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Autore: Autumvn    21/05/2014    2 recensioni
«Sav, meglio stargli lontano» mi avvertì comprensivamente Amber.
In quel primo momento, pensai su quanto fosse stata banale nel darmi quell'avvertimento, non sapevo nulla di lui, neanche il suo nome. Non sapevo niente di lui a quei tempi.
Solo ora riuscivo a capire come Amber avesse inquatrato tutto alla perfezione, mi aveva avvertita ma,
testarda com'ero non le diedi ascolto, ed ora la mia mente era annebbiata da un unico pensiero: quanto quell'amore avrebbe messo per consumarmi del tutto.
Fin da piccola erano soliti a dirmi "Savannah bambina mia, non farti fregare dall'amore"
Ma ora ero arrivata al punto di farmi consumare dall'amore stesso.
Era sempre stato un mio grande difetto: una volta innamorata, amavo fino a consumarmi le ossa.
Peccato che quell'amore non riusciva mai ad apprezzarlo nessuno.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quarto capitolo.

 

Quella mattina mi svegliai particolarmente di cattivo umore.

Mi alzai strizzando gli occhi a causa del dolore provocato dalla brutta posizione in cui dormivo scomodamente dentro quella minuscola vasca per poi correre davanti allo specchio.

Stentai a credere che la ragazza riflessa fossi davvero io. Pettinai faticosamente i miei capelli per dargli più o meno una 'piega' anche solo lontanamente guardabile per poi entrare nella stanza dove vi era Harry.

Ebbi quasi paura ad avvicinarmi, ma c'era forse alternativa?

«Harry?» lo sfiorai.

Arricciò il naso per poi girarsi dalla parte opposta; sbuffai alzando involontariamente gli occhi al cielo «Harry, dobbiamo trovare un modo per tornare a casa.» Gli ricordai scuotendolo ancora una volta.

Si girò di scatto fulminandomi con gli occhi «Cazzo, stavo dormendo.» disse per poi borbottare qualcosa tra se e se.

Tirai subito indietro la mano per poi guardarlo con un accenno di timore, che però svanì quasi subito.

Corrugai la fronte «Senti, non so esattamente perchè tu abbia tutto questo odio represso nei miei confronti, che sotto questo punto di vista sei davvero infantile ma se non ti dispiace ora vorrei tornare a casa e subirmi ore ed ore di prediche e lamentele da parte dei miei genitori e se non sarai tu ad accompagnarmi, andrò da sola.» dissi portando le braccia al petto.

Rise con fare assonnato «Da sola? Tu?» rise di nuovo.

«Ti faccio forse ridere?» chiesi indignata.

«Non faresti mezzo metro da sola.» rise per poi tornare al suo solito broncio.

Spazientita tirai la zip del maglione fino a sotto il collo per poi aprire la porta. Harry si alzò sbuffando «Va bene ti accompagno.»

Sorrisi soddisfatta per poi sedermi sul letto ed aspettare che Harry finisse di prepararsi, ma non appena toccai quel soffice letto chiusi gli occhi.

«Fatto.» annunciò Harry sbattendo la porta del bagno. A quel suono sobbalzai dal letto e sbarrai gli occhi.

Harry mi guardò stranito «Ti senti bene?»

«Si.» dissi strofinandomi gli occhi «E' solo un po' di sonnolenza.»

Aveva lasciato che dormissi in una misera vasca ed ora cominciava a preoccuparsi. Patetico ed irritante.

Sollevò le spalle per poi dirigersi verso l'uscita di quell'hotel.

Alzai gli occhi al cielo, poi mi decisi a seguirlo.

Stranamente fuori faceva caldo, dovetti socchiudere gli occhi a causa del sole feci per dire qualcosa ma il telefono prese a squillare. Mi meravigliai del suo funzionamento nonostante Harry l'avesse gettato al suolo la sera prima.

Sospirai di sollievo. «Erin, ieri ho provato a chiamarti ma non c'era mai linea, così siamo andati in un hotel e ho dovuto dormire in una vasca, e poi, oddio mia madre mi ucciderà.» Dissi tutto d'un fiato.

«Savannah calmati. Ho chiamato mia madre, le ho detto di dirle che saresti rimasta a dormire da noi. In questo momento lei crede che tu sia a scuola quindi, comincia a respirare regolarmente. Ora passami Harry.»

