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Autore: ItsAboutAGirl    22/05/2014    1 recensioni
Annie è una ragazza semplice e innamorata di New York e della vita semplice fatta di emozioni.
Justin è un cantante internazionale a New York di passaggio. Cosa succede se due storie completamente diverse si incontrano?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Scooter Braun
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana e mezza dall'episodio che Annie aveva depennato dalla lista di cose da fare prima di morire, ovvero pomiciare con una celebrità e non ci pensava più. Aveva inoltre notato che, anche pensandoci, non avrebbe potuto fare niente, siccome se n'era andata a gambe levate. Invece, tutti sanno, che se ti interessa qualcuno, fai in modo che questo qualcuno possa rintracciarti. 
Lei e Emma passeggiavano per Wall Street quel pomeriggio. Avevano entrambe lavorato la mattina, in due punti vendita diversi ma dello stesso marchio (H&M) e si erano date appuntamento per proseguire la giornata insieme una volta finito il turno. Nessuna delle due aveva riaperto il discorso "sono divo e bacio a random", anzi, nessuna delle due ci pensava più. 
"Sull'elicottero ci voglio salire prima o poi" disse Annie sognante con il naso all'insù, seguendo l'elicottero che sopra alle loro teste portava a vedere la città in alto ai turisti.
"Si, ma centosessanta dollari a persona mi sembra troppo, non ti pare?" Le rispose Emma. 
"In Italia, a Roma, un giretto del cazzo su una carrozza lo paghi duecento euro" le spiegò Annie. 
"Insomma, ognuno è ladro a modo suo" convenne Emma ridendo. 
"Dovresti venire in Italia con me, quando tornerò" Annie si illuminò. Anche Emma fu investita da entusiasmo "Cazzo, mi piacerebbe tanto, cosa c'è di bello da vedere?"
"Be, ti porterei un po in giro. Torino, dove abito io, Milano, Roma... E poi la Toscana, Firenze, Livorno, Pisa, le terme di Saturnia... Bei posti! Amo la Toscana!" Disse Annie.
"Cos'è Tosciana?" Storpiò Emma. Annie rise per la sua pronuncia e si lanció in una fitta lezione di geografia italiana. Emma sembrava interessata. Annie aveva incontrato e parlato con molto americani che sembravano desiderare e amare l'Italia. Lei non faceva altro che chiedersi il perchè, dato che invece lei invidiava loro e il loro Paese. Ma Annie aveva sempre riconosciuto che l'Italia aveva la fortuna di avere panorami spettacolari. La gente, invece, di spettacolare aveva solo la poca pazienza e la maleducazione sempre a braccetto. Gli americani le piacevano di più, anche se i newyorkesi in quanto ha pazienza scarseggiavano anche loro. 
"Vi è arrivato a voi il completo uomo degno di un uovo di Pasqua?" Chiese ad un certo punto Emma, riportando Annie alla realtà.
"Oddio, si, ma cos'è? E' troppo brutto. Che uomo si metterebbe mai un completo elegante così super mega iper colorato? Ah lo so, uno che uomo non è!" Annie adorava la moda del suo negozio. Ma quella femminile. Quella maschile, ultimamente, le faceva letteralmente vomitare. "Voglio dire..." Proseguí "...nemmeno Signorini si metterebbe una schifezza simile!" In Italia sarebbe stata una battuta carina, mentre Emma invece reagì tipo "Signo...chi?" 
"Un signore della tv italiana. Molto, molto gay" spiegò Annie. 
"Chiaro! Comunque l'abbiamo messo oggi in vendita, adesso voglio proprio contare quanti ne vendiamo!" 
"Potremmo chiedere al capo di darci un aumento se ne riusciamo a vendere almeno tre!" Suggerì Annie ridendo.
Le amiche, ridendo, superarono un gruppetto di ragazze all'apparenza molto omosessuali che le squadrarono dalla testa ai piedi. Come biasimarle. Annie ed Emma venivano spesso scambiate per una coppia di fidanzate. Annie quella maschile ed Emma quella femminile, bella, semplice, con i suoi capelli mossi e biondo cenere. 
"Ora capisco perchè nessuno ci baccaglia" iniziò a lamentarsi Emma "Guardaci! Sembriamo proprio una cazzo di coppia lesbica!"
"Una cazzo di coppia lesbica molto, molto felice" la corresse Annie prendendola per mano, innestando le lamentele di Emma, ma così facendo attirarono ancora di piú l'attenzione sembrando davvero una coppia felice e divertente. 

