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Autore: Pikachu97    07/05/2014    6 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo.. è esattamente l'opposto di quello che pensate che sia, fidatevi. Come faccio ad esserne così sicura? Già il fatto che adesso, o mio caro lettore, continui a leggere quello che sto scrivendo, prova il fatto che ti conosco un po'. E adesso stai anche sorridendo tra te e te dicendo 'C'ha ragione!' con una punta di frustrazione per la mia insolenza ;).
Bene ora che hai scoperto di esserti innamorata/o di come scrivo, che ne dici di leggere la mia storia? L'Auslly non mancherà tranquillo/a.
Rating Arancione per il linguaggio e per la mia paranoia.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ally Dawson, Austin Moon, Dez, Trish
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo 4: Bisogno di trovare soluzioni –
 
NOPOV
 
Il sole entra prepotente dalla finestra, ma alla ragazza dormiente non pare dia fastidio più di tanto. I rami dell’albero lì, sotto la sua finestra, creano giochi di luce e ombre sulla parete ad essa opposta. Qualche volta si spostano a causa di alcuni venticelli passeggeri, altre per l’arrivo di qualche animale.
A proposito di animale ce ne era uno nella stanza in quel momento, ma non sembrava avesse cattive intenzioni; forse perché se stava fermo immobile, forse perché non faceva altro che fissare l’adolescente distesa sul materasso.. Il suo sguardo vagava un po’ per l’ambiente. Nonostante ci sia stato così tante volte in quella camera, non si era mai preso il tempo di gettare uno sguardo più accurato e interessato a ciò che lo circondava: la tappezzeria, caratterizzata da un rosa molto intenso, quasi rosso, si sposava con il parche scuro del pavimento, coperto da colorati tappetini rotondi, che qua e la si sparpagliavano per la stanza. La tappezzeria era ricoperta da vari oggetti che si differenziavano da muro a muro. Su quello opposto alla finestra, dove c’era la porta per entrare, c’erano numerose foto: foto di lei e la sua famiglia, di lei e dei suoi cugini, di lei e dei suoi amici, di lei e lui, foto di lei e foto di lui. Sotto ad esse un puff di un verde bottiglia sostava inutilizzato. Su quella adiacente al letto, posto al centro della stanza, se non per la parte Nord attaccata al muro, vi erano presenti vari strumenti musicali, dalla sua chitarra, a una pianola, la chitarra di lei, e qualche tamburino o sonaglio. Alla vista degli strumenti da ritmica un sorrisino, o meglio un ghigno, compare su quel volto dai tratti ormai animaleschi: quante volte, lui e lei, nel bel mezzo di una sessione musicale, si erano ritrovati ad abbandonare il lavoro e a girare per la stanza creando strane percussioni e melodie ritmate. Finivano sempre con un capitombolo sul letto di lei, le risate allegre ancora presenti nelle loro giovani voci. Si guardavano complici e poi si scambiavano un timido sorriso, una volta cessato lo sghignazzare ovviamente. Scavalcando con lo sguardo il letto li c’era il suo armadio di quercia, o come diceva lui, ‘la porta per Narnia’. Antistante al letto c’era la 4° e ultima parete contrassegnata dalla presenza della scrivania bianca con delle mensole del medesimo colore poste verticalmente sopra di essa, arricchite da numerosi manoscritti, e di fianco, vicino al pannello della finestra, c’era la porta del bagno.
La sua ispezione viene interrotta quando il suo udito canino gli permette di cogliere quell’impercettibile variazione nella respirazione della ragazza, indice che si è svegliata o che comunque si trova in uno stato di dormiveglia. Con passo leggero e stabile, il quadrupede si porta dal lato sinistro del letto dove il viso della giovane è ben visibile, per godersi il ‘panorama’. Appoggiandosi sulle zampe posteriori, porta quelle anteriori sopra le coperte per aver una vista migliore, e li, in tutto il suo splendore, Ally Dawson dormiva beata, ignara che qualcuno, che lui soprattutto, potesse osservarla così da vicino in un momento così inconsueto. I capelli sono raccolti in uno chignon disordinato, ma ciò non ha impedito ad alcune ciocche indisciplinate di fuggire e cadere dolcemente sulla sua faccia, priva di make-up se può aggiungere. La mano sinistra è posta sotto al cuscino, per reggere la testa, mentre quella destra spunta tra l’incavo del braccio e del volto. Le carnose labbra leggermente separate permettono di udire il lieve ronfare e perfino da cane, non può fare a meno di notare che è tremendamente tenero. Mentre la parte del torso è, per la maggior parte, coperta, una gamba ribelle spunta fuori dalle lenzuola, mentre la gemella rimane nascosta tra le coperte sotto di essa.
Pur avendo sempre detto che fosse una ragazza esteticamente carina, non si era mai accorto, fino ad allora, quanto realmente fosse bella Ally. E considerando che il tratto da lui preferito era ancora nascosto, ai suoi occhi, rendeva tutto ancora più apprezzabile.
 
