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Autore: yachan    26/07/2008    3 recensioni
Ash torna a Pallet Town, ma al suo ritorno una sorpresa lo coglierà impreparato, portandolo a riflettere sulle sue scelte.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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LIGHT AND SHADOW

LIGHT AND SHADOW

                                                        

Cap. 16

 

 

-         Allora, il punto è questo- disse Gary appoggiando delle carte sul tavolo- Il ragazzo di nome Jonathan è comparso dal nulla con in possesso una pietra nera. Dopo essersi presentato dal professore Oak, uno dei ricercatori della strana pietra, per chiedere informazioni, ha utilizzato la pietra sui suoi Pokèmon. Poi è andato di Palestra in Palestra per sconfiggere i capopalestra e rendendo nota le sue vittorie, anche tramite giornali e tv. Dopo qualche settimana, ecco che arriva a ciascuno di loro la visita degli uomini della Lega Pokèmon, che cercano di convincerli a chiudere la Palestra- guardò le persone presenti alla riunione.

Erano presenti in quella stanza il capopalestra Lt. Surge di Vermillion City, Sabrina di Saffron City, Erika di Celandon City, Koga di Fuschia City ed infine Misty, Brock, Ash, Gary, Tracey e il prof. Oak.

-         Il fatto vuole che alla Fiera Pokèmon, dove si è scontrato con Ash, il suo Pokèmon che ha subito più influsso dalla pietra, abbia perso il controllo- proseguì Gary- E poco prima del disastro, gli uomini della Lega intervengono portandosi via sia il Pokèmon che il ragazzo. Da lì, più nessuna notizia della pietra o dell’allenatore. Persino le telecamere che avevano inquadrato la vicenda nei minimi dettagli, sono scomparse. Anche i giornalisti e le persone presenti lì hanno omesso la vicenda davanti alla tv. L’unica cosa che sono riuscito a trovare è il video di uno spettatore di cui non avevano notato la videocamera- appoggiò le foto sul tavolo affinché le persone le guardassero- Mi sono chiesto, perché fare sparire i video, mentire alla tv su un problema in parte risolto? In teoria, avrebbero salvato la situazione fermando lo scontro e portandosi via la pietra. E allora, perché tutto questo mistero?

-         Forse non volevano che un fatto simile venisse alle orecchie delle persone. Ci avrebbero fatto brutta figura- disse Tracey- Il fatto che sia dovuto intervenire un ragazzo per fermare Jonathan, dopo essere stati avvertiti della sua pericolosità, non li mette in buona luce.

-         E’ possibile, già in passato hanno già taciuto su un episodio simile- disse il prof. Oak- Quando il Pokèmon dell’allenatore precedente cominciò ad avere i primi sintomi di una anomalia, io e il mio collega li avevano tempestivamente avvertiti di intervenire.

-         E loro?- chiese Erika.

-         Ci ascoltarono molto interessati, ci ritirarono le nostre ricerche e dissero che se ne sarebbero occupati loro. Ma non fu così, infatti aspettarono prima di intervenire. Precisamente quando lui partecipò ad un torneo Pokèmon. Il Pokèmon impazzì e iniziò distruggere tutto quello che incontrava. La gente spaventata scappò da lì e l’allenatore tentò di fermarlo, ma fu inutile perché fu lui stesso colpito dal suo Pokèmon. La Lega comparve dopo pochi minuti, portandosi via il pokèmon e la pietra. La cosa più strana è che nessuno dei presenti raccontò di quello che avevano assistito e per tutti l’allenatore era morto a causa di un incidente, il crollo di un pilastro dello stadio.

-         Com’è possibile che nessuno abbia detto la verità?- chiese sorpreso Brock- Erano presenti sicuramente molta gente. Come sono riusciti ad insabbiare la faccenda?

-         Dimentichi che sono la Lega Pokèmon- disse Koga- Hanno potere su tutto e persino su di noi. Infatti non è possibile aprire una Palestra o fare delle modifiche senza il loro consenso.

-         Ma quell’allenatore, era a conoscenza del pericolo della pietra?- chiese Sabrina.

-         Non credo…- Oak fece cenno di no e incrociò le braccia- Altrimenti, avrebbe tentato in qualche modo di salvarsi- abbassò lo sguardo triste- In fondo, si trattava del figlio del mio collega.

-         Che?!- esclamarono i presenti.

