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Autore: Yum_R_i    14/05/2014    1 recensioni
è stato un incontro. Anzi, due.
Di sicuro destino, direbbero molti, ma noi no, non ci crediamo.
Siamo semplicemente noi e questa è semplicemente la nostra complicata storia.
A quattro mani con Akkarin90 (per chi ha già iniziato a leggerla: c'è stato solo un cambio di nickname)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Gaara, Naruto/Sakura, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Eccoci qui al secondo capitolo.
L'intenzione è di pubblicare il prima possibile, ma come tutte/i sapete, non sempre i tempi vengono rispettati. Cercheremo di fare del nostro meglio!
La cara Yumi ecc ecc mi sta guardando perplessa mentre scrivo questa mini introduzione (non so perchè, ma per me necessaria).
Abbiamo voluto evitare di metterla nel primo capitolo, per renderlo essenziale, senza altre influenze, per farvi assaggiare lo stile.
Vi rincuoro: l'animo da scrittrice è il suo, e vi assicuro che siete molto più fortunate/i, fosse stata la mia mano avreste capito la metà e pure male. Il mio contributo esiste ma è più contenutistico e rompiballistico (mi ha gia definito schiavista).
E...ciliegia delle ciliege, sono un ragazzo, che la cosa vi meravigli o meno.
Dulcis in fundo: cercheremo di portare avanti la storia con serietà e profondità.
Non mi rimane, anzi, ci rimane, di augurarvi una buona lettura.

Akkarin90 e...

Yum_R_i

 

 

 

 

Quello che si trovò davanti la lasciò interdetta.
La mano non si schiodava dal pomello di ottone, le labbra erano socchiuse per la meraviglia.
Dopo un istante di totale immobilità, rivolse il suo migliore sguardo indagatore allo sconosciuto. Le arrivò in risposta un sorriso smagliante, a trentadue denti. Un sorriso mai visto prima. Caloroso, sincero.
Senza un attimo di esitazione e senza nemmeno tante cerimonie, fece un passo indietro, sbattendogli la porta in faccia violentemente.
'E questo da dove arriva? Odio i perdigiorno'
Stava tornando allo studio quando l'immagine di un ragazzino si materializzò davanti a lei. Sakura impallidì all'istante, un giramento di testa la colse impreparata e rischiò di rovinare a terra.
-No, basta, non ce la faccio più, ti prego basta, lasciami in pace- balbettò, come imprigionata in una malsana litania. -Non dovrei più vederti, le sto prendendo quelle maledette medicine, basta-
-Presta bene attenzione, Sakura, guardalo bene- le disse invece la visione.
La ragazza si trascinò con le poche forze rimaste vicino all'uscio. Gli occhi le si inumidirono, sebbene fosse ormai abituata a quella voce che solo lei poteva sentire e che faceva comparire il suo nome sulla cartella clinica di più di uno psichiatra. A quella stessa voce che la teneva ancora in vita.
Scostò la tenda della finestra, e si decise a rivolgere lo sguardo sul ragazzo che ancora sostava davanti al suo zerbino, passandosi una mano tra i capelli biondi, palesemente incerto sul da farsi.
Occhi zaffiro brillanti, naso aquilino, fisico asciutto, spalle larghe.
Non appena si rese conto del suo aspetto, un secondo lampo la colpì.
Venne travolta da un'ondata di puro panico.
Sovrappose le due immagini, quella reale e quella della mente.
E quasi svenne.

 

