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Autore: emily12_    19/05/2014    1 recensioni
E se Tobias e Tris si rincontrassero?
Finale alternativo della saga di Divergent.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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CAPITOLO 2


TRIS


Siamo seduti sulla collina appena fuori dalla città, ci sono prati fioriti a perdita d'occhio.

Mi bacia e io lo bacio a mia volta.

Siamo vivi, e non riusciamo a pensare ad altro che a quell'insignificante “noi”, che in realtà è molto più di quanto sembri.

In effetti non siamo ancora riusciti a dire o a fare qualcosa di serio da quando ci siamo ritrovati.

Di cose serie ne abbiamo già viste e passate fin troppe.

Mi sarebbe sempre piaciuto saper trasformare la vita in una canzone, ma non ne ho mai trovata una abbastanza assurda.

Ok. Quindi siamo catapultati in una sorta di posto inesistente dal nome impronunciabile senza la minima idea di come poter tornare indietro giusto?” Tobias è ironico, ma la cosa lo preoccupa comunque molto.

Mi sa di sì...”

Dobbiamo darci da fare allora.”

Eh?!”

Vuoi forse rimanere qui?” alza un sopracciglio.

No...certo che no...”

Allora mi sa che dovremo fare qualcosa.”

Tobias è sempre stato intraprendente, per fortuna che c'è lui o io rimarrei ad aiutare Amelia nell'orto per tutto il resto dei miei giorni.

Ha gli occhi assonnati e un sorriso disperato.

Gli appoggio la testa sulla spalla e chiudo gli occhi, non mi va di fare nulla, ma come al solito lui ha ragione.

Sarebbe così bello rimanere immobili per sempre...

Tris?”

Sì?”

Andiamo dai.” sorride affettuosamente in risposta alla mia mezza smorfia.


Starnutisco. I nostri passi rimbombano nella biblioteca.

Non riusciremo mai a leggerli tutti...” sbuffo.

Mi sa che ne avremo tutto il tempo invece...” dice sconsolato lui.

Io mi incammino verso l'altra ala, ci vediamo poi.” mi alzai per sgranchirmi le gambe.

Tobias sembra restio all'idea di lasciarmi andare, per un attimo è passata un'ombra di paura nei suoi occhi, ma forse me la sono solo immaginata.

Scendo diverse rampe di scale, l'odore dei libri si mischia con l'aria che viene da fuori.

Passo davanti al bancone cercando di non farmi notare.

Trovato quello che cercavi?”

Mi giro verso la voce: è un ragazzo di circa vent'anni con i capelli neri e gli occhi scuri che mi fissa curioso.

N...no, ma tornerò domani.” sorrido, non tanto perché voglia dargli l'impressione di non avere nulla da nascondere, ma per la sua posa o per il suo naso o le lentiggini.

Mi sembra da subito simpatico.

Posso darti una mano?”

No.” poi aggiungo in fretta “grazie.”

Cosa cercavi?”

Nulla di particolare.” non capisco perché continui a fare domande, e qualcosa mi spinge a non andarmene subito.

Io ora dovrei...”

Prendere un caffè con me. Che ne dici? Posso darti qualche informazione utile sulla biblioteca.”

Sembra interessato a me. Devo giocare bene le mie carte: potrei davvero scoprire qualcosa di utile.

Ok.” gli sorrido.



TOBIAS

Urto un libricino dallo scaffale che cade a terra con un tonfo aprendosi a metà.

Lo raccolgo sbuffando e per caso mi scappa un occhio sulle pagine:


Sto cominciando a dimenticare. Speravo non accadesse mai. E' da tre mesi che sono incastrato qui. E ormai ho capito. In queste pagine ho raccolto quello che ho scoperto con tante ricerche, spero possano esservi utili....”


Il mio cuore manca un battito, ma continuo a leggere, e man mano che scorro le pagine la mia inquietudine si tramuta in puro terrore.



TRIS


Quel ragazzo si chiama Mark e mi ha portato senza lasciarmi il tempo di dire niente nel primo bar della via.

In meno di dieci minuti sa tutto del breve periodo che ho passato qui, e il motivo per cui non gli racconto di Chicago è solo perché la mia vita passata non mi viene in mente, si confonde in una nebbiolina opaca, i nomi, le immagini si mischiano tra loro.