-         Fu uno spettacolo terribile. L’aver visto il proprio figlio morire sotto i propri occhi, lo ha lasciato sotto shock. E la cosa più triste è che aveva tentato di dirgli la verità, ma la Lega gliel’aveva impedito.

-         Aspettate un attimo…- disse Tracey- Il figlio di uno dei ricercatori aveva la pietra. Come lo aveva avuto e perché lo stava utilizzando?

-         Era stata la Lega a darglielo- disse Oak- Era stato scelto per testare gli effetti della Pietra.

-         E voi gliel’avete permesso?- chiese Ash stupito.

-         Al principio era solo una pietra scovata per caso. Non sapevamo ancora che conseguenze avrebbe comportato. Quando poi lo capimmo, a nulla servì chiedere di interrompere l’esperimento.

-         E qui sorge un'altra domanda- disse Gary- Come faceva Jonathan ad avere quella stessa  pietra, ammesso che si tratti della stessa?

-         Forse l’ha rubata- ipotizzò Koga- O forse l’ha trovata.

-         E’ impossibile- disse Oak- Nessuno sapeva dell’esistenza della Pietra e ne erano in possesso solo quelli della Lega.

-         E se invece…fosse stata la Lega a dargliela?- disse Brock. I presenti lo guardarono sorpresi.

-         Ci avevo pensato anch’io- disse Gary- Il modo in cui aveva imparato a padroneggiarla in poco tempo e di come la Lega si stava comportando in merito…tutto fa pensare a qualcosa di organizzato.

-         Organizzato?- Misty lo guardò confusa- A che scopo? Sapevano già le conseguenze dell’utilizzo della pietra e nessuno avrebbe voluto fare la stessa fine dell’allenatore precedente.

-         Forse…- Ash ci pensò su-…lui non sapeva. Tutti lo guardarono in attesa di una spiegazione- Nelle volte in cui mi sono scontrato con Jonathan, ho avuto l’impressione che non conoscesse il vero potere della Pietra. Non sapeva neanche la storia del precedente allenatore. E poi, poco prima che lo catturassero, aveva accennato a qualcuno che gli aveva dato la Pietra, ma che non volevano che si sapesse chi erano. Se fosse stata la Lega a dargli la Pietra, perché non raccontargli la verità?

-         Perché in realtà le loro ricerche sulla Pietra non erano ancora terminate- disse Gary e guardò le persone sedute al tavolo- E cosa migliore di testare la Pietra su dei validi avversari? Qualcuno come i Capopalestra della regione.

-         Noi?- Erika guardò i suoi colleghi scioccata- Noi eravamo le loro cavie?

-         Siete dei capopalestra, vi scontrate ogni giorno con ogni tipo di avversario e non vi potete rifiutare. Inoltre la Lega ha potere su di voi e nel caso fossero sorti dei problemi, avrebbero potuto intervenire senza destare sospetti.

-         Vuoi dire che farci chiudere la Palestra, rientrava nei loro piani? Che eravamo solo delle pedine per i loro sporchi giochi?!- Lt. Surge si alzò in piedi furioso- Ho rischiato di morire sotto uno di quei attacchi del ragazzo! A loro non importa della nostra sicurezza?

Gary abbassò lo sguardo. Purtroppo non c’erano repliche alle parole di Lt. Surge. Era ormai una realtà certa. Guardò poi la ragazza dai capelli color arancio. Aveva lo sguardo perso nei suoi pensieri ed era come se si fosse isolata dal resto del gruppo.

Nella mente della ragazza, riapparvero uno dopo l’altra le immagini del suo scontro con Jonathan, la corsa verso il Centro Pokèmon, la morte del suo Pokèmon, la reazione della gente, la Lega e la chiusura della palestra, lo scontro di Jonathan con Brock e con dei semplici allenatori capitati lì per caso, la Fiera Pokèmon, lei con in mano una pistola e tutta quella gente…tutto questo, solo per il potere di una Pietra? Tutta la sofferenza patita in tutto quel tempo e le persone coinvolte…come si poteva essere così crudeli?

Lei quel giorno non aveva perso semplicemente un incontro, lei era sprofondata in un precipizio di cui non vedeva la fine. Si era allontanata da tutto ciò che aveva avuto un significato per lei, aveva odiato tutto ciò che per lei contava e che amava, aveva inconsciamente tentato di dimenticare ciò che le provocava dolore. Com’era potuta essere così cieca?

