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Autore: Samidare    14/05/2014    2 recensioni
L'Artiglio Rosso è un fiore dalle mille proprietà: da esso si può perfino ricavare una potentissima pozione d'amore. Cosa succede, però, quando questa pozione viene assunta da un certo principe di Camelot? Un certo valletto sta per scoprirlo a sue spese.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Drago, Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Wine of Love

Wine of Love




ATTO PRIMO, di come il mago e il medico discutono delle sorti del principe.


Nelle stanze di Gaius era sempre possibile trovare, per chi sapesse come cercare, un enorme numero di pozioni di ogni genere. Ve ne erano tra le più disparate: alcune erano utili a chi avesse problemi ad addormentarsi, altre potevano garantire il sonno eterno.

Non che Gaius avesse mai avuto problemi ad addormentarsi: no, non era il suo caso, era molto esperto nell'arte di godersi appieno il sonno senza il bisogno di ricorrere ad erbe e pozioni. Questa sua attitudine al riposo efficace gli permetteva d'essere sempre al meglio di prima mattina; amava essere svegliato dai primi raggi di sole, ed era sempre di ottimo umore appena alzato. Potenzialmente, c'è da dire che sarebbe stato tranquillamente in grado di mantenere il buon umore per l'intera giornata. Tuttavia il trasferimento a palazzo del suo figlioccio, Merlin, gli aveva comportato tanta gioia quanto continue preoccupazioni; le sopracciglia folte del medico avevano occasione di aggrottarsi molto più spesso, ora che il giovane mago viveva con lui.

Gaius si trovò a lanciare un'occhiata affascinata ai suoi flaconi di sonnifero, desiderando di poterne bere uno accompagnandolo, magari, con un farmaco per il mal di testa. Il riflesso nel vetro delle pozioni però gli ricordò, impietoso, la gravità della situazione alle sue spalle: Merlin, appoggiato alla parete e molto intento a starsene in disparte, e niente di meno che il principe di Camelot, seduto sul vecchio letto ancora sfatto del medico.

L'erede del regno si dondolava avanti e indietro, sfoggiando il suo miglior sguardo vacuo e un tremendo sorriso ebete che lo faceva sembrare sul punto di sbavare da un attimo all'altro.

« Ripetimi cos'è successo. » mormorò il medico atono, incapace di staccare gli occhi da quel curioso spettacolo.

Merlin non ebbe difficoltà a capire che la frase era indirizzata a lui, dal momento che era l'unica altra persona presente nella stanza.

Fece spallucce, ben sapendo di non poter essere visto, e commentò « Come ti ho detto, questa mattina l'ho trovato in questo... In queste condizioni. »

Il mago lanciò uno sguardo al principe, cercando di analizzare l'effetto che le sue parole avevano sortito. Non registrando nessun cambiamento evidente, tirò un respiro di sollievo: quell'Arthur era particolarmente soggetto agli sbalzi d'umore. Il suo sguardo si spostò poi su Gaius, che stava lentamente spalancando la bocca senza rendersene conto, colpito dallo spettacolo che aveva di fronte; lo stesso Merlin, in effetti, era combattuto tra l'impulso di ridere di quell'assurda situazione e quello di piangere al pensiero delle possibili, terribili, conseguenze.

Gaius si voltò, intercettando gli occhi di Merlin.

« Potete fare qualcosa, Gaius? » domandò lui, distogliendo lo sguardo. In risposta, l'uomo sbuffò e si abbandonò pesantemente su una vecchia sedia che scricchiolò in modo sinistro sotto il peso importante del vecchio medico. Merlin lo osservò agguantare un vecchio tomo polveroso e iniziare a sfogliarlo voracemente.

« Debbo sapere da quanto tempo il principe è in queste condizioni, per dirlo. E se hai dei sospetti su come possa essere accaduto. » Le pagine ingiallite e sottili venivano esaminate e voltate con la velocità e la precisione date dall'esperienza, e Merlin credette che si sarebbero sbriciolate sotto il tocco deciso del suo mentore. « Sembra l'opera di uno stregone molto potente, Merlin. » aggiunse Gaius con aria grave, per poi continuare a sfogliare il volume. Merlin fu grato della concentrazione che l'altro sembrava tributare al libro, perché con un po' di fortuna questo gli avrebbe impedito di notare la tonalità corallo che stavano assumendo i suoi padiglioni auricolari, mentre si mordicchiava le labbra con aria colpevole. Provò a rispondere al quesito che gli era stato posto.

