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Autore: Nikilu    16/05/2014    0 recensioni
Tra i Distretti di Panem, governati da Capitol City, un giovane uomo e una giovane donna di età compresa tra i 12 e i 18 anni, verranno scelti per partecipare agli Hunger Games: i Giochi della Fame.
E' la mia prima fan fiction su Hunger Games ed è scritta dal punto di vista di una ragazza del Distretto 7.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Le sue mani trovano subito il mio collo e il suo peso mi schiaccia a terra. Stringe forte e mi manca l’aria. Mi dimeno inutilmente perché mi ha bloccato le braccia con le ginocchia. Sento il viso paonazzo e man mano l’aria è sempre di meno.
“Brutta stronzetta” mi dice “così impari”.
Non so come ma riesco a piegare le gambe e conficcare ambo le ginocchia nello stomaco di Altea. Lei attutisce il colpo ma la sua morsa al collo si allenta parecchio. Sento l’aria che circola di nuovo nei polmoni. A quel punto, riesco a liberare una mano e lotto contro la sua furia, dimenando la mano sul suo viso, graffiandola, coprendole la visuale. Lei allenta ancora un po’ la presa dal mio collo e io le assesto un altro calcio. Riesco finalmente a liberarmi e adesso sono io sopra di lei.
“Che diavolo vuoi??!” le urlo. La trattengo a terra con le ginocchia sulle braccia e le mani a tenerle ferma le spalle.
“Volevo ucciderti, non si notava?” risponde con un ghigno.
“Sì, ma non capisco il perché” le rispondo con l’affanno.
“Per Max, stronza!” mi sputa le parole in faccia con disgusto e cerca di divincolarsi ma la tengo ben stretta.
“Lui non se ne importa niente di te e il fatto che facciate parte dello stesso distretto non ti autorizza a picchiare la sua ragazza!!!”  le parole mi escono velenose. Sono arrabbiata, una furia. Chi è lei per saltarmi addosso, darmi della stronza e parlare??
“La sua ragazza?” ripete lei con un espressione tra il divertito e lo stupito. “Lo sai che morirete vero? Nell’arena”
“Questo non ti riguarda” esclamo puntigliosa. So benissimo la fine che ci tocca, di certo non serve lei a ricordarmelo.
“Mi riguarda invece… perché morirete per mano mia!” grida assatanata e con una forza incommensurabile mi spinge, facendomi cadere all’indietro. Rimango distesa per un attimo e poi mi alzo sui gomiti; Altea si sta avvicinando minacciosa verso di me e prima che possa attaccarmi di nuovo, mi alzo di scatto e metto le mani a pugno, pronta per la lotta. Lei mi lancia un ghigno malefico e si ferma.
“Non ti facevo così coraggiosa” esclama fintamente stupita, quasi a congratularsi con me.
“Non mi conosci affatto” e se invece sapesse come mi batte il cuore e come sono terrorizzata mi riderebbe ancor di più in faccia. La tensione tra di noi si potrebbe tagliare con il coltello, il mio respiro irregolare fa da sottofondo al silenzio opprimente. Poi, mi rivolge uno sguardo maligno e se ne va, voltandomi le spalle.
E’ impazzita? Mi aggredisce, dice che vuole uccidermi e poi mi lascia come una pera cotta sul tetto?
Neanche avesse intercettato i miei pensieri, prima di superare il parapetto mi dice: “Ci vediamo nell’arena,  7”. Sono allibita. E spaventata.
Quei pochi secondi in cui mi ha stritolato la gola ho temuto davvero di morire. Non bastava essere scelta per gli Hunger Games, adesso sono anche il bersaglio di una Favorita. Bene Olivia, la volontà di Alex si sta facendo un filino difficile da rispettare. Resto ancora qualche minuto sul tetto, beandomi del venticello fresco e della scampata morte, poi ritorno al mio piano e mi chiudo in camera.
