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Autore: Katherine Buffy Pierce    18/05/2014    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie "La storia di Alex" e si colloca dopo le storie "Figlio di vampiro" e "Bebè in arrivo".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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POV Alex:
Katherine era appena svenuta, dopo aver appreso la notizia più brutta che ebbi mai ricevuto. Un dottore arrivò subito a controllarla e constatò che aveva avuto un attacco di panico molto forte. Dopo averle misurato la pressione e il battito cardiaco, la portò a fare degli esami per accertarsi che stesse bene. Nel frattempo, io dovetti rimanere li per parlare con il dottore di prima...
-Mi scusi, sono pronto. Mi dica pure cosa devo fare ora.- dissi io, dopo aver bussato alla porta dell’ufficio del medico, ed esserci entrato.
-Bene. Innanzitutto deve firmare queste carte per avere indietro la salma. Purtroppo non potrà vederla a causa dell’autopsia a cui l’abbiamo sottoposta.- disse il dottore, porgendomi dei fogli.
-Ma come no? Solitamente si può...- dissi io, confuso.
-Beh questa autopsia è stata molto intensiva e non ci sarebbe molto da vedere. Più che altro, quel corpicino non somiglia più a quello di sua figlia.- disse il dottore, lasciandomi un poco perplesso. Io acconsentii e uscii dall’ufficio del medico. Da quando in qua non si poteva vedere il cadavere di una persona? Almeno al parente più stretto? Appena ne parlai con gli altri, anche loro ebbero lo stesso sospetto.
Ad ogni modo, firmai tutte le carte e le consegnai allo sportello indicato sul foglio. Dovemmo aspettare qualche ora affinché ci potessero dare il corpo di Marissa. Lo trasportarono loro fino a casa nostra su uno di quei furgoni specifici.
-Dove la appoggiamo?- chiese il coroner con la bara di Marissa sul braccio.
-Appoggiatela su quel tavolo li in mezzo.- dissi io, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Bene. Ora abbiamo finito. La bara è stata già sigillata perciò non cercate di aprirla- ci disse il coroner prima di andarsene.
Una volta che se ne andò, entrai in casa insieme a Stefan e a zio Damon. Gli altri erano rimasti in ospedale per Katherine.
-Secondo me, li dentro non c’è Marissa.- dissi io, indicando la bara.
Mio padre si avvicino alla bara e la sollevò per poi scuoterla. Non si sentì un rumore particolare... Non era vuota ma... Avevamo avuto tutti una sensazione strana.
-Dici di aprirla?- disse zio Damon.
-Si. Potrei pentirmene ma, si.- dissi io, guardando mio padre.
-Lo faccio io, se vuoi.- disse lui.
-Va bene. Io non guardo.- dissi io, girandomi a sinistra.
Dopo qualche istante in cui mio padre cercò di forzare la bara, riuscì ad aprirla.
-Oh.- disse lui.
-Che c’è?!- chiesi subito io, agitato.
-Qui non c’è Marissa! Ci sono solo dei sassi tenuti insieme da un lenzuolo in modo che non si muovessero!- disse lui, felice.
Marissa era viva, quindi! Si! Me lo sentivo! Doveva essere così! Ma perché mai i dottori ci avevano mentito?
 
POV Katherine:
Mi risvegliai in una stanza di ospedale. Caroline era alla mia sinistra, concentrata a leggere una rivista di gossip. Dopo qualche istante, la rabbia e la disperazione tornarono a manifestarsi nella mia testa. Dovevo vendicarmi! Forse Marissa era già malata prima che diventasse come me ed Alex ma non potevo starmene con le mani in mano quando Klaus aveva portato via l’unico mezzo che mi permetteva di salvarla! Tenni gli occhi chiusi finché non sentii che Caroline se ne fosse andata.
Mi alzai velocemente dal letto e, con la debolezza che mi affliggeva in quel momento, iniziai a correre verso l’uscita quando venni bloccata da Elena.
-Katherine! Cosa ci fai qui? Dovresti essere a letto, non puoi scappare!- disse lei, rimproverandomi.
-Lo so, scusa ma sono un po’ scossa.- le dissi, sperando che si bevesse la mia storiella.
-Uhm, ok. Ti capisco. Andiamo.- disse lei, girandosi per andare verso la stanza in cui mi trovavo prima. Non volevo usare lei ma, dato che ne ebbi l’opportunità in quel momento, ne approfittai. Le presi un braccio e la morsi, succhiandole via un po’ di sangue.
-Katherine! Cosa fai?!- chiese Elena prima che le torcessi il collo. In quel momento, avevo sangue di vampiro in circolo nel mio corpo e quindi, corsi nella mia stanza, chiusi la porta a chiave e mi impiccai come nel 1492.
  
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