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Autore: Elinor92    16/05/2014    6 recensioni
Fanfiction OutlawQueen. SPOILER
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate due settimane. Due settimane da quando la tua seconda possibilità è andata per sempre perduta. Non ti sei fatta la minima illusione. Lei, è sua moglie. La madre di suo figlio. Tu non puoi minimamente competere con lei, tu non vuoi. Lo ami talmente tanto che preferisci soffrire tu, piuttosto che metterlo davanti una scelta, ami così tanto suo figlio da non voler rovinare la famiglia perfetta che quei tre potrebbero essere.
Li ami entrambi così tanto che hai fatto finta di non esserci, anche quando Robin bussava alla tua porta, minacciando di buttarla giù se tu non gli avessi aperto subito. 
"Basta Regina" imponi alla tua immagine riflessa nello specchio.
"Adesso ti preparerai e uscirai a fare colazione con tuo figlio. Glielo hai promesso, ricordi?" dici sempre rivolta a quella scarna figura. In quelle due settimane non ti sei curata molto di te stessa e il risultato è abbastanza evidente. Lunghe e scure occhiaie attraversano il tuo sguardo, il tuo volto è più smilzo, come l'intera forma. Ogni abito che indossi ti sta largo, evidenziando così il fatto che tu non abbia mangiato molto ultimamente. E come potresti? In pochi istanti hai visto la tua felicità scivolarti dalle dita, scivolare lontano da te, perché i cattivi si sa, non hanno mai un lieto fine. Sei rimasta chiusa in casa per due settimane, non hai parlato con nessuno, non hai visto nessuno. Henry è l'eccezione che conferma la regola.
Sospiri e usando un pizzico di magia, stringi il vestito che indossi. Va meglio nel complesso, anche se chiunque può vedere i segni del tuo dolore.
Cerchi di sistemare il viso, prendi la borsa dei trucchi, cerchi il correttore. Alzi lo sguardo, lo fissi sullo specchio, e capisci di aver fatto un errore. La mente viene invasa dai ricordi.


Sei seduta sulla stessa sedia, davanti lo stesso specchio. L'uomo dietro di te ti abbraccia, deposita un bacio casto nell'incavo del tuo collo. Tu ridente lo allontani.
"Devo sistemarmi! Non posso uscire conciata così!" dici indicando la tua faccia priva di trucco.
L'uomo si riavvicina. Le sue labbra nuovamente a contatto con la tua pelle.
"Sei bellissima così come sei." Un sussurro che ti fa letteralmente venire la pelle d'oca. Ti volti verso di lui e lo baci. Lo spingi contro di te, proprio come la prima volta che vi siete baciati. Lui ti fa alzare, ti abbraccia, passa la mano fra i tuoi capelli, ti vuole più vicina. E tu concordi esattamente con lui.
Vi ritrovate nuovamente sul letto, ancora sfatto. Vi amate di nuovo, come se non vi foste amati poco prima.


