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Autore: TheLittleBlonde    18/05/2014    5 recensioni
«Dammi le chiavi del tuo cuore, per favore.» le disse lui, con fare poetico.
«Per ora accontentati di quelle di casa.» lo scimmiottò lei.
A chi aspira a diventare qualcuno.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(2)
Dear Diary.




Avete presente quando vi sentite a casa, e sapete per certo che è quello il vostro posto? Quando non vi manca niente e siete felici così? Bene, Helena si sentiva esattamente il contrario. Le mancava qualcosa. Qualcosa che sarebbe arrivato prima di quanto lei pensasse.




Alcuni raggi di sole entravano nella stanza, illuminandola appena.
In quei giorni Helena non aveva fatto altro che sistemare, ordinare la sua casa, o per lo meno, una parte della sua casa.
Non poteva dire di essersi divertita, ma neanche annoiata. Era stata la scusa buona, per far venire la sua migliore amica a casa. Alle due ragazze bastava poco per divertirsi: scatoloni da riordinare, un po' di musica, e qualche pausa.
Il risultato finale era piaciuto ad entrambe: per Helena contava molto il parere di Chelsea.
La parte preferita di Helena era la parete del soggiorno, quella tappezzata interamente dalle sue migliori fotografie. Una delle sue grandi passioni, la fotografia. Portava sempre con sé una macchina fotografica. Secondo lei, era uno strumento di ricordo. Qualcosa che ti permette di ricordare anche i particolari più insignificanti.
Si rigirò più volte nel letto, buttando involontariamente la coperta a piedi.
Aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre per abituarsi alla luce del sole.
Si sedette a gambe incrociate, e buttò il suo capo all'indietro, sbadigliando silenziosamente.
In un certo senso, quella mattina non aveva nessuna voglia di svegliarsi. Non perché era una dormigliona, ma perché sarebbe stata l'ultima sua giornata da sola in quella casa. Quella sera sarebbe arrivato, secondo lei, il suo adorato coinquilino, di cui non sapeva neanche il nome.
Aveva i morbidi capelli scompigliati, la canotta tutta stropicciata, con una spallina scesa. La pancia scoperta, che affrettò a coprire, e i pantaloncini girati. Sorrise, pensando al fatto di quanto buffa potesse sembrare.
Diede anche uno sguardo veloce alla sua camera, che adorava alla follia: le pareti di un rosa salmone, stile antico. La poltrona nell'angolo destro della stanza, dove erano appoggiati i vestiti che si era messa la sera prima, che non aveva sistemato nell'armadio per la sua costante voglia mancante. La cassettiera, con appoggiati tutti i suoi profumi e trucchi. Per quanto fosse una ragazza al naturale, nelle occasioni speciali, le piaceva sistemarsi. Alcune foto buffe che ritraevano lei e la sua migliore amica Chelsea fare facce e smorfie divertenti, quanto strane. Ancora alcuni scatoloni rammucchiati nell'angolino tra la porta e la parete. Poi posò lo sguardo sulla porta. Ci pensò qualche secondo su, e si ricordò perfettamente di averla lasciata aperta, la sera prima. Rimase un po' spiazzata. Impossibile l'avesse chiusa nel sonno, e non ricordava neanche di essersi alzata.
Scosse la testa, e decise non metterci troppo peso. Forse si sbagliava lei.
Si stiracchiò per qualche minuto, dopo appoggiò i piedi a terra e si alzò dal suo morbido letto. Sospirò lentamente, e si affrettò a rifare il letto.


