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Autore: B_SomebodyToldMe    21/05/2014    1 recensioni
“Probabilmente erano solo dei topi.” Ipotizza Sam.
“Vado a vedere.” Si offre Dean.
“Vai a vedere? Vai a vedere?!” squittisco. “Che accidenti vai a vedere?! Vai a vedere i topi?!”
“ Avanti, ‘Rora! Comportati da cacciatrice!” ridacchia “Se hai paura puoi sempre stringerti a me!”
(…)
“Dean… non sarebbe meglio scardinare la porta?”
“Non ce n’è bisogno, la serratura è rotta: non si può chiudere.” Dice continuando a scendere le scale con me spalmata contro il suo braccio.
“De-ean, ti prego. Ho visto abbastanza film horror da sapere che quando arriveremo a metà della scala la porta si chiuderà…” continuo conficcando le unghie nella sua spalla.
“Fidati. Faccio questo lavoro da più di vent’anni! Non c’è possibilità che quella porta possa chiu-“
SBAM!
“Stavi dicendo?” sibilo avvicinandomi al suo orecchio.
“Beh, forse avevi ragione ma non c’è da preoccuparsi! E’ solo un fantasma!”
“ ‘solo un fantasma’, certo! Perché noi siamo nel bel mezzo della ‘sola Apocalisse?, no?”
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Più stagioni
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BLACK HOLES AND REVELATIONS
 
 
Quando riprendo conoscenza la prima cosa che avverto è una superficie morbida sotto di me e ciò basta a ridonarmi la speranza.
Forse mi sono addormentata ed è stato tutto un sogno. Anzi! Deve sicuramente essere così!
Devo aver mangiato troppo pesante e, bam! Semplici ed innocui incubi!
Bene, ora che si è spiegato tutto posso tranquillamente tornare a dormire. Buonanotte…
 
“Come mai la stavano cercando?”
 
No, non è possibile.
Questa voce deve essere frutto della mia immaginazione. Sono solo ancora molto suggestionata dal sogno.
 
“Non lo so, Sammy. Forse è una cacciatrice..”
 
Solo suggestione.
Solo suggestione.
 
“Non credo, Dean. Non sapeva metà dell’esorcismo, si è nascosta sotto un tavolo ed è svenuta subito dopo… Non è proprio un comportamento da cacciatori.”
 
No.
No, no, no, no!
Mi costringo ad aprire gli occhi e capisco che - ahimè!- non sono nel mio letto ma bensì adagiata sul divano e, dai borbottii che giungono dalla cucina, si direbbe che non sono nemmeno sola.
 
Mi alzo cercando di fare il minor rumore possibile, afferro il primo oggetto contundente che trovo - e che si rivela essere un candelabro- e mi avvicino in punta di piedi alla cucina.
 
“Forse dovremmo chiamare Castiel, lui ne potrebbe sapere qualcosa.”  Dice quello che ormai ho capito chiamarsi Sam.
 
L’altro ragazzo, Dean, risponde con un verso contrariato. “Non ho ancora deciso se fidarmi o meno di quei pennuti..” mugugna.
 
Pennuti?
Questo Cassitel che sarebbe quindi? Un fagiano?
 
Non è importante adesso, è il momento di agire!
Rafforzo la presa sulla mia arma e con un balzo entro in cucina cercando di colpire il biondo che è il più vicino a me.
 
“Woah, woah!” esclama lui, schivando il mio colpo. “Ferma!”
 
“Uscite da casa mia o esorcizzo anche voi, maledetti mostri!” minaccio sventolando il candelabro verso di loro.
 
“Aspetta! Aspetta un secondo! “ interviene Sam sollevando le mani “ Noi non siamo mostri, noi-”
 
Loro sono cacciatori.” Conclude una voce roca e profonda alle mie spalle.
 
Con i riflessi di un perfetto karate kid roteo con forza il braccio girandomi verso la voce e causando l’impatto della mia ‘arma’ con il volto di uno spettinato sconosciuto.
Inspiegabilmente il colpo non sortisce alcun effetto se non quello di causarmi una dolorosa fitta di contraccolpo al polso che mi costringe a lasciare la presa.
 
“Perché lo hai fatto?” Chiede quasi con tono deluso il nuovo arrivato, guardando prima la massa deformata di ferro a terra e poi volgendo le iridi blu cobalto su di me.
 
“E tu chi accidenti saresti?!” squittisco lasciando il controllo alla mia parte isterica e avvicinandomi paurosamente ad un attacco cardiaco.
 
