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Autore: Katherine Buffy Pierce    20/05/2014    1 recensioni
Questa storia fa parte della serie "La storia di Alex" e si colloca dopo le storie "Figlio di vampiro" e "Bebè in arrivo".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Alex'
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POV Alex:
Dopo essermi ripreso dal dolore che Katherine mi causò sul palco, soggiogai tutte le persone del locale per evitare che ricordassero ciò che era successo qualche istante prima. Cosa le era preso? Tornai a casa subito dopo e decisi di andare a dormire quando trovai sul cuscino un biglietto con una calligrafia molto bella e ordinata che diceva: “Pare che Klaus non sia nei paraggi. Sono andata a cercarlo dato che solo lui, probabilmente, sa dove è Marissa. Quando tornerò, non aspettarti che mi arrenderò a te così facilmente. Tu sei mio! Ti amo, Katherine”.
Dopo aver letto quel biglietto mi accorsi di una cosa: per quanto fossi arrabbiato con lei, non potevo smettere di amarla. Ero ancora innamorato di lei e quindi dovevo decidere: dovevo lasciare perdere ciò che era successo e tornare con lei o dimenticarla e andare avanti?
 
POV Jesse:
Non tornai più a Mystic Falls. Presi la scusa di andare un attimo via a nutrirmi e, invece, decisi di andare a cercare Klaus. Lo trovai, sorprendentemente, quasi subito.
Era a New Orleans e stava litigando con un certo Marcel.
Appena entrai nel grande bar, si girò a guardarmi e mi fissò stupito.
-Finalmente ti ho trovato, Klaus!- dissi io, con un sorriso.
-Tu! Tu hai ucciso i miei fratelli!- disse lui arrabbiato.
-Si, lo so. Mi dispiace di aver dovuto sacrificare quei due per poter farmi notare da te... Ora devi fare una cosa per me. Dammi il mio grimorio!- dissi io, allungando una mano verso di lui.
-Ahah pensi che sia così facile?!- disse lui, con un sorriso.
Prima di potergli rispondere, sentii un bambino che piangeva. Dopo qualche istante mi accorsi di un passeggino vicino all’uscita del bar in cui c’era Marissa Fell.
-Cosa?- chiesi io, confuso.
-Beh, ho fatto una grande scoperta su questa bambina... E’ figlia di due doppelganger e, come tale, il suo sangue ha le stesse proprietà di quello dei genitori. Quindi, crescendola facendole credere che sia mia figlia, potrò utilizzare il suo sangue per creare nuovi ibridi... Ovviamente quando sarà più vecchia e matura, la trasformerò in modo da avere sangue di doppelganger per l’eternità.- disse lui con un sorriso.
-Quanto fai schifo. Sei patetico!- dissi io, improvvisamente arrabbiato.
-Lo so. Non è un bel gesto... Però, dato che tu mi hai tolto la mia famiglia, devo crearmene un’altra!- disse lui, con sguardo torvo.
-Anche tu hai ucciso la mia famiglia. O meglio, l’unico componente della mia famiglia.- dissi io, con il suo stesso sguardo.
-Come?- chiese lui, confuso.
-Si chiamava Amanda ed era la mia ragazza. Un giorno, a New York, stavamo uscendo da un locale e tu stavi festeggiando con tuo fratello Kol e, per divertirti, l’hai uccisa prosciugandola dopo avermi lanciato via con un cazzoto, prendendomi alla sprovvista.- dissi io, con le lacrime agli occhi.
-Oh. Ricordo.- disse lui, guardando il pavimento.
-Quindi, ora mi darai il mio grimorio e Bonnie Bennett porterà indietro la mia Amanda.- dissi io, arrabbiato.
-Non credo che possa servire a molto quest’incantesimo... E’ solo un falso... Lo so perché l’ho già utilizzato tempo fa. Quel grimorio era mio. Ad ogni modo, io ho il vero incantesimo che ti serve per riportare indietro la tua preziosa Amanda... Però tu devi fare una cosa per me, prima.- disse lui, con un sorriso.
-Cosa?- chiesi io, impaziente.
-Devi aiutarmi a rubare i poteri al tuo doppelganger Alex. Non li voglio i suoi poteri ma non mi va di avere quel moccioso alle calcagna.- disse lui, con un altro sorriso.
-Mmm si può fare. Ma come la mettiamo con la tua famiglia? Non sei arrabbiato con me perché li ho uccisi?- chiesi io, confuso.
-Si ma, siccome me ne farò un’altra non mi importa. Inoltre il rapporto che avevo con i miei fratelli era danneggiato e irreparabile.- disse lui, gironzolando per il bar.
Come poteva dire una cosa del genere? Era comunque la sua famiglia!
-Ok. Quindi abbiamo un patto giusto?-
-Si, Jesse. E’ un piacere collaborare con te.- disse lui con un gran sorriso.
Perfetto! Io potevo avere indietro la mia Amanda, lui avrebbe avuto i suoi ibridi, una figlia, e quindi, una famiglia e saremmo vissuti tutti felici e contenti! Beh, più o meno tutti... Non mi interessava molto, vedere Alex felice. Cavoli suoi. 

PS: Questo capitolo è un po' corto ma solo perché voglio proseguire con il prossimo che si ambienterà qualche mese dopo questo... ;) Grazie a tutti!
  
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