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Autore: Ele12    12/05/2014    7 recensioni
Harry si ricordò che una volta passata la barriera non si poteva più uscire dopo una certa ora e quei tre dovevano muoversi se volevano tornare dall’altra parte. Disse questo a Hermione e Ron, poi corse vicino ai semidei:
“Scusa … Percy ma voi volete restare qua o ritornare dall’altra parte ?”
Bene, questa è una fanfiction che parla dell'incontro tra Harry Potter e Percy Jackson. Ma la storia parla anche di una dea furente, di tre Lune oscurate, di un doloroso rapimento, di litigi e di magie proibite.
Se siete Potterheads o Semidei godetevi questa fanfiction, che spero piaccia anche ai Babbani...;)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO 1
PERCY
Era una normale mattina alla stazione di King’s Cross, e per normale si intende ovviamente una caotica, affollata, chiassosa, rumorosa mattinata del 1 settembre. Un ragazzo alto con una focosa maglietta arancione si faceva largo tra la folla trascinando una donna più anziana di lui e segnata da evidenti traumi passati. Al loro passaggio uomini in giacca e cravatta, donne con bimbi in braccio, ragazzi in gruppi da cinque si scostavano evidentemente infastiditi ma Percy non poteva assolutamente fare tardi : quella era la sua prima vacanza fuori dal campo insieme ai suoi due migliori amici, Annabeth e Grover. Ad un certo punto un cappello arancione con lo stesso simbolo della maglietta di Percy  sbucò tra la folla gridando: “PEEERCY, PEERCYYY, DOVE SEIII, PEEERCYYY!!!!”
Percy, sentendo gridare il suo nome con l’inconfondibile voce di Grover, si fece avanti in mezzo a tutte quelle persone e urlò di rimando:
“GROVEEER ASPETTAMI TRA LA PIATTAFORMA NOVE E DIECI QUI C’E’ TROPPA GENTE !!! PORTA ANNABETH CON TEEE!!!”
Percy vide il cappello arancione, che proteggeva due sporgenti corna da satiro, muoversi nella direzione opposta e cercò di seguirlo sgomitando tra tutti quei mortali. Distrutto, non fece in tempo ad arrivare alla piattaforma nove che venne travolto da quattro braccia amiche le quali si strinsero in un abbraccio. Dopo qualche secondo i tre ragazzi si slacciarono quando Annabeth e Grover si accorsero che la madre di Percy, Sally, era con loro e corsero a salutarla. Sally guardò l’orologio
“Scusate sono in ritardo per il lavoro, devo andare” poi aggiunse, rivolta a suo figlio “Comportati bene e se hai bisogno di aiuto sai come fare. Ricordati che tuo padre ti ascolterà ovunque tu sia, basta che ci sia un po’ d’acqua” detto questo strizzò l’occhio a Percy e scappò via.
Appena Sally si fu allontanata, Annabeth saltò al collo di Percy, poi i tre appoggiarono i loro carrelli sul muro tra il binario nove e dieci e iniziarono a parlare delle vacanze estive. In mezzo al trambusto carrelli stracarichi di bauli sfrecciavano nella loro direzione mentre i gufi appollaiati in cima ad essi emettevano versi acuti e fastidiosi. Grover rise e commentò:
“Ma dove vanno tutti questi carrelli ? E quelli non saranno mica gufi ?”
“Certo che sono gufi, Grover. Sono il simbolo della sapienza e quindi di mia madre…Ma perché sono qui, questo c’è da chiedersi”
Percy, Grover e Annabeth però non poterono fare a meno di notare che i carrelli con sopra i gufi si dirigevano verso di loro, anzi più precisamente verso il muro. I tre si spostarono perché ormai intorno alla parete erano accalcate una ventina di persone che li scrutavano con aria infastidita e minacciosa. Un attimo dopo, notò Percy, le persone dall’aria torva erano scomparse. Fece notare questo fatto ai compagni che gli risposero con un alzata di spalle e si riappoggiarono al muro in attesa del treno. Quando si udì un fischio in lontananza Percy avvertì Grover e Annabeth per prendere i carrelli ma le valigie e tutta la loro roba era scomparsa; cercarono lì intorno, convinti che li avessero rubati, ma non trovarono niente. Poi Annabeth, sfinita,disse:
“Ma com’ è possibile, erano qui, proprio in questo punto!” e appoggiò le mani al muro. Un attimo dopo, con un FLOP Annabeth scomparve dietro la parete. Percy e Grover, terrorizzati, si tuffarono con lei per riportarla indietro. Ma, quando alzarono gli occhi, si ritrovarono proiettati in una stazione completamente diversa da quella di King’s Cross, sembrava più un mondo diverso da quello che si erano lasciati alle spalle: circolavano carrelli carichi di bauli, di gufi e di civette, alcuni ragazzi indossavano una lunga mantella nera con una “H” ricamata sul petto insieme a quattro animali il leone, l’aquila, il tasso e il serpente, tutti ma proprio tutti tenevano in mano una bacchetta e, la cosa più maestosa e importante, davanti ai tre amici troneggiava un gigantesco treno rosso e nero con una scritta di lato “Espresso per Hogwarts”.
 