Feci come mi era stato chiesto, ma non potetti che fare un sospiro di sollievo, mia madre era all'oscuro di tutto.

«Si Erin, calmati. Non le ho fatto niente, che genere di persona pensi che io sia? Si, ok. No. Hai finito con l'interrogatorio? Sta benissimo. Con chi hai passato la notte?! Ok, ma non è finita qui. Non so dove siamo! Zayn dovrebbe avere un localizzatore. Si abbiamo dei localizzatori sui nostri telefoni, che problemi hai? Ah, Erin falla finita ci vediamo dopo.» Riattaccò per poi restituirmi il cellulare.

«Stanno venendo a prenderci.» disse sedendosi il più lontano possibile da me.

«Non ho qualche malattia infettiva, ti fa tanto schifo stare vicino a me?» dissi irritata dal suo comportamento.

Borbottò qualcosa a me incomprensibile, ma nonostante tutto non si avvicinò nemmeno di un centimetro.

Sbuffai appoggiando la testa al muro socchiudendo gli occhi.

«Sei arrabbiato con me?» chiesi timorosa.

«No» rise.

«Non mentire.»

«Non sto mentendo.» disse spostando lo sguardo verso me.

«Si, lo stai facendo.»

Rise nuovamente «Allora sentiamo, perchè dovrei avercela con te?»

Alzai le spalle «Non lo so. Mi hai fatto dormire in una vasca, al freddo, ed in una posizione alquanto scomoda. Non fai altro che rispondermi male e farmi sentire a disagio. Non mi hai mai fatto sentire tua amica.»

Divenne serio «Sei tu che hai scelto di andare in quella vasca. Non volevo risponderti male, solamente sono fatto così. Come potrei farti sentire mia amica quando effettivamente non lo sei? Per me sei a mala pena una conoscente. Non prendertela.» disse per poi distogliere lo sguardo.

Quell'ultima affermazione mi ferì in qualche modo. Non ci conoscevamo da tanto, ma, non pensavo di essere così insignificante per lui.

Inutile dire che passammo i minuti restanti in silenzio senza dire una sola parola.

Erin arrivò insieme a Zayn con la macchina di quest'ultimo.

Harry senza perdere altro inutile tempo entrò nella macchina fulminando con gli occhi Erin e subito dopo Zayn.

In macchina non volò una mosca, tutto era così maledettamente imbarazzante. Per un solo istante desiderai ci fosse anche Liam.

In venti minuti raggiungemmo casa di Harry dove dentro trovammo il resto del gruppo.

«Cazzo amico, mi hai fatto perdere sette anni di vita.» Urlò Louis abbracciandolo.

Harry rise «Quello stronzo neanche mi ha visto.» disse rassicurando il resto del gruppo.

Deglutii per poi sedermi timidamente vicino a Liam che si avvicinò al mio orecchio «Stai bene?»

Annuii senza guardarlo negli occhi.

«Sicura?» posò la mano sul mio ginocchio.

A quel contatto sobbalzai leggermente trovandomi impreparata a quel gesto, a quanto pare se ne accorse perchè levò immediatamente la mano cominciando a parlare con Niall. In quel gruppo cominciavo a sentirmi una perfetta sconosciuta. Non si facevano molti problemi ad escludermi.

Sbuffai per poi guardare l'ora «Sono le 15:30, forse è meglio che vada.» mi alzai prendendo il giacchetto tra le mani.

«Sai la strada per tornare a casa?» Chiese premurosamente Erin.

«Oh, tranquilla, la troverò.» sorrisi incerta.

«Harry perchè non l'accompagni?» chiese con le intenzioni più buone.

Sospirò scocciato, ma subito dopo Erin gli sussurrò qualcosa, allora annuii tenendo un'espressione indecifrabile.

«Andiamo.» mi fece cenno con la mano.

Spalancai gli occhi per poi affiancarlo.

«Aspetta.» Liam bloccò con una mano Harry «Posso accompagnarla io.» Si offrì sorridendomi. Ricambiai quasi immediatamente il sorriso.

Harry scosse la testa «Devo spiegarle delle cose.»

Liam sembrò capire al volo ma insistette «Posso farlo io.»

«Questa storia mi riguarda particolarmente. Penso sia giusto che lei sappia tutto da me.» di colpo i lineamenti di Harry si indurirono.

