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Autore: holls    12/05/2014    7 recensioni
Un sorriso sepolto è un sorriso nascosto, custodito gelosamente dietro una fortezza invalicabile. Puoi bussare, provare a scavalcare le mura, ma ne uscirai ogni volta sconfitto, perché l'esercito del dolore è sempre pronto a respingere ogni intruso.
Ma se solo riuscissi a trovare un'unica, piccola falla, quel sorriso potrebbe nuovamente vedere la luce del Sole, più splendente di prima.
[Sequel ideale di Naughty Blu]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Nathalan'
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Infinito
 


«Torni, stasera?»
È questo che mi chiedi ogni mattina, ormai, da un mese a questa parte. E sembrerebbe una domanda innocente, se non fosse per quei tuoi occhi supplichevoli, spogliati di ogni orgoglio, in preda alla paura di non vedermi tornare più da te.
Ma anche questa sera, come ogni altra, sono tornato per cena; e noto, con la coda dell’occhio, il consueto sospiro di sollievo dopo ogni mio rientro.
Il solito copione, che, in parte, mi sono cercato.
Ripongo quella giacca un po’ troppo pesante per il mese di luglio e tu sbuchi alle mie spalle, gli occhi bassi e la bocca piena di sospiri.
«Dimmi.»
Ti tartassi le dita in cerca di un coraggio che stenta a uscire, mentre lasci che i tuoi taciti tormenti si cibino della tua insicurezza, ancora una volta.
«Per quanto ancora riuscirai a sopportarmi? Sinceramente. Ho bisogno di saperlo.»
Leggo in quelle parole la solitudine dei tuoi pensieri e vedo, tra le righe, gli strascichi dell’idea che ebbi quella sera, ormai più di un mese fa.
Fingere di volerti lasciare non è stata una buona pensata, vero?
Perché se anche tu sapevi che non l’avrei mai fatto, forse ho instillato in te un tarlo, un seme del dubbio che ha messo le radici dentro di te e che, piano piano, sta distruggendo l’unica convinzione che ti era rimasta.
Mi guardo intorno in cerca di una risposta brillante, di qualcosa che possa rassicurarti. E l’illuminazione arriva dal nulla, fulminea.
«Vediamo quanto sei bravo in matematica. Adesso facciamo un po’ di calcoli e il risultato sarà quanto ti sopporterò ancora, va bene?»
Tu mi guardi senza capire, a metà tra lo stupito e lo ’Scusa, puoi ripetere?’,  mentre io prego che questo stupido gioco possa, almeno in parte, donarti quella poca sicurezza che sento di averti rubato.
Alla fine, fai spallucce.
«Va bene.»
«Infinito meno uno?»
Aggrotti la fronte e mi lanci un’occhiata interrogativa, forse chiedendoti che nesso abbia con la tua domanda.
«… Infinito?»
«Risposta giusta. Infinito meno dieci?»
Ancora mi guardi perplesso, forse preso dai tuoi dubbi sul fatto che sia davvero la risposta giusta, mentre rispolveri vecchie nozioni di Analisi in fretta e furia.
«… Infinito.»
Ma non ha importanza, Nathan. Perché è la risposta giusta per me.
«Infinito meno quello che ti pare?»
Arricci le labbra e incroci le braccia, segno che vuoi una spiegazione.
«Vedi, Nathan, alla mia pazienza puoi sottrarre tutti i momenti difficili che vuoi, ma non finirà mai. Perciò, penso proprio che ti sopporterò per un tempo infinito.»
Tu rimani a bocca aperta, incapace di replicare, e un piccolo, timido sorriso si apre dalle tue labbra. Forse stai ancora decidendo se essere sorpreso, felice o incredulo, perché quel sorriso compare e scompare a tratti, guidato dalle tue emozioni. Alla fine scoppi a ridere.
Ed era qualcosa che non vedevo da molto, troppo tempo.
Quella smorfia che ti illumina il viso, che mi fa capire che forse, a furia di scavare, finalmente ho trovato una parte di quel tesoro che difendi tanto strenuamente.
«È molto romantico, ma ti ricordo che infinito meno infinito potrebbe fare zero. Quindi vuol dire che il tuo livello di sopportazione avrebbe raggiunto il limite e, in tal caso, mi lasceresti adesso.»
Sembri divertito, quasi deciso ad aver ragione, ma non ho intenzione di darla vinta a quella parte di te che non ci crede più, a quella parte di te che vuole arrendersi e, forse, farsi commiserare.
«Ma questo, Nathan, vorrebbe anche dire che mi faresti dannare per un tempo infinito, e ciò può succedere solo se rimango accanto a te fino alla fine dei nostri giorni
Quel sorriso torna sul tuo viso, condito con un pizzico di imbarazzo, forse per l’ultima frase che ti fa fare qualche pensiero di troppo. E così sbuffi, con quelle guance un po’ troppo arrossate e una contentezza che tenti di nascondere.
«D’accordo, mi arrendo. Ma la tua risposta non ha senso, lo sai?»
Sorrido, ti tiro a me e poso le mie labbra sulle tue, finché non mi ritrovo a guardare quegli occhi che mi fanno innamorare ogni volta.
«Come la tua prima domanda.»

 
 

   
 
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