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Autore: StellaBieber98    04/05/2014    8 recensioni
"Come fai a farlo?"
"A fare cosa?"
"Ad essere sempre nel posto giusto, al momento giusto. A proteggermi..."
"E' quello che so fare meglio Jenny: prendermi cura di te."
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Guardian Angel



 

CAP III


Erano le sette e trenta del mattino e stavo facendo footing da due ore ormai. La zia mi aveva sempre detto che faceva bene alla salute e poi mi era sempre piaciuto guardare l’alba, essere invasa dalla pungente brezza mattutina. Ogni volta che vedevo il sole levarsi in cielo, una enorme palla rosso fuoco, mi sentivo vicina a Dio; era come se quello fosse il buongiorno del Signore e la sua promessa di starci accanto per il resto della giornata. Era in momenti come questi che mi sentivo realmente viva.

Prima di ritornare a casa mi ero fermata in quella gelateria in piazza duomo. Avevo ordinato caffè e cornetto per fare colazione e poi, vinta dalla curiosità, avevo cercato con lo sguardo quel ragazzo misterioso, invano. Il proprietario della gelateria vide il mio sguardo deluso e, pensando che si riferisse alla dolce brioche sul piattino o al caffè, mi si avvicinò e mi chiese cosa c’era che non andava; lo liquidai con un veloce “ è tutto ok, grazie”, ma poi mi accorsi della lista del personale che aveva tra le mani. Senza apparire una perfetta ficcanaso, gli descrissi il ragazzo misterioso e lui mi disse che, se aveva capito bene, quel ragazzo non lavorava più lì.

Boom. Credo che sia esplosa una bomba dentro di me!


 

****


 

Quando il mio cellulare vibrò, sulle note di “Just give me the reason” di Pink, lo afferrai con cupidigia e vidi che era mia cugina così risposi:

<< Ehi, ciao Jenny, come va? >> disse estasiata lei dall’altra parte del telefono;

<< Bene e a te? >> risposi, cercando di sostenere il tono felice con cui Faith aveva iniziato la conversazione,tentando di mascherare il mio disappunto per la scomparsa del ragazzo del ponte vecchio!

<< Tutto ok! Ascolta: ho un notizione! Quest’anno compirò 18 anni e farò una festa in grande… tu dovresti raggiungermi a Londra! >>

18 anni, festa in grande, Londra… qui si mette male!

<< Non so, insomma sei sempre venuta tu da me ed io non ho mai preso un aereo e poi lo sai che non apprezzo molto le tue “feste in grande” >>

<< Avanti non fare la suora! Mia madre ti ha già prenotato il volo e poi nelle mie feste in grande ci sono un sacco di ragazzi carini! >>

<< E ubriachi aggiungerei. Senti ci penso e ti faccio sapere! >>

<< Va bene fa come vuoi, però ricordati che ci resterò male se non verrai! E poi devo farti conoscere il mio nuovo fidanzato; si chiama Daniel ed il suo miglior amico è niente male, potreste conoscervi! >>

Ecco l’agenzia dei cuori solitari che conoscevo.

<< Veramente in questo periodo non sono in vena di conoscere ragazzi, però ci penserò, te lo prometto! >>

<< Va bene, però fai in fretta perché il tuo volo è domani e il mio compleanno tra tre giorni! >>

<< Come domani?! >> dissi in preda al panico!

<< Vedo che non ti sei ricordata del mio compleanno?! Va bene cugina, adesso devo andare, baci! Ah Jenny... non dire niente a zia della festa né che mia madre ti ha preso il biglietto aereo, dille solo che hai voglia di venire a trovarmi e che il volo te lo pagherai tu. Poi ti spiego! >>

<< Faith non riattaccare…>> non feci in tempo a finire la parola che già il “tu tu tu” del telefono mi arrivò ai timpani.

Cavolo, il volo è domani!

Pagai il conto ed uscii dal bar; come mi aspettavo la piazza era colma di gente che scattava fotografie al Battistero o al Duomo, turisti indaffarati a cercare i soldi per comprare dei souvenir, gente pedinata dai venditori di colore. Mi chiesi se in realtà quel caos non riflettesse quello che c’era nella mia testa. In questi giorni erano successe così tante cose che faticavo a mettere ordine tra le idee nel mio cervello. Dovevo tornare subito a casa o la zia si sarebbe arrabbiata tantissimo con me: le avevo promesso che l’avrei aiutata a preparare il pranzo. Inforcai gli occhiali da sole e mi incamminai verso casa.