“Io sono Castiel. Sono un angelo del Signore.” Risponde sollevando fiero il mento.
 
“Oh mio Dio…” esalo sentendo nuovamente le forze abbandonarmi.
 
“Sì, proprio lui!” scherza il biondo mentre l’altro ragazzo corre a sorreggermi prima che mi accasci completamente sul pavimento.
 
“Dean, non mi sembra il caso.” Lo rimprovera il gigante trascinandomi verso una sedia e posandomici sopra.
 
Ok.
Respira ‘Rora; respira.
 
E’ tutto ok. Ci deve essere una spiegazione razionale a tutto questo.
 
Ci deve essere una spiegazione razionale per giustificare la presenza di due psicopatici nella tua cucina. E sicuramente anche per quello che assomiglia paurosamente ad un cadavere sul tuo pavimento. E ovviamente per l’apparizione improvvisa di un tizio in impermeabile che dichiara di essere un angelo del Signore.
 
Un angelo..
 
Non esiste che un angelo si trovi nella mia cucina. Magari ho capito male.
 
Magari ha detto agnello…
Si, agnello del Signore.
 
“Non preoccuparti. Ti spiegheremo tutto” cerca di tranquillizzarmi gigantor posando le sue enormi mani sulle mie ginocchia. “Io sono Sam Winchester e lui è mio fratello Dean, ma questo probabilmente lo avrai già capito…” aggiunge indicando prima se stesso e poi l’altro ragazzo che rimane appoggiato al bancone.
 
“Oh, adesso piantatela con queste balle!” sbotto. “Io ho parlato in latino e quel tizio ha ruttato fumo nero! E quest’altro è apparso da non si sa dove! E voi.. VOI! Siete entrati in casa mia. Illegalmente!”
 
“Ti abbiamo salvato. Un grazie è sufficiente.” Risponde il biondo.
 
“Ah si?” commento ironica. “Salvare. Non mi ricordavo che fosse sinonimo di stare appesi alla parete mentre la ragazza fa il lavoro!” sbraito.
 
 
“Non c’è tempo adesso.” Li interrompe l’angelo. “Ne stanno arrivando altri. Dovete portarla al sicuro.” Elenca con tono monocorde. Più o meno lo stesso che userei io per leggere la lista della spesa.
 
“Altri? Altri?!” squittisco scostando Sam e alzandomi in piedi. “Ok. Fermi. Prima di tutto esigo delle spiegazioni!” ordino puntando un dito a turno contro i tre.
 
“E va bene! Il mostro sotto il letto è reale, dolcezza. E quello accasciato lì per terra, per l’esattezza era un demone.” Prende la parola Dean scostandosi dal bancone e allargando le braccia. “Ah, ed esistono anche vampiri, fantasmi, lupi mannari, wendigo… E no. Mi dispiace ma Babbo Natale invece è finto!” Dice sarcasticamente assottigliando gli occhi.
 
“De-ean.” Lo richiama Sam guardandolo male. “Tatto.”
 
“Voi siete pazzi.” Dico avvicinandomi alla credenza e prendendo un bicchiere. “Di fuori come dei terrazzi.” Borbotto riempiendolo d’acqua e mandando giù qualche sorso.
 
“Sì, ce l’hanno già detto.” Mi risponde il simpaticone biondo con un sorrisetto.
 
“Dean.” Altro richiamo da parte del gigante. “Senti, so che può sembrare assurdo ma come altro spiegheresti quello che è successo stanotte?” continua poi rivolgendosi a me.
 
Ok. Come spiegherei quello che è successo?
 
…..
 
…..
 
…..
 
 
“Ammettendo che quello che dite sia vero..” inizio titubante. “Coma mai questa… cosa… sarebbe entrata in casa mia?”
 
“Beh, a volte lo fanno e basta... uccidere le persone li diverte.” Risponde Dean.
 
Bene. Solo buone notizie vedo.
 
“Sì, ma questo ha detto che la stava cercando… forse c’è qualcosa sotto.” Ribatte Sam.
 
Dalla padella alla brace. Evvai.
 
“Castiel?” chiede poi rivolgendosi al tizio in impermeabile. “Tu ne sai qualcosa?”
 
“Non ne sono certo. Devo verificare alcune cose.” Risponde questo con voce grave voltandosi poi per guardare fuori dalla finestra. “L’importante adesso è che voi la teniate sotto controllo e la portiate via da qui.”
 