Per quanto piacevole poteva essere rimanere fermo tutta la giornata ad osservare la bellezza prima di lui, il suo stomaco aveva deciso il contrario e un brontolio birichino fa eco nella camera, o così almeno sembrava a lui. Consapevole della sua fame  decide di svegliarla. Fa per abbaiare, ma poi si rende conto quanto frustrante possa essere svegliarsi in quel modo. Lui di sicuro non avrebbe pietà dell’usurpatore che mai avesse deciso di svegliarlo in quel rude modo. Chiude la mascella precedentemente aperta, e porta lo sguardo sul comodino li affianco, in cerca di qualche oggetto che possa soddisfare i suoi bisogni, come una sveglia, un telefono, ma la sua vista si ferma su una foto.
Shoccato e leggermente infastidito di non averla notava prima, li c’era una foto di loro due insieme, in quell’unica settimana dove avevano provato ad essere più che amici. Nonostante sia incorniciata, si capisce che è stata scattata con un telefono, ma ciò non toglie nulla al suo fascino: li ritrae entrambi in spiaggia, quando lui l’aveva convinta ad andare in spiaggia piuttosto che spendere una bellissima giornata di sole, e io quoto, chiusi in una stanza come due eremiti. Erano seduti sui loro asciugamani, lui nel suo tipico costume rosa shock, con le gambe aperte e lei, con addosso solo una canottiera bianca che copriva il suo bikini, tra le gambe di lui seduta orizzontalmente. Le sue gambe sono appena appena piegate vicino alla vita di lui, il braccio destro allacciato dolcemente attorno al suo collo. Mentre lei sta poggiando un bacio impacciato sulla sua guancia liscia, la sua espressione pacifica si conclude con un sorriso sciocco e gli occhi con quella scintilla di compiacimento. Le sue braccia sono ferme sulla vita di lei ed intanto, con il braccio libero lei scatta la foto. Non c’è da stupirsi che quella foto fosse stata messa sul suo comodino, invece di fare compagnia al collage sulla parete. E’ la sua preferita, lo si capisce chiaramente, e adesso è anche la sua. Si fa una nota mentale, appena tornato umano devo avere una copia di quella foto. Forse due.
Dopo aver giubilato ancora qualche minuto sul ricordo espresso in pixel, in ultimo nota la sveglia a forma di Minnie. Con qualche difficoltà e imprecazione la bestiola afferra la radiosveglia tra i denti e la porta a terra. Usufruendo del naso schiaccia qualche bottone con la speranza che accadesse qualcosa, e infatti subito dopo, il tipico ‘riiing’ irrompe nella quiete della stanza.
 
POV Ally
 
‘Riiing!!’
 
..Che?..ma cosa.. mica è estate?.. perché suona la sveglia?!
 
Urgh! Troppe domande e quell’arnese che continua a suonare non mi sta rendendo la vita per niente facile. Senza aprire gli occhi, tendo la mano che stava sotto il cuscino verso il comodino nel tentativo di abbattere l’incubo fatto a strumento. A tastoni continuo a cercare l’oggetto e dopo qualche secondo mi decido che non si trova li. Sforzandomi di aprire gli occhi, inizio a cercare con lo sguardo quel maledetto oggetto, ma anche la mia vista mi conferma la sua inesistenza. Fidandomi delle orecchie però, sento il suono provenire da più in basso rispetto al solito e finalmente mi decido a sporgermi sul fianco del letto. E di sicuro non mi aspettavo un cane che cercava, o almeno penso, di spegnere quella fastidiosa cosa.
All’inizio rimango intontita. ‘Non mi ricordo di aver preso un cane recentemente’, poi inizio a preoccuparmi, troppo. ‘Che ci siano dei ladri?!’. Poi penso a quanto stupido possa essere quello che ho detto. I ricordi della sera prima riaffiorano vividi nella mia testa. E io che pensavo fosse un sogno! Beh sembra di no, e con una risatina guardo Cucciolotto alle prese con la Minnie-sveglia.
 