«Ci siamo tutti dentro quanto te.» Liam contrasse la mascella.

Nella stanza prese a regnare un silenzio cristallino.

«Liam, andiamo, lascia fare a lui.» Gli sussurrò all'orecchio Erin. Quest'ultimo non oppose resistenza, anzi, sembrò calmarsi.

Rimasi immobile difronte a quella scena dopo di che silenziosamente seguii Harry fuori dalla proprietà.

Dopo un lungo susseguire di sospiri e sguardi furtivi presi coraggio «Pensi di parlare prima o poi, oppure non so, lo farai quando ormai sarò arrivata a casa?» lo guardai senza espressione.

«Ci fermiamo un po'?» mi chiese sedendosi su una panchina nei dintorni

Sospirò «Sicuramente, Liam saprebbe come iniziare il discorso. Perchè cazzo non ho lasciato venisse lui con te?» si morsicò nervosamente il labbro inferiore.

«Non ho fretta.» Lo rassicurai sorridendo.

«Era solo uno stupido gioco da ragazzini, cazzo.» cominciò a modo suo, non so esattamente se disse ciò come un attuale inizio oppure come una giustificazione ai suoi rimorsi. Ma lo lasciai continuare.

«Avevamo quindici anni. Esattamente tre anni fa facemmo un'insignificante prova di coraggio, a quei tempi, non sapevamo che quello stupido 'gioco' avrebbe compromesso le nostre vite a tempo indeterminato. Così una sera, andammo tutti e cinque in una discoteca di periferia. A quindici anni tutto sembrava uno scherzo, andiamo, chi è che a quell'età prende qualcosa sul serio?» iniziò a guardare un punto non identificato difronte a lui «Holmes Chapel è famosa per questo genere di discoteche, tutti sanno, ma fanno finta di non sapere cosa succede a mezzanotte in quei posti. Ovviamente tu non sai, piccola ed ingenua Savannah. A mezzanotte, Trevor, il tizio che gestisce questo genere di cose, al centro della pista, mette una sfera concava a dir poco enorme, ripiena di bigliettini, ad occhio ce ne saranno a migliaia, ma non è questo il punto, un ragazzo o una ragazza deve andare lì e pescare uno di quei pezzettini di carta, e fare ciò che è stato scritto lì. Ci può esser scritto la cosa più stupida del mondo come quella più brutta e pericolosa. A loro non importa.»

«Non capisco, chi li scrive questi bigliettini?»

«Semplicemente persone, chiunque può andare lì e scrivere qualcosa per poi buttarla lì dentro.» Alzò le spalle.

«Ancora non capisco, perchè sei costretto a farlo tutte le volte?»

«Una volta. Basta solo una volta e sei fregato, sei costretto a farlo ogni Venerdì sera. Trevor sa come controllarti, quando si tratta di business, nessuno lo può fregare.»

Riflettei «Ecco a cosa servono i “testimoni”, ecco perchè sono costretti a testimoniare il vero..» spalancai la bocca «Se li scoprono a testimoniare il falso, loro..»

«Li uccidono senza pietà.» disse senza battere ciglio.

«Erin..»

«No, Liam gliel'ha proibito un paio di anni fa. Sa cosa rischia.»

«Chi altro è coinvolto? » dissi senza voler davvero sapere la risposta.

«Zayn, Louis e Liam.» disse stringendo i denti.

Liam

Il nome che speravo di non sentir pronunciare.

Spalancai gli occhi «Liam?»

Sorrise con un pizzico di fastidio «Lo conosci appena e già tieni a lui. Tutti amano incondizionatamente il dolce Liam Payne.» Evidentemente fece quell'osservazione perchè non succedeva lo stesso con lui, probabilmente riusciva a contare sulle dita di una mano i pochi amici che aveva accanto.

«Geloso?»

«Per niente, poi di lui?» rise amaramente.

Infastidita mi alzai «Ironico, nascondi la tua gelosia verso i suoi confronti con la consapevolezza di desiderare almeno un quarto di tutto l'amore che viene dato a quel ragazzo. C'è solo un particolare che sfugge alla tua piccola mente contorta. Sei tu ad allontanare le persone, riesci a capirlo questo? Un giorno dovrai farlo Harry, un giorno dovrai permettere a qualcuno di entrare nella tua vita. Respingi tutto l'affetto che gli altri cercano di darti, ma allo stesso tempo critichi Liam perchè fa l'esatto contrario.»