“E dove dovremmo portarla?” chiede Dean allargando le braccia.
 
Il tizio strano lo guarda per qualche secondo in silenzio per poi riportare la sua attenzione all’esterno e rispondere con un enigmatico “Vado a guadagnarvi un po’ di tempo.”
 
Dopodiché… puff.
Sparito
Vaporizzato.
Eclissato.
Est-
 
“E adesso che facciamo?” riprende parola Dean mentre io continuo a guardare a bocca aperta il punto dove prima si trovava Caspel.
 
“Possiamo portarla da Bobby intanto. Se è vero che ne stanno arrivando altri è meglio muoverci.” Risponde Sam.
 
“Lui… Lui è… puff.. come..?” è tutto ciò che riesco ad balbettare dopo aver aperto e chiuso bocca più volte.
 
“Sì, grande padronanza del lessico. Brava.” Mi prende in giro il biondo per poi poggiarmi una mano sulla schiena e spingermi verso la porta dell’ingresso che Sam diligentemente tiene aperta.
 
“Whoa! Fermi, fermi, fermi!” mi riprendo allontanandomi da lui e indietreggiando di qualche passo.  “Non esiste che io scappi nel bel mezzo della notte con due sconosciuti! Scordatevelo.”
 
“Beh, è l’unica scelta che hai a meno che tu non voglia morire!” ribatte Dean mentre io faccio scorrere lo sguardo tra loro due ed il paesaggio esterno.
 
 “Dean, stai minacciando una ragazzina.”
 
Oh, che strano quel nuvolone nero. Sembra si faccia sempre più vicino.
 
“Non la sto minacciando, sto solo esponendola realtà dei fatti.”
 
A dire la verità è un po’ inquietante. Mi ricorda il fumo uscito dall’uomo…
 
“Beh, c’è modo e modo di esporre!”
 
Oh, accidenti…
 
“Ragazzi scusate il disturbo ma… quella è solo una nuvola da temporale, vero?” sussurro scuotendo la manica della giacca di Dean e indicando il nuvolone minaccioso.
 
“Oh, merda.” Impreca questo sgranando gli occhi.
 
“Bene.” Riprendo con una calma che non mi appartiene. “Ho cambiato idea. Dove avete detto di aver parcheggiato la macchina?”
 
 
 
*                  *                  *                   *                *
 
Far away
This ship is taking me far away
Far away from the memories
Of the people who care if I live or die
 
 
“Quindi questo Bobby sarebbe una specie di mentore? Un cacciatore in pensione che alleva e cresce nuovi piccoli cacciatori? ” domando dai sedili posteriori della macchina massaggiandomi le tempie con movimenti circolari.
 
Stiamo viaggiando ormai da almeno quattro ore e questo spiega il leggero bagliore che intravedo all’orizzonte.
Abbiamo lasciato il Colorado passando per il Nebraska ed entro poco dovremmo trovare un cartellone che ci avverte di essere arrivati in South Dakota. Anzi, se Dean mantiene questa velocità da formula uno entro mezzogiorno potremmo addirittura arrivare in Canada.
 
Durante il viaggio mi hanno raccontato gran parte della loro storia.
Dean non era molto entusiasta di condividere i fatti suoi con una quasi-estranea ma, come gli ha fatto argutamente notare Sam, i ‘fatti suoi’ erano stesi nero su bianco in una collana di ben 24 libri perciò era preferibile che me li raccontassero di persona.
 
E così sono venuta a conoscenza di loro madre, di John, di Azazezaze-…..- zazel (?) e di questo Bobby. Mi hanno anche spiegato qualcosa su dei sigilli e del piano di una tizia per romperli e liberare così Lucifero dalla sua gabbia e di questo demone, Ruby, che sembra voglia aiutarli.
 
Ah. E non dimentichiamoci dell’amore maniacale che ha Dean per questa macchina.
 
Nonostante ciò, sono pressochè sicura che mi abbiano nascosto parte della storia.
Mi ricordo vagamente di alcune lettere minatorie che Lyla ha mandato all’autore a causa della morte di uno dei personaggi principali, il problema è che non ricordo assolutamente di chi si trattasse e di quali fossero le circostanze.
 
Ma forse questa è solo una mia impressione.
Probabilmente l’autore -o profeta, come lo chiamano loro- si è inventato la morte di qualcuno solo per concludere in bellezza il ciclo.
 