Strinse forte le mani appoggiate alle sue gambe. La frustrazione e la sofferenza provata in quei momenti, la fecero fremere di rabbia e tristezza. Serrò forte gli occhi, trattenendosi dallo scoppiare a piangere. Se era questa la verità, se tutto quello che aveva dovuto sopportare era dovuto ad un loro piano, che a loro non era mai interessato della sofferenza altrui, che erano serviti solo come cavie…era davvero orribile come verità.

Sentì poi che una mano si appoggiò sulla sua mano destra. Aprì gli occhi sorpresa e guardò il ragazzo moro seduto accanto a lei. Lui la guardava dolcemente e stringendo la mano con la sua, cercò di darle il suo conforto senza bisogno di parole. Poi un’altra mano toccò la sua mano sinistra. Si girò di lato e vide l’altro ragazzo di colore, che con lo stesso gesto voleva dargli il suo appoggio.

Lei commossa, strinse le mani dei suoi amici. Già, ora lei non era più sola. Poteva contare sull’aiuto dei suoi amici che erano lì con lei e delle persone che come lei avevano sofferto per un crudele piano. Si erano appunto riuniti lì per unire le loro forze, perché ora lo sapeva…l’unione rende più forti.

Gary guardò sollevato il volto della ragazza che ora pareva più sereno. E anche se provava invidia di non esserci lui al fianco di lei, era comunque grato che non fosse sola e che fossero riusciti a restituirle il sorriso. Ma il cammino lo sapeva, era ancora all’inizio e pieno di pericoli e ostacoli. Era troppo presto per tranquillizzarsi.

Tornò serio e riprese il suo discorso.

-         Ora sapete come sono avvenuti i fatti, ma anche se il Pokèmon e Jonathan sono apparentemente scomparsi, il problema sussiste. Lo hanno fatto già una volta e potrebbero ritentare un’altra volta. E il fatto che vogliano far tacere l’accaduto, è presagio che la storia non è terminata. Troveranno un altro allenatore ignaro e il giro continuerà, finché non otterranno ciò che vogliono.

-         E di preciso, a cosa mirano?- chiese Tracey.

-         E’ possibile che loro stessi siano interessati a sfruttare il potere della Pietra per i loro loschi piani.

-         Ma è possibile che finora nessuno se ne sia accorto? Nessuno ha tentato di fermarli?- chiese stupita Erika.

-         Avevano organizzato il tutto ben dettagliatamente, che erano riusciti ad uscirne puliti- disse Oak.

-         Però ora la Pietra e Jonathan, dove saranno?- chiese Ash.

-         Forse speravano che a Jonathan capitasse lo stesso incidente del precedente allenatore, così non avrebbero avuto problemi. Ma inaspettatamente sei intervenuto tu, Ash- Gary lo guardò- e hai diciamo, cambiato i loro piani. Probabilmente, Jonathan lo terranno rinchiuso da qualche parte, in attesa che le acque si calmino.

-         Io dico che bisogna andare lì e fargliela pagare!- disse Lt. Surge, l’uomo dai capelli biondi e divisa militare. Sbatté la mano sulla tavola- Quelli si sono presi gioco di noi.

-         Attaccare, e in che modo? Non conosciamo bene la Lega- disse Koga che era più ragionevole del suo collega- Non sappiamo come affrontarli.

-         Basterà un attacco a sorpresa- disse Sabrina- Forse non si aspettano che noi ci ribelliamo.

-         E poi, il professore Oak ha lavorato in passato con quelli della Lega- disse Tracey- Lui conoscerà meglio di noi quel posto e le persone.

-         Eh, però sono passati degli anni Tracey- disse un po’ dispiaciuto il professore- Le persone cambiano, anche le loro strategie, senza contare che anche la mia memoria a volte vacilla. E’ possibile che l’interno sia diverso da come me lo ricordo io.

-         Non potremmo invece tentare un dialogo con loro?- chiese Erika.

-         Se avessero voluto trovare un accordo, non ci avrebbero spinto a tanto- disse Brock.

-         Ma cosa concluderemo sfidando la Lega?- chiese Erika che non amava tanto la lotta.

-         E’ l’unico modo per confermare i nostri sospetti e fermarli prima che sia troppo tardi- disse Gary- Altre persone subiranno la vostra stessa sorte, se non interveniamo.

-         Sono d’accordo con te- disse Ash- Agire è la nostra ultima risorsa. E poi il problema non comprende solo le Palestre…se delle persone senza scrupoli sono a capo della Lega, questo coinvolgerà anche il futuro degli incontri Pokèmon. Chiunque sarebbe in pericolo se la Pietra venisse riutilizzata.