Naruto rimase immobile, sul volto un'espressione perplessa.
'Ma che..?!'
Dopo un istante, scosse il capo, risoluto.
Nonno Jiraya gli ripeteva sempre che la testardaggine era inesorabilmente il marchio di fabbrica degli Uzumaki.
Suonò nuovamente.
'Non proprio il massimo come inizio, ma non posso lasciarmi scappare anche questa' pensò aggrappandosi come un forsennato al campanello.
Dopo una stoica attesa di almeno mezzora e una paralisi all'indice sinistro, finalmente sentì la maniglia muoversi.
Il volto di lei fece capolino dalla porta socchiusa.
Tutti gli improperi che il giovane si era preparato si bloccarono in gola quando la vide.
Lei era... Diversa.
Naruto non era mai stato una persona particolarmente riflessiva, la maggior parte delle volte non prestava la benchè minima attenzione e per questo era sempre stato un disastro nello studio, ma una cosa lo contraddistingueva fin da bambino, quello che il nonno definiva l' "istinto speciale".
Naruto capiva le persone, semplicemente. Gli bastava un'occhiata per sviluppare una forte empatia con chiunque avesse davanti. Sentiva sulla sua pelle, sulle sue mani, nella sua testa i brividi, le passioni, le gioie del suo interlocutore. Rideva e piangeva. Si imbarazzava o soffriva in silenzio, talvolta chiedendosi perchè proprio a lui era destinato quel fardello così difficile da portare.
Mai, però, aveva provato qualcosa del genere, ne era sicuro.
Davanti a quella ragazza esile, ai suoi occhi dilatati per la paura, ai movimenti nevrotici delle dita sottili, Naruto fu scosso da un tremito. Era un'angoscia che nasceva dal profondo, un'ansia irrazionale che sgorgava a fiotti dallo sguardo limpido di lei e lo inondava con tutto il suo impeto distruttivo.
Non fece in tempo a razionalizzare alcunchè, si schiarì la gola arsa, abbassando il capo per porre fine al contatto. Le labbra si mossero da sole.
-Si vede che qualcosa non va, se c'entro io non ti preoccupare, mi dileguo immediatamente. Non so cosa sia successo, ma ho evidentemente sbagliato a venire qui-
Il tono della voce era rotto, insicuro. Si sentiva perso in un mondo che non gli apparteneva.
Si costrinse a sollevare ancora una volta l'attenzione sulla ragazza, che era rimasta in silenzio, scongiurandola con lo sguardo di dire qualcosa, qualsiasi cosa, di fargli sentire ancora la sua voce per rompere quel malessere che si stava diffondendo e che lo soffocava, non lasciandogli scampo.
Non voleva assolutamente essere la causa di quell'espressione. Non voleva provocare tutto quel dolore.
La ragazza sgranò impercettibilmente gli occhi, e si decise a rispondergli.
-Perdonami, è solo che non mi aspettavo di vedere un ragazzo. Anzi, a dire il vero sull'annuncio avevo scritto di essere contattata solo da ragazze-
Naruto intuì al volo come sotto quelle parole di circostanza, ci fosse un intero mondo che la ragazza stava soffocando giù, in un angolo remoto del suo animo.
La assecondò, recuperò tutta la sua disinvoltura e il sorriso troppo largo, da bambino, tornò a farsi spazio sul suo volto.
-Ah davvero? Non l'ho proprio visto! Dove era scritto?-
-Alla fine dell'annuncio, poco sotto il numero di telefono-
-Che sbadato, scusami! è che c'erano talmente tanti fogli su quella bacheca che...- Mimò con le mani l'esplosione di una bomba atomica.
Se l'atteggiamento non fosse stato così puramente genuino, Sakura avrebbe davvero creduto che lui la stesse prendendo in giro.
Comunicandole il suo dispiacere per averle causato tale perdita di tempo, Naruto decise di girare sui tacchi e tornare a "casa".

-Non lasciarlo andare, non vedi come brilla?-
-Non ho la minima intenzione di avere un ragazzo in casa, soprattutto un tipo come lui. Impazzirei definitivamente-
-Sai che c'è qualcosa che ti lega a lui, lo senti, perchè vuoi ignorarlo?-
-Ho detto no-
-Va bene, sorellina, se ti fa stare meglio, lascialo andare.-
Lo guardò indossare il casco, salire sulla moto, e sfrecciare lungo il viale alberato.
Lo seguì con lo sguardo in un misto di sofferenza e accettazione.
Era abituata a soffrire, questo non avrebbe cambiato nulla.
Si richiuse la porta alle spalle e cercò di dimenticare l'accaduto.