Allungo la mano verso di essa e il cane si ferma, assimilando il fatto che io sia sveglia, e poi si mette seduto guardandomi curioso. Prendo la sveglia e la spengo. –Finalmente!- dico esausta, e non per la stanchezza. Appoggio, o meglio dire, lancio Minnie sul comodino e mi lascio cadere di nuovo nella comodità della mia branda. Nonostante mi piacerebbe tornare a sonnecchiare non mi sento comunque in vena di riappisolarmi, e con le mani congiunte sopra il mio stomaco inizio a fissar il soffitto ragionando sul senso della vita. Ok, non sul senso della vita, ma avete capito. Chi è che non si è mai messo così almeno una volta nella vita? Non faccio comunque in tempo ad iniziare un filosofico dibattito nella mia mente, quando mi rammento del cucciolo di fianco al mio letto. Ruotando la testa di lato per guardarlo, lo trovo inaspettatamente vicino a me, cioè, il suo muso; lo ha appoggiato al bordo del letto e il contatto con esso gli dona un espressione buffissima a cui non posso fare a meno che ridacchiare e lui di risposta inizia a scodinzolare. Che animali straordinari i cani, eh? Slacciando la mano sinistra dall’altra la porto dietro al suo orecchio mancino e inizio a grattarlo li dietro, avendo scoperto la sera prima quanto godimento lui trae da questo gesto. Mi riscopro stupita di quanto morbido sia il suo pelo. Come se regolarmente se lo lavasse con dei prodotti cosmetici, sapete? Lo so che sembra stupido, ma.. –Buongiorno..- sussurro con un sorrisino. Lui in risposta mugola rumorosamente, troppo concentrato a deliziarsi questo mio gesto affettuoso per abbaiare o anche solo per aprire gli occhi. Sorridendo allegramente avvicino la mia faccia al suo muso e nuovamente sussurro –Cucciolotto?-. Lui apre gli occhi di scatto, come scottato, e la coda smette di muoversi improvvisamente. Confusa da quel gesto riporto il mio sguardo su di lui e noto che sono così vicina che riesco a contare i raggi delle pupille. I suoi occhi. Non posso fare a meno che sbalordirmi un’altra volta nel constatare quanta somiglianza ci sia tra questi e quelli di Austin.
Mentre continuo a ragionare sull’impossibilità della cosa, il silenzio che era calato viene troncato dal borbottare del mio stomaco e così scoppio in una risata fragorosa. Mentre mi contorco nel letto osservo con la coda dell’occhio Cucciolotto la cui espressione mi ricorda, strano ma vero, una risata. Come se avesse fatto a ridere anche a lui questa mia imprevista interruzione. Con la lingua che penzola da un lato e il respiro breve e irregolare, mi concludo che sia una sorta di risata. Passa qualche secondo e finalmente mi calmo. Caccio un altro sguardo alla sveglia e vedo con piacere che sono le 10 passate. Oh beh, è il caso di fare colazione. –Allora,- dico e mi alzo ’atleticamente’, spingendomi con le braccia –chi ha fame?-.
 
 
 
 

POV Austin
 
Mentre mangio il mio piatto di Pancake ripenso al momento che abbiamo avuto prima in camera sua.
 
Eravamo così vicini, così vicini. Non abbastanza per baciarci, ma vicini più di quanto siamo mai stati. Tralasciando gli unici due baci avuti con lei, (non è che avevo molte occasioni dove potevo appiccicare la mia faccia con la sua) quando prima me la sono ritrovata a pochi centimetri dalla mia, beh.. dire che ero stupefatto è un eufemismo. Nonostante tutto però, il mio primo istinto non era quella di baciarla, anche perché, Bleh! Non fraintendetemi, non so cosa darei per poter anche solo baciare Ally, provate ad immaginare cosa darei se avessi la possibilità di limonare! Dico solo che una slinguazzata cane-umana non sarebbe proprio un bello spettacolo.. per non parlare dei numerosi colati di bava.. in ogni caso! Sarebbe rivoltante in questo mio stato. Ma se fossi stato umano.. beh, vi lascio solo sapere che non avremmo lasciato quella stanza molto presto.
 
Il mio stato di catalessi viene interrotto quando Ally cerca di attirare la mia attenzione. –Allora Cucciolotto che ti va di fare?- dice lei e poi riporta la testa sulla sua tazza di cereali mettendosi in bocca l’ultimo cucchiaio. ‘Che mi va di fare eh? Mmmm.. Tornare umano?! Dio perché mi sono cacciato in questa situazione?’ Io mi passo la lingua sul muso per togliere eventuali residui dei gustosissimi Pancake. Fatto ciò abbaio.
 
-Woof, woof, woof.. (?) (Ma se te lo dico non capisci.. (?))- e piego la nuca di lato per enfatizzare il dato di fatto.
 
In un modo o nell’altro lei sembra capire, e io mi ricordo che lei è la mia bella e intelligente Ally Dawson. E’ normale questo suo stato di acutezza. –Giustamente non capisco una parola di quello che dici,- continua con un sorriso affermato – ma io continuo a parlarti e in questo momento mi sento scema!- dice ridendo tra se e se per l’assurdità.
 
