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Autore: silviaspanda    17/05/2014    4 recensioni
Ci fu una pausa di silenzio,la quale,non risultava imbarazzante,neanche vuota,solo piena di cose mai dette.
'Ti sei mai sentito fuori posto ovunque andassi?Come se il mondo potesse andare avanti benissimo senza la tua presenza?' Domandò all'improvviso la ragazza,volgendo il suo sguardo non più alle auto ma agli occhi acquamarina del ragazzo.
Michael non fu sorpreso di quella domanda,anzi.
'Mi sento fuori posto ovunque,in realtà.Anche a quelle mega-feste di cui parlo.-Disse lentamente,gettando la sigaretta ormai arrivata al filtro giù dal tetto,sull'erba.-Mi sento sempre così solo,anche in mezzo a tanta gente.' Proseguì notando la sigaretta spegnersi a poco a poco definitivamente.
La ragazza non disse alcuna parola,prese Michael per mano e gli sorrise.
E quello bastò a colmare la solitudine dentro di lui.
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nothing Left To Say.
"I keep falling, I keep falling down... If you could only save me,I'm drowning in the waters of my soul."
 
April.

April girò lentamente le chiavi nella toppa,cercando di aprire la serratura difettosa della porta di casa sua.
Casa sua era un piccolo appartamento in centro,che condivideva con suo nonno Alec e suo zio Carter,fratello di sua madre senza alcuna voglia  di entrare nel tanto temuto ''mondo dei grandi''.
Per quanto fosse abbastanza piccolo come appartamento,a lei andava benissimo;aveva una camera tutta sua,e questo già bastava a fargliela piacere.
All'esterno era ornata di graffiti di ogni genere,opera di qualche simpatico vandalo che voleva lasciare il suo segno sui muri,con frasi di dubbio gusto.
La rossa varcò la soglia,salutò suo nonno Alec,lanciò lo zaino sotto il tavolo e si diresse in camera sua,colpita da una gran voglia di fumarsi una sigaretta.
Arrivata in camera,tolse le logore Converse nere e le imboscò ben bene sotto il letto.
Aprì il cassetto,e in mezzo a fotografie scattate con una vecchia Polaroid e biglietti di concerti a cui era stata,trovò il suo pacchetto di Marlboro Light.Lo aprì con noncuranza,quasi rompendolo.
Aprì la porta-finestra che dava sul balcone ed uscì.
Pescò un accendino dalla tasca,mise la sigaretta fra le labbra e la accese.
Osservava il panorama con gli occhi strizzati e le mani che le si congelavano per via del pungente freddo,a stento riusciva a tenere la sigaretta fra l'indice e il dito medio.
Forse non era stata la scelta più brillante quella di uscire all'aperto con indosso unicamente un maglione grigio,che alla fine non era nemmeno troppo caldo.
Era appoggiata alla ringhiera del suo balcone,assolta nei suoi pensieri,e pensava,pensava e pensava.
Magari queste restanti sessantaquattro sedute dallo psicologo non sarebbero state poi male,o perlomeno,sarebbero comunque state migliori di questa prima seduta.
April odiava l'idea che il suo compagno di sedute fosse proprio quel ragazzo,proprio Michael.
Non riusciva ad aprirsi totalmente se vi era anche lui,ad ascoltare i suoi problemi,pronto a giudicarla.
In quella prima seduta,di Michael,April aveva appreso che era un ragazzo perennemente solo,senza nessuno al suo fianco.Aveva dovuto superare una situazione familiare difficile,e come se non bastasse non riusciva a fidarsi delle persone,eccezione fatta per i suoi tre amici d'infanzia Ashton,Calum e Luke,dei quali si fidava più di tutti. 
April aveva un'idea di chi fossero quei tre ragazzi,quando le passavano davanti nei corridoi e lei li guardava ammirati,quasi invidiosa della loro amicizia,chiedendosi come sarebbe stato avere amici,dato che lei di veri amici non ne aveva mai avuti.
April era sempre stata restia nel relazionarsi con le persone,erano sempre tutti un passo avanti rispetto a lei.
