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Sei stato
perfetto!
Arrivarono allo
stadio tre ore
prima del concerto. Il palco era ancora in allestimento, Avril ne
approfittò
per visitare quello che sarebbe stato il suo camerino. Si
rifiutò di farsi
truccare dalla troupe assegnatale, sfregandosi le mani davanti alla
marea di
cosmetici davanti a lei.
Si stava
mettendo le ciglia finte,
quando qualcuno entrò di scatto, facendola spaventare. Avril
gemette di dolore.
“Ma lo sai che significa bussare?! Mi sono cavata
un…” dicendo questo, si
voltò, trovandosi davanti a Zayn, che la guardava
dispiaciuto. Ammutolì. “Ti
sei fatta male?” le chiese premuroso e preoccupato.
“Sì, sì, tranquillo, sto
bene.” Disse più gentilmente. Zayn le faceva
tenerezza, quasi fosse un bambino,
non voleva trattarlo male. Era strano come quel ragazzo facesse
emergere una
parte così affettuosa di lei.
Era strano come
ognuno di quei
ragazzi facesse emergere diverse parti di lei in generale.
Con Niall era
tranquilla.
Con Zayn
affettuosa.
Con Louis pazza.
Con Harry
insicura, non sapeva come
prenderlo.
Con Liam, usciva
la sua parte
omicida, acida e sarcastica. La sua amata maschera, che spesso si
fondeva con
quella pazza per farla sembrare un’imprevedibile amante della
vita e del
divertimento, cosa che in fondo era.
“Mi
dispiace, non volevo.” Disse
lui. Avril tirò un sorriso. “Davvero, sto bene,
non devi preoccuparti.” Disse,
asciugandosi una lacrima che era uscita a causa del pennellino
nell’occhio.
“Scusa Zee, ma adesso devo finire di truccarmi. Ci vediamo
fra un po’.” Disse,
tornando al bancone e prendendo l’ombretto nero.
“Ok, ci vediamo per le
prove.” Disse lui sorridendo candidamente per poi uscire.
Avril scosse la
testa, intenerita. Era sempre più convinta che Zayn avrebbe
potuto farle fare
qualsiasi cosa, con quel suo fare così innocente.
Finì di mettersi i mille
strati di ombretto, poi si guardò. “Sarai stupida,
eh?” si chiese. Non si era
cambiata, rischiava di sbavare il trucco. Optò per un
corpetto nero, con degli shorts scozzesi sopra calze a rete, in modo da
non rovinarsi tutto il lavoro. completò con una giacca di
pelle. Come
prima tappa, aveva deciso per un look semplice. Si mise in fretta i
tacchi alti leopardati di nero e completò con orecchini
argentati e tanti
bracciali, bianchi, verde acqua e argento. Come collana, un medaglione.
Sì,
non era male, per apparire con
quei ragazzi. Non poteva rubare loro tutta la scena, no? Le labbra
rosso fuoco
si distesero in un sorriso compiaciuto: era sempre la stessa pazza. Non
sarebbe
mai cambiata, non importava cosa cantava o come si vestiva. Era fiera
di essere
sé stessa, forse era una delle poche persone a poter dire
questo, o ancora più
raro, a saperlo dire e ammettere.
“Lavigne,
vieni fuori, dobbiamo
provare l’apertura!” esclamò la voce di
Liam dall’altra parte. “Payne, hai
rotto le ovaie!” urlò di rimando, acida. Lo
sentì sbuffare e andarsene, e
questo la fece sorridere soddisfatta. Prima di uscire, baciò
sulla fronte il
peluche di Rarity. “Augurami in bocca al lupo!”
disse sorridente, prima di uscire.
“Wow,
ce l’hai fatta, nana
isterica.” Disse Liam inarcando un sopracciglio quando la
vide apparire. Avril
lo guardò malissimo e si parò davanti a lui.
Senza dire niente, gli passò una
mano fra i capelli, spettinandolo. “Ma che problemi
hai?!” chiese lui, tornando
in camerino. Avril trattenne una risata, fino a quando lui non
sparì dalla sua
visuale. “Amy, forse dovresti smetterla di
provocarlo.” Disse Louis incerto. Avril
fece spallucce. “Io rispetto chi mi rispetta.”
Disse, prima di prendere il
microfono. “Quindi? Apriamo il concerto con le due canzoni
che abbiamo scelto
prima?” chiese Niall. Avril annuì.
“Secondo me rimangono così.” Disse
Avril,
imitando una faccia basita e entusiasta. Gli altri si misero a ridere,
mentre
Liam tornava sul palco. “Tenetemi lontana quella
fumata.” Disse secco. “Ma
toglietemi una curiosità, vi divertite a darmi della
drogata? No, perché questo
è un vizio.” Esclamò
l’interessata, riferita anche a Louis. Zayn
ridacchiò
sotto i baffi, quasi non volesse farsi vedere da Liam.