Un sospiro di dolore ti esce dalle labbra, le lacrime calde sgorgano dai tuoi occhi per rigarti l'intero viso.  Esci fuori dalla stanza, sarebbe inutile truccarti.
Cerchi di calmarti, anche se i singhiozzi non vogliono cessare. Ti sei fidata di lui e adesso il tuo cuore è a pezzi.
Senti il campanello, Henry è arrivato. Smetti all'istante di piangere, gli occhi sono ancora rossi e gonfi di pianto. Cerchi di non pensarci e apri la porta con il sorriso migliore che riesci a fare.
"No, mamma." Dice Henry stringendoti in un abbraccio. "Non essere triste." Ti supplica la sua voce.
"Adesso che ci sei tu, andrà tutto bene vedrai." Entri a prendere il soprabito. Anche quello ti viene grande, ma Henry ti sta fissando, perciò lo lasci così com'è.
"Andiamo?" chiedi tu chiudendo la porta alle tue spalle. Un sorriso genuino sulle tue labbra. L'amore di tuo figlio è un balsamo sulle ferite del tuo cuore.
Henry annuisce e ti prende sottobraccio. Ti racconta della scuola, ti racconta di Snow, Charming e Neal. Noti che evita di parlarti di Emma e tu lo ami ancora di più per questo. Ci mettete solo pochi minuti. Siete già arrivati da "Granny's". Entrate all'interno del locale, i ricordi di te e Robin, che eri riuscita a tacere per l'intero tragitto, si fanno più forti, più prepotenti, lottano per uscire dalla gabbia in cui tu li hai relegati ma  Tu sei più forte e Con un magone, raggiungi Henry che si è già seduto.
"Cosa volete ordinare?" chiede Ruby col sorriso sulle labbra.
"Uova strapazzate, e poi la cioccolata.."
"Con cannella, proprio come piace a te" conclude Ruby.
"E tu Regina? Chiede la cameriera rivolta a te.
"Io non ho molto appettito" ammetti tu.
"Mamma!" dice Henry,  una nota di preoccupazione nella sua voce.
"Va bene." Sospiri tu alzando gli occhi al cielo. "Prenderò un caffè."
Ruby segna le ordinazioni e così come era arrivata se ne va.
"Mamma devi mangiare! Ma ti sei vista? Sei dimagrita troppo." Inizia a dire Henry, cercando di convincerti.
"Henry non ho fame." torni a ripetere tu ma lo sguardo di tuo figlio è talmente preoccupato che alla fine capitoli.
"Vorrà dire che ruberò parte delle tue uova." Il sorriso sul volto di Henry,  ti dice che hai fatto la cosa giusta.
Qualche nuovo cliente entra. Senti distintamente lo scampanellio che accompagna l'apertura della porta. Dalla tua posizione non riesci a vedere i nuovi avventori ma poco ti importa.
Dei passetti veloci, e poi ti senti tirare per un lembo del vestito. Ti volti pronta a far arretrare chiunque si sia macchiato di tale gesto, quando lo vedi, un piccolo batuffolo umano, con i capelli ricci scompigliati e gli occhi pieni di gioia per l'incontro appena fatto.
"Regina" la voce squillante del bambino riempe l'intero locale. Ti si butta letteralmente in braccio, e tu lo lasci fare, anzi lo cingi con le tue braccia e depositi un dolce bacio sul suo capo.
"Mi sei ancata tanto" continua il bambino,  stringendoti più forte.
"Roland, tesoro, mi sei mancato tanto anche tu" rispondi con voce spezzata.
"Roland, che stai facendo?" chiede una voce di donna. Quella voce l'hai sentita solo un'altra volta in vita tua, ma non potresti mai dimenticarla. Ogni notte ti tormenta nei tuoi incubi.
Roland, da parte sua, si nasconde ancora di più nel tuo abbraccio. Un sorriso spontaneo si affaccia sulle tue labbra.
“Roland, rispondi alla mamma” Il tuo cuore perde un battito. Razionalmente sapevi che Robin era presente, ma in fondo al tuo cuore speravi che così non fosse.
“Volio stare un po’ con Regina. Ti plegooooo… Dadi, posso?” chiede il bambino voltando un po’ il viso.
“No” risponde Marian, mentre senti lo sguardo di Robin su di te. “Siamo venuti qui per fare colazione noi tre insieme, noi da soli, come una famiglia. Non vuoi stare con la tua mamma?” Continua Marian.
“Volio Regina!” piagnucola Roland. “ Io volio bene a lei!”
Sorridi e scompigli i ricci del frugoletto.
“Roland, tesoro, vai con la mamma e il papà per adesso. Poi ti prometto che giocheremo insieme. Va bene?” chiedi con tono materno, il sorriso, quando ti rivolgi a lui, sempre sulle labbra.
“A bene” risponde il bambino, prima di scoccarti un sonoro bacio sulla guancia e correre in direzione dei genitori.