Serrò la mascella «Non mi conosci.»

«Sinceramene, Harry, c0n tutte le buone intenzioni con cui ero partita, forse non ne vale la pena.»

«Non puoi dirlo, non ne hai il diritto, non sai niente di me, non mi conosci.» contorse la mascella alzandosi.

«Sei tu a non permettermelo. Ogni volta che cerco di avvicinarmi, o semplicemente di conoscerti mi respingi trattandomi come uno straccio per pavimenti!» Cominciai a perdere la pazienza.

Le sue nocche ormai avevano perso colore. Rise, forse con un pizzico di tristezza «Ci sono cascato chissà quante volte, ma a forza di tirare la corda questa si spezza. Quindi non sperare di riuscire ad entrare nella mia vita. Tengo stretti i pochi amici di cui sono sicuro di potermi fidare e indovina? Tu non sei nella lista.»

Immediatamente ripensai alle parole di Erin.

Facendo così non facevo altro che darle ragione. Sarei stata capace a entrare nella sua vita e a non uscirne mai più.

Così sospirai cercando di riprendere la calma «Perchè Niall è stato l'unico a non aver provato?»

Harry sembrò rilassare per un attimo i nervi «Andò via prima quel giorno.»

Annuii «Riprendiamo a camminare? Comincio ad avere freddo.»

Arrivata a casa posai tutto con estremo ordine all'entrata per poi salire le scale.

«Amore, come è andata oggi?» La voce di mia madre mi bloccò a metà scale.

Amore? Le volte in cui mi chiamava con quel nomignolo erano davvero poche, probabilmente era di buon'umore, meglio non fare niente che potesse compromettere quel suo stato così calmo e sereno.

«Si mamma, giornata noiosa, sono molto indietro con il programma, sono tutte cose che ho già studiato.»

«Sempre meglio dare una spolverata a tutto no?»

«Certo, stavo giusto andando a ripassare Biologia.» Mentii.

«Dormito bene a casa Payne?» chiese dirigendosi in cucina.

«Oh» sobbalzai per l'inaspettata domanda «Mi hanno fatto sentire perfettamente a mio agio. Sono tutti talmente educati lì.» Cercai con tutta me stessa di non far vedere il mio nervosismo.

«Meglio così, sai quella Erin, mi piace, dovrebbe essere in gamba.»

«Oh, altroché.» sorrisi per poi raggiungere di corsa la mia stanza.

Schiacciai immediatamente il pulsante del telefono per illuminare il Display quando immediatamente notai gli ultimi sette messaggi inviati da Amber, allarmata li aprii.

 

Niall Horan mi ha appena mandato la richiesta d'amicizia su Facebook, quel biondino carino di cui ti parlavo oggi, ricordi?

 

Devi assolutamente vedere le sue foto.

 

Ehy, Savannah, ci sei?

 

Non dirmi che ti sei addormentata.

 

Giusto, hai detto di non poter uscire con me ovviamente per uscire con Erin e la sua combriccola di sfigati. Dici a me di star lontana da Harry e poi lo frequenti? Dov'è la tua coerenza?

Ti ho vista mentre uscivo per buttare la spazzatura, non hai scuse.

 

Ehy, scusa, non dicevo sul serio, scrivimi appena puoi.

 

Oggi non ti ho vista a scuola, è successo qualcosa? Stai male?

Sav, mi stai facendo preoccupare.

 

Subito le scrissi per evitare possibili litigi

 

Amb, scusami avevo il telefono in vibrazione. Fidati avrei con piacere evitato di uscire con loro, la madre di Erin mi ha praticamente obbligato.

Amb, ma che dici si che sono venuta oggi, sono partita da casa un po' più tardi, infatti non ti ho vista pensavo fossi rimasta a casa.

 

Inviai, ma non potei fare a meno di sentirmi terribilmente in colpa, non avevo mai mentito ad Amber, ci dicevamo tutto, ogni cosa, ma pensai che magari questo genere di cosa, non andasse spifferato ai quattro venti.

Sbuffai presa da un'estrema noia per poi stendermi sul letto cominciando a fissare il soffitto senza sapere esattamente cosa fare.

I minuti passavano in fretta, ben presto si trasformarono in ore, ormai anche il sole era calato, ed annoiata da quella situazione presi a guardare fuori dalla finestra.