“No. Non alleva!” mi risponde Sam sghignazzando con il braccio appoggiato sulla spalliera del sedile e girandosi leggermente verso di me.
 
“Assolutamente no!” rincara il fratello. “Non saprebbe tenere in vita nemmeno un pesce rosso figuriamoci dei bambini!”
 
Mi stringo nella giacca che mi hanno generosamente prestato sollevando un sopracciglio.
 
Effetivamente scappare con due sconosciuti e solo un asciugamano addosso non rientrava nelle dieci cose da fare prima di morire ma date le circostanze non ho potuto fare altrimenti.
 
Fortunatamente mi hanno dato dei loro vestiti di ricambio che consistono in un paio di pantaloni della tuta di Sam - ai quali ho fatto qualcosa come undici risvolti -, una maglia dei Black Sabbath di Dean e una giacca verde militare di non so bene chi dei due.
 
“Diciamo che è più una banca dati. Quando non abbiamo idea di cosa stiamo cacciando lo chiamiamo e lui ci da una mano. E come uno di famiglia.” spiega Sam.
 
“E’ una specie di enciclopedia con la barba ed un cappellino da baseball.” Aggiunge Dean guardandomi attraverso lo specchietto retrovisore.
 
“Capisco…” mormoro sistemando il loro borsone contro la portiera e stendendomi sui sedili posteriori.
 
“In ogni caso, hai qualcuno da avvertire della tua partenza?” chiede poi riportando lo sguardo sulla strada.
 
Partenza? Io l’avrei chiamato rapimento.
 
 “Amici? Parenti? …Dobbiamo inventarci una storia credibile, mica possiamo dire che stai scappando dai demoni, no?” continua ironico.
 
“Dean.” Lo riprende Sam guardandolo male.
 
“No.” Rispondo sopprimendo uno sbadiglio. “Sto partecipando ad un Erasmus, seguo le lezioni spostandomi nelle varie città americane quindi sarei dovuta partire in ogni caso tra due settimane. L’unica che potrei avvertire è Lyla.”
 
Già, Lyla.
 
Se scoprisse che sono partita con i suoi due sogni erotici mi ucciderebbe in un modo lento e doloroso.
 
“Wow.” Commenta allegro Dean. “Questo rende tutto più semplice.”
 
“E i tuoi genitori? Capiranno presto che non stai più seguendo le lezioni.” Insiste il fratello minore.
 
“Non penso che ci faranno caso.” Rispondo chiudendo gli occhi. “Sono morti.”
 
Posso chiaramente sentire il gelo che cala nell’abitacolo dopo la mia ultima affermazione ed una nuova ondata di stanchezza che mi avvolge.
 
“Mi dispiace.” Si scusa Sam.
 
“Non farlo.” Rispondo subito accoccolandomi meglio. “Ero piccola e non ricordo quasi nulla di loro. E’ un po’ come se non gli avessi conosciuti, no? E’ difficile sentire la mancanza di qualcuno che non hai incontrato.”
 
“Com’è successo?” chiede Dean e per la prima volta la sua voce perde completamente la nota giocosa che l’ha sempre caratterizzata.
 
“Incidente d’auto.” Rispondo sopprimendo uno sbadiglio: la nottata in bianco si sta facendo sentire.
 
Non ho molta voglia di parlare dei miei ma bene o male loro mi hanno raccontato la loro storia quindi rispondere alle loro domane è il minimo che possa fare.
 
“Anche se non li ricordi perdere un genitore non è mai facile.” Continua Dean. “Devi aver avuto un’infanzia difficile.”
 
“No. Non proprio.. C’erano la nonna e gli zii. E anche i cugini. Siamo una famiglia piuttosto unita; non credo di essermi mai sentita veramente sola.” Spiego.
 
 
 
“Bene!” esclamo poi dal mio giaciglio improvvisato quando mi rendo conto che non hanno intenzione di chiedere altro. “Ora che ci siamo scambiati i diari come brave adepte dello Sleep Over Club direi che si è fatta una certa ora! Buonanotte!”
 
“Ehi! Ehi! Giù i piedi dai sedili della mia piccola!”  sento esclamare Dean accompagnato da un sibilato ‘Guarda la strada, incosciente!’ da parte di Sam.
 
“Se, se… Svegliatemi quando arriviamo da Yoda.”
 
 
*              *           *             *            *
 
 
“Sveglia bella addormentata, siamo arrivati!”
 