Quella mattina, Annie aveva sentito la sua responsabile e abbastanza amica Mary, che, avendo l'intera giornata libera sarebbe andata a Central Park a cazzeggiare. Annie e Emma si stavano avvicinando li, tra una chiacchera e l'altra, e avevano concordato per cercare Mary. Dall'accaduto, Annie non era più tornata da quelle parti. Ci stava giusto pensando ora, mentre piano piano si avvicinavano. Sarà ancora qui? Si chiese. Poi scosse la testa rispondendosi da sola, più che altro maledicendosi. Se fosse stato ancora li, sperava solo di non vederlo. Ne lui, ne nessuna calca di persone acclamanti. Ma Annie si tranquillizzò quasi subito: primo, Justin Bieber non può avere il lusso di passeggiare li e secondo, c'era talmente tanta gente che sarebbe potuto essere li tutto il cast del Signori degli Anelli, urukai e nani compresi, e nessuno se ne sarebbe accorto. Anche Emma sembrò pensarci.
"Qual era l'hotel?" Azzardò curiosa.
"La in fondo, giri a destra ed è quello li" le indicò in modo vago Annie.
"L'hai raccontato a qualcuno?" Chiese poi a Emma.
"Ma ti pare? Non lo farei mai! E tu?"
"Solo a te e mie è bastato per farmene vergognare!" Annie rise e Emma la seguì a ruota. Ovviamente girarono poco per il parco prima di rendersi conto che non avrebbero mai trovato Mary li in mezzo. Così, tramite sms, si misero d'accordo di vedersi nei pressi del mosaico dedicato a John Lennon. Annie lo adorava. C'era sempre qualcuno che lo agghindava di piante, fiori o frutti, ogni volta in modo diverso, e lei adorava fotografarlo e collezionarlo in tutti i modi possibili. E lasciava sempre qualche dollaro al signore che se ne occupava. Cosa che fece, ovviamente.
"Lui sì che era un musicista, eh?" Le sussurrò Emma maliziosa nell'orecchio ed Annie non ebbe modo di risponderle siccome intravidero Mary arrivare verso di loro. Annie era leggermente urtata. Ok, non le importava, ma di risate sulla questione se n'erano già fatte abbastanza. Non aveva voglia di battute e frecciatine ogni qual volta si parlasse di musica, canzoni, artisti o note! E poi, in tutta sincerità, Annie non aveva mai ascoltato nulla di quel ragazzo, il loro scetticismo era tutto dovuto al sentito dire. E Annie non era una persona che sparava troppi pregiudizi. Avrebbe voluto dimenticare la storia, non parlarne più, ne nel bene e ne nel male. Non aveva nulla da dire. Sicuramente non era il suo genere di musica, quella di Justin Bieber, ma non per questo era da giudicare tutta merda. D'altronde, se a qualcuno piaceva, un motivo c'era. Annie non aveva firmato un contratto come musicista di una musica che non le piaceva, aveva solo baciato, casualmente, erroneamente, sbagliando, un cantante di cui conosceva solo il nome e la fama. Non aveva voglia di essere messa in croce da Emma ogni volta, da li in avanti. Accennò un ciao poco entusiasta alla sua responsabile e rimase in disparte per tutto il tempo in cui Emma e Mary si scambiarono informazioni delle proprie filiali. Dopodichè trovarono un posto tranquillo e si rilassarono sul prato.
"Come mai così silenziosa Ann? A lavoro tutto bene?" Si allarmò Mary. 
"Si, fino a due ore fa era integro il negozio" Annie sorrise e quando incrociò lo sguardo di Emma si rabbuiò. Emma capì. 
"Colpa mia e della mia linguaccia! Perdonami" si intromise subito. Mary passava lo sguardo da Emma a Annie in silenzio, lievemente imbarazzata, aspettandosi un litigio imminente. Annie non era una persona rancorosa. Se qualcosa la infastidiva, si ritirava nel silenzio e meditava, fino a farsela passare. Ma le scuse di Emma, anche se Annie sarebbe tornata come prima senza che l'amica nemmeno se ne fosse accorta, le accettò volentieri. Sorrise ad Emma scuotendo il capo, per tranquillizzarla. Emma aveva un po questo vizio di non frenare la lingua in tempo prima di sparare cazzate. Annie lo sapeva bene, per questo le aveva chiesto, prima, se avesse fatto parola con qualcuno. Ma era fiduciosa che un accaduto del genere, Emma, potesse tenerselo per se. 
Ristabilita la quiete, le due amiche si lanciarono in una fitta conversazione con Mary di nuovo sull'abito osceno ricevuto con le consegne di quella mattina. 