Il telefono vibrò: era un messaggio da Giada. Aprii la cartella messaggi e lo lessi: “Jenny ti andrebbe di incontrarci oggi pomeriggio?” le risposi che per me era okay e lei mi rispose con la faccina che mandava il bacio. Sinceramente, da quando era sparito anche quel ragazzo, mi sentivo di nuovo depressa, anche se lo avevo visto solo per alcuni minuti. Non avevo idea di come Giada non si scocciasse di essere amica di una come me.

Mentre riflettevo, non mi ero quasi accorta che avevo ripreso a camminare e lo capii solo quando andai a sbattere contro il cavalletto di un ritrattista.

<< Oh mi scusi, non l’avevo vista. >>

<< Non si preoccupi signorina. Per caso vuole un ritratto? >>

A quella domanda rimasi perplessa; guardai davanti a me e vidi i numerosi ritratti, fatti da quella donna. Erano semplicemente stupendi, ce ne era uno in particolare, di Angelina Jolie davvero bello e dire che sembrava una sua fotografia sarebbe stato un eufemismo.

Per un momento mi balenò in mente il pensiero di farmene fare uno, ma poi cambiai subito idea: a che mi sarebbe servito?!

<< No, grazie lo stesso. >>

<< Ne è sicura? E’ davvero una bella ragazza lei. >>

Ecco le solite lusinghe di chi vuole assolutamente venderti qualcosa. Anche se la signora aveva un tono molto gentile, iniziava a darmi leggermente sui nervi: se avevo detto di no era no! Feci per risponderle ma fui penetrata dai suoi occhi azzurri.

<< No, davvero… grazie… >>- stavo per dileguarmi, prima che la gentile donna sulla trentina, tutta gambe e capelli neri, potesse controbattere, ma fui attirata dal ragazzo dai capelli color miele che mi stava fissando dietro le spalle di Mrs Ritrattista: non potevo crederci, era proprio lui. Il ragazzo del bar… Inizialmente sembrava non essersi accorto di me, ma quando vide che lo stavo fissando, mi sorrise. Fu a quel punto che uno strano bagliore scaturì dal suo corpo. Chiusi gli occhi per ripararmi dalla straordinaria luce che lui aveva emanato e quando li riaprii, ero stesa sul mio letto, nella mia stanza, a casa della zia.

****


 

Mi alzai, ancora un po’ spossata e corsi verso lo specchio: avevo le occhiaie, compagne delle mie mattine, segno che mi ero fatta una lunga dormita. Avevo soltanto sognato?

La voce della zia mi distrasse: mi chiamava per la colazione. Mi trascinai al piano di sotto, ancora mezza addormentata e disorientata.

<< Buongiorno tesoro! Dormito bene? >> Mi chiese, dandomi un grosso bacio sulla fronte.

<< Si e no. >>

<< Jenny ricordati che oggi devi aiutarmi a cucinare. >>

<< Davvero? >>- avevo davvero sognato tutto allora!

<< Si tesoro. Siediti, prendi un cornetto, li ho appena sfornati. >>

Feci come mi aveva detto e, appena lei si girò per prepararmi un cappuccino, scroccai alcuni sorsi dal suo: ottimo come sempre! Aveva quasi lo stesso sapore di quello che avevo bevuto al bar, cioè, di quello che avevo sognato di bere al bar.

Si sedette anche lei ed iniziò a spalmare la marmellata su una fetta biscottata.

<< Credevo che saresti andata a fare footing oggi. >>

<< Si… anche io. Mi sento come se lo avessi fatto a dire la verità. >> e non stavo mentendo. Percepivo il bruciore ai muscoli, tesi per i chilometri percorsi e quella familiare sensazione di stanchezza che avvertivo ogni volta che andavo a correre. Ma che strano…

<< Sei sicura di stare bene Jenny? >>

<< Sicurissima >>- risposi, con un gran sorriso sulle labbra.

Finimmo di fare colazione così mi alzai e corsi in bagno per cambiarmi: infilai una semplice felpa e un jeans. Mi lavai i denti il più veloce possibile: dovevo assolutamente ritornare a quel bar, da quella ritrattista. C’erano troppe cose che non quadravano.

Infilai le scarpe e andai in camera per prendere la borsa e il cellulare. Poi scesi di nuovo di sotto.

<< Jenny, aspetta! >>

<< Dimmi zia. >>- dissi con tutta l’impazienza del mondo. Dovevo fare una cosa importante, non potevo perdere tempo, non adesso.

