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Autore: la luna nera    16/05/2014    3 recensioni
In una notte umida del 1866 un giovane appartenete all'aristocrazia inglese scompare nel nulla senza lasciare alcuna traccia. La leggenda nata intorno alla sua persona passa attraverso gli anni e giunge fino ai giorni nostri per finire in un libro sugli scaffali di Aesothèria, uno dei negozi più esoterici di Londra gestito da Garrett con la sua ragazza Daisy. Qualcuno però si intrometterà nella loro vita creando non poca confusione. E questo qualcuno viene da lontano, molto lontano. Nel tempo.
L'amore riuscirà ad andare oltre le barriere del tempo?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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“Fantastico. Impressionante!” Garrett non si allontanava da quella finestra e sprizzava entusiasmo paragonabile a quello di un bambino in attesa di Babbo Natale. “Dolcezza, vieni un po’ a vedere che figata!”
Daisy si alzò dal letto e lo raggiunse di malavoglia: nel parco circostante l’edificio erano percepibili strani fenomeni, nebbie improvvise che si dissolvevano da un momento all’altro, orbs e luci sinistre che apparivano per pochissimi secondi… Finse entusiasmo, mentre lui sembrava essere nel suo habitat ideale.
“Questo albergo è una favola!” L’abbracciò. “E credo sia giunto il momento di ritagliarci del tempo tutto per noi, che ne dici?” La baciò avidamente mentre le sue mani vogliose percorrevano ogni centimetro del corpo della ragazza provocandole solo un insano disgusto.
Una cosa diametralmente opposta da ciò che aveva provato fra le braccia di qualcun altro.
“Che intenzioni hai?”
“Prendi la coperta e scendiamo nel giardino.”
Si allontanò bruscamente da lui. “Non ci pensare proprio! Io non mi muovo di qui!”
“Zuccherino, una volta farlo in situazioni insolite ti piaceva. Che c’è?”
“Ho solo cambiato… gusti.”
“E quindi? Vorresti scopare come tutti i comuni mortali su un banale materasso?”
“Umpf! Considerando tutto questo, per te dovrebbe essere il letto l’anomalia.”
Si avvicinò a lei con un’aria leggermente minacciosa. “Cosa vorresti dire?”
“Io là fuori a scopare fra tutti quegli spettri non ci vengo.”
“La tua amichetta ti mette strane idee in testa: sbattitene degli spiriti e pensa a te stessa.”
“Appunto. Mel non c’entra niente. Io penso a me stessa. E questa è la mia decisione.”
“Tu ora vieni con me! Oppure nascondi qualcosa?” La fissò con occhi quasi diabolici. “Di’ la verità, non ti va più di venire a letto con me perché hai un altro per la testa?”
La ragazza strinse i pugni, la rabbia raggiunse ogni angolo del suo corpo. Garrett voleva farla cadere in fallo e fargliela pagare.
Bastardo, semplicemente bastardo.
 
 
CASA DI MEL, POCO PRIMA DELLE OTTO DEL MATTINO SUCCESSIVO.
 
 
 
