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Autore: yurei    24/07/2008    1 recensioni
poi improvvisamente si fece spazio tra gli altri un pensiero: CIBO. Bè aveva fame. “ma perché devo mettermi a pensare al cibo in una situazione come questa? Stupido cervello sei un idiota!” “non ti permetto di rivolgerti a me in quel modo, bella; fino a prova contraria sono stato io a pianificare un piano per-fet-to!” Con chi stava parlando? Con il suo cervello ovviamente. No, forse non così ovviamente.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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arcadia
3° GIORNO
Jeanne quella mattina si svegliò, si alzò e si diresse automaticamente verso la cucina aspettandosi di trovare Cristopher indaffarato su quella stramaledettissima cartina invece ad aspettarla trovò unicamente il nulla. Silenzio. Sostò immobile per un po’ attendendo qualche movimento. Niente. Pensò di dirigersi nella stanza del biondino immaginando che la sua sveglia non fosse suonata e che stesse ancora dormendo. Era quello che sperava. Anche se negli ultimi giorni sembrava che tenesse più alla pianificazione del furto che alla conservazione della sua vita. Pensò anche che in fondo Cristopher fosse uno stupido ragazzino e che probabilmente quel giorno aveva preferito fare la vita del figlio di papà che viziato pretende essere svegliato alle 11 attendendo la colazione a letto. Ipotesi realistica e probabile. Pensò che prima del suo trasferimento in quella dimora- prigione lui vivesse così.
“cretina ma a che stai pensando?”
“a Cristopher …”
“a Cristopher?!?”
“si io … ahaaaaaaaaaaa cacchio! Sto pensando a Cristopher!!! Che cazzo mi passa per la testa?”
Ovviamente stava dialogando con il suo cervello …
Scacciò dalla sua testa ogni tipo di pensiero. Grave errore: non avrebbe dovuto smettere di pensare proprio nel momento in cui aveva trovato la stanza del biondino vuota. Vuota, già.
“dove cazzo è andato quel cretino?”
Iniziò a cercarlo inutilmente. Vagava a vuoto per quella grande casa che non conosceva senza pensare, senza voler pensare. No, non doveva e non voleva pensare. Respingeva i continui attacchi di pensieri che suonavano forti nell’aria e sembravano far rima con abbandono, bugia, solitudine, morte.
Il su girovagare per la casa fu però fermato dai domestici che la ricondussero in camera dicendole che il padrone era momentaneamente assente e pertanto chiedendole di restare gentilmente in camera sua assicurandole che la colazione le sarebbe stata portata in camera. A tale sequenza di gentilezza mista a pura sottomissione ubbidiente e dedizione al lavoro , Jeanne aveva risposto con -mi fate venire il voltastomaco!!! Ahaaaaaa loro amano il loro padroneeee! È inquietante! Mi fate schifo! - poi si era gettata sul letto con la faccia contro il cuscino lottando con tutta se stessa per credere che quel cretino era solo uscito per andare in qualche bordello.
Ore 8:00- attesa.
Ore 11:00- ritorno del padrone di casa.
Ore 11:05- il padrone di casa non saluta Jeanne che lo segue chiedendo spiegazioni e , con viso serio, si dirige nel suo studio senza degnarla di una sguardo.
Ore 11:10- Jeanne attende ancora. Si allena per ingannare il tempo.
Ore 13:00- pranzo. Jeanne gusta il cibo ignorando tutto il resto. Non fa domande. Cristopher non avrebbe risposto.
Ignorare i tagli sul corpo di Cristopher.
Sorrisi. Imprecazioni.
Ore 15:00- Cristopher rivolge la parola a Jeanne- scusami ma oggi non penso riuscirò a contrarmi sul piano. Continueremo domani. Per oggi puoi uscire di casa. Puoi anche andare via se vuoi. Non sei più mia prigioniera, puoi anche andare via se vuoi.-
È serio.


  
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