Mi sento scuotere leggermente da una mano e tutto quello che riesco a fare è trascinare la giacca che mi copre ancora di più sulla mi testa e mugugnare un “Angdfora finque mignutii
 
“Ehi, non è che mi stai sbavando sui sedili, vero?”
 
Apro gli occhi e mi tiro a sedere con un leggero ringhio incontrando due occhi verdi ed un’infinità di lentiggini che hanno tutta l’aria prendersi gioco di me.
 
“Vuoi vedere come ti sbavo bene nell’occhio?” lo minaccio arricciando il naso.
 
“Aggressiva la principessa.”ride lui scendendo dalla macchina e aprendomi lo sportello. “Mi piace.” Sussurra poi mentre gli passo accanto.
 
Mi guardo intorno stiracchiandomi e tutto quello che vedo sono macchine, macchine e macchine.
Un labirinto fatto da pick up arrugginiti, ruote impilate, scheletri di macchine e pezzi di carrozzeria delimitato da un recinto in rete di ferro. All’entrata un palo con insegna recante la scritta ‘Singer Auto’ e in mezzo a tutto questo una struttura in ferro simile ad un garage nella quale riesco ad intravedere un’auto con in cofano aperto.
 
“Yoda vive nel cofano di una macchina?” chiedo non vedendo anima viva attorno a me.
 
“No.” Ride Sam riaffiorando dal bagagliaio con tre enormi borsoni sulle spalle. “Abita lì!” chiarisce indicando una casa a due piani al confine con il recinto.
 
Mano a mano che ci avviciniamo alla casa  -Dean trotterellando allegramente, io scalza e Sam carico di borse come un mulo- mi rendo conto che è una villetta con tanto di veranda e probabilmente vent’anni fa avrebbe fatto la sua figura ma più mi proseguiamo e più si fanno evidenti le crepe sull’intonaco e gli infissi scrostati. Il parquet della veranda è sconnesso e la rete che precede la porta è bucata.
 
Cerco un campanello per poter avvertire il proprietario del nostro arrivo ma Dean è più veloce e spalanca la porta entrando dentro e lanciando le chiavi della macchina su un mobile affianco all’ingresso.
 
 “Bobby! Abbiamo una sorpresa per te!” urla sparendo dietro una pila di libri.
 
Anche Sam mi sorpassa lanciando i borsoni in un angolo e seguendo il fratello nella stanza adiacente.
 
“Dean, aspetta! Forse è meglio se ci parlo io…”
 
Mi porto una mano alla bocca per soffocare una risata.
 
Può essere anche un gigante di quasi due metri ma trovo adorabile il modo in cui cerca di riparare all’irrompenza di suo fratello.
Sembra gentile e premuroso e ha uno sguardo che ti infonde calore.
 
 … E poi è un gran bel tocco-di-gnocco, non c’è che dire!
 
 
Mi riscuoto dai miei pensieri e tento un passo in punta di piedi verso l’interno chiedendo  un flebile “Permesso?”
 
Nessuna risposta.
 
Azzardo allora qualche passo nella direzione presa dia due fratelli e arrivo cosi in quello che un tempo doveva essere il salotto.
Pile e pile di libri sono accatastati in ogni angolo e a ridosso di ogni pezzo parete libera. Antichi tomi, fascicoli e fogli sparsi occupano quasi interamente il pavimento tranne che per la porzione centrale dove è situata una scrivania in legno scuro.
Alle spalle di questa una grande libreria a tutta parete talmente piena che mi chiedo come facciano gli scaffali a sorreggere tutto quel peso.
Qua e là, nelle parti non occupate da mobili, si intravedono resti di una carta da parati rosso borgogna che si intonava perfettamente con il parquet scuro.
 
Libri, libri, libri.
 
Questo dev’essere il Valallah.
 
E assomiglia anche ad un set di film fantasy!
L’avessi saputo prima non avrei fatto troppe storie.
 
Quando i ragazzi rientrano nella stanza sono ancora persa a guardarmi in torno e solo lo schiarirsi la gola di Dean mi riporta con i piedi per terra.
 
Mi volto velocemente verso di loro e noto un uomo di mezz’età con un cappellino verde ben calzato in testa sotto al quale spuntano degli scintillanti occhi tra il grigio e l’azzurro.
E’ di qualche centimetro più basso di Dean -Sam non è nemmeno da considerarsi misura di paragone- ed ha una barba folta che gli da un’aria da burbero.
 
“Bobby, ti presento Aurora!” esclama Dean con un sorriso enorme.
 