I capopalestra si guardarono tra di loro riflettendo sulla situazione.

-         Va bene, ci avete convinto- disse Koga infine- Quando agiamo?

-         Non vedo l’ora di dare una potente scarica del mio Raichu ad uno di loro!- disse Lt. Surge.

-         Anche Blaine sarà d’accordo- disse Erika- Lo avvertirò io.

-         Dovremmo avvertire anche quelli dell’Elite Pokèmon- disse Sabrina- Non tutti sono al corrente di ciò che sta accadendo.

-         D’accordo, ora non ci resta che organizzarci per poter affrontare al meglio il nostro nemico.

-         Sì- risposero in coro, tutti d’accordo.

 

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Misty guardò un gruppetto di Pokèmon immersi nell’acqua di una grande vasca. Li osservò stando ferma in piedi e provando una sensazione che credeva ormai persa in lei.

Guardò poi la mano che stringeva una Pokèball. Era giunto il momento?

-         Ti stai preparando?- chiese una voce dietro di lei.

Lei si girò lentamente, posando su di lui i suoi occhi incerti.

-         …non sono neanche sicura di essere pronta- disse lei sforzandosi di sembrare tranquilla- Sono passati molti mesi dal…- si fermò per prendere una pausa- Dal mio ultimo incontro. Da lì non mi sono più allenata e non mi stupirei se anche i miei Pokèmon si fossero un poco arrugginiti.

-         Basterà che tu riprenda ad esercitarti. Vedrai che con un po’ di allenamento, tornerai a combattere meglio di prima.

-         Mhh…già- tornò a guardare i suoi Pokèmon- Tornare a combattere…

Il ragazzo la guardò un po’ preoccupato per le sue parole incerte. Cercava di mantenere un sorriso deciso, ma gli occhi tradivano la sua preoccupazione, l’ansia di dover rincominciare. Sapeva che quello che l’attendeva era un grosso passo. Dopo tanto tempo a rimpiangere la morte del suo Pokèmon, non credeva che un giorno sarebbe stata capace di riprovare.

-         Se vuoi, possiamo allenarci insieme…come facevamo un tempo- propose Ash, in un intento di starle affianco in quel momento.

Lei si girò per guardarlo per qualche istante. Parve un po’ sorpresa e rimase in silenzio. Poi socchiudendo gli occhi, emise un gran sospiro.

-         Perché no?- disse lei alzando le braccia, come se si volesse stiracchiare- E poi, non abbiamo terminato ancora il nostro incontro. Anche se…- ridacchiò imbarazzata- dovrai avere un po’ di pazienza con me all’inizio, visto che non mi alleno da tanto.

Ash la guardò con un sorriso un po’ divertito.

-         Mi sembra così strano dover essere io ad insegnarti, visto che eri tu di solito che mi insegnavi qualcosa.

-         Già, i ruoli si sono invertiti- disse anche lei divertita- Ma non credere che questo duri a lungo.

-         Ah sì?- disse un po’ in tono di sfida- Lo vedremo.

-         Lo vedremo- replicò lei con lo stesso tono, mentre i suoi occhi fissavano quelli del ragazzo.

Sapeva in cuor suo che Ash sarebbe stato un gradino più in alto rispetto a lei, però il suo orgoglio tornato a ravvivarsi in quei giorni, le impediva di dargliela vinta al ragazzo.

-         Vedrai, io e Togetic vi batteremo e…- si bloccò, mentre il ragazzo la guardò con gli occhi stupiti- Ah…- chinò la testa con un mezzo sorriso- Scusa, dimentico sempre che Togetic non c’è…- alzò la testa senza farsi vedere- Credo di non aver ancora superato la separazione- alzò le spalle, cercando di sembrare ottimista- Mi sa che ci vorrà un po’ più del previsto…riuscirai ad aspettarmi?- sentì appoggiare una mano sulla sua spalla. Girò la testa e guardò Ash.

-         Certo- disse semplicemente.

I due si sorrisero e poi tornarono a guardare la piscina, come se non ci fosse altro da guardare lì.

Gli mancava…eh sì, gli mancava quella sensazione. Era da così tanto tempo che non vedeva brillare negli occhi della ragazza quella determinazione che la distingueva dagli altri. E aveva sentito mancanza della loro rivalità, delle loro chiacchiere, dei loro sguardi d’intesa. Eh, già…chi l’avrebbe detto anni prima che avrebbe sentito nostalgia del carattere impetuoso e a volte arrogante della ragazzina?

