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Autore: Samidare    22/05/2014    3 recensioni
L'Artiglio Rosso è un fiore dalle mille proprietà: da esso si può perfino ricavare una potentissima pozione d'amore. Cosa succede, però, quando questa pozione viene assunta da un certo principe di Camelot? Un certo valletto sta per scoprirlo a sue spese.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Drago, Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Atto secondo


Wine of Love



ATTO SECONDO, di come il mago riflette sulle sue colpe.


Merlin camminava rigido di fianco al principe, ponendo tutta la sua concentrazione sul mantenere inalterata la propria espressione facciale; era estremamente teso e, per quanto cercasse di non darlo a vedere, si tradiva ad ogni passo con i suoi gesti meccanici e frettolosi. Niente in quel momento era fondamentale quanto raggiungere le stanze del principe e rinchiuderlo lì, evitando di incrociare altre persone.

Il mago pregava intensamente la Dea, sperando che gli concedesse quella grazia.

« Sono davvero contento, Merlin, che ce ne siamo andati. Da quel vecchio, intendo... Mi stava stancando. Mi guardava in modo strano, tu l'hai notato? »

Il mago gli lanciò un'occhiata di traverso, chiedendosi se Arthur ritenesse di essere guardato invece in modo normale da lui; ma rinunciò a domandarlo.

« E poi cosa cercava di insinuare? » continuò il principe « Voglio dire, innamorarmi di te per via di una pozione d'amore? Quale stolto non percepirebbe la purezza del nostro amore...? Pozione! »

Sputò l'ultima parola con sprezzo, come se la ritenesse un incredibile affronto. Quell'assurdo monologo su Gaius veniva portato avanti dal momento in cui i due avevano lasciato le stanze del medico e Merlin dubitava vi fosse modo di porvi fine, perciò si limitava a fingere di ascoltare quelle idiozie e ad annuire ogni tanto.

Solo la Dea poteva sapere quanto non avrebbe mai desiderato finire prigioniero di una simile situazione...

Tutto era iniziato abbastanza innocentemente, in un tranquillo pomeriggio di una settimana prima: Merlin aveva recuperato l'Artiglio Rosso per Gaius e si era messo a studiarne le proprietà su un vecchio tomo, nell'attesa che Arthur facesse ritorno da una battuta di caccia.

Nella parte finale del capitolo sugli usi dell'Artiglio, Merlin aveva notato la ricetta di una pozione d'amore molto potente: una goccia in un bicchiere rendeva colui che ne beveva amichevole nei confronti della prima persona su cui avrebbe posato gli occhi. Cinque gocce avrebbero provocato un'infatuazione. Dieci avrebbero acceso una travolgente passione, venti sarebbero bastate per un anno di devozione assoluta.

Merlin aveva scorso quelle righe con lo sguardo, frettolosamente e senza prestare attenzione: non era interessato alle pozioni d'amore, quello che promettevano era un sentimento artificiale, falso. La stessa sera, tuttavia, il principe ereditario si era lanciato in una strigliata memorabile riguardante una qualche inadempienza di un qualche dovere di valletto talmente ovvio da non meritare un ordine esplicito, almeno secondo il parere di Sua Furbizia.

« Non posso leggervi la mente, Vostra Grazia. » aveva commentato, con una punta di sarcasmo, il mago.

« Mi stai suggerendo di prendere uno stregone per rimpiazzarti? » si era sentito rispondere.

Il pomeriggio seguente, Merlin aveva avuto una notevole quantità di tempo per meditare vendetta mentre schivava frutta marcia – e ogni tanto anche frutta fresca, molto più dolorosa –, e aveva ideato un piano geniale: una goccia di elisir d'Artiglio e Arthur avrebbe smesso di trattarlo senza riguardi.

Sulla carta, assolutamente geniale.

L'intruglio preparato fu lasciato macerare al buio sei giorni e sei notti, poi bollito per tre ore. La mattina del settimo giorno, la mattina in cui la nostra storia ha inizio, Merlin aveva infine fatto cadere una goccia nella coppa del principe, pieno di aspettative. Poi si era diretto alla finestra, aveva spalancato le tende improvvisamente – provocando lamentele accompagnate da imprecazioni provenienti dal letto del principe – e si era concesso di guardare lontano, oltre l'orizzonte, assaporando l'idea della nuova vita che avrebbe condotto di lì in avanti.

Alcuni minuti dopo il principe si era seduto alla sua scrivania, più interessato alla colazione che allo strano buon umore di Merlin. Quell'interesse era stato poi catturato, però, da qualcosa che non sarebbe dovuto essere là.

Merlin era raggelato, resosi conto del pericolo.

« Cos'è questa? » aveva domandato al suo valletto il principe, curioso, indicando una boccetta piena di liquido rosso oleoso.

No, non poteva essere stato così idiota da lasciarla lì. Era solo un brutto sogno.

« Ehm, io... N-non ne sono sicuro, Arthur. »

« Non l'hai portata tu? »

« No!! » aveva risposto Merlin, con eccessiva enfasi.

Arthur aveva avvicinato sospettoso il naso al bordo della bottiglietta. « Ha un buon profumo. »

« Davvero? »

« Deve averla portata Gaius, immagino si tratti di quella medicina per lo stomaco che avevo richiesto... » aveva concluso il principe con un'alzata di spalle, per poi avvicinare la fiala alle labbra.

« NON CREDO CHE DOVRESTE..! » aveva subito gridato Merlin, allarmato.

Troppo tardi: il liquido era già stato deglutito, l'intera boccetta trangugiata sotto il suo sguardo impotente.

Quello stupido asino senza cervello. Che stava iniziando ad avere uno sguardo strano. Che iniziava a guardarlo in modo strano.


Cinque gocce erano infatuazione, venti un anno d'amore. L'intera boccetta...

« Merlin... sei sfolgorante, stamattina. Credo che dovremmo sposarci. Magari adesso. Oddio, prima dovrei vestirmi. Chiama mio padre. No, aspetta: vestirmi va contro i miei interessi, senza dubbio! Semmai dovrei spogliarmi. E anche tu dovresti. Anzi, no, dovremmo conservarci fino al matrimonio – è più romantico, immagino. E tra noi deve essere speciale. Appunto, lo dicevo: dobbiamo sposarci subito, subito. »

L'intera boccetta era il maledetto amore eterno.

   
 
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