A pensarci bene un amico ce l'aveva,l'unico amico che aveva mai avuto.
Si chiamava Miles,lo conosceva dalle scuole medie,quando i capelli di April ancora erano del loro color castano ramato naturale.Gli piaceva stare con Miles,era un amico fidato,uno di quelli ai quali racconti i tuoi segreti e puoi stare certo che non li racconterà mai a nessuno,uno di quelli che pur di vederti sorridere farebbero di tutto.
Era sempre così solare,simpatico,disponibile,tant'è che nessuno si aspettava che alla fine si sarebbe rivelato come tutti gli altri,lasciando April da sola,di nuovo,per frequentare una compagnia non troppo bella di ragazzi malfamati,infatti,per la rossa non fu una sorpresa vederlo costretto ad andare in  carcere minorile.
Senza accorgersene la sigaretta che stava fumando si consumò fino al filtro,e senza curarsi del fatto che fosse un gesto poco carino,gettò il mozzicone sul freddo marciapiede che giaceva appena sotto il suo balcone.
Si girò,intenta a ritornare in camera sua per ascoltarsi una bella discografia degli AC/DC,ma fu bloccata da un irremovibile ostacolo: un Michael Clifford con un beanie e un sorriso non troppo convinto davanti a lei.
Lo guardò stranita,chiedendosi il perché della sua visita e come sapesse dove abitasse.Come se le avesse letto nel pensiero il ragazzo si giustificò.
'Ehm,mi ha fatto entrare tuo nonno.E' simpatico...' Disse sistemandosi un ciuffo di capelli color miele dentro il beanie grigio.
'Perché sei qui?' Lo liquidò freddamente la ragazza,senza troppi giri di parole.
'Pensavo che,siccome dovremo passare più di sessantaquattro ore insieme,forse sarebbe un bene che ci conoscessimo meglio o cose del genere.Non che me ne freghi qualcosa,è giusto perché non voglio avere a che fare con una ragazza che non so nemmeno chi sia.Non ti pare?' La intimò il biondo appoggiandosi alla ringhiera del balcone.
April alzò un sopracciglio,non sapendo come reagire ne tantomeno come sentirsi.
Se dapprima aveva un istinto di spingerlo giù dal balcone,ora sentiva che forse Michael non aveva tutti i torti.
'Non hai di meglio da fare? Tipo uscire con qualche bella ragazza,con i tuoi amici o cose del genere? Io mi troverei da fare,piuttosto che stare qui a parlare con una tipa stramba che frequenta con te le sedute dallo psicologo.' Disse lei,cercando di dirgli di levarsi dai coglioni senza sembrare maleducata.
'Mh,in effetti dovrei essere  ad una festa,sai no?,quelle feste memorabili dove la gente si..che te lo dico a fare,non credo che tu ci sia mai andata ad una di quelle feste,non capiresti.' Bofonchiò suscitando da parte della rossa un certo disprezzo nei suoi confronti.
April lo scrutò con le sue iridi color caramello,con un certo disprezzo,notando particolari di cui non si era accorta la mattina,durante la seduta.Notò un leggero accenno di barba delle cinque del pomeriggio sulla mascella del ragazzo,le labbra rosee e piuttosto piene,le mani grandi e dal dorso screpolato appoggiate bellamente alla ringhiera di metallo,il collo,marchiato da alcuni succhiotti quà e là e gli occhi così profondi,di un colore che andava dal verde all'azzurro costantemente.
'Sei qui per ricordarmi quanto faccia schifo la mia vita sociale? Perché se sei qui per questo puoi anche levarti dalle palle sedutastante,non ho problemi a prenderti a calci nel culo per farti andare via.'Recitò April con un sorriso sul volto.
'Però...-sussurrò con stupore cercando di non farsi udire.- Sono qui per conoscerti meglio,non intendo andarmene.Perciò,che ne dici di andare a fare un giro? Ho le Marlboro Rosse,mica quelle schifezze delle Light.' Disse spostandosi dalla ringhiera,sorridendo.
April,suo malgrado,accettò di fare un giro con Michael,forse un poì per curiosità e un po' perché le Marlboro Rosse erano le sue preferite.


Michael.