Scorsi Erin entrare dalla porta di casa sua, e ben presto la rividi entrare nella sua stanza, puro caso o destino, non saprei dirlo, ma la sua stanza era posta esattamente davanti alla mia. La salutai con un cenno della mano attraverso la finestra. Mi vide quasi immediatamente poi ricambiò il saluto, dopo di che guardò il display del suo telefono, cambiò quasi subito espressione, quasi combattuta, portò esso all'orecchio cominciando a parlare, ma più i minuti passavano e più quella conversazione sembrava movimentarsi, potevo capirlo dal modo in cui camminava avanti ed indietro, oppure da come alzava ripetutamente gli occhi al cielo.

Per non fare la figura dell'impicciona andai a sedere difronte alla scrivania cominciando ad anticipare qualche compito per la prima volta, controvoglia, difatti mi alzai snervata dagli innumerevoli esercizi di matematica falliti.

Erin si era appena seduta sul letto, parlava ancora al telefono, ma stavolta aveva un'aria quasi serena.

Guardai di sfuggita il telefono per poi leggere il messaggio appena ricevuto. Era da parte di Amber.

 

-Passi da me?

 

Sorrisi.

 

-Certo, ma dopo cena.

 

Posai distrattamente il telefono sulla mensola accanto alla finestra, richiamai l'attenzione su Erin, e un Harry abbastanza alterato fece irruzione nella sua stanza ma prima di cominciare un possibile litigio, con un gesto secco, chiuse le tende, così da oscurare la visuale.

Alzai gli occhi al cielo per poi scendere in salone.

«Savannah, la cena è pronta.» urlò mia madre dalla cucina.

«Sono già a tavola.» dissi informandola.

Polpettone.

Odiavo a morte il polpettone, non che mia madre non lo sapesse, anzi lo sapeva anche troppo bene, ma era il piatto preferito di papà, quindi non si accettavano obiezioni.

Se avessi un cane, forse avrei potuto dare a lui i miei avanzi proprio come si fa nei film.

Ma purtroppo, dovetti mangiarlo, altrimenti sarei andata a dormire senza aver cenato.

Ormai si erano fatte le otto. Mi andai a lavare le mani, per poi uscire di casa.

Faceva freddo, ma non troppo. Il cielo era limpido, il che mi fece sorridere.

Un tonfo mi fece girare di scatto.

Harry aveva appena chiuso violentemente il portone di casa Payne.

I nostri occhi si incrociarono per una frazione di secondo, immediatamente gli diedi le spalle cominciando a camminare verso casa di Amber.

Perchè interessarmi, quando lui stesso aveva sottolineato quanto fossi insignificante per lui.

Ma a mia sorpresa con una mano poggiata sulla mia spalla mi fece girare con uno strattone.

Per un istante rimasi senza fiato, spiazzata da quell'azione inaspettata, ma poi lo fissai con aria truce.

Respirai a pieni polmoni per far si che le parole uscissero dalla mia bocca ma non feci in tempo.

«Tu.» puntò l'indice sul mio petto.

Indietreggiai di quale millimetro per eliminare quel contatto «Io..» gesticolai invitandolo a continuare.

«Tu!» questa volta usò un tono molto più minaccioso che mi fece pensare a tutte le ultime azioni fatte che avrebbero potuto innervosirlo.

«Harry non ho tutta la serata.» sbuffai guardandolo dritto negli occhi. In fin dei conti ero abbastanza brava nel nascondere la paura.

«E' colpa tua.» sussurrò a denti stretti.

«Colpa mia? Harry ti senti bene?» corrugai la fronte.

«Se solo ieri sera non ci fossi stata tutto questo non sarebbe successo! Zayn sarebbe venuto con me così da evitare che passasse un'intera notte con Erin! E secondo te cosa hanno fatto? Beh secondo me si sono messi a fare innumerevoli lavori a maglia! Oddio, non capisci, lui la farà soffrire!» Spalancò gli occhi così da evidenziare quelle due iridi verdi che per una frazione di secondo mi distrassero.

«Harry..non era mia intenzione..io..»

«Ormai è troppo tardi, non so se per loro è stata solo una storia di una notte oppure no. Ma questo non cambia, Erin starà male per lui e tutto per colpa tua!» Strinse con forza i miei polsi.