 
Non chiudo occhio per tutta la notte. Ho sognato i mille modi in cui Altea potrà farmi fuori nell’arena: conficcandomi una lancia nel petto, squartandomi il torace con un coltello o infilzandomi con dieci frecce. Quando arrivano le mie preparatrici mi guardano esterrefatte, quasi avessero visto un fantasma. In effetti, ho l’aspetto di un cadavere.
“Su su, c’è molto da lavorare oggi!!!” squittisce Florentia con un battito di mani.
“Tesoooro, ma non hai dormito?” mi domanda Venetia, la cui pelle color glicine oggi è cosparsa di brillantini viola, in pendant con i tatuaggi.
“Non molto” rispondo sulle mie.
Sento le preparatrici lamentarsi di come sono ridotta e quanto dovranno lavorare e decido di optare per il silenzio assoluto, così almeno non avranno altro da ridire. Mi cospargono di qualsiasi olio e crema possa esistere sulla faccia della terra; mi aggiustano i capelli, mi mettono lo smalto e mi truccano. Ovviamente, oltre al colore dello smalto, non posso vedere altro: a Marcus piace l’effetto sorpresa. Mi domando soltanto cosa abbia in mente di farmi indossare.
Mentre Potentia mi acconcia in capelli in una pettinatura che sembra essere complicata, il mio pensiero vola verso Max. E Alex.
Sono passate esattamente cinque ore da quando ho messo piede nella sala del restauro, come l’ho soprannominata scatenando risolini divertiti nelle preparatrici. Quando entra Marcus mi viene voglia di abbracciarlo. E’ l’unico di Capitol City che non mi dà ribrezzo, sembra in qualche modo capire come ci sentiamo noi tributi, pur non avendolo mai provato sulla sua pelle.
“Olivia cara!” esclama sorridente appena mi vede.
“Ciao Marcus” rispondo con un sorriso, non altrettanto splendente.
“Curiosa di vedere il vestito?”
“Abbastanza” mento, non me ne può fregar di meno. Spero solo di essere coperta.
“Bene. Ragazze potete andare, adesso ci penso io” invita Florentia, Venetia e Potentia ad uscire e restiamo soli. Mi porge la mano e io la afferro delicatamente. E’ calda e mi dà sicurezza. Mi trascina dolcemente verso lo specchio e mi chiede di tenere gli occhi chiusi. Mi aiuta ad infilare il vestito e quando riapro gli occhi, ciò che vedo è impressionante.
Il mio primo pensiero è Sembro un albero. Ma non quegli alberi col tronco avvizzito e le foglie gialle. Un albero maestoso, pieno di vita. L’abito color caramello mi scende aderente fino alle ginocchia per poi estendersi in uno strascico di un metro, lasciandomi dal polpaccio in giù scoperto; ho le spalle scoperte come alla sfilata dei carri, sul busto sono incastonate piccole gemme verdi che danno l’impressione di essere foglioline e il drappeggio della gonna è paragonabile a radici che sembrano aggrovigliarsi sul mio corpo.
“Allora? Ti piace?” mi chiede Marcus radioso, scrutando la mia espressione.
“E’ stupendo Marcus” gli rispondo sincera. Solo dopo noto l’acconciatura morbida che mi hanno fatto, con le stesse gemme verdi che ho nel vestito e qualche rametto che spunta qui e lì.
“Sei incantevole Olivia, sarai la più bella” afferma Marcus, sinceramente estasiato nel vedermi con quell’abito. Lo ringrazio e faccio qualche giravolta davanti allo specchio, giusto per rendermi conto di come muovermi con il vestito addosso; dopo qualche minuto lo stilista mi porge un paio di sandali, molto più bassi di quelli che mi aveva fatto provare Claire, per fortuna: stesso colore del vestito,  impreziositi con le stesse gemme e con dei cordoncini da legare alle caviglie.
“E ora il tocco finale” dice Marcus al mio orecchio, passandomi davanti alla faccia una collana tutta aggrovigliata di rami e oro. Gli sorrido nello specchio e lui ricambia.
“La cosa più bella che puoi indossare è il tuo sorriso Olivia” mi raccomanda “Indossalo sempre e sarai perfetta”.