Aveva smesso di fare il letto, quando, sentì dei rumori ovattati provenire dal salotto, al piano inferiore. In quel momento iniziò a preoccuparsi sul serio. Pensò alla porta chiusa, quei rumori strani.. non era sicura di quello che stava pensando, ma l'avrebbe scoperto da lì a poco.
Lasciò il letto rifatto a metà, e si precipitò silenziosamente giù. Camminava come un ladro, l'unica differenza era che quella era casa sua. Scese le scale in punta di piedi, facendo movimenti buffi, come se si sentisse in un film comico.
Scese l'ultimo gradino. Osservò scrupolosamente il salotto, riducendo ad una fessura i suoi occhi. Il divano, la tv, il tavolo e il tappetto 'peloso' c'erano. Come tutto il resto. Al contrario, c'erano cose in più. Alcune borse e valige, sostavano davanti la porta d'ingresso socchiusa.
Helena sbarrò gli occhi. Iniziò ad imprecare in mente, capendo quello che era successo.
Sbatté i piedi a terra più volte, come una bambina che fa i capricci, e faceva strani versi di disapprovazione. Era arrivato, e anche in anticipo.
Helena stava andando in panico. Che avrebbe dovuto fare, correre di sopra e far finta di non aver visto niente, chiudere il ragazzo fuori alla porta e buttare le sue borse dalla finestra, o conoscerlo subito? La prima era da fifona, la seconda niente male, ma la terza era la più logica e sensata. D'altronde era curiosa, molto curiosa.
Così decise di sedersi sulle scale, e aspettare che entrasse di nuovo. Così fece, si sedette sul penultimo scalino, e appoggiò il mento sul palmo della sua mano.
Passarono alcuni minuti e del ragazzo neanche una traccia. Helena iniziò anche a battere ripetutamente il piede a terra, segno che si stava scocciando. E dalla noia, appunto, iniziò a rendere presentabili i suoi capelli. Ancora non li aveva pettinati, perciò aveva la capigliatura di un leone. Cominciò a pettinarli con le mani, sciogliendo eventuali nodi. Spostò tutti i capelli sulla spalla destra, e li divise in tre ciocche. Così iniziò a farsi una semplice treccia. Lei adorava le trecce, infatti aveva il vizio di farsene una piccolina, dalla parte destra della testa ogni mattina. Era una sua caratteristica. Aveva pensato anche di aggiungerla ai 'segni particolari' della sua carta d'identità.
Finì la sua treccia, e si fece i complimenti da sola. Avvolte era abbastanza modesta.
Ma del ragazzo misterioso ancora niente. Helena era molto curiosa, e sarebbe rimasta ore ad aspettare pur di vederlo, ma pensò che doveva fare alcuni servizi, e non avrebbe dovuto sprecare già tutto quel tempo. Quando sarebbe tornato, l'avrebbe senza dubbio visto.
Così si alzò in piedi, si girò e salì le scale, per ritornare nella sua camera.
Finì di fare il letto, lasciato a metà. Poi decise di vestirsi, così non si sarebbe fatta trovare impreparata quando sarebbe arrivato: entrò nella sua cabina armadio e iniziò a rovistare tra i tanti indumenti in suo possesso. Camicie, pantaloni, jeans, top, magliette e maglioni. Amava avere tanta scelta, perciò almeno una volta alla settimana andava a fare shopping. Ma non era per niente viziata, lo faceva per occupare il tempo. E purtroppo questo, ogni volta, comportava un sacco di tempo per scegliere e tanta indecisione.
Dopo svariate idee, decise di indossare un semplice pantaloncino di jeans, un top variopinto di rosso, blue e verde, e una canotta larga con la scritta 'Cali', di cui ancora non aveva capito il significato.
Si vestì senza fretta, andò in bagno e si lavò i denti, la faccia e poi si truccò.
Scese nuovamente giù, con l'intenzione di guardare un po' di TV mentre iniziava a cucinare il pranzo, ma qualcosa o meglio qualcuno, rovinò il suo piano.
«Ehi.» la salutò amichevolmente un ragazzo moro, appena entrato in casa sua.
Helena si bloccò al penultimo gradino, rimanendo sorpresa, anche se non aveva motivo per esserlo.
«Tu sei...» riuscì solo a dire Helena, non sapendo ancora il suo nome.
Il moro rimase incantato dalla bellezza naturale della ragazza, tanto da rimanere per un po' immobile. Anche per Helena fu così. Non aveva mai visto un ragazzo dalla carnagione olivastra e degli occhi così.
«Scusa... non mi sono ancora presentato.» lasciò a terra le valigie e si avvicinò a lei, non togliendole lo sguardo di dosso. Le porse la mano. «Piacere, Zayn» e le sorrise. Che bellissimo sorriso, pensò la ragazza.
Nella mente di Helena si ripeteva solamente quel nome, in quel momento. Come se volesse autoconvincersi che quello era il suo nome. Helena assunse lo sguardo perso nel vuoto. «Tu?» le chiese Zayn. Si risvegliò dal suo stato di trans, e rispose. «Helena.» disse semplicemente, continuando a pensare al meraviglioso sorriso di Zayn. Solo dopo pochi secondi si accorse che le stava porgendo la mano. Si affrettò imbarazzata, e unì la sua mano destra alla sua, pronta alla stretta da ormai qualche secondo. Gli sorrise, sentendosi rassicurata. Il suo coinquilino non era così male, esteticamente. Ora bisognava vedere com'era caratterialmente.
Zayn si girò all'indietro, seguito da Helena che posò lo sguardo oltre il moro, e fissarono entrambi per qualche secondo la montagna di borsoni, portati da Zayn. Ha più cose di una ragazza, pensò divertita Helena. E sapeva già, che avrebbe dovuto aiutarlo a sistemare tutto. Ma per lei, era solo una buona occasione per conoscerlo meglio, e lo avrebbe fatto volentieri.