Quando me ne rendo conto impallidisco e la tazzina di caffè mi trema tra le mani.

Tutto bene?” chiede preoccupato Mark.

Sì, sì..” mi affretto a rispondere.

Ora devo andare. Grazie.”

Vai da Tobias?”

Strano, non ricordo di avergli parlato di lui, chissà cosa mi ha spinto a dirgli così tanto di me, dovrei stare più attenta.

Sì.” ma devo sembrare scocciata perché lui aggrotta un sopracciglio e mi fissa accigliato.

Anch'io avevo una ragazza, ma questo è successo tanto tempo fa. So cosa cercate, là, in biblioteca. State perdendo tempo. Siete insieme, accontentatevi.”

Ma, io...” lo guardo scioccata.

Ciao Beatrice.”

Io...”

Ma non mi lasciò finire la frase. Se ne era già andato.

Ma come faceva a sapere il mio nome da abnegante?


TOBIAS

Infilo il libricino sotto la camicia: è piccolo, con gli angoli consumati e le pagine gialle...chissà da quanto tempo è qui.

Esco facendo finta di niente, ma sento una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse fissando.

Ma deve essere solo la mia immaginazione.

Tengo la mani in tasca per non far vedere a nessuno che tremano.

Ho paura: e ora cosa dirò a Tris? Io posso sempre andare avanti, farmene una ragione, ma so che lei non si arrenderà mai di fronte all'evidenza dei fatti.

Come posso fare a convincerla della verità?


TRIS


Sono in casa di Amelia e coperta di polvere sto sistemando degli scatoloni. Starnutisco e mi asciugo le mani sudate nei pantaloni.

Dove si è cacciato Tobias? Sorrido mentre penso a lui.

Prendo una scatola per posizionarla su uno scaffale, ma persa tra i miei pensieri, la lascio cadere e mi finisce su un piede.

Ahi!!” sto per mettermi a imprecare contro tutto e tutti, ma le parole mi muoiono in gola.

Foto. Ma non foto qualsiasi..è mia madre...o almeno, sembra lei.

Dietro ci sono le firme di quelli ritratti nella foto: Erik, Margaret, Sonia.

No, non c'è il nome di mia madre.

Sono tutti e tre giovani e sorridenti sotto una quercia; il cielo è striato di grigio e l'erba è di un verde grigiastro.

Eppure quella ragazza a destra è così simile a mia madre...e a me...ha i miei stessi occhi, e anche un naso molto simile al mio...

Mi asciugo le mani nei pantaloni e mi siedo cercando di riordinare le idee.

Ma è un'idea così irreale...non può essere vera.

Scendo le scale cigolanti e corro da Amelia che mi guarda e dice : “Ehi piccola, tutto bene? Forse ti fa male lavorare così tanto, guarda come sei pallida...”

Conosci la ragazza a destra nella foto?” chiedo andando subito al punto.

L'anziana la osserva e sorride : “Sì, sì è mia nipote. Vive qualche isolato più in là, ma io e mia figlia abbiamo litigato un po' di tempo fa, così non ho più avuto occasione di vederla. La conosci? Dovrebbe avere più o meno la tua età.”

No, n...non la conosco...ma, ma lei saprebbe dirmi qualcosa di più a riguardo? Ho..ho notato che io e sua nipote siamo..ecco..”

Molto simili.” conclude Amelia al mio posto guardandomi stupita.

Annuisco.

Avevo una sorella, una volta, che ti assomigliava tanto...Vivevamo in una città di periferia, non era un gran che...”

Continua a raccontare immersa in ricordi frammentari dove mancano i passaggi salienti della sua vita. Per esempio passa da quando aveva dieci anni e viveva con la sua famiglia all'abitare qua quando aveva vent'anni.

Cancellato, tutto un lasso di tempo cruciale cancellato nel vuoto.

Eppure da quello che ricorda mi rendo sempre più conto che sua sorella doveva essere mia madre, doveva assolutamente essere lei.

Devo assolutamente raccontarlo a Tobias, ma so già che non mi crederà, penserà che sia io con la mia fantasia e le mie speranze a inventare tutto.

Abbraccio Amelia: “Grazie.” dico con gli occhi lucidi..