Sorrise a se stesso. Le cose cambiano in modo inaspettato.

-         Bene, allora ci vediamo dopo- si voltò per andarsene e lasciarla da sola con i suoi Pokèmon. Sapeva che dopo tanto tempo, aveva bisogno di un po’ tempo per potersi riavvicinare ai suoi compagni.

-         Ah, Ash- lo afferrò per il braccio, prima che lui si allontanasse- c’era una cosa che volevo dirti…

-         Mh?- la guardò senza capire.

Misty chiuse gli occhi, come per prendere coraggio dentro di sé. Li riaprì pochi secondi dopo per guardarlo negli occhi.

-         …grazie. Grazie per avermi impedito di fare una pazzia quel giorno alla Fiera - disse con un sorriso commosso. Lui la guardò sorpreso, credeva che l’episodio fosse finito nel dimenticatoio- Non ho ricordi nitidi di quel giorno. Non ricordo neanche come ci sono arrivata a quella Fiera. Ero confusa e disperata- scosse la testa- Però quello che mi è rimasto impresso sono le tue parole…che sono riuscite a svegliarmi e farmi capire che stavo sbagliando. Vederti poi combattere mi ha così turbata. Avevo paura che potesse toccarti la mia stessa sorte- chinò la testa- Non voglio che accada di nuovo.

Ash rimase in silenzio, ripercorrendo anche lui quei ricordi, che avevano finito per turbare anche lui. L’idea che Misty si sarebbe potuta macchiare di un omicidio, per quanto la sua disperazione fosse stata grande, lo aveva tormentato per delle notti intere. Se in quel momento non fosse riuscito a fermarla, ora…

Chiuse gli occhi come cercando di non pensare a quella terribile prospettiva. Aprì gli occhi invece per vedere la ragazza che ora gli stava di fronte e che era riuscita ad uscire dalla sua oscurità.

-         E scusami se mi sono comportata male nei tuoi confronti, quando invece tu volevi aiutarmi- continuò lei- Riconosco che sono stata molto dura e intrattabile. E ancora adesso mi chiedo perché tu non abbia rinunciato ad aiutarmi.

Lui guardò il viso dispiaciuto e grato della ragazza.

-         Misty…- si avvicinò a lei- Non c’è bisogno che mi ringrazi. E poi, sono io che mi devo scusare con te. Non ho fatto altro che procurarti sofferenze. Non avevo idea di come ti sentissi e il non riuscire ad aiutarti mi faceva disperare. Forse pensi che il tempo mi abbia maturato, ma credimi sono il solito sciocco che conoscevi e che faceva un errore dietro l’altro- ridacchiò imbarazzato, poi tornò serio- Ma di una cosa sono sicuro. Non lascerò che la storia si ripeta, perché se una cosa mi ha insegnato questa esperienza è che non serve scappare. Proteggerò te e tutte le persone che mi sono care, perché questo il mio modo di essere.

Misty sorrise a quelle parole e chinò la testa di lato.

-         Già, questo sei tu- lasciò andare il suo braccio e si voltò- E io mi impegnerò a non deludere la fiducia che tu e gli altri avete in me.

Ash sollevato dalle sue parole, la guardò per un po’ e poi tornò sui suoi passi.

La ragazza con una lacrima sul viso, se lo asciugò sfregando il dorso della sua mano. Poi guardò i suoi Pokèmon che nuotavano tranquilli nell’acqua.

-         Bene- disse decisa- E’ giunto il momento.

 

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-         Allora, sei pronta?- chiese il ragazzo all’altra ragazza di fronte a lui.

-         Sì- disse decisa lei.

-         Bene- il ragazzo fece per tirare fuori una sua Pokèball, ma giusto in quel momento entrò un ragazzo.

-         Ash, Misty!- li chiamo Brock allegro. Il che questo fece perdere tutta quella tensione createsi. Ad Ash gli scivolò di mano la sfera pokè, finendo per terra e sentendosi lui un completo idiota.

-         Brock, eravamo concentrati in un combattimento- protestò Ash chinandosi per prendere la sfera.

-         Scusate, ma dovevo avvertirvi dell’arrivo di due persone.

Ash e Misty si guardarono, nuovamente ignari di chi fosse arrivato, così che seguirono Brock all’ingresso della Palestra.

-         Haruka! Masato!- esclamò Ash quando li riconobbe.