Ti volti nuovamente verso Henry, cercando di riprendere il filo del discorso.
Un tocco sulla spalla. Un brivido lungo la schiena. Robin è dietro di te e ti sta ringraziando per aver convinto Roland.
Ti volti lentamente, una maschera di indifferenza il tuo viso.
“Hai finito, Locksley?” dici con voce atona, fredda. Che differenza con la Regina di pochi attimi prima!
Robin spalanca gli occhi e ritira la mano. Si allontana poco dopo. Probabilmente avrà preso posto accanto a Marian pensi.
“Eccole qua! Uova strapazzate e cioccolata per Henry e Caffè Nero per Regina! Buon Appettito!” dice Ruby poggiando le ordinazioni sul tavolo.
Un senso di nausea ti prende. Fai finta di nulla. Inizi lentamente a sorseggiare il tuo caffè. Sembra tutto procedere per il meglio quando Henry torna all’attacco.
“Me lo avevi promesso, mamma!” e spinge il piatto con le uova verso di te.
L’odore delle uova ti fa arricciare il naso, la nausea diventa insopportabile. Ti alzi e corri in bagno. Riesci a chiudere la porta di uno dei bagni e poi vomiti. Ti senti veramente male.
Quando concludi esci dal bagno e ti sciacqui il viso. Il tuo colorito da pallido è diventato verdognolo.
Quasi quasi somigli alla tua cara sorellina. Sorridi del tuo stesso pensiero. Ti senti ancora debole ma esci dai bagni.  Vedi Henry poco distante, che ti aspetta.
“Scusa, mamma. Pensavo non volessi mangiare. Non pensavo tu stessi realmente male.”
“Non preoccuparti. Solo allontana quelle uova da me.” Replichi e insieme vi dirigete al tavolo. Ciò che vedi ti fa salire un nuovo conato di vomito, ma resisti. Marian è poggiata sulla spalla di Robin. Vorresti urlare e spaccare tutto, ma continui a fare l’indifferente. Sai che è giusto così. In fondo non eri altro che una seconda scelta per lui.
Henry si siede accanto a te stavolta. Le uova sono relegate nell’angolo più distante del tavolo. Ti gira ancora un po’ la testa e ti senti ancora debole. Forse sta per venirti l’influenza. Potrebbe essere.
Henry finalmente finisce la cioccolata. Siete ancora al tavolo, ma già tiri un sospiro di sollievo. 
Ti alzi e fai qualche passo. I capogiri aumentano e la vista inizia a offuscarsi. Capisci. Ma ormai è troppo tardi. Tutto si fa buio.
Ti svegli qualche secondo dopo, lo sguardo di Robin fisso nei tuoi, l’azzurro cielo dei suoi occhi fisso nell’inferno nero dei tuoi.  Le sue braccia ti cingono, il tuo corpo è a completo contatto col suo. Sei letteralmente fra le sue braccia. Il pianto di Roland ti scuote.
“Re… gin…na” dice Roland tra i singhiozzi mentre Marian lo abbraccia e consola. Già Marian. Per un momento ti eri dimenticata di lei.
“Mettiti giù, Locksley” intimi tu, cercando di allontanare le braccia di lui da te.
“Sei appena svenuta. Non stai bene, Regina.” La voce di lui sembra quasi carezzare il tuo nome.
“So badare a me stessa.”replichi tu.
“Non sembrerebbe” ti risponde lui.
“Cosa vorresti insinuare?” sibili tu, gli occhi stretti a fessura, i pugni serrati.
“Io non sto insinuando nulla. Sto solo facendo una constatazione” replica lui avvicinando il viso al tuo.
Qualcuno si schiarisce la voce. Robin si allontana da te e ti poggia a terra. Henry, la fonte del rumore, ti si mette subito accanto e insieme a lui esci finalmente dal locale.
 
Sbuffi. È da un paio d’ore che sei bloccata in ospedale. Aspetti gli esiti degli esami del sangue. Henry è dovuto andare via, ma è stato meglio così. Meno si sta in un ospedale, meglio è. Il dr. Whale ti fa segno di seguirlo. Ti sembra un po’ imbarazzato, e tu non riesci proprio a capire il perché. Entrate nel suo studio, e lui ti fa segno di sederti.
 Che sia così grave? Stai per morire, forse? Non lo sai, e adesso stai realmente iniziando a innervosirti. Stai per chiedere spiegazioni quando Whale, stritolando le proprie mani, dice: “Congratulazioni! Sarai madre!” 


Angolo dell'autrice: Salve, eccomi di nuovo qua, con le mie idee strampalate. Questa volta non è colpa mia però! Ditemi voi, che avrei dovuto fare per quasi due ore su un autobus? U.U 
Comunque sia, si è fatto veramente tardi e ho sonno. 
Perciò Buonanotte e al prossimo capitolo! 

P.s. Il prossimo capitolo, sempre che lo scriva, sarà Robin centrico! :) Bye!
  
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