La donna pare commossa : “Di niente, mi dispiace che non possa dirti di più Tris. Ma vedrai che sarà un caso la vostra somiglianza...ma pensa come sarebbe bello se fosse vero...” dice con occhi sognanti, poi ride: “Saremmo parenti sai?”

Rido a mia volta anche se è l'ultima cosa che mi va di fare.

Ho bisogno di pensare, ho bisogno di aria, di sentirmi libera.

Esco e imbocco un sentiero che mi porta fuori dalla città e costeggia un boschetto, non so dove sto andando, non ha importanza, l'importante è solo continuare a camminare.

Spalanco la bocca interdetta per lo spettacolo che mi ritrovo davanti: tanti pellucchi di pioppi ovunque, come neve a coprire tutto.

Neve ad agosto...” sussurro.

Mi lascio cadere sulle ginocchia sfinita e non riesco a frenare le lacrime.


TOBIAS

Sto tornando da Amelia con la faccia scura rimuginando su cosa raccontare a Tris.

Barcollo per uno spintone e un uomo della mia stazza cerca di tirarmi un pugno sul viso, ma io lo schivo.

Sono ancora un intrepido, dopotutto.

Cosa vuole? L'uomo non molla, vuole qualcosa, ma io non ho niente...

Il libricino. Vuole il libro. Troppe informazioni in così poche pagine. Dovevo immaginarlo. Che stupido.

Gli tiro un pugno nello stomaco e faccio centro, ma quello non ha intenzione di lasciarmi andare.

Ne arriva un altro, e poi un altro.

Poi tutto si fa nero.


TRIS

Vedo Tobias entrare trascinando i piedi.

Ma cosa....?!” la sua faccia è un disastro e ha anche un grosso livido sul braccio.

Tutto bene, Tris.” mi rassicura con un sorriso stentato “solo qualche imprevisto...”

Qualche cosa?? Sembra che ti abbiano picchiato a sangue...”

Più o meno ...” ironizza.

Lo aiuto a sistemarsi e a disinfettare le ferite.

Stavo tornando qui con un libro della biblioteca e mi hanno assalito in un vicolo.”

Chi?” sussurro preoccupata.

Non lo so. Non potevo leggere quel libro in un posto affollato come quello...così me lo stavo portando a casa per darci un'occhiata..ehi ehi lo so che non avrei potuto quindi non dire niente ok? ...comunque dicevo...qualcuno deve averci tenuto d'occhio, ci tengono d'occhio. D...dobbiamo stare attenti Tris, stai attenta ti prego.”

M..ma perché?” non può essere, non di nuovo. Pensavo di avere chiuso con storie come questa.

Stiamo cercando di tornare indietro, a casa. E non è una bella cosa, sai? Ci sono troppe persone che lo farebbero se fosse possibile. E Tris, ascoltami...nel libro che ho trovato ho letto che...che non è possibile.”

Lo guardo senza parlare. Tutta l'energia se n'è andata, risucchiata via.

Tobias abbassa lo sguardo: “Non si può tornare indietro, non si può e basta. E il governatore del posto ha tutti gli interessi perché questo rimanga irrealizzabile. Forse c'è solo un modo..” ora mi guarda negli occhi e non posso fare a meno di pensare che lui ha degli occhi bellissimi. Devo avere il cervello inceppato.

Ma non è semplice, Tris.”

Si può sempre tentare...” bisbiglio.

Dovremmo morire Tris, di nuovo. Poi non lo so, chissà, potremmo finire chissà dove oppure di nuovo a casa. Ci sono tanti universi incastrati tra loro e questo è quello che accade passando da un universo all'altro...Ma non lo faremo Tris.”

Scuoto la testa e lo stringo a me, ho la testa che scoppia e tanto sonno.

Tris, promettimi che ogni mattina ripeterai chi sei tu e chi sono io, quanti anni hai, i nomi dei tuoi amici dei tuoi famigliari e i motivi per cui hai lottato fino ad adesso.” mi guarda sfinito “altrimenti dimenticherai tutto. Con il tempo le persone dimenticano chi erano prima di arrivare qui. Non possiamo lasciare che accada.”

No.” sussurro “non potrei dimenticarti.”

Una lacrima mi cade sulla manica.


  
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