-Woof! Woof, woof! Erwoof, woof! (Non sei scema. Tutti parlano con i propri animali domestici)-
 
Lei mi guarda divertita. Come ieri, quando era appoggiata alla porta e si era data della pazza. Anche allora la contraddissi. –Tu sembri invece uno che ne sa!- dice lei con l’aria da chi la sa lunga, scherzando ovviamente. In ogni caso, ho notato la nota di sorpresa della sua voce.
Mmmm, penso che nonostante tutto una sorta di mezzo di comunicazione lo abbiamo trovato. –Sei molto intelligente per essere un cane,- dice lei pensierosa –ti mancherebbe solo la parola.- e detto questo corre su per le scale. E io non posso fare a meno urlare nella mia mente: URGH! LO SO!
 
 
 
 

Sento la porta della camera di Ally chiudersi e deduco che sta finalmente scendendo. Dopo che se ne era andata aveva iniziato a ragionare su come fare per uscire da questa situazione. Lo ammetto, mi stavo godendo un po’ troppo la vita da cane, ma non era tutte rose e fiori. E il fatto che non potevo baciare Ally aggiungeva soltanto fuoco alla fiamma. Non che nella vita normale avrei le palle di farlo, però.. E poi, per quanto volessi che fosse Dez a tirarci fuori da questa merdosa situazione, non potevo essere così egoista da lasciar a lui tutto il lavoro. Che razza di migliore amico sarei? E poi ci sono dentro anche io tanto quanto lui perciò è giusto che io faccia la mia parte. Così ho raggiunto un compromesso: ovviamente mi sto compiacendo un po’ troppo dei benefici che questa trasformazione mi ha portato, cough-Ally-cough, e non sono disposto a perderli, ma devo comunque fare di tutto per ritornare umano, perciò userò il mio tempo con lei cercando di rivivere, per quanto cane, dei ricordi insieme che possano farle capire che Io sono Austin. E allo stesso tempo, assaporerò il fatto di poter passare tanto tempo con lei, le sue coccole, i suoi grattini dietro all’orecchie e sulla pancia.. uhh stupidi ormoni. ‘Mi hai trasformato in cane fisicamente, ma mi hai lasciato tutte, e intendo tutte le caratteristiche comportamentali di un umano.. Urgh!’
 
-Allora Cucciolotto, pronto per andare?- mi chiede Ally, una volta sceso l’ultimo gradino. Mi giro per guardarla, essendomi sdraiato verso l’ingresso e una moltitudine di emozioni prendono le redini del mio sistema nervoso: stupore, confusione, rabbia, eccitazione.. ho già detto stupore? Mentre io ero qui giù a farmi seghe mentali su cosa debba fare per non rimanere un essere pulcioso per tutta la mia vita, Miss NonMipiaceLaSpiaggia era su a prepararsi per una gita al mare. E si, per prepararmi mi riferisco al vestirsi. Il sopra era coperto da una canottierina bianca che andava dalle spalle, dove potevi intravedere una parte del suo invitante petto, a poco sotto l’ombelico, mentre il sotto era protetto da un paio di shorts shorts strappati. E quando intendo SHORTS SHORTS intendo quei minuscoli pezzi di fabbrica grandi quanto una mia mano, chiusa. Ora capite il mio squilibrio ormonale? Capite lo stupore? Ally Dawson in shorts. Capite l’Eccitazione? E non ci posso fare nulla! Capite la rabbia? E il fatto che non essendo umano non solo non mi permette di godere in prima persona della sua, erm, compagnia, ma non mi permette neanche di difenderla da tutti i morti di figa che ci saranno in spiaggia (Che c’è? Io non lo sono. Non ho bisogno di cercare le ragazze. Tante vengono da me, ma io ne ho in testa solo una..), rende la cosa molto frustrante.
Tutto ciò mi fa letteralmente bollire il sangue. E penso che anche la mia espressione sia mutata perché Ally inizia ad indietreggiare, spaventata. Scrollandomi addosso il nazismo creato misi, mi dirigo di corsa verso di lei e inizio a farle le feste, sperando che il nostro nuovo legame non sia stato intaccato. Lei sembra titubante del mio gesto così mi siedo e continuo a scodinzolare, sinceramente felice che lei sia con me, così si, ma con me. Esitante e ancora leggermente timorosa allunga una mano sulla mia nuca come per accarezzarmi e io la lecco. Lei lascia un respiro, che entrambi, non sapevamo stesse trattenendo. –Mi hai fatto preoccupare, sai?- dice lei grattandomi il solito orecchio. ‘Okay, forse i grattini, quando ti vedo vestita così, non sono una buona cosa Ally’ penso indeciso, ma senza togliermi dal suo tocco. Quando poi sento la sua mano andare dal mio orecchio al collo sento che qualcosa mi si è stato infilato e quando apro gli occhi, si li avevo chiusi di nuovo, vedo che mi ha messo un guinzaglio. –Ecco così possiamo andare.- dice lei soddisfatta. Un guinzaglio?! Davvero?! Non potevi provare a portarmi in giro senza, prima? Alzo lo sguardo verso di lei e ricordandomi la mia missione principale, decido che ora di mettere in atto il piano. Sedendo sul posteriore mi porto in posizione eretta; inclino la testa leggermente a sinistra e abbasso le orecchie il più possibile, e cerco di spalancare gli occhi più del impensabile e come tocco di classe inizio a guaire. Esatto. Signore e Signori ecco a voi Austin Moon in ‘La faccia da cucciolo’ –Cosa?!- esclama lei –Non ci posso credere!- e con una mano si porta dei riccioli faziosi dietro all’orecchio destro –Quella faccia non funziona con me, Austin.- dice lei confidente. Aspetta, sbaglio o ha detto Austin? Vuol dire ch.. -Scusa, lo dico così spesso a lui che ormai ci ho fatto l’abitudine- dice lei ridacchiando, scuotendo la testa, come se volesse levarsi un pensiero. Abbattuto un pochino dall’illusione che mi avesse riconosciuto, la uso a mio vantaggio e inizio a guaire ulteriormente e con più intensità, colpendole con il naso umido la gamba, una volta o due. No non era un modo per toccarle le gambe. Ok forse lo era, ma lei non ha bisogno di saperlo perciooò.. –Mmm, arg! E va bene, va bene. Niente collare, ma smettila di toccarmi con quel tuo nasino. Fa il solletico!- esclama frustrata. Io per piacere personale lo rifaccio un’altra volta. Quando arrossisce e si agita, per la rabbia, a un che di sexy. E soprattutto perché è divertente vederla scaldarsi così! –Cucciolotto!- ribadisce con tono pericoloso e io lo colgo come il mio segnale di smetterla. –Adesso ci siamo. Andremo in giro senza collare, ma se mi darai anche solo un motivo per dovertelo mettere, te lo inchioderò sulla pelle, intesi?- Wow, cattiva la ragazza. –E adesso andiamo.- Afferrando le chiavi e la borsa con uno strano nodo giallo, si dirige verso la porta chiamandomi a se. Io, come sempre del resto, la seguo senza domande.
Una volta chiusa la porta andiamo verso la sua auto e montiamo dentro. Spiaggia stiamo arrivando!
 