"Oh no..." Si lamentò Mary "...se continuano a inviarci cose così assurde, come le vendiamo?" Ma rideva anche lei all'idea. Furono interrotte dalla suoneria di un I-Phone proveniente dalle loro borse. Tutte afferrarono il proprio, ma fu Mary a rispondere.
"Pronto? Martin!" Esclamò e Annie le lanciò un'occhiata interrogativa.
Martin era un suo adorabile collega e le aveva dato il cambio dopo pranzo. Se stava chiamando Mary doveva esser successo qualcosa, perciò aspettò con ansia la fine della telefonata. Riuscì, insieme ad Emma, a cogliere qualche frase qua e la: "Che cosa? Stasera? No mai successo da noi, al massimo sulla quinta! Incredibile! Si ma che palle saperlo ora! Ok... Ok, aspetta un attimo..." Disse allontanandosi il cellulare dall'orecchio e si voltò verso Annie "Stasera hai da fare?" Le chiese. Rispose Emma al suo posto "Si, siamo qui, insieme" un po scocciata. Mary la guardò male e tornò a parlare con Martin "Ok, dai conferma... Saremo io e Annie, ok". 
Emma, pur non sapendo nulla, sbuffò. Annie era curiosa. Ma aveva intuito insieme all'amica, che la loro serata sarebbe saltata. Mary chiuse la telefonata e si voltò verso di loro.
"Rimanderete la vostra serata, stasera siamo aperte" disse indicando se stessa e Annie. Continuava a non capire. Emma nemmeno.
"Come mai state aperti stasera? Fino a che ora?" Chiese Emma.
"Qualcuno ha affittato il negozio, da mezzanotte in poi..." Sospirò Mary.
Annie continuava a non capire, Emma invece si e rivolse uno sguardo simile a voler dire "Tanti auguri ragazze!" ad entrambe.
"Mi spiegate cosa succede? A mezzanotte dobbiamo aprire il negozio?"
"In Italia non succede che qualche tipa ricca affitti il negozio così da poter fare shopping da sola e indisturbata?" Le chiese Emma. Oh. Annie capì.
"Si, capita. Ma signore di una certa età. Infatti non da H&M, ma da Armani, D&G, Valentino o robe del genere..." Spiegò Annie.
"Effettivamente non è mai capitato da noi, a quanto ne so. Potrebbe trattarsi della figlia, o delle figlie, di qualcuno di abbastanza ricco da potersi permettere di affittare un negozio e far shopping per le sue figlie" ipotizzò Mary. Anche Annie e Emma la pensavano così. 
"Fino a che ora pensi che stiano?" Chiese Annie preoccupata "Non so quanto mi senta sicura a tornare a casa a notte fonda, da sola" precisò.
"Ha ragione!" Disse Emma. Mary ci pensò un po su.
"Ovviamente andrai in taxi, pagherà l'azienda. Mi assicuro io di averne uno pronto, farò qualche telefonata prima di cena. Intanto, voi due potreste stare insieme fino a mezzanotte. Troverò un taxi anche per te, Emma, ma non puoi restare. Vogliono il personale del negozio. Magari sono dei Russi" concluse pensierosa. All'ora di cena Mary aveva già salutato Annie e Emma, dandosi appuntamento davanti al negozio alle undici. Tutte e tre avrebbero dato una riordinata al negozio e poi Emma sarebbe tornata a casa prima dell'arrivo dei ricconi, per evitare problemi inutili. 
Annie e Emma mangiarono al Mc Donald's di Times Square per poi avviarsi in filiale. Non era molto lontana da quella sulla quinta strada, ma su una strada con un numero lievemente minore di negozi rispetto a li. 
"Mary ha detto che la filiale dove sto io non andava bene al tizio, siccome con le luci accese e i vetri trasparenti si vede dentro. Magari si tratta di Michelle Obama. Ho sentito che ama molto i vestiti floreali, anche di marche minori" disse Emma.
"Se così fosse domani ci sarebbe la coda, tutti vorrebbero comprare ciò che comprerà lei" convenne Annie. Si immagino già una coda degna e superiore a quella di Abercrombie. 
Il negozio dove lavorava Annie era meno in vista rispetto a quello sulla quinta e con un ingresso meno ampio: a pensandoci, l'ideale per uno shopping notturno senza rompimenti di coglioni.
Mary era già li davanti con le chiavi in mano. Annie notò con sollievo che sembrava assonnata tanto quanto lei. Una volta dentro, non si persero in parole. Annie nel reparto uomo, Mary nella donna e Emma faceva la spola da un reparto all'altro. A mezzanotte meno un quarto tutto era a posto e Emma salutava le due ragazze dal taxi mentre si allontanava.