 
HARRY
“Ma perché dovevano fare sempre tardi, perché, perché, perché ???” pensò Harry sorridendo. Poi si voltò per vedere Ron arrivare trafelato con Hermione alle calcagna che si facevano largo in mezzo alla folla di Babbani, ovvero gente non magica. Harry non vedeva l’ora di arrivare a scuola, la sua seconda casa, farsi una scorpacciata di tutto quello che ci sarebbe stato al banchetto, parlare fino a notte fonda con Ron e scivolare sotto le coperte del suo caldo e morbido letto su, nei dormitori al secondo piano. Attraversarono la barriera senza problemi e si lasciarono trainare da Fred e George fino al treno insieme a Leotordo che cinguettava allegro e felice. Poi Harry sentì un urlo lacerante e una piccola folla di persone si mosse attorno a loro in un’unica direzione; poi l’urlo si sentì chiaro e forte:
“BABBAAAANIIII” e i maghi e le streghe scapparono via terrorizzati.
Si aprì un largo cerchio di persone intorno a tre ragazzi dell’età di Harry, in effetti vestiti come Babbani, che si guardavano attorno come se fossero stati appena Confusi. Tre attimi dopo iniziarono i commenti sottovoce, ma udibilissimi:
“Babbani …” “Come hanno fatto a entrare attraverso la barriera??” “Saranno Mangiamorte travestiti?” “No, non credo proprio” “Forse sono dei maghi da Paesi lontani…” “Sì, potrebbe anche darsi” “Proviamo a parlargli in inglese”
Il signor Weasley, che con i Babbani ci conviveva, si fece avanti in mezzo ai  maghi e chiese:
“Parlate inglese, ragazzi ?”
I tre non risposero ma all’improvviso la ragazza, bionda con occhi grigio intenso, si rivolse all’intera massa di gente:
“Non so di cosa stiate parlando signori, ma di certo non abbiamo niente a che fare con quei mortali là, fuori quel muro”
“I Babbani ?” corresse il signor Weasley
“Noi li chiamiamo mortali, ma fa lo stesso” obiettò la ragazza.
“Bene ragazzi, se non siete Babbani, e evidentemente neanche maghi allora chi, o che siete ?” chiese il signor Weasley, evidentemente confuso.
“Beh, io sono Annabeth, figlia di Atena, lui è Percy” disse indicando un ragazzo dell’età di Harry con profondi occhi azzurri come il mare “figlio di Poseidone, e lui è Grover, un satiro” rispose tutto d’un fiato.
Ci fu un mormorio di dissenso. Quasi tutti pensavano che stessero vaneggiando o inventando, ma nessuno si fece avanti per ulteriori domande. Hermione, preoccupata come al solito in situazioni di possibile pericolo, esclamò:
“Ma come avete fatto ad attraversare la barriera ???”
La ragazza rispose con un che di esasperato nella voce:
“Ci siamo appoggiati al muro e siamo stati trasportati qui”
Qualcuno parlò:
“Questo vuol dire che sicuramente non sono Babbani. Secondo me sono Mangiamorte !!!”
Ma Hermione rispose prontamente:
“Allora ci avrebbero già ucciso tutti direi”
Da uno sguardo della ragazza che diceva di chiamarsi Annabeth, si capì che era grata a Hermione. Poi l’amica riprese, notando le facce confuse dei tre nuovi arrivati:
“Molti sono diffidenti e non vi credono qua intorno” e guardò torva la folla di maghi “Pensano siate maghi malvagi pronti a uccidere se necessario” “Ma non credo lo siate perché se no saremmo già morti tutti” aggiunse notando le facce dei tre ragazzi.
Poi la ragazza disse, perplessa:
“Ma noi siamo semidei, Mezzosangue. Non siamo malvagi”
A queste parole molti fecero un sorriso di sdegno mentre il resto della gente esclamò un “Ooooooh” decisamente perplesso.
“Mezzosangue !!!” quasi urlò Hermione “Come potete definirvi così !” questa volta gridò.
La ragazza, Annabeth, domandò offesa e evidentemente ferita nell’orgoglio:
“Scusate, ma cosa c’è di male nell’essere Mezzosangue ??”
E Ron, rimasto tutto il tempo con la bocca spalancata, parlò con voce flebile e incredula:
“Miseriaccia ma è un’offesa gravissima per un mago…”
“Beh per un semidio no, è una comunissima definizione” commentò il satiro con le corna.
Hermione, ancora sconvolta, si rivolse ad Annabeth mentre Percy e Grover il satiro si guardavano ancora incuriositi dalla reazione dei maghi:
“Noi preferiremmo chiamarvi semidei, se per voi va bene, ovvio”
Poi i tre ragazzi si osservarono e fecero un cenno di assenso verso la folla di persone. Improvvisamente qualcuno osservò:
“Gente il treno sta aspettando gli studenti, dobbiamo muoverci”
E come per magia la vita ricominciò intorno a Harry, Ron ed Hermione. Ginny trascinò i tre lontani dai Malfoy perché, nella confusione, lei fu l’unica che si accorse che i ragazzi non sapevano dove andare e come uscire. Harry si ricordò che una volta passata la barriera non si poteva più uscire dopo una certa ora e quei tre dovevano muoversi se volevano tornare dall’altra parte. Disse questo a Hermione e Ron, poi corse vicino ai semidei:
“Scusa … Percy ma voi volete restare qua o ritornare dall’altra parte ?”
 
Angolo autrice:
Bene, bene, bene. Allora, inizio col dirvi che questa fanfiction continuerà, e molto ma non voglio anticiparvi nulla. In questo capitolo parliamo dell'arrivo al binario del povero Percy, completamente disorientato, e di Annabeth e Grover. Strano modo per finire nel binario, eh? Leggendo Harry Potter mi sono posta la domanda: "E se un Babbano, sia maledetto, entrerebbe per sbaglio nella barriera, come reagirebbero i maghi?" e da lì la mia contorta mente ha iniziato a elaborare la storia. Spero sinceramente che vi piaccia. Appunto per questo recensite e fatemi sapere cosa ne pensate. E' la mia prima fanfiction, abbiate pietà!!!
  
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