“Piacere.” Mormoro io tendendo la mano.
 
“Piacere mio. Robert.” Risponde lui afferrandola saldamente.
 
“Bobby ha detto che non ha problemi ad ospitarti, vero?” ritorna all’attacco il cacciatore.
 
“Certo che no.” Risponde l’uomo. “Non è una reggia quindi dovrai accontentarti ma...”


“Oh, no! E’ il paradiso.” Dico annuendo convinta. “Sembra la libreria di Hogwarts! Sarebbe fantastico se ci fosse anche un sotterraneo!”
 
I tre si scambiano un occhiata complice e per poco non squittisco dalla gioia.
 
“Oh mio Dio, non ci credo!” esclamo eccitata. “Ditemi che avete anche un uovo di drago!”
 
“Aspetta un attimo.” Mi ferma Dean puntandomi un indice contro. “Hai fatto una marea di storie ieri notte e adesso sprizzi arcobaleni da tutti i pori? Sei bipolare per caso?”
 
“No, Dean. E’ diverso.” Sbuffo. “Ieri un tizio ha cercato di uccidermi, è normale essere un po’ turbate. Ma questo…” indico gli scaffali alle mie spalle. “Questo fa molto ‘Benvenuti alla scuola di magia e stregoneria - e cacciatorologia- di Robert Singer.”
 
“Con tutto il rispetto!” aggiungo subito sperando che non la intendano nel verso sbagliato. “Ed è il sogno di ogni nerd. Me compresa.”
 
 
“Te l’avevo detto che era strana.” Bisbiglia Dean in direzione di Robert continuando a guardarmi con gli occhi sgranati.
 
Fortunatamente il signor Singer scoppia in una risata e io espiro finalmente rilassando le spalle. “Mi piace!” commenta dando una pacca sulla spalla del biondo.
 
“Vieni, ti mostro la tua stanza.” Continua rivolgendomi un sorriso cordiale per poi avviarsi su per le scale.
 
“La sua stanza?! Hai fatto dormire me su un divano per secoli e dai a lei una stanza?!” sento sibilare Dean quando sono a metà delle scale. Mi fermo per ascoltare il seguito.
 
“Lei è una ragazza, ed pure più simpatica di te!” si giustifica Bobby.
 
Gongolo dalla mia postazione nel vedere la faccia da bimbo tradito che assume Dean e aspetto che si volti verso di me per mostrargli vittoriosa una linguaccia e poi sparire su per le scale.
 
 
*              *              *              *              *
 
 
Dopo avermi mostrato la camera e avermi lasciato di andare in bagno  a rinfrescarmi ci siamo ritrovati tutti quanti in salotto per la seconda volta per fare il punto della situazione.
O almeno provarci.
 
Sono seduta per terra davanti ai cartoni ormai vuoti delle pizze che hanno ordinato per pranzo. Sam è seduto su un divanetto posto sotto la finestra, Dean è appollaiato su una pila di libri e Bobby è su una sedia dall’altro lato della scrivania.
 
E’ ormai da quaranta minuti buoni che parlano di me, del perché io sia lì, di come mai sia finita in questa situazione e delle possibilità che ho di uscirne.
 
Vorrei tanto seguire il discorso, perché in fondo è della mia vita che si sta parlando, ma mi sono persa quando hanno iniziato a tirare fuori mutaforma, doppleganger e presagi vari.
 
“Sei sicura di essere umana?” chiede ad un certo punto Bobby.
 
Mi guardo alle spalle per vedere se sta parlando veramente con me o se è entrato qualcun altro nella stanza vista l’assurdità della domanda.
 
“Ehm… ne sono abbastanza certa.” tento. “Perché?”
 
“L’argento ti irrita la pelle? Hai sbalzi d’umore a seconda delle fasi lunari? L’acqua santa ti brucia la pelle?” insiste.
 
“Beh, divento un po’ nervosa quando ho le mie cose… ma credo sia normale, no?” Rispondo provocando un immediato rossore sulle guance di Sam.
 
“Bobby, è umana. Non ne sa niente di caccie, di mostri… E’ un miracolo che sia riuscita ad esorcizzare quel demone.” Interviene Dean alzandosi dalla sua postazione.
 
“Beh, allora che proponete?” ribatte Bobby chiudendo il grosso libro davanti a lui.
 
“Credo non ci resti altro che aspettare le novità di Castiel.” Dice Sam stringendosi nelle spalle.
 