"È stata troppo gentile, era un casino il negozio. Domani mi sentono!" Sbottò Mary nervosa.
"Avvertisse anche un po prima 'sta gente..." Disse Annie sprezzante "...sono ricchi e quindi pensano siano tutti a loro disposizione".
"Son d'accordo. Speriamo ne valga la pena, economicamente parlando" mormorò Mary impaziente mentre lanciava occhiate fuori dalla porta. Annie anche si sentiva nervosa. Sperava di essere all'altezza, e sperava di non innervosirsi in caso fossero state persone spiacevoli e antipatiche. Entrambe, controllando l'ingresso, sistemarono le ultime cose. Poi Annie andò dietro la cassa e iniziò ad accendere la uno, che, se lo sentiva, sarebbe servita. Erano in ritardo. 
"Oddio..." Sentì Mary dire. Alzò lo sguardo e la vide ammirare una salopette.
"Ah si, è arrivata stamattina" disse Annie tranquilla.
"Mettila!" Mery le lanciò una S. 
"Cosa? Sei impazzita?"
"È troppo carina, almeno fai da manichino vivente, mettila. Con sotto questa" e le lanciò un top nero, corto. Annie rabbrividì ma non se la sentì di discutere: potevano arrivare da un momento all'altro. 
Nel camerino si vestì e poi rimase immobile davanti allo specchio. La salopette era a strisce bianca e nera con il pantaloncino molto corto. Lì spuntavano le gambe sottili (e per fortuna depilate) di Annie. Sotto, il top nero copriva giusto il seno e la lasciava per il resto a pancia scoperta. Ma la salopette sopra dava quel senso di vedo / non vedo molto carino. Le piaceva! Anche Mary era entusiasta, battè le mani quando Annie uscì da dietro la tenda. 
"Metti queste" 
"Ah! Te lo scordi! Lo sai, Mary..." Il tono di Annie era un tono di supplica. Non servì a nulla. L'abbigliamento sportivo era così, ora, spezzato da quel tacco elegante e borchiato che dava a Annie un'aria...diversa. Dava sempre l'idea di lesbicona, come diceva Emma, ma era... Donna. Un outfit sportivo, sexy e molto strong. Si sarebbe vista bene ad un concerto punk rock conciata così. Anche Mary aveva indossato capi del negozio, ma più sobri. Da brava ragazza. Jeans stretti un po strappati, rovinati, un sandalo col tacco lilla e una camicetta a tema floreale, tanto in voga. I due volti di H&M: di giorno bella, di notte bella e dannata. Chiunque fosse la ragazza in questione, si sarebbe innamorata di entrambi gli outift. Annie e Mary ne erano sicure e mentre discutevano di questo, un auto con i vetri oscurati si fermò lì davanti.
Erano pronte. Mary andò ad aprire mentre Annie sistemò le ultime cose alla cassa. Da lì la visuale era scarsa e sentì Mary salutare qualcuno "Oh, benvenuti! Che sorpresa, è un piacere averti qui. Prego, tutto tuo!". Annie rimase immobile. Mary sembrava aver riconosciuto qualcuno. Si era rivolta in modo molto informale. 
"Prego, reparto uomo di qua..." La sentì dire. Reparto uomo?! Annie maledì i tacchi. Era un uomo! Cazzo! Uscì dalla cassa appena in tempo quando Mary e due figure dietro di lei apparivano.
"Di qua, io e la mia collega siamo a tua disposizione" disse Mary, palesemente esaltata. Annie si avvicinò e quello che vide per poco non la shoccò così tanto da farla volare su quei tacchi vertiginosi con la conseguenza di un biglietto di sola andata per il pronto soccorso. 
Il primo uomo lo scrutò per un istante prima di capire che l'aveva già visto. Una settimana e mezza fa, circa. Dentro un hotel. Prima di scappare a gambe levate. Dietro di lui, eccolo. Justin Bieber. 