-         Ehi Ash!- disse Haruka allegra- Che bello rivederti!- si avvicinò a loro- Ciao Misty, sono contenta che ci siamo rincontrate.

-         Eh…ciao Haruka- disse un po’ sorpresa Misty.

-         Ciao Misty!- salutò Masato, ignorando apposta il ragazzo che lo guardò con una smorfia- Questa è quindi la tua Palestra?- disse guardandosi intorno- Pare essere molto grande.

-         Sì…in effetti è grande e ha anche una spaziosa piscina…

-         Wow, sono curioso di vedere i Pokèmon che hai…

-         Masato- disse in tono di rimprovero la sorella- Non siamo venuti qui per divertirci.

-         Già, cosa ci fate qui?- chiese Ash.

-         Li ho chiamati io- spiegò Brock- Ho pensato che il loro aiuto potrebbe esserci utile.

-         Però…- disse dubbioso il ragazzo.

-         Anche noi abbiamo una Palestra- disse Haruka intuendo la sua obiezione- E se la situazione non si risolvesse, anche le altre Palestre al di fuori di Kanto, correrebbero gravi rischi.

-         Be’, in effetti…

-         E poi, voi siete nostri amici- continuò Haruka, mentre Masato annuiva- Non ci sembra giusto abbandonarvi in questo momento. Anche se forse non saremmo molto d’aiuto, sono sicura che l’unione fa la forza.

-         Amici…- disse felice Ash, mentre si sistemava il cappello- Certo, uniti c’è la faremo.

Brock e Misty si guardarono e si scambiarono un sorriso.

-         Bene, ora che abbiamo spiegato il motivo del nostro arrivo- disse Masato prendendo per il braccio la ragazza, cosa che non passò inosservato ad Ash- Misty, mi faresti visitare la Palestra?- chiese con occhi luccicanti.

-         Eh?- disse lei sorpresa.

-         Masato!- disse Haruka contrariata- Non essere maleducato! Non puoi chiederle una cosa simile!

-         Be’…ma, non c’è problema…- disse Misty un po’ timida e guardò Masato- Solo che la Palestra è stata riaperta da poco e magari vedrai un po’ di disordine in giro- disse un po’ dispiaciuta.

-         Non importa- disse Masato movendo la testa- E’ da un sacco di tempo che volevo venire qui a Cerulean.

-         In questo caso…- disse lei con un sorriso- Va bene.

-         Grande- disse contento Masato.

-         Ah, anch’io vorrei vedere la Palestra e i tuoi Pokèmon!- disse Haruka prendendo Misty dall’altro braccio- Sempre che per te non sia un disturbo, ovviamente.

-         No, tranquilla. Nessun disturbo, anzi è un piacere.

-         Ottimo, allora andiamo- dissero i due fratelli e trascinarono via Misty.

-         A- aspettate un attimo…- Ash rimase lì con aria piuttosto incredule- E il nostro incontro?

-         Su Ash, non prendertela- Brock gli appoggiò una mano sulla spalla e gli sorrise divertito- Se questo aiuterà Misty a distrarsi, allora non può che farle bene.

-         Be’, sì…- sospirò e guardò Brock- A che punto siamo con i preparativi?

-         Gary e Erika si stanno occupando di avvertire gli altri e di progettare un piano.

-         Gary…- mormorò lui. Brock lo guardò pensieroso.

-         Dimmi Ash…vi siete parlati tu e lui?

Ash ebbe come una fitta alla schiena e rimase silenzioso.

-         Non mi dire che avete litigato, proprio in un momento come questo- disse Brock in tono leggermente stanco.

-         No- si affrettò a dire lui- Non proprio- precisò.

-         Allora?- lo guardò senza capire. Poi notò lo sguardo un po’ impacciato, mentre muoveva nervosamente le dita- Oh…capisco. C’entra Misty, vero?

-         Più o meno…è solo che quando si tratta di lei, finiamo per avere opinioni diverse. Mi tratta a volte come se fossi un peso, come se non capissi niente- sospirò- E non avrebbe torno, in fondo. Lui mi aveva avvertito di non andarmene, ma non l’ho ascoltato.

-         Tu credi che se ci parlassi di nuovo, finirebbe per farti la predica?

-         Sicuramente- disse lui senza esitazione.

-         Io non credo- Brock incrociò le braccia con un sorriso- Non credo che avrebbe insistito tanto con te, se non avesse fiducia nelle tue capacità. Secondo te, Gary avrebbe permesso che tu le stessi vicino, conoscendo lo stato di salute di Misty? Se è stato così severo con te, forse era per spronarti a reagire. Sapeva che tu tieni molto a Misty e il farti sentire all’oscuro di tutto, ti avrebbe spinto a lottare per lei.