 
 
 
 
 

POV Ally
 
-Dio sto morendo!- esclamo accaldata e inizio a cercare i pulsanti dei finestrini. Una volta trovati schiaccio il mio e mi lascio colpire dalla freschezza del vento. Aahh.. Con le mani sempre sul volante e lo sguardo fisso sulla strada, sento Cucciolotto muoversi di fianco a me. Staccando due secondi gli occhi, lo osservo e noto che continua ad agitarsi in direzione del mio finestrino. –Che c’è?- chiedo voltandomi un attimo. Lui in risposta guaisce muovendo un po’ la testa e le zampe anteriori come se volesse saltare o altro. –Non capisco cucciolo..- e il mio tono dolente si fa sentire. Lui in risposta inizia a muoversi e dai suoi atti comprendo che non starà seduto ancora per molto. Improvvisamente passa dalla posizione seduta a quella a quattro zampe e mentre io ripeto ‘No!’ come un mantra, lui si posiziona comodo tra le mie cosce, facendomi quasi rischiare un incidente. Tutto perché lui voleva mettere la testa fuori dal finestrino. –E così volevi mettere la testa al vento?! Non potevi indicarmi il tuo di finestrino?!- chiedo al nulla, esasperata. Lui in risposta si mette ancora più comodo tra le mie gambe e apre la bocca tirando fuori la lingua e lasciandola cadere a penzoloni, facendola colpire dal vento. Non capirò mai perché ai cani piaccia tanto fare questa cosa. Eh suppongo che non ci sarà un’occasione per saperlo.
Passiamo il resto del viaggio in quella posizione con il silenzio che ci avvolge, interrotto solo dal rumore del motore e dai respiri affannati di Cucciolotto.
 