Avril aveva
capito subito che il
pakistano si aggrappava a Liam, con tutte le sue forze, che dipendeva
da lui.
Non sapeva cosa pensare.
Certo, per lei,
era un individuo da
bruciare.
Ma se una
persona così dolce come
Zayn avrebbe affidato la sua vita a lui, un motivo ci sarà
stato, no?
Ecco, era
arrivata l’ora del
concerto. Avril non poteva farci niente: ogni volta, si sentiva
nervosa, quasi
fosse sotto esame. Sentiva le mani tremare e la sua asma la
controllava. Di
solito era da sola, a cercare di scrollarsi di dosso queste emozioni.
Adesso,
però, era in mezzo a cinque ragazzi, anche loro leggermente
nervosi, che si
preparavano in fretta. “La mia band, è a
posto?” chiese tanto per fare qualcosa
ad un tizio che passava di lì. “Sì, ma
manca Chad. Senza di lui non può cantare
Let me go, miss Lavigne.”
Disse,
prima di allontanarsi indaffarato. Avril inarcò un
sopracciglio. Miss Lavigne?!
Di nuovo?!
Poi
recepì la prima parte del
discorso. Non c’era Chad?! “E adesso?!”
si chiese nel panico. Altro che
calmarsi. “Amy, che succede?” chiese Louis.
“Mio marito non
c’è. Io non posso cantare la quinta
canzone.” Disse tirando
un calcio al vuoto. “Guarda, adesso devi aprire con la prima
canzone, poi ci
siamo noi. Hai tempo, al massimo si posticipa.” La
tranquillizzò lui. Avril
prese un profondo respiro. Oltre quella parete, centinaia –
anzi, migliaia – di
persone riempivano uno stadio enorme. Il primo concerto di Avril
Lavigne e
degli One Direction messi insieme, non era una cosa da tutti i giorni.
“Sei
pronta?” chiese Niall. Lei annuì e la band dei
ragazzi – che in quell’occasione
si era fusa con quella di Avril – attaccò con le
prime note di Kiss you. Si
sentirono le esclamazioni
sorprese del pubblico e Avril sorrise compiaciuta. “Vai,
vai!” fece Louis
raggiante, incoraggiandola. Avril si diresse a passo deciso sul palco e
si
sentirono ovazioni a tutto spiano. Sorprendendo tutti,
iniziò a cantare Rock
‘n’ roll, sulle note di Kiss
you. Erano entusiasti e questo
riempì Avril di emozione. Quando finì,
alzò un braccio verso il cielo. “Questa
era Kiss
‘n’ roll, signore e signori! E adesso gli
One Direction, con What the hell makes you
beautiful!!” esclamò
urlando esaltata. Scese dal palco, lasciando la scena ai ragazzi.
mentre
passava, batté il cinque con Louis. “Sei stata
grande.” Le disse sorridente.
Avril ricambiò. “Fateli secchi!
Vi
affido What the hell!”
disse mentre
loro andavano in scena. Era felice di condividere quel tour con loro.
Quando
finì la canzone, tornò in
scena, accompagnata da mille applausi. Prese la mano di Louis e di Zayn
e le
alzò verso il cielo, di nuovo. Era troppo esaltata,
nonostante arrivasse solo alla
spalla dei due ragazzi accanto a lei. “Io gliel’ho
detto, che fumare fa male,
ma non mi ascolta!” disse Louis ridendo. Avril
roteò gli occhi.
Il concerto
andò a gonfie vele,
mentre si alternavano le canzoni. Chad non si decideva ad arrivare e
Avril era
sempre più nervosa. Louis, alla fine del concerto, le si
avvicinò. “Amy, devi
andare. Manca solo la tua.” Disse incerto. “Non
posso senza Chad!” urlò
disperata. In quel momento, il suo cellulare suonò.
“Pronto, Chad?!” fece frettolosa.
“Avril ho un problema, l’aereo non è
partito in tempo, sono appena arrivato all’aeroporto,
dimmi che sono in tempo.” Disse il cantante dei Nickelback.
Avril si sentì
sprofondare. “Non ce la fai, devo andare in scena adesso!
Come faccio?!” fece. “Mi
dispiace Avril, davvero, ma non c’è stato modo di
partire prima.” Disse lui.
Avril sospirò. “Ok, ci vediamo. Grazie comunque,
Chad.” Disse prima di mettere
giù. “Vorrei aiutarti, ma non ho la voce
adatta.” Disse mortificato Louis.
Harry, Zayn e Niall dissero lo stesso, mentre Liam si rifiutava ancora
di
parlare. Avril si lasciò andare allo sconforto.
“Datemi il microfono. Vado a
dire che non si può cantare Let me
go.”
Disse scoraggiata. Uscì dalle quinte e andò in
mezzo al palco, schiarendosi la
voce. Non era mai stata così abbattuta durante un concerto.