-         Tu credi?

-         Guardati Ash. Forse tu non lo noterai, ma l’aver affrontato queste difficoltà, ti ha fatto maturare un po’.

-         Mh?- si guardò le mani- Sì, forse…- disse quasi convincendo se stesso- Hai ragione.

Brock gli sorrise divertito. Eh, già, Ash rimaneva ancora un po’ un sempliciotto, però doveva riconoscerlo…aveva preso le sue decisioni da solo e anche se aveva sbagliato, era riuscito a rimediare. Degno del ragazzo che era destinato a diventare.

 

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-         Che?- lo guardò il ragazzo dai capelli castani con una smorfia- Per me rimani uno stupido.

Ash sentì crollare tutte le sue speranze e sicurezze, semplicemente con una frase. Il sorriso che aveva sfoggiato andando da Gary, si era sciolto davanti allo sguardo serio del ragazzo.

-         Oh, ma insomma, cosa ti ho fatto?- disse lui tentando di riprendersi- Cerco di metterci una pietra sopra sui nostri precedenti diverbi e tu mi tratti così?

-         E cosa dovrei dire altrimenti?- si voltò e si affacciò alla finestra del suo laboratorio- Mentire? La verità è che ti trovo irritante per ogni tuo comportamento.

Il moro grugnì qualcosa offeso. Il sorriso era decisamente scomparso.

-         Ah sì? Allora sappi che tu sei doppiamente irritante.

-         Tipica risposta di un bambino- disse lui tranquillo, il che fece innervosire di più Ash.

-         Non sono un bambino! Sono cresciuto, vedi?- si indicò con la mano- Ma se non ti dovesse bastare, possiamo sempre scontrarci in un incontro Pokèmon.

-         Il solito…- disse Gary con aria annoiata, mentre si voltava tranquillamente- non sbaglio quando dico che non sei cambiato. Sei rimasto uno stupido. Persino in questi casi, l’unica cosa che sai fare è sfidarmi. Anche da bambini, per ogni nostro litigio, finivi per dire la stessa cosa.

-         Be’…mh…allora cosa dovrei fare…- disse Ash offeso e un po’ smarrito- Non so cosa dirti, per farti capire che sono pentito per le mie scelte. Mi dispiace, okey? Anche se non capisco perché devo fare le mie scuse proprio a te.

-         Sei uno sciocco- sentenziò Gary, appoggiandosi al bordo della finestra. Ash era al colmo della sopportazione- Credi che io mi riferisca ancora a quella storia?

-         Eh?- lo guardò strano.

-         Per questo rimarrai un bambino- scosse la testa- Noi non stiamo discutendo per quello che è stato, ma per quello che avverrà.

-         Eh?- lo guardò ancora più confuso. Gary sospirò disperato.

-         Voglio dire, quello che è accaduto è ormai storia passata. Non sono arrabbiato con te per quello. Ormai Misty si sta riprendendo senza problemi.

-         E allora cosa?

-         Noi stiamo litigando per Misty- Ash lo guardò in silenzio- Entrambi amiamo la stessa ragazza e questo ci porta inevitabilmente a rimanere avversari.

Seguì un momento di silenzio, il tempo giusto che le rotelle di Ash si mettessero in moto e infine si svegliò.

-         Cosa?!- esclamò agitato- C- chi ha detto che io…?! Aspetta, quindi anche tu…cioè, voglio dire…

Gary lo osservò in silenzio, come se stesse vedevo una buffa scimmia che si dimenava per la stanza.

-         Come si voleva dimostrare, sei rimasto un bambino.

Ash si voltò verso di lui, con aria sospettosa.

-         Un attimo, chi mi dice che tu non mi stia facendo qualche sciocco scherzo? Giusto per prenderti gioco di me e vendicarti.

-         Oh be’, sì, certo. Visto che non ho nient’altro da fare…- alzò le spalle.

-         Però…- cercò di calmarsi- Misty…non…

-         Se non provi niente per lei, perché non glielo dici apertamente?- disse lui in tono di sfida- Sai, mi renderesti un grande favore. Senza di te tra le scatole, tra noi andrebbe tutto bene.

-         Mhh…- si strinse tra le braccia- Non posso farlo.

-         Perché?- alzò il sopracciglio- Perché provi qualcosa per lei?