Ho già detto che adoro Marcus? Mi fa sentire a mio agio oltre che bella. Così, di getto, lo abbraccio. Lui rimane per un momento sorpreso dal mio gesto, ma poi mi cinge amabilmente.
“Grazie” riesco a dire.
Lui mi fa l’occhiolino e mi porge il suo braccio per scortarmi fuori.
Quando arriviamo dietro le quinte del palco, Alex e Cornelia sono già lì. Il mio compagno indossa una camicia bianca e un pantalone marrone, mocassini e giacca color caramello, lo stesso colore del mio vestito; al collo, porta una collana fatta con gli stessi materiali della mia. Anche per le interviste hanno deciso di vestirci in modo complementare e ne sono contenta. Sono contenta di potermi sentire così vicina ad Alex, anche solo con l’abbigliamento.
“Sei un incanto” mi dice Alex all’orecchio e mi stampa un bacio sulla guancia. Io mormoro un grazie e vedo avvicinarsi Claire e Juliet.
“Oooh miiio diiiiooo!!!” squittisce Claire mettendosi le mani sul cuore, sinceramente colpita ed estasiata dalla visione del mio abito. “Sei fa-vo-lo-sa!! Una meraviglia, uno smeraldo incastonato nell’oro!!”
“Ti ringrazio Claire, ma è tutta opera di Marcus” rispondo guardando con affetto lo stilista.
“Il merito è soprattutto tuo” mi dice lui mettendomi la mano sulla spalla.
Nel giro di pochi minuti arrivano il resto dei tributi, accompagnati dai mentori e dagli stilisti. Scorgo Max a qualche metro di distanza da me, indossa un completo blu ceruleo e ha i capelli tirati indietro in un codino. E’ dannatamente sexy. Intercetta il mio sguardo e mi rivolge un grande sorriso. Io ricambio e mi chiedo se è a conoscenza dello scontro tra me e Altea.
Non ho il tempo di pensare ad altro che Claire ci fa mettere in fila, Alex dietro di me, e restiamo in attesa di essere chiamati sul palco. La prima ad essere intervista è Gemma: indossa un micro abito bianco, trasparente, che mette in risalto le sue forme, e dei gioielli incastonati di diamanti che risplendono sotto i faretti dello studio; l’outfit è completato da una coroncina ben posizionata tra i suoi lunghi capelli biondi.
Augustus Flickerman, che ha i capelli tinti di arancio, mette sempre a suo agio i tributi e, tra una battuta e l’altra, riesce ogni volta ad entusiasmare il pubblico. Stasera non è da meno e quando accenna alla corona di Gemma lei risponde “Oggi indosso questa, alla fine dei Giochi indosserò quella del vincitore”. Poco modesta eh. Noi tributi che siamo dietro alle quinte osserviamo le interviste attraverso un grande schermo che punta la telecamera direttamente sul palco; quando arriva il turno di Max noto che Altea, appena rientrata, mi guarda con disgusto. Le spaccherei la faccia a quel serpente velenoso. Brutta stronza.
Max mostra il suo grande senso dell’umorismo e il suo splendido sorriso incanta le donne del pubblico, lo vedo bene quando le inquadrano. E come potrebbe essere altrimenti? Irradia luce e fascino da ogni poro. Sarà per questo che Augustus gli chiede se al 2 ha qualche ragazza che lo aspetta.
“No Augustus, mi dispiace deluderti ma non c’è nessuna che mi aspetta al 2”
“Non ci credo affatto! Sei così un bel ragazzo, suvvia” lo rimprovera scherzosamente il presentatore.
“Ho detto che al 2 non c’è nessuna… non ho detto che non ci sia nessuna qui…” la butta lì Max.
Cosa diamine ha intenzione di fare??
Augustus, così come il pubblico, rimane a bocca aperta, super curioso e infatti non tarda a chiedere i dettagli. “Vogliamo il nome Max!!” esclama Augustus ricevendo le acclamazioni del pubblico.
“Vi posso dire che è la più bella dei prossimi tributi e che appartiene ad un Distretto col numero dispari”.