Dopo una decina di minuti arriviamo al parcheggio allestito per la spiaggia. Parcheggio la macchina, scendiamo e prendo con me la borsa e il telo. –Chi è pronto per la spiaggia?- esclamo guardando giù Cucciolotto, trovandomelo scodinzolante e saltellante. Prima d’incamminarci verso il bagnasciuga però, rimango ferma sul posto, indecisa se mettergli o no il guinzaglio. E’ vero che gli avevo detto di no, ma se poi scappasse? E poi è senza collare potrebbero pensare che sia randagio ‘Cosa che è..’ dice una vocina nella mia testa. Decido di ignorarla quando poi mi ricordo della mia borsa. Snodando il foulard giallo da uno dei due manici, mi abbasso verso di lui che mi guarda interessato. –Non ti metto il guinzaglio, ma non ti voglio far andare giro così libertino mentre la gente pensa che tu sia senza padrone.- e poi fisso il foulard attorno al suo collo. Pende in avanti da un lato, ma è carino, gli sta bene. Lui lo annusa, intrigato dallo strano oggetto, e quando finalmente vede cos’è si agita felice. –Ti piace è?- e cerco nella mia borsa il fratello arancione. Quando lo tiro fuori glielo metto davanti alla faccia e faccio per metterglielo ma lui si allontana bruscamente. Lo guardo confusa, mica gli piaceva. Faccio per rifarlo, ma lui nuovamente si sottrae dalla mia presa. –Ma pensavo ti piacesse- chiedo più a me stessa che a lui. Lui annusa un’altra volta quello giallo e la coda comincia a muoversi scatenata, poi annusa quello arancione e fa una specie di strano starnuto. Non vorrai dirmi che.. –No, non ti piace perché non è giallo vero? Mentre quello si.- e tiro un pochino quello legato attorno al suo collo, per fargli capire. Lui mi guarda aspettante, mentre scodinzola allegro. Penso di nuovo a Austin, a quanto gli piaccia il giallo e sorrido. Ogni volta che penso a lui sorrido. Mi viene normale. –Insomma anche a te piace il giallo. L’ho capito. Niente arancione.- metto via il fazzoletto, do qualche colpetto sul dorso dell’animale lo incito a seguirmi. –Andiamo a trovarci un posto.-
 
Vaghiamo qualche minuto sulla spiaggia affollata da orde di adolescenti cercando il posto perfetto. Purtroppo la battigia e così piena che non riesco ad orientarmi facilmente. –Potremmo andare al nostro posto,- penso ad alta voce –ma solo Austin sa dove si trova.- concludo sconcertata. Cucciolotto, che fino ad allora era rimasto a ficcare il naso nella sabbia, probabilmente per qualche granchio, a quelle mie parole alza la testa di scatto, e posizionandosi di fronte a me inizia ad abbaiare. –Che c’è bello?- chiedo distrattamente, guardando nei dintorni, cercando qualche indizio che mi faccia capire dove si possa trovare il nascondiglio. La bestiola, ignorata, riprende ad abbaiare con più insistenza finché io non mi decido di guardarla, leggermente infastidita. –Cosa c’è?- chiedo con quel tono che si usa con un bambino petulante. Ma poi mi accorgi che sto parlando col vuoto e rilevo la sua presenza un po’ più avanti da me. –Woof!- dice lui e poi inizia a correre in mezzo agli ammassi di carne presenti sul litorale. Terrorizzata di perderlo e dei danni che il suo comportamento può causare parto alla rincorsa. ‘Scusatemii!’ ‘Non volevo’ ‘Adesso lo faccio’ caccio qualche scusa qua e la ad ogni bagnante che si lamenta cercando in contemporanea di mantenere una respirazione regolare, per non morire asfissiata. Mentre io continuo a rincorrerlo a caso sulla costa lui sembra avere una meta ben precisa: qualche volta si ferma, annusa il terreno, e poi riprende a correre come un forsennato. –Fermati!- cerco di dire con quel poco fiato che mi rimane. Poi finalmente si blocca. Oh mi sembra un sogno. Magari è un miraggio. Come nel deserto, quando credi di vedere un’Oasi, mentre invece sono la stanchezza e la calura che si divertono a prenderti in giro. Ma quando lo raggiungo e lo afferro per il foulard, osservo felice che non è un illusione. Un sospiro di sollievo abbandona la mia bocca, ma poi viene rimpiazzato dalla rabbia. –Perché diavolo sei partito così? Sai quanti- non faccio in tempo a finire che lui si divincola dalla mia presa e si getta nella zona verdeggiante ad qualche metro da noi. Osservandolo contorcersi in quel paradiso verde mi accorgo che siamo in una zona ombrosa vicino alle palme dell’inizio costa. Ed è adesso che mi rendo conto di dove esattamente sono. Il Nascondiglio.
 
Ma..? Come..?.. non può.. Solo Austin conosce questo posto. Nessun altro. Nemmeno Dez. Infatti ci veniamo sempre e solo quando lui è con noi, fine. –Come diavolo hai fatto?- penso ad alta voce. Cucciolotto, che era rimasto divincolarsi tra i rampicanti prende a saltare a destra e manca. Io scuoto la testa divertita mentre inizio a posizionare il velo e la borsa. –Sei pieno di sorprese.- dico dolcemente, guardandolo affettuosamente. Dopo aver sistemato l’ultima cosa inizio a levarmi i vestiti, decisa a prendere il sole. Non posso fare a meno di sentirmi osservata mentre lo faccio, ma poi mi ricordo l’anonimità di questa zona. In ogni caso questa sensazione non sembra volersene andare.. strano.. Facendoci un comodo cuscino lo posiziono all’inizio dell’asciugamano. Mi siedo anche io e mi sdraio, aspettandomi i miei deformabili vestiti, ma poi ritrovo la mia testa appoggiata a soffice, morbido pelo. Un cuscino delicato. Ruoto la testa sulla destra fissando il muso dell’animale prima di me –Si, sei decisamente pieno di sorprese- sussurro dolcemente. Lui in risposta mi lecca la faccia mentre io esplodo in una fiumana di risatine. –Aah! Fermo!! Fermo! Basta! Mi stai facendo il bagno!- ma lui non sembra sentirmi. Con la mano più lontana da lui gli prendo il muso dal davanti, dal naso alla bocca, e lo fermo. –Adesso stai quei fermo e buono, chiaro?- dico con finto tono di rimprovero. Lui fa qualche mugugno e poi si mette comodo, appoggiando la testa sopra le zampe anteriori. –Bravo- dico compiaciuta.
 