“Intanto può rimanere qui e imparare qualcosa sulla caccia e magari aiutarci con le ricerche.” Sospira l’uomo. “Che ne pensate?”
 
“Sì. Qui sarà al sicuro.” Conviene Dean.
 
“Allora okay. Sono brava con la teoria.” Dico io. “Mi insegnerete anche a sparare, a combattere o a usare il chakra?”
 
“Vedremo.” Risponde lui con un mezzo sorriso. “Per il momento cerca di tenere un basso profilo e non attirare demoni, intesi?”
 
“Roger.”
 
 
*                *                  *                *            *
 
 
Il resto della giornata è passato piuttosto velocemente ed è così che mi ritrovo in men che non si dica sotto le coperte, la testa sprofondata nel cuscino e del tutto determinata a farmi almeno dieci ore di buon sonno ristoratore.
 

Inutile dire che sono le due e non sono ancora riuscita a chiudere occhio.
 
Forse tutte queste novità, la consapevolezza che ci sia qualcosa di oscuro che mi sta cercando e l’impossibilità di saperne il motivo.
O forse semplicemente l’essere in un letto sconosciuto.
 
In ogni caso, è a causa di questa improvvisa insonnia che sbuffo come una locomotiva a vapore e mi rigiro come un’anguilla tra le lenzuola.
 
Dopo l’ennesimo sospiro decido di alzarmi. Mi infilo la felpa e controllo l’ora un’ultima volta: 2.17.
 
Fantastico.
 
Apro la porta cercando di non fare rumore e zampetto giù per le scale.
Mi affaccio leggermente in salotto e vedo Dean stravaccato sul divano sotto la finestra con un braccio penzoloni e Sam su quello appoggiato alla parete opposta, le gambe troppo lunghe che costringono i piedi a sporgere oltre il bancone.
Sorrido pensando che in fondo assomigliano a due bambini troppo cresciuti.
 
Non resto a guardarli per molto e imbocco subito la porta per andare a sedermi sugli scalini in veranda.
 
Recupero il cellulare dalla tasca e facendo un rapido conto arrivo alla conclusione che nel vecchio continente è mattina, così digito velocemente il numero e faccio partire la chiamata.
 
Come immaginavo, dopo una decina di squilli parte la segreteria telefonica e scelgo di lasciare un messaggio.
 
Ehi, sono io…” sospiro preparandomi a inventare una storia credibile “Senti, ti volevo dire che sono partita prima del previsto. Sono avanti con gli esami quindi credo di meritarmi un bel tour delle coste californiane, no? Sono con le altre ragazze dell’uni quindi non c’è da preoccuparsi e non abbiamo ancora deciso quando torneremo. In ogni caso, se hai bisogno cercami sul cellulare e se nonna o gli altri chiedono qualcosa dì che sto studiando strenuamente, ok? Ci si sente su Whatsapp, ciao.” recito velocemente assumendo il tono più allegro che riesca a concepire a quest’ora di notte per poi chiudere la chiamata.
 
La faccio ripartire subito e aspetto nuovamente che si esauriscano gli squilli e parta la registrazione.
Ah… e diciamo che.. si, insomma!.. Forse mi machi. Ciao.” aggiungo chiudendo definitivamente la cartella vocale e riponendo il cellulare nella tasca destra.
 
“E così non avevi nessuno da avvertire, eh?” chiede una voce alle mie spalle.
 
Giro leggermente la testa e scorgo Dean sul ciglio della porta.
 
“Più o meno.” Rispondo accennando un sorriso “Ti ho svegliato?”
 
“No. Non stavo dormendo.”  Mi tranquillizza lui venendosi a sedere affianco a me.
 
“Allora… Fidanzato?” indaga dopo un po’ inclinando la testa e mostrando il suo tipico sorrisetto.
 
“Fratello.” Replico voltandomi verso di lui a mia volta.
 
Corruga le sopracciglia.
 
“Non ce l’avevi detto.” Dice con disappunto.
 
“Non me l’avete chiesto.” mi giustifico ridacchiando. “E poi è dall’altra parte del globo!”
 
“E allora che bisogno c’era di avvertirlo?” conviene sollevando le sopracciglia.
 
“Beh, è mio fratello. Glielo devo!” Dico come se questo spiegasse tutto.
 
“Gli devi una bugia?” chiede monocorde.
 
Lo guardo stranita cercando una spiegazione a tutta l’amarezza che esprime la sua voce e nemmeno per un attimo vengo assalita dal senso di colpa che la domanda avrebbe dovuto suscitarmi.
 