“Signore
e signori, c’è stato un
cambio di programma. Chad Kroeger non potrà essere con noi,
stasera. Quindi…”
“Quindi
canterò io con Avril.” Disse
una seconda voce, sbucando dal nulla. Avril si voltò verso
Liam. “Cosa ti viene
in mente?!” chiese basita, lontana dal microfono.
“Voglio aiutarti. Se vai male
tu, va male tutto il concerto.” Disse lui allo stesso modo.
Avril trattenne un
sorriso. In quel momento, non sentiva gli applausi o le grida, non
vedeva le
luci e i poster. C’era solo Liam, che aveva messo da parte le
loro divergenze
per aiutarla.
Si sedette al
pianoforte,
sgranchendosi le dita. “Pronto?” chiese. Lui
annuì e lei premette tre tasti,
liberando nell’aria le note soavi di Let
me go.
Love that once hung on the wall
Used to mean something,
But now it means nothing
The echoes are gone in the hall
But I still remember
The pain of December
Oh, there isn’t one thing left you
could say,
I’m sorry, is too late.
Cantò
il ritornello, mentre l’ansia
cresceva. E se Liam avesse sbagliato? Se non si fosse ricordato il
testo?
Smise di
pensarci. Aveva deciso di
fidarsi di lui, no? Doveva solo pensare a cantare. Con ansia,
aspettò il pezzo
di Liam. Lo vide prendere fiato.
You came back to find I was gone
And that place is empty,
Like the hole that was left in me
Like we were nothing at all
Is not what you meant to be,
Thought we were meant to be
Oh, there isn’t one thing left you
could say
I’m sorry is too late.
Avril smise di
pensare e si dedicò
anima e corpo a quella che era una delle sue canzoni preferite. Quando
finirono,
si alzò e si mise di fianco a Liam. Fecero un inchino,
sorridenti, mentre anche
gli altri entravano in scena. “Siete stati
fantastici!” urlò Louis esaltato. Gli
altri erano entusiasmati quasi più di lui.
“Parliamone dopo, adesso abbiamo un
concerto da chiudere!” fece Niall, con uno dei sorrisi
più grandi e autentici
che Avril gli avesse mai visto fare. “Grazie a
tutti!” fece Harry, rivolto al
pubblico. Gli altri gli fecero eco e uscirono di scena. “Il
concerto migliore
del mondo!” urlò Zayn elettrizzato. Erano tutti
esaltati al massimo, quasi più
dei fan lì fuori. “Ehm Liam, puoi venire con me un
attimo?” chiese Avril. Lui la
seguì nel camerino di lei. Avril, dopo qualche istante, gli
saltò al collo. “Grazie.”
Disse, stringendolo più forte che poteva. Lo
sentì sorpreso, poi le braccia di
lui la circondarono. “L’ho fatto con piacere. Come
sono andato?”
“Sei
stato perfetto!” esclamò lei,
mentre sentiva una lacrima scendergli lungo il viso. “Anche
tu, davvero.” Disse
lui. Si staccarono dopo qualche secondo. “Se ce lo dovessero
chiedere, ci siamo
azzuffati. Non siamo mai stati carini o gentili l’uno con
l’altra.”
“Sono
d’accordo, Brontolo.”
“Perfetto,
chihuahua isterico.” Disse.
Sorrisero impercettibilmente e uscirono. “Ah, un
momento!” fece Avril. Liam si
voltò verso di lei. Avril gli passò una mano fra
i capelli, arruffandoglieli. “Sei
un mostro!” fece lui indignato. “Che
paura.” Fece lei, uscendo. “Torna qui!”
“Prendimi!”
urlò lei, tornando dai
ragazzi. Si nascose dietro Louis, che la guardò basito.
“Tu fai finta di
niente!” lo rimbeccò ridendo. “Ehm, ok,
io non vi conosco.” Disse lui
ridacchiando.
Ripensò
alle riflessioni del
pomeriggio precedente, quando aveva desiderato di mettere Liam al rogo.
Ricordò
le sue stesse parole: “se una persona così dolce
come Zayn avrebbe affidato la
sua vita a lui, un motivo ci sarà stato, no?”
aveva detto.
Era quasi sicura
di aver capito,
cosa vedesse Zayn.
Non era facile
da vedere, ma in
fondo, il Liam tenero era lì.
Molto in fondo.
Ma
c’era.
Decise che
avrebbe fatto qualsiasi
cosa per tirarlo fuori.
*Angolo autrice*
Eccomi qui!! allora, ho un po' di cose da dire:
ecco Kiss 'n' roll
ecco What the hell makes you beautiful
ecco il trucco di Avril
ecco il peluche di Rarity
grazie a tutti quelli che seguono questa storia!! alla prossima!!
un bacio
Ranya