Strinsi gli occhi «Lasciami mi fai male.» con uno strattone mi liberai dalla sua potente stretta, cominciando a massaggiarmi i polsi.

Ci fissammo per qualche secondo, il suo sguardo cambiò improvvisamente. Non riuscii a decifrarlo. E questo mi mise in seria difficoltà.

Girai appena lo sguardo per scorgere la figura di Liam correre verso noi.

Guardò Harry per poi spostare lo sguardo verso i miei polsi appena arrossati.

«Harry.» Quelle parole uscirono dalla bocca di Liam quasi come un rimprovero.

«Liam non ti immischiare.» ribatté serio.

«Harry, andiamo ti accompagno a casa.» Liam lo tirò leggermente indietro.

«Ho detto non immischiarti.» la sua espressione non cambiò.

Non conoscevo Harry, tanto meno Liam, non sapevo come la situazione poteva andare ad evolversi.

Cercai di pensare il più velocemente possibile ma l'innalzamento della voce di Harry mi fece tornare alla realtà.

Forse aveva solo bisogno di parlare un po'.

Mi avvicinai cautamente a Liam prendendolo da parte «Liam, forse è meglio che tu vada a casa. Grazie per essere venuto in mio aiuto ma ora me ne occupo io.»

«Sav..» cercò di ribattere ma non gliene diedi modo.

«Ci penso io.» lo abbracciai per poi avvicinarmi al suo orecchio «Grazie per essere venuto, salutami Erin.»

Sorrise leggermente per poi fare marcia indietro e tornare nella sua rispettiva casa.

«Scena davvero commovente.» commento Harry con estremo disprezzo.

«Vuoi un abbraccio anche tu?» chiesi ironicamente.

Scosse la testa infastidito.

«Andiamo, ti accompagno a casa.» lo informai cominciando a camminare.

«So la strada.»

«Oh, sicuramente, ma voglio accompagnarti ugualmente.»

Senza dire niente cominciò a camminare seguito da me.

Per un bel pezzo di strada nessuno dei due parlò, anche se cercai continuamente il momento giusto per aprire bocca, ma nessuno di quei minuti sembrava abbastanza opportuno per dire qualcosa.

Eravamo quasi arrivati a destinazione ed Harry cominciò ad affrettare il passo.

«Harry rallenta.» corsi per tornare al suo fianco.

Non mi diede retta.

«Harry seriamente fermati, non riesco a tenere il tuo passo.»

«Non è un mio problema.»

Lo fermai tirandolo per una manica. «Ti prego.» dissi affannata.

Finalmente prese a camminare normalmente. Sospirai cominciando a respirare regolarmente.

«Certo che sei strana.» rise fra se e se.

«Mi hanno detto di peggio.» lo rassicurai non dando importanza alla sua affermazione.

«Dico davvero.» Si fermò «Cosa stai cercando di fare? Perchè vuoi diventare mia amica? Intendo perchè così insistentemente?»

Mi colse di sorpresa «Non lo so.» risposi sinceramente a quella domanda abbastanza insolita.

Sorrise, forse per la prima volta «Afferrato.» mi guardò «Pensi di riuscirci?»

Si era calmato. Forse stavo riuscendo nel mio piccolo intento.

«Non lo so, dimmelo tu. Me lo permetterai?»

Non rispose, riprese a camminare lasciandomi sola nel punto in cui c'eravamo fermati.

«Che cos'ho di sbagliato? Avanti dimmelo, ora. Torna indietro, guardami negli occhi e dimmi che c'è che non va.» Urlai.

Si fermò, voltò leggermente la testa, ma poi come una specie di ripensamento riprese a camminare.

Lasciai le mani ricadere giù per i fianchi come segno di resa.

Sconsolata mi volta per tornare a casa, ma prima diedi un ultimo sguardo indietro. Mi guardava, si, Harry si era girato per guardami. Forse voleva solo assicurarsi che non lo stessi seguendo ma
ormai poco importava, mi voltai definitivamente per tornare a casa.

 

Parola a meee.

Buona sera a tutte, so che adesso mi odierete a morte, ma non sapevo davvero come continuoare, scusatemi.                                 Ora cercherò di aggiornare il più velocemente possibile, spero che qualcuna di voi ancora mi segua.

 

(Crediti a @ehimaliik per il banner)

 

Passate quii:

Like a wind of summer.

 

 

 

   
 
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