« Beh, ieri sera, quando l'ho lasciato, era il solito idio- » si interruppe immediatamente, rammentando che Arthur era lì e lo stava fissando. In quelle condizioni era particolarmente... emotivo, chiamarlo “idiota” non sembrava una grande idea.

« Insomma, il solito di sempre. » concluse. Poi deglutì, cercando di trovare il coraggio – e soprattutto le parole – per confessare la sua piccola malefatta. Non si trattava esattamente di una cosa facile da spiegare.

« Come immaginavo! » esclamò Gaius eccitato, così repentinamente da spingere Merlin a sospettare che egli non avesse ascoltato una singola parola, mentre era immerso nella lettura di Rimedi Domestici per Fatture e Malefici. « Si tratta di un potente filtro d'amore! Non v'è dubbio che fosse destinato ad Arthur: una vendetta nei confronti di Uther da parte di qualche druido, probabilmente. » rimuginò tra sé il medico.

Merlin sospirò: doveva dirlo. E lo avrebbe fatto, certamente. Tra pochi secondi.

Socchiuse le labbra, pronto a confessare.

« Si tratta di un estratto, molto raro in effetti, di un fiore particolare... Rintracceremo il colpevole con facilità! » Gaius aveva ripreso la parola improvvisamente, impedendogli di svuotarsi la coscienza. « Oh, ma che sciocco, » aggiunse, battendosi una mano sulla fronte con vigore « sai bene di cosa parlo! È lo stesso fiore che ti ho mandato a recuperare la scorsa settimana: l'Artiglio Rosso. »

« Ecco, a proposito di questo... »

« Una vera fortuna! Potrò preparare l'antidoto in meno di due giorni. »

Merlin sbuffò, desistendo dal suo tentativo di costituirsi. Non c'era modo di farsi ascoltare: Gaius si era immediatamente messo all'opera ed era così intento a pestare petali e mescolare intrugli che il mago dubitava gli avrebbe prestato la benché minima attenzione – anche se si fosse messo a saltellare nudo con la scritta “SONO STATO IO” scarabocchiata in fronte.

E, riflettendo, non era decisamente il caso di spogliarsi: rivolse un'occhiata terrorizzata ad Arthur, che lo stava aspettando seduto e obbediente. E che ora non gli staccava gli occhi di dosso.

« Ah, Merlin. Sarà il caso che Uther non ne sappia nulla, per ora. Perciò inventati una scusa e fai sparire il principe per tutta la giornata. »

Ti sembra facile, meditò Merlin. Erano già in ritardo per gli allenamenti, e non sarebbe stato facile giustificare quell'assenza: avrebbe dovuto spacciarlo per malato e pregare che Uther decidesse di non farsi vivo per tutta la giornata; ma sembrava qualcosa di improbabile, Arthur era l'erede al trono. Magari, se avesse scelto una malattia abbastanza innocua... O una contagiosa! Sì, un'ottima scusa per tenere Uther lontano...

I suoi acuti ragionamenti furono interrotti dalla risata roca di Gaius, che stava di nuovo osservando il suo paziente speciale.

« In ogni caso, di certo il nostro malvagio attentatore non si sarebbe mai aspettato che il filtro avesse effetto in questo modo! Arthur che si innamora del suo servitore! Potrebbe quasi essere divertente se non fosse, beh, » ci pensò su per un attimo « malvagio. »

« Grazie, Gaius. » lo fulminò il ragazzo, sarcastico. « Sono felice che tu sia solidale nei miei confronti. »

Il medico di corte continuò a ridacchiare ignorandolo, e lui decise di lasciarlo fare: in fondo, tecnicamente, si era cacciato da solo in quella situazione, giusto? Aveva le sue responsabilità e la gente aveva il diritto di ridere di lui.

Anche se Gaius non poteva saperlo, quindi era solo un maledetto traditore.

Sbuffò e si ritrovò a fissare sconsolato il principe: se Arthur richiedeva già abbastanza pazienza nella sua versione standard, la versione innamoramento folle era insostenibile.

   
 
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