E’ impazzito. Totalmente. Mi sento avvampare. Perché mi fa questo? Perché deve rovinare quello che c’è tra di noi? Vorrei poter entrare nello studio e dargli un ceffone, ma poi mi rendo conto che non ha fatto il mio nome. Ha solo alluso a me. Ma quanto ci metteranno a scoprire che sono io? Circa trenta secondi, non appena Flickerman mi guarderà e capirà che sono ‘colpevole’ .
Max è rientrato e non me ne sono nemmeno accorta, sono ancora nei miei pensieri; mi passa accanto sfiorandomi la mano e sussulto. Alzo gli occhi per cercarlo e lui mi sorride. Il resto dei tributi hanno così la conferma che la ragazza di cui parlava un minuto fa sono io.
Il tempo che passa, in attesa del mio turno, sembra interminabile e mi si sono azzerati i pensieri soprattutto dopo la confessione di Max; finalmente tocca a me e Alex mi dà una pacca sulla spalla. Mentre mi dirigo verso il palco sento Flickerman esclamare “Diamo un caloroso benvenuto al tributo femmina del Distretto 7! Olivia Spring!” il boato degli applausi mi stordisce e salgo sul palco pregando di non cadere. Augustus mi porge la mano e mi mostra al pubblico in fibrillazione. Vedo Marcus in terza fila, accanto a Cornelia, che mi sorride. “Sei bellissima Olivia!” si complimenta il presentatore. Io lo ringrazio e lui mi invita a sedermi. Sfoggio il mio migliore sorriso e cerco di non far trasparire la mia ansia che possano capire che sono io la più bella dei prossimi tributi e che appartiene ad un Distretto col numero dispari.
“Olivia” inizia Flickerman “lo sai che sembri un.. albero?” dice con tono scherzoso. Decido di stare al gioco.
“Diamine, ve ne siete accorti!” il pubblico e Augustus scoppiano a ridere “Meno male” continuo “altrimenti Marcus si sarebbe offeso. Non è vero?” chiedo poi in direzione del mio stilista. Viene illuminato da un occhio di bue e annuisce sorridendo.
“Beh direi che tra questo abito e quello della sfilata, il nostro Marcus si è dato un gran daffare”
“Assolutamente, è il migliore” mi vanto, poi aggiungo “Scusami Augustus ma siamo qui per parlare del mio abito? No perché se è così scendo dal palco e faccio salire Marcus… anche se non credo che riuscirei a sedermi là in mezzo” allungo il collo e aggrottò le sopracciglia come a prendere la misura. Il pubblico è in delirio, Flickerman è ancora più deliziato.
“Che irriverente!” dice fintamente offeso “E va bene, parliamo d’altro. Che ne dici di.. tuo fratello? Il tuo compagno di Distretto si è offerto volontario al posto suo”
“Lo so bene, c’ero anche io se non te fossi accorto” rispondo sorridendo e scateno altre risate in chi mi guarda. “Cosa posso dire… è stato un grande gesto quello di Alex e non finirò mai di ringraziarlo”.
“Quindi in privato lo hai già ringraziato?” ammicca il conduttore.
“Certo, ma non nel modo in cui pensi tu birbaccione!” rispondo per le rime. Altre risate.
“E in amore come va?” domanda serio Augustus.
“Prima il vestito, ora l’amore… stai invecchiando Augustus, cacci sempre le stesse domande” il pubblico ride ma lui mi guarda in modo penetrante.
“Dimmi la verità, sei tu il tributo di cui parlava Max prima?”
L’ho detto che l’avrebbe capito. Cavoli. Dissimulo alla grande. “Cosa ti fa pensare che sia io?” rispondere con una domanda fa guadagnare tempo.
“E’ una sensazione… e non mi hai ancora risposto”
Suona il gong che segna la fine della mia intervista.
“Che peccato Augustus, è finito il mio tempo. Sarà per la prossima eh” scherzo e lui sorride. La gente di Capitol City mi acclama ancora mentre Flickerman mi congeda e io ritorno dietro alle quinte.
Fiuuu, penso, me la sono cavata per un pelo.
  
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