 
 
 

Quando riapro gli occhi rimango un attimo disorientata, ma poi la brezza marina rischiara la nebbia nella mia mente. Mi giro per vedere se Cucciolotto dormiva o faceva altro e vedo che la sua testa era rannicchiata vicino alla mina. Gli occhi chiusi e il movimento regolare del suo addome mi indicano che sta ancora dormendo. Do uno sguardo al mio telefono: 0 chiamate perse e 0 messaggi. Già che ci sono controllo l’ora, penso distrattamente. Poco dopo l’una e mezza. Colgo questo momento di tranquillità per pensare. Con tutto quello che è successo, tra ieri e oggi, non mi sono fermata un secondo e non ho ancora avuto quei miei cinque minuti per me. (Stamattina non sono riuscita). Penso a come sia bizzarro che questo cane si sia ritrovato sotto il portico di casa mia. Mi sembra improbabile che qualcuno lo abbia abbandonato a sto punto. Potrebbe essere scappato o magari l’hanno perso durante una passeggiata. Escludo definitivamente l’abbandono: è molto docile e allegro, chiunque vorrebbe un animale domestico così. Di sicuro lui e Austin.. Austin! Oh cavolo Austin! Non ci siamo sentiti ieri sera! Non che ci scriviamo chissà cosa, non è che lui sia il mio ragazzo, e non è che non voglio che lo sia, cioè.. comunque! Il punto è che solitamente ci diamo la buonanotte, come amici non fatevi strane idee, ma ieri sera non l’ho sentito.. Questo si che è insolito. Magari si è addormentato o magari era ancora fuori a divertirsi.. Beh non ci do peso più di tanto. Ci sentiremo domani e gli farò conoscere Cucciolotto; sono sicura che andrebbero d’amore e d’accordo. Rido tra me e me al pensiero. Adesso che ci penso hanno tantissime cose in comune! L’amore per i Pancake, il colore giallo, gli occhi.. Oh, questa come mi tormenterà anche mentre dormo. E’ impossibile, impossibile, che quei due abbiano gli stessi paia di occhi. Cioè, no! Semplicemente, no! In tutto questo bellissimo discorso, però, c’è un piccolo dettaglio che non dovrebbe essere trascurato: Cucciolotto non è il mio cane. Per quanto mi piacerebbe tenerlo, lui non è realmente mio. Comunque non ho voglia di pensarci adesso. Ora come ora mi godo il momento. Ci penserò stasera al ritrovamento dei suoi legittimi proprietari.
 
-Yawn..- sento Cucciolo sbadigliare di fianco a me. Deduco che si sia svegliato. Bene, non avevo più voglia di star ferma a far niente.
 
Mi alzo di fretta, smuovendo completamente Cucciolotto, che stava zombeggiando qua e la nell’erbetta. –Allora campione, andiamo a fare il bagno?- e senza attendere risposta mi fiondo tra le onde schiumose della costa di Miami. ‘Che bello vivere vicino al mare..’. Riemergo dopo qualche secondo, sistemando i capelli dalla faccia portandoli dietro alle mie orecchie. Guardo verso la riva pensando di trovare li il cane, al contrario trovo il nulla assoluto. Sposto lo sguardo da una parte all’altra, con la speranza di catturarlo ma niente e inizio a preoccuparmi seriamente quando poi sento qualcosa passarmi sotto ai piedi. Congelo sul posto, mantenendo una faccia di pietra, ma morendo di terrore dentro. Cosa diavolo era quello? Mi guardo attorno, desiderando che sia un pesciolino. Poi dal nonnulla spunta fuori Cucciolotto facendomi inorridire sul colpo. La situazione è così comicamente frustrante che non riesco fare a meno che scoppiare in una fragorosa risata. Poi dopo m’infurio contro di lui, prendendolo per il foulard. –Brutto idiota, hai idea che scagia mi hai fatto venire?- dico esasperata. Questo cane mi ammazzerà, me lo sento. Lui abbaia, felice. Oh sono sicura che lui si stia divertendo tantissimo.. –Non farlo mai più!.. idiota..- mormoro tra me e me. Ma lui sembra averlo sentito perché un attimo prima mi trovo a insultarlo da sopra l’acqua, l’attimo dopo mi ritrovo dell’acqua da tutte le parti, perché qualcuno con la sua bellissima coda ha pensato che fosse esilarante annaffiarmi ulteriormente. Inutile dire che è finita con una battaglia d’acqua.
Dopo quelle che sembrano ore, ma in realtà erano solo una manciata di minuti, usciamo dall’acqua correndo in direzione del nostro posto.
 