I due si incamminarono insieme per le  strade di una  caotica Sydney delle sei del pomeriggio,estremamente vicini,parlando di rado e guardandosi a stento negli occhi.
'Allora,comincia tu a parlarmi di te,visto che ci tieni tanto...' Sussurrò flebilmente April al ragazzo,girandosi appena.
Il biondo colse la palla al balzo,sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi e cominciando a parlare con la sua parlantina sciolta e la sua voce calda.
'Dunque,mi chiamo Michael,ma questo già lo sai,cioè,dovresti saperlo.-Si fermò per un attimo e rise da solo,provocando sul viso  di April una smorfia.-Il mio secondo nome è Gordon,mi vesto in modo abbastanza trasandato,ma è okay,perché la gente pensa che io sia figo.La mia vita si evolve attorno al divertimento e le feste sfrenate,di cui prendo parte spesso o, ancor più spesso ne sono l'artefice.Mi piace tingermi i capelli,infatti sono intenzionato a tingermi di nero lasciando il ciuffo verde a breve.Tu che mi dici di te?' Disse partendo in quarta.
April lo guardava con sguardo annoiato,quasi inespressivo.
Ma alla fine,Michael si disse che quello era lo sguardo che volgeva a tutto.
Sembrava sempre assolta nei ricordi più dolorosi del suo passato,dato che,a quanto aveva capito il ragazzo,April non se la passava ne se l'era mai passata poi tanto bene:genitori di cui non ricordava nemmeno il timbro di voce o la faccia,amici pressoché inesistenti,nessuno al di fuori di suo nonno si era mai preoccupato per lei.
April si mossè flemmaticamente,sedendosi sotto un albero,sul prato bagnato di brina a gambe incrociate,staccando piccoli ciuffi di erba.
'Non credo ci sia molto da dire su di me.Mi chiamo April Indie Parker,sono riservata,amante dei fumetti e amo tingermi i capelli-Michael sorrise,avendo trovato la passione per la fumettistica e le tinture in comune con la rossa.-Non sono una tipa da feste,anzi,preferisco la solitudine.Sono incredibilmente lunatica e mi piacciono i Coldplay.' Terminò sorridendo timidamente.
Michael sollevò un angolo della bocca e si sedette al fianco della rossa,noncurante dell'erba bagnata.
'Proverò a portarti ad una delle feste a cui vado,ti divertiresti scommetto.' Le propose con un largo sorriso che gli si dipinse sulle labbra,strappando un fiore puro e candido dall'albero appena sopra le loro teste,porgendolo alla giovane rossa che sedeva al suo fianco.
'Grazie,ma credo che passerò.Non sono una tipa da feste o super alcolici o...diciamo che non sono parte del tuo mondo,e mai lo sarò.' Disse accettando il fiore,osservandolo attentamente.
'Beh,allora potremmo fare altro,tipo,che so,guardare un film insieme o cose del genere...' La intimò nuovamente,sorridendole in modo rassicurante.
'Non sei obbligato a stare con  me,non lo sei proprio,lo so che lo fai per non sembrare stronzo o cose simili,ma tranquillo,sono abituata a stare sola.' Gli disse April,provocando in Michael un senso di assoluto vuoto,cercando di immaginare come si sentisse la ragazza,ad attraversare il lungo cammino della vita solamente in compagnia di se stessa,senza nessuno al suo fianco.
'Ma io non mi sento obbligato a farlo,io voglio...esserti amico,aiutarti...' Sospirò il più grande,scrutando gli occhi castani e profondi della ragazza.
'Non ho bisogno di aiuto,me la cavo da sola,perché alla fine,alla notte,quando sono sola con me stessa,nessuno può aiutarmi.'Sospirò la rossa staccando un petalo dal fiore.
'Posso esserci io,se me lo permetti.'Disse Michael senza pensarci più di tanto.
Non era mai stato uno di quelli che pensava alle parole.Per lui le parole erano solo parole,vibrazioni delle corde vocali,cose dette senza una precisa importanza.
Perché alla fine,si diceva,le parole si dimenticano,se vuoi dimenticarle.
'D'accordo allora.Ricordati che l'hai promesso,e per me le promesse valgono più di mille parole.-Sussurrò April.-Ora passami una sigaretta,credi che io sia venuta qui solo per stare con te?' Proseguì sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi,uno di quelli che a stento dimentichi,quelli che sono così sinceri che sembrano quasi surreali.
Michael fece caso ad una piccola fossetta che si formava al lato destro della guancia di April,al piccolo piercing che era posto al lato della sua narice sinistra,alle lentiggini spruzzate sul naso,persino ad un piccolo neo appena vicino alle sue labbra,rosee e sottili.
Sorrise anche lui alla richiesta della rossa,incantato da quel sorriso,per poi porgerle una sigaretta dal pacchetto malconcio.
Non sapeva neanche lui perché si stava infilando in quel casino,non sapeva neanche lui perché voleva aiutare April a sconfiggere i suoi demoni,sapeva solo che voleva farlo,a tutti i costi.



ANGOLO AUTRICE.
Heyaaa!
Finalmente sono riuscita a finire di scrivere questo capitolo.
Non sapevo come continuare sinceramente,e la metà del capitolo l'ho scritto a scuola in aula informatica,perciò
non so come è venuto hahahaha.
La canzone a cui mi sono ispirata per il titolo è 'Nothing left to saydegli Imagine Dragons,perciò,se volete,leggete ascoltando quella splendida canzone!
Spero vi piaccia,ringrazio le persone che hanno cominciato a seguire la storia e metterla fra le ricordate/preferite/seguite,grazie!
Un bacio!
Sil!

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