Lui resta lì a fissarmi.
 
 
 
“Certo che sì.” rispondo dopo un po’ stringendomi nelle spalle “Che altro avrei dovuto fare? Dirgli la verità così da farlo preoccupare e dargli la possibilità di fare qualcosa di molto stupido? No, grazie!” esclamo.
 
“E poi non sappiamo ancora bene le.. cose. Quando sapremo tutto lo avvertirò.” Continuo tornando a guardare il labirinto di macchine. “Forse. Se non è troppo pericoloso.”
 
Rimaniamo in silenzio per un po’ ed è al mio terzo sbadiglio che rinizia a parlare.
 
“Più grande o più piccolo?” chiede.
 
“Più piccolo. Di quasi due anni.”
 
“Va a riposare.” Sospira. “E’ stata una lunga giornata.”
 
“O-Ok.” Balbetto presa un po’ in contropiede dalla improvvisa conclusione della nostra chiacchierata.
 
Mi alzo spolverando il dietro dei pantaloni per poi risalire i tre gradini e dirigermi verso la porta.
 
Una mano calda sul polso mi ferma quando sono ormai sula soglia e voltandomi mi trovo a fronteggiare nuovamente il cacciatore.
 
“Domani io e Sam partiamo, seguiamo un caso in Iowa e staremo via qualche giorno.” Dice stringendo leggermente la presa. “Ti lascio il mio numero di telefono, puoi chiamarmi in qualsiasi momento. Appena hai dei problemi, se appare Castiel, se Bobby se ne va o atterra un ufo in cortile non ti fare problemi e usalo.” mi istruisce deciso.
 
“Va bene..”
 
“Qui sei al sicuro ma se succede qualcosa -qualsiasi cosa- chiamami e torneremo il prima possibile, ok?” continua imperterrito.
 
“Ok.” Mormoro confusa mentre mi lascia andare il polso.
 
Atteggiamento da maschio Alpha.
Perfetto.
 
Non bastava che assomigliasse al cugino bono di David Beckham, no certo!
Deve anche emanare ondate di testosterone, mi sembra giusto.
 
Com’è che dovrei sopravvivere alla convivenza con questi due?
 
“Vedi di non farti ammazzare in questi giorni, ok?” conclude con tono annoiato spingendomi leggermente verso l’interno.
 
“Chi io?” rispondo avviandomi su per le scale. “Ti ricordo che sono riuscita ad esorcizzare un demone pur non avendo la più pallida idea di quello che stavo facendo!”
 
“E poi sei svenuta.” Commenta entrando in salotto.
 
“Dettagli!” insisto salendo qualche altro gradino.
 
“Se ne sei convinta tu…” lo sento borbottare.
 
Mi trattengo da rispondere a tono solo per non svegliare gli altri due abitanti della casa.
 
Tuttavia gli mostro il dito medio e scuotendo i capelli mi ritiro nelle mie stanze.
 
 
 
 
(…)
 
 
HOLA MISHAMIGOS! <3
Allora, devo dare qualche informazioncina per chiarire come proseguirà la storia:
 
- la storia è ambientata più o meno all’inizio della 4° stagione MA Dean e Sam hanno già avuto il piacere di incontrare Chuck.
 
- in parte dei capitoli seguirò la trama delle puntate di spn MA non seguendo minimamente il loro ordine cronologico (yeeee!)
 
- vi amo tanto! <3

 
Anyway, ecco il secondo capitolo!
Una cosa che mi sta molto a cuore è l’IC dei personaggi quindi, vi prego, avvertitemi se Dean, Sam, Cas o Bobby non sembrano Dean, Sam, Cas e Bobby!
In secondo luogo si scopre qualcosina in più su Rora e il suo carattere, anche se magari non è ancora molto definito.
Il mio scopo è principalmente introdurre un nuovo personaggio che non è coraggioso, senza macchia e senza paura. Non una cacciatrice o chè, ma solo una ragazza a cui non piacciono i film dell’orrore ma che si ritrova nel bel mezzo di uno…
Quindi andando avanti spero di riuscirci e di rendere più chiaro il tutto!
 
Infine,GRAZIE MILLE a LaPennaDiRose e thinkhurtsomuch per le loro bellissime recensioni!
Grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie!
 
E un grazie di cuore anche a tutti coloro che hanno letto le mie pazzie! Thankyou! <3
 
See you soon!


XOXO
 
-B.
   
 
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