-         Perché sarebbe imbarazzante e complicato andarle a dire una cosa così, senza un motivo apparente- cercò di dire lui in difesa. Gary però non sembrò voler capire le sue parole.

-         Sei innamorato o no?- continuò ad insistere, stanco dei giri di parole di Ash.

-         N- no…- disse incerto.

-         E allora?

-         Non mi puoi chiedere di fare questo…- strinse forte le mani.

-         Non sei cambiato- concluse Gary uscendo dalla stanza- Muoviti a raggiungere gli altri in salotto, che devo illustrarvi il piano- disse poco prima di chiudere la porta.

Ash rimase lì fermo, come se non avesse sentito e con la testa china.

Gary fece qualche passo con le mani in tasca, prima di fermarsi e senza voltarsi iniziò a parlare.

-         Hai intenzione di rimanere lì nascosto a lungo…Tracey?

Un ragazzo dai capelli neri e fascia verde uscì dal suo nascondiglio, un po’ imbarazzato di essere stato scoperto.

-         Scusa…io non avevo intenzione di ascoltare il vostro discorso…sono capitato per puro caso qui e…

-         Be’, la prossima volta evita di nasconderti dietro un vaso di una pianta. E’ così patetico.

-         Ahh…- guardò il suo nascondiglio- In effetti…- ridacchiò ancora più imbarazzato.

Gary riprese a camminare.

-         Ah, aspetta Gary!- lo chiamò Tracey e lo raggiunse. Gary si fermò e lo guardò un po’ scocciato- Perché l’hai fatto? Credevo che…cioè, mi sei sembrato molto duro con Ash…

Il castano sospirò esasperato.

-         Era l’unico modo, Tracey- spiegò lui- Se gliela dessi tutte vinte, non imparerebbe.

-         Però, perché chiedergli una cosa simile?

-         Perché…so che non lo farà.

-         Eh?

-         Ash è ancora troppo immaturo per ammettere i suoi sentimenti e troppo ingenuo per non capire che così si farà solo del male. Se nessuno lo mette con le spalle al muro, prima che si svegli sarà troppo tardi- si voltò- E’ già dura dover rinunciare a lei, e vedere lui che spreca un’altra opportunità mi da su i nervi.

Tracey sorrise.

-         In fondo, anche tu vorresti che loro due stessero insieme.

-         Si capisce…se proprio devo ritirarmi, almeno voglio essere sicuro che lei sia in mani giuste.

-         Potresti però dirgli la verità…dicendogli così invece, accrescerai la sua convinzione che tu non sia cambiato e che rimarrai un avversario.

-         Meglio. Il vedermi come un nemico, lo spronerà a darsi una mossa- sorrise- Del resto, sono sempre stato convinto che io e Ash siamo destinati a rimanere rivali.

-         Gary…

-         Be’, se il tuo interrogatorio è terminato, direi che possiamo andare da gli altri. Abbiamo ancora molte cose da fare.

-         Sì.

 

CONTINUA…

 

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Anteprima:

Il piano inizia a mettersi in moto. Tutti sono pronti per attaccare la Lega, per quella che verrà ricordata nella storia della Lega. Ma andrà tutto bene?

Questo e altro nella prossima puntata! Non mancate!

"Nella luce e nell'oscurità, io ci sarò"

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Allora…periodo di vacanze, vero? Eh già, sono scomparsi tutti °_°’ Beati voi T.T

Io non solo sono rimasta qua, ma anche mi sono beccata la febbre XP Mi è difficile pure rimanere davanti al pc…ma visto che dormire non posso, né disegnare, mi rimane solo il pc -_-‘ Mi domando pure, ma io tutte le estati devo ammalarmi? Ma che sfiga -_-‘

Va be’ che dicevo? Ah sì la fic, prosegue al rilento, ma non mi arrendo, eh! Per fortuna che dopo tutti questi preamboli, finalmente si inizia a fare sul serio con l’attacco alla Lega. Il capitolo è quasi terminato, però preferisco portarmi avanti.

Ringrazio come sempre le persone che recensiscono la fic, senza di voi la fic sarebbe ormai cestinata.

Ringrazio pure Ila per il capitolo di Pokèmon ^^

Ah, approfitto di questo momento per dirvi solo che ho iniziato a scrivere una fic intitolata “Blue Bird Illusion” che potrete leggere sul mio blog http://mariposasky.blogspot.com

E con questo vi saluto, al prossimo capitolo!

By Ya-chan

   
 
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