<< C’è tua cugina al telefono. >>- disse lei passandomi il cordless: pessimo tempismo cugina. Portai la cornetta al telefono e la salutai. Faith mi rispose con il suo entusiasmo di sempre.

<< Jenny, ascoltami bene: ho un notizione! Quest’anno compirò 18 anni e farò una festa in grande… tu dovresti raggiungermi a Londra! >>

<< Ah si a Londra… beh ecco ho deciso che vengo e… >> mi bloccai e rimasi come in trans. Londra?! La conversazione con mia cugina del sogno.

<< Jenny, Jenny ci sei? >>

<< Si si Faith. Che… che stavi dicendo? >>

<< Ti stavo parlando della mia festa. Ci saranno un sacco di ragazzi carini. >>

<< E ubriachi… >> completai la frase. Era tutto come nel sogno… ma come era possibile?! Un déjà vu forse? Merda, merda che cosa dovevo fare? Sì, c’era una sola cosa da fare: dovevo chiamare lo psicologo e alla svelta! Stavo impazzendo del tutto!

<< Esatto Jenny, però dai ti prego, non fare la suora. Il tuo volo è domani e il mio compleanno tra te giorni, perciò sbrigati a fare le valige. >>

<< Domani… >>

<< Per caso non ti sei ricordata del mio compleanno? >>

<< No, non è questo, è solo che… >>

<< Si, si lo so, sono stata una stronza perché non te l’ho detto prima però mia madre sa tutto, cioè più o meno. Ti ha anche comprato il biglietto aereo però non dirlo alla zia. Inoltre sappi che mi farebbe davvero piacere se venissi. Ti prego… >>

<< Okay Faith, verrò. >>

<< Grazie mille, sapevo che non mi avresti delusa. Devo anche farti conoscere il mio nuovo ragazzo. >>

<< Daniel vero? >>

<< Proprio lui. Come hai fatto ad indovinare il nome? >>- come avevo fatto? Non lo sapevo neanche io. Avrei voluto raccontarle del sogno-déjà vu ma dovevo chiudere la telefonata al più presto: adesso ero ancora più motivata a ritornare in quella piazza, in quel maledetto bar e capirci qualcosa. La chiave doveva essere quel ragazzo, avevo visto lui prima di svegliarmi: dovevo trovarlo.

<< Sesto senso >>

<< Lo sai che ha un amico… >>

<< Si si lo so un amico niente male che vorresti presentarmi, adesso scusa Faith ma devo andare, ciao! >>

<< Jenny non attaccare… >>- troppo tardi cugina, dovevo mettere ordine negli eventi che stavano accadendo. Poggiai il telefono sulla mensolina vicino all’ingresso e posai la mano sulla fredda maniglia in ottone. Sentii dei passi dietro la porta ma non ci feci caso, ruotai il polso verso il basso e la aprii.

Rimasi interdetta quando trovai il fattorino della posta che mi fissava con aria felice.

<< La signorina Jennifer Smith? >>

<< Si, sono io. >>

<< Ho un pacco per lei, deve mettermi una firma qui e.. qui. >>- mi rispose porgendomi un pacco a forma di cilindro. Io lo presi, poi estrassi una penna dalla borsa e firmai dove lui mi stava indicando. Con grande sorpresa notai che non c’era scritto il nome del mittente sui fogli del fattorino. Chissà chi lo mandava. Lo ringraziai e rientrai in casa. Aspettai che la zia fosse entrata in bagno e prima di poggiare il pacco misterioso sul tavolo mi accertai che non si fosse accorta del fatto che fossi rientrata.

Mi bloccai e lo fissai per alcuni secondi: e se era una bomba? Ma no, che bomba, chi mai avrebbe voluto farmi del male?! A parte gli uomini su quella Jeep nera; un’esplosione…

<< Ti prego Jenny, mantieni la calma, ti prego. >>- ripetei a me stessa e poi, stringendo i pugni, lo scartai.

C’era un rotolo di pergamena molto grande ripiegato su se stesso ed era accompagnato da un bigliettino. Lo aprii e lo lessi:

“La prossima volta non dire di no Jenny. Sei davvero una bella ragazza.

Firmato: J”


 

Poggiai il biglietto sul tavolo ed distesi il foglio di pergamena. Mi portai le mani davanti la bocca quando mi accorsi che qualcuno mi aveva regalato un mio ritratto. Ma che stava succedendo?!


 

  
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