La ragazza dormiva profondamente. Sentiva però un fastidioso rumore molto simile alla sveglia. Provò a spegnerla, niente da fare…. Sbuffò sollevando la testa dal cuscino. Era forse il cellulare? No. Ma chi accidenti rompeva a quell’ora?! Aveva dormito poco a causa di una seduta spiritica che aveva guidato con i fan di Michael Jackson per entrare in contatto con il Re del Pop. Si mise seduta sul letto, si stropicciò gli occhi e iniziò a focalizzare: quel rumore era il campanello. Scese barcollando e prese il citofono: era Daisy. Ovvio, a quell’ora chi altro poteva essere? Aprì il portone ed attese l’arrivo dell’amica appoggiata alla parete. E focalizzò. “No, aspetta un attimo… Daisy è fuori per il fine settimana con il deficiente… A chi cavolo ho aperto?!”
Sbirciò dalla fessura della porta del suo appartamento: era veramente la sua amica.
“Mel, tesoro, scusami tanto… Tieni, per farmi perdonare ti ho portato la colazione.” Depositò sul tavolo della cucina un involucro di carta dal quale proveniva l’irresistibile odore di quelle brioches da favola.
“Che è successo? Perché non sei con Garrett?”
“Mel, per essere chiara, sono nella merda.”
“Cioè?”
“Diciamo che l’ho quasi mollato.”
“Ah, era ora che ti decidessi.” Sbadigliò. “Racconta un po’ che la cosa m’interessa.”
“Garrett aveva prenotato in un hotel situato nel bel mezzo di un antico camposanto e voleva obbligarmi a scopare nel parco mentre tutti quegli spiriti ballavano fra di loro.”
“Da lui non mi aspettavo altro… Spero tu abbia rifiutato!”
“Ovvio! Abbiamo litigato di brutto e sono scappata, ho preso il primo treno ed eccomi qua.”
“Certo anche voi avete dei gusti.. non potevate farlo in camera come tutte le persone normali?” C’era una lieve punta d’ironia, giusto per allentare il nervosismo che percepiva nelle sue parole.
“Ho cercato di convincerlo ma… Il punto non è questo. Credo che con lui non sia più capace di fare niente, per questo l’ho mandato a fanculo…” Inspirò profondamente. “Mel… Credo di essermi innamorata di un altro.”
“Porca troia… Tesoro, lo sai che se quel cretino ti becca con un altro ammazza te e lui?”
“Lo so e la cosa mi preoccupa.” Muoveva nervosamente le dita. “Anche perché inizia a sospettare qualcosa…. Ha tentato in ogni modo di farmi cadere in fallo, ho scoperto che controlla il mio cellulare regolarmente e mi pedina dappertutto.”
“Devi stare attenta tesoro.”
Fece un profondo respiro. “Se cerca nel cellulare, non trova nulla. E neanche se mi fa spiare da un investigatore privato.” Era agitata e il cuore le batteva forte. Stava per ammettere la cosa anche a se stessa. “Se mai dovesse cogliermi in flagrante, sarei solo io a scontarne le conseguenze, a lui non può fare nulla.”
“Perché?”
“Perché… credo di essermi innamorata di” deglutì per farsi coraggio “Edward Harringhton.”
“Che?!” Non credeva alle sue orecchie. “Aspetta un attimo… No, è assurdo, non può essere… Metto su un po’ di caffé, così forse mi sveglio.”
“Mel, hai capito benissimo.” Averlo confessato era la liberazione da un pesante macigno.
Versò del caffé fumante in due tazzine e si sedette di nuovo di fronte all’amica. “Daisy, converrai con me che è assurdo innamorarsi dell’immagine di uno scomparso un secolo e mezzo fa…” Addentò una brioche.
“Non sto parlando dell’immagine, ma di lui in carne ed ossa.”
Bevve una seconda tazza di caffé. “No, ferma… Qualcosa mi sfugge.”
“Vedi, io e lui ci siamo incontrati… lui è venuto da me un paio di sere fa passando dai tetti. Mi ha pure baciata…”
“Un fantasma?!”
“Non è un fantasma, almeno dall’idea che mi sono fatta lo è solo in parte, lui è una persona vera, credimi. Quello che abbiamo visto laggiù al nostro primo sopralluogo era lui.”
“E con Garrett come la metti?”
“Non lo so. Forse dovrei dargli un’altra possibilità e sperare che le cose si aggiustino da sole… Oppure trovare il modo di lasciarlo definitivamente.”
“Per lanciarti fra le braccia di uno spettro? Daisy, sei messa proprio male…”
Già, Mel aveva ragione: qualsiasi cosa avesse deciso, avrebbe portato a delle conseguenze pesanti.
 
Nei giorni seguenti Garrett l’aveva cercata spesso, si era mostrato carino e comprensivo, facendole credere che la colpa della sua reazione e della sua conseguente fuga era da imputare allo stato di stress e nervosismo che l’aveva colpita di recente. Insomma, lui si portava sempre dalla parte della ragione, lasciando a Daisy il torto marcio. Non gli era mai passato per l’anticamera del cervello che i suoi modi fossero bruschi, perversi e irrispettosi della sua fidanzata, in quanto una donna secondo lui era proprietà dell’uomo.
Teoria alquanto discutibile.
 