 

-Lui è tornato, è tornato di nuovo-
Biascicò Sakura per l'ennesima volta.
Se ne stava stesa su un lettino immacolato, con una mano calcata sugli occhi, come per impedire alle lacrime di uscire.
- Non sono riuscita a controllarlo, è ricomparso dal nulla, le mie emozioni... Io...-
Scoppiò a piangere, il corpo scosso da violenti singhiozzi, il respiro sempre più affannoso.
Le sembrava di morire.
Il mondo le vorticava attorno, minacciava di divorarla da un momento all'altro. Si sentiva insignificante, sconfitta.
E terribilmente stanca.
Lo stridio nelle orecchie aumentava a dismisura, faticava a sentire le parole della dottoressa Tsunade. Aveva perso il filo già da tempo, temeva di perdere anche qualcosa di molto più importante, tutta se stessa.
Tra le lacrime intravedeva la donna china su di lei, con un bicchiere d'acqua in mano.
- Forza piccola, adesso passa-
Ma lei aveva voglia di lasciarsi andare, di dimenticare.
Era solo il riflesso di ciò che era stata una volta, la brutta immagine della vera Sakura.
Un burattino che rischiava veder venire meno i fili che lo tenevano ancorato al palcoscenico.
- Haruno! Non è così che si comporta un futuro medico!-
Quel tono diretto oltrepassò inaspettatamente tutte le barriere che lei stessa si era costruita intorno e la fece trasalire.
Tsunade aveva dannatamente ragione, questo era chiaro.
Si sforzò di controllare il vortice di emozioni che aveva permesso crescesse a dismisura, e trasse un profondo respiro.
Con mano tremante accettò grata il bicchiere che la psicologa le stava porgendo.
-Ricorda, stessa dose, stessi orari-
Anche quell'attacco era passato.

 

Colpi all'ingresso sempre più insistenti la fecero alzare dal letto controvoglia.
Le bastò girare la chiave nella toppa un paio di volte e la porta si spalancò di colpo, mancandola per un soffio.
- Lo sapevo che te ne stavi rintanata qui dentro, frontespaziosa!- urlò una ragazza, ignorando totalmente l'espressione infastidita dipinta sul volto di Sakura.
175 centimetri di altezza, una chioma bionda da far invidia a chiunque, due gambe da urlo e il fare da primadonna più fastidioso di tutta Konoha: Ino, la sua migliore amica.
- Com'è andata dalla strizzacervelli, cara? Ma i tuoi capelli sono un disastro! Fila a pettinarti, poi vieni qui che al trucco ci penso io. Stasera mi accompagni in un posticino e no, non mi interessa che tu sia stanca! - Precisò, notando che l'amica stava per replicare - e nemmeno che domani ci sia lezione presto o che tu debba dissezionare chissà quale povera rana- tagliò sul nascere ogni discussione la bionda.
Sakura sospirò. Quando Ino partiva così, niente poteva farle cambiare idea. Si trascinò in bagno, non voleva sapere nemmeno dove intendesse portarla.
- Sai, stasera andiamo allo Sharingan-
... Appunto.
Storse il naso.
- è un localino fuori dal centro, frequentato da rockettari e alternativi per lo più. Ma stasera si esibisce in un reading poetico uno scrittore emergente. Ho letto qualcosa di suo ed è pazzesco, è amico di Neji, quindi fortunatamente Hinata ha tenuto due posti anche per noi!-
Sakura sollevò di un altro millimetro il sopracciglio. "Amico di Neji", poteva già immaginare il tipo.
Si astenne dal fare qualunque commento per la sua incolumità.
La cosa divenne sempre più difficile durante il tragitto, mentre Ino non la smetteva per un secondo di cinguettare sulle voci che circolavano riguardo questo fantomatico poeta.
- Dicono che sia dannatamente bello, il classico tenebroso che ti fa innamorare con una sola occhiata-
Sakura ossevò l'amica congiungere le mani con aria sognante, non poteva parlare sul serio.
Il suo grado di scetticismo aumentò ancora, impresa che le pareva impossibile, una volta messo piedo nel locale. Le bastarono trenta secondi immersa in un fitto strato di "nebbia da spinello", come le definiva Neji, per pensare di mandare al diavolo Ino e le trovate geniali e far ritorno al suo appartamento. Quello era pulito, per lo meno.
L'amica, però, la prese per un braccio, indicandole due posti in prima fila. La "gentilissima" Hinata aveva tenuto per loro i migliori. Sakura appuntò mentalmente di farla fuori il prima possibile e con un sospiro cercò di farsi strada tra quei mentecatti, popolazione notturna dello Sharingan.
Appena si sedette, una voce si schiarì dal palcoscenico attirando l'attenzione del pubblico.
Le luci si abbassarono, illuminando una figura seduta dietro un leggio.

  
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