-Dai Lumaca! Guarda che arri..Umpf!- Stavo guardando il cane mentre gli parlavo e, ovviamente, non ho visto chi o cosa avevo davanti e dopo essermi schiantataci contro cado a terra con un sonoro ‘Thud!’. Alzo gli occhi per ritrovarmi quelli vispi e meravigliati di Dallas. Oh. Mio. Dio. Non travisatemi, non provo più nulla per lui. Però quando una tua ex-cotta ti compare così dal nulla, beh sarebbe sorprendente per chiunque!
 
-Oddio, Ally!- sembrava più una domanda che un’affermazione, comunque.. –Mi dispiace moltissimo. Non stavo guardando dove andavo. Ti ho fatto male?- e prendendomi la mano tra le sue mi tira su delicatamente. Ok forse non del tutto ex-cotta, magari c’era ancora un 1%.. –Stai bene?- e vedo i suoi occhi girovagarmi sul corpo. Mi convinco che sia per controllare se ho danni e non per controllarmi.
 
Staccandomi dalla sua presa con la scusa di sistemarmi gli rispondo. –Si nulla di rotto, penso..- dico ispezionando la mia figura per eventuali danni. Sentivo il suo sguardo addosso. Stavo per chiedergli se avesse bisogno di altro, ma non faccio in tempo che lui inizia a contorcersi in una strana danza, cercando di ripararsi dagli schizzi d’acqua. Apparentemente Cucciolotto aveva deciso di scrollarsela di dosso vicino a lui. Rido tra me e me all’ilarità della scena, non voglio sembrare maleducata.
 
-E questo..- inizia Dallas –è tuo?- chiede confuso –Non mi ricordo avessi un cane..-
 
Indecisa su cosa dirgli opto per una mezza verità. –E’ di famiglia. Lo tengo qualche giorno- e lancio un’occhiata veloce all’animale, trovandolo a guardarmi di rimando. Quatto quatto torna al mio fianco sedendosi.
 
-A davvero!  Sembra proprio un bel cane- e sorride uno di quei sorrisi che un tempo mi avrebbero fatto tremare le gambe. Adesso non provavo niente, ad essere sincera. Avvicina la mano sopra ala testa di Cucciolotto. Lui gliela annusa ed emette quello familiare starnuto che ho imparato ad interpreto come un segno che qualcosa non gli piace. Per niente. –Che fa?-
 
-Fa così quando qualcosa non gli piace- dico, cercando di essere gentile.
 
Lui mi guarda stupito, ma la sua espressione cambia velocemente in uno dei suoi sorrisi più seducenti –Allora, sono quasi le due.. ti va di andare a prendere un boccone?-
 
Ora, non se sono più stupita del fatto che Dallas mi abbia chiesto di uscire con lui solo per il mio aspetto, (pensavate non lo avessi notato, ne?) o che Cucciolotto si sia messo a ringhiare incontrollabilmente. Si era messo su tutte e quattro l zampe, una di poco più avanti dell’altra. Il pelo voluminosamente rizzato sulla sua schiena, gli occhi concentrati e i denti perfetti che grattavano tra loro. E vedendolo così, in questa situazione non posso fare a meno che pensare..
 
E’ possibile che un cane sia geloso?
 
 
Angolo Autrice
 
Salve a tutti! Allora partendo dal fatto che sono tremendamente dispiaciuta per non aver aggiornato da un po’, vi chiedo scusa. Ora non pensiate che l'ho fatto per le recensioni, perché ad essere sincera volevo farlo quando ho ricevuto la 8°, ma non avevo proprio tempo! Sono sicura che molti di noi sono studenti e possono capire quando estenuante siano questi ultimi due mesi di scuola; perciò cercate di capirmi, stavo studiando come un mulo! Poi il fatto che lavoro in contemporanea per pagarmi la vacanza toglie tempo agli svaghi, e alla musica non rinuncio, perciò ho dovuto tagliare il tempo alla scrittura. Oggi (ieri e oggi) avevo tempo e ho deciso di scrivere e ce l’ho fatta a finirlo perciò ecco velo.
Per il prossimo capitolo non so se aspetterò le 10 recensioni, magari pubblico prima o, probabilmente, dopo. Di sicuro, se mi ritrovo tante recensioni, come l’ultima volta, ho una motivazione in più per scrivere.
Al prossimo capitolo!
 

Pikachu!
  
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