 
SETTIMANA SUCCESSIVA
 
 
La ragazza si presentò in negozio nella fascia oraria solitamente con il maggior numero di clienti, non se la sentiva di affrontarlo da sola. C’erano infatti tre ragazze interessate alle pietre energetiche, un signore di mezza età alla ricerca di testi sugli zombi, dei turisti giapponesi, una cartomante vecchia cliente e Edward vicino al bancone. Si avvicinò lentamente, quasi di nascosto. Le parve di captare discorsi contorti riguardo al famoso week end… Con ogni probabilità Garrett l’aveva rimpiazzata con una prostituta del luogo. La cosa non la toccò più di tanto, motivo in più per credere che di lui non le importava più nulla e decidersi a mollarlo una volta per tutte.
“Guarda chi si rivede, la mia streghetta preferita.”
“Ciao.”
“Allora? Come stai? Le tue crisi di nervi sono scomparse?” Domanda piena zeppa di pungente ironia.
“Sto bene, grazie.” Rivolse uno sguardo fugace ad Edward che se ne era rimasto in silenzio. Provò a buttare giù un’idea per vedere la reazione di Garrett. “Pensavo potessimo uscire insieme a cena stasera.”
“E dove? In un convento di suore?” Ribatté il ragazzo con fare ironico.
“No.” Mostrò loro un volantino. “Hanno appena aperto un multi ristorante: propongono cucine di tutto il mondo, vedete? Qui c’è il padiglione orientale, qui quello italiano, qui il messicano e…”
“A me non interessa abbuffarmi in quel locale, sono solo cazzate. Per stasera ho di meglio in programma: vado con i Ghost Hunters a scovare quel bastardo a Swanlake Palace, ho ancora un conto in sospeso con lui.” Si avvicinò alla ragazza. “E credo sia meglio che tu venga con me.” La baciò, provocandole solo disgusto. Ultimamente provava solo questo quando lui le si avvicinava.
“Se non ne avessi voglia?”
“Affari tuoi. Io ho questo programma per la serata e non ho nessuna intenzione di portarti fuori a cena. Quindi se ti va di uscire con me, devi adattarti. Oppure hai di meglio da fare con qualcun altro?” La fissò negli occhi.
Stronzo e bastardo!
“E se ti accompagnassi io in quel ristorante?” Propose Edward in modo inaspettato.
Daisy si voltò verso di lui con aria sorpresa accennando un leggero sorriso di stupore e approvazione. Un’uscita così da lui, sempre silenzioso ed enigmatico, non se la sarebbe aspettata.
Garrett lo guardò in modo strano, fece due passi avvicinandosi a lui e sorridendogli sibilò “Bella battuta, fratello. Tu provaci e sei morto.”
“Cosa c’è? Hai paura che ti soffi la donna?” Nella sua voce c’era aria di sfida.
“Fatti i cazzi tuoi Edward. Se proprio hai voglia di scopare, posso consigliarti qualche bordello. Fa’ un altro commento sulla mia ragazza e sei fottuto.”
Sorrise con un aria compassionevole scuotendo la testa. “Fatti una tisana Garrett. Se ti agiti così per uno scherzo, sei messo male. Non ci penso proprio a portar fuori la tua fidanzatina. Anch’io ho di meglio da fare stasera. Alzò la mano destra avviandosi verso l’uscita. “Ci vediamo.”
 
“Umpf! Ma tu guarda quello…” Garrett l’aveva presa male. Oltre all’offerta rivelatasi poi uno scherzo di portar fuori a cena Daisy, si era infastidito terribilmente per esserci caduto come un allocco.
La ragazza raccolse la sua borsa con un filo di delusione: per un attimo aveva creduto che Edward stesse dalla sua parte.“Senti, io esco. Devo passare da Mel a portarle il kit di candele che aveva ordinato. Ciao!”
“Ehi, ehi, ehi… Dove credi di andare, fiorellino?” L’afferrò per la vita e la intrappolò fra le sue braccia. “Non mi dai neanche un bacetto piccolo piccolo?” Si impossessò delle sue labbra e della sua lingua con il suo solito fare famelico e perverso. In quei momenti Daisy si sentiva impotente, c’era qualcosa in quella sua mascherata violenza che la bloccava da ogni reazione. Dentro di sé moriva dalla voglia di fuggire dalle sue grinfie, ma aveva una fottutissima paura della sua reazione che, lo sapeva bene, non sarebbe stata delle migliori. Per lei la loro storia era al capolinea, per lui no. Le sue parole lasciavano poco spazio ai dubbi.
Uscì finalmente da Aesothèria e respirò a pieni polmoni l’aria umida di Londra, le pareva fresca come quella di primavera.
Forse perché dove era prima era pesante e malsana?
Si incamminò verso la sede dell’associazione paranormale presso cui Mel svolgeva la sua attività di medium. E pensava…
Si era meravigliata non poco dall’offerta galante di Edward, ma poi si era ricreduta in un sol colpo: nelle sue parole aveva colto non solo ironia, ma anche una sorta di superiorità che l’aveva quasi infastidita.
Niente a che vedere con la dolcezza del suo Edward, l’unico che negli ultimi tempi non l’aveva fatta sentire un oggetto.
 
 
Il sole era appena scomparso dietro le cime degli alberi del parco quando Daisy, si affacciò alla finestra della sua camera. Quella notte Garrett sarebbe andato a cercarlo, doveva evitare con qualunque mezzo che si incontrassero. Temeva una sua violenta reazione, non aveva ancora digerito quanto accaduto in occasione del loro primo fugace incontro. Temeva che Edward potesse passare un brutto quarto d’ora e il suo cuore non riusciva neanche a pensare ad una cosa simile. Forse perché provava davvero qualcosa di profondo per quel ragazzo.
Se e quando avrete voglia di rivedermi, aspettate che scenda la notte, pensatemi intensamente ed io verrò da voi le aveva sussurrato prima di scomparire quella sera.
Si sedette sul davanzale, osservando la luna che sorgeva all’orizzonte creando ombre surreali sopra i tetti di Londra, e cominciò a pensare…..
 
 
 
 
 
Ciao a tutti! : )
Daisy sta seriamente pensando di mollare quel ****** di Garrett nonostante sia consapevole dei rischi a cui va incontro. Ci sarà l’incontro scontro con Edward Harringhton nel prossimo capitolo?
Ringrazio di cuore Drachen e eppy per le loro recensioni e chiunque voglia lasciare un commento alla storia.
Un’ultima cosa: avete voglia di leggere una deliziosa storia d’amore? Si?
Bene, clikkate qui e buona lettura! http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2560653
 

Grazie a tutti e alla prossima!
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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