrivere le bozze dei capitoli ora mi tocca passarlo sui libri per l'abilitazione, ma comunque sapete che tiro avanti ogni volta che ne ho l'occasione, vero? E per l'ennesima volta vi prometto che continuo appena posso e tornerò qui il prima possibile. Nel frattempo, vi saluto tutti!
Jaa na!

   
 
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