 
QUELLA SERA:
 
'Caro diario,
questa è la prima volta in tutta la mia vita che scrivo un diario. Credo che sia uno strumento dove raccontare, giorno dopo giorno, le emozioni, le sensazioni o quello che hai fatto nella giornata.
Bene, iniziamo da oggi.
Che è successo oggi? Beh, oggi l'ho visto per la prima volta, e sai cosa ha fatto? Mi ha sorriso. Ma non ha assolutamente un sorriso normale, ma un sorriso... un sorriso tutto suo. Solo lui, mette la lingua tra i denti quando ride, e alza solo l'angolo destro delle labbra in su quando sorride. Sembra strano, ma mi sono già memorizzata alcuni sue caratteristiche. Sto parlando del mio coinquilino. Erano giorni che mi tormentavo con domande del tipo 'Come sarà?', 'Se sarà un rozzo, o peggio ancora un cocainomane?'. Non ce la facevo più, giuro.
Veramente, sarebbe dovuto arrivare questa sera. Invece ora è comodamente seduto sul divano, a guardare la TV.
Si vede perfettamente il ciuffo, anche quando è di spalle. I capelli sulla nuca rasati perfettamente, la pelle olivastra sono caratteristiche solo di Zayn. Una della poche cose che ho accertato in questa giornata. Oltre al fatto che ama nuotare e cantare.
Abbiamo parlato poco oggi. Non è un ragazzo molto aperto. Ma sono sicura che ne avremo di tempo per parlare, anche troppo. Ma la cosa che mi affascina di più, è il suo modo di fare. Può sembrare una cosa stupida, ma per me è così. Come si muove, come cammina, come parla. Chissà se è fidanzato.


Helena alzò lo sguardo, seduta sui scalini della scale, e fissò per qualche secondo Zayn seduto di spalle sul divano. Si era messa lì in silenzio a scrivere, mentre lui guardava un film. Forse Zayn non sapeva neanche della sua presenza. Scosse la testa, e ritornò a scrivere.
 
Inoltre mi sento più sicura. Mi sento bene, cosa che sino a questa mattina non era.
Strano, no? Non so il motivo, sinceramente. Mi sento... come dire... completa.
Finalmente a casa, in un certo senso. Boh, non lo so.
Quando scoprirò il perché, sarai il primo a 'saperlo', dopo di Chelsea però. AHAHA.
Ora ho voglia di leggere le ultime pagine del libro 'At First Sight' del mio caro amico Sparks.
A domani, con nuove novità spero.'


Chiuse il diario e silenziosamente, si diresse nella sua camera.


 
Her pen is placed on the white sheet,
and would continue to write endlessly
about him.




Weilà.
Allora ragazze, secondo capitolo. Non è niente di speciale, anzi per me è penoso. Come me, non faccio che sbagliare, e mi dispiace che voi dobbiate subire i miei capitoli penosi. Vi chiederete perché pubblico allora. E la risposta è che scrivere, è l'unica cose che mi calma, mi tranquillizza e mi fa entrare in un altro mondo. Come leggere. Non a caso in questo periodo scrivo e leggo molto. Coincidenze? No.


Vabbè, che ne pensate? In questo capitolo entra in gioco Zayn, il quale fa 'calmare' Helena. Non parlano molto in questo capitolo, perché capite bene che è appena arrivato Zayn, non si potevano mettere a parlare di quando hanno dato il primo bacio (?). Anche la lunghezza è molto ridotta. Spero che non ci siano errori, anche perché l'ho letto attentamente. Lo spero.


Io comunque voglio ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito/ aggiunto a qualcosa questa nuova ff. Non mi aspettavo tutte quelle bellissime recensioni solo al primo capitolo.
Ed ecco il mio ringraziamento, sotto forma di fotina (?):





Scusate la mia faccia da culo, ma lasciamo stare.

Un bacione, e al prossimo capitolo. :)




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