Annie rimase immobile, impietrita, con la voglia di sprofondare li, subito. La faccia dei due capitati era uguale, se non peggio: sembrava stessero avendo la visione della Madonna che dice loro di farsi preti. Ad Annie sembrò di rimanere li a fissarsi con Justin e il suo manager per tutta la notte. Invece non passò molto tempo, siccome Mary non si accorse di nulla, forse per l'esaltazione "Ecco, lei è Annie, la mia collega!" Cinguettò quanto tutti videro tutti. "Annie, loro sono..." ma Annie si intromise "Lo so, Mary" disse dura e i due parvero preoccupati da quello che stava per dire "chi non conosce lo strabiliante Justin Bieber e il suo manager!" Esclamò tutta d'un fiato improvvisando un sorriso ampio e cortese ai due ospiti. Justin e Scooter (Annie ricordava il suo nome) si rilassarono e, titubanti, fecero un cenno di saluto ad Annie. Mary cominciò a parlare a macchinetta, intenta a mostrare il negozio a quei due. Scooter subito iniziò a seguirla ed ascoltarla. Annie e Justin si scambiarono ancora un'occhiata. Quella di Annie era un'occhiata di rimprovero, o almeno ci stava provando, a sembrare neutra, disinteressata e per niente colpita dalla cosa. Justin era stupito eccome. Ma sembrava contento di esserlo. Forse era più incredulo. Squadrò Annie dalla testa ai piedi e fece un sorriso... Uno di quei sorrisi che Annie odiava. Alla fine parve sciogliersi dallo stupore del primo impatto e si diede una occhiata intorno e quando notò che Mary e Scoote erano poco più in la, si avvicinò ad Annie, che non si mosse.
"Sei vera o sei un manichino? Sei così tesa..." La schernì ridacchiando.
"Sarà che sui tacchi mi sento poco sicura, anche se pensandoci potrei sempre togliermeli e piantarteli in fronte!" Sibilò Annie, che glielo avrebbe volentieri urlato.
"Cosa dico all'azienda se mi chiede come mi sono trovato con le commesse?" Continuò lui beffardo.
"Puoi andare a fare in culo allegramente" rispose Annie a denti stretti.
Justin la fissò per qualche secondo senza dire nulla. Per Annie, potevano non dirsi più nulla. 
"Stai davvero benissimo vestita così" concluse Justin dopo quella che parve un'attenta elaborazione dei propri pensieri. Annie non rispose. 
"Suppongo tu non abbia raccontato nulla alla tua amica, perciò se non ti muovi potrebbe pensare male" aggiunse.
Annie si scosse, finalmente e si mosse verso Mary e Scooter che parlavano animatamente dell'azienda. Scooter stava dicendo che, nonostante non sia una marca ricercata e lussuosa, la moda piaceva molto a Justin. 
"Tranquillo, non mi farei mai cattiva pubblicità raccontando il nostro inconveniente".



Justin incassò il colpo. Tutto si era aspettato, tranne di trovare Annie li. Eppure era li. E gli aveva appena sfornato l'ennesima frase di disprezzo. E lui che pensava fosse una pazza, una stalker, una ottima attrice pronta a farlo finire nella merda. Invece eccola li, fredda e cinica come nessuno mai nella sua vita. Urtata alla sua presenza, un episodio paradossale. L'afferrò per un braccio prima di raggiungere gli altri due.
"Scusami per quel giorno. Non avrei dovuto baciarti, non avrei dovuto fare niente"
"Paura che possa dire cose brutte su di te? Ancora? Puoi stare tranquillo, ti dico!" 
"No. L'ho pensato. Per questo non ti ho cercata".
"Cercarmi?" Annie non capiva.
"Volevo cercarti ma poi ho pensato fosse stata tutta una grande farsa con lo scopo di trovare qualcosa da dire su di me".
"Manie di protagonismo? Quante volte devo dirtelo? Ero li per pulirmi la mia cazzo di maglia!" Annie si stava spazientendo e Scooter li guardava preoccupato mentre tentava di tenere occupata Mary. 
"Non so che dire." Sentenziò Justin. Annie si sentì in colpa per tutti quei malintesi. Era successa una cosa da dimenticare, ma non dovevano rimanere dubbi non chiariti.
"Ascolta, dimentichiamo tutto, ok? Non ce l'ho con te, qualsiasi cosa tu abbia pensato di fare, e tu non avercela con me. Giriamo 'sto negozio e amici come prima" disse. 
"Cosa hai pensato volessi fare, scusa?" Chiese lui, sbigottito.
Annie non rispose, si morse il labbro.
"No, sei fuori strada. Non mi volevo approfittare di te, non farei mai queste cose" iniziò. 
Annie lo guardava farneticare parole sconnesse, senza sosta. Sembrava dovesse venirgli un attacco di panico. Non so cosa pensò, ma vide Justin turbato e allora si rivolse verso Mary "Mary! Justin adora questa salopette! Lo porto di la che ne prende una da regalare a sua mamma!" Disse la prima cosa che le venne in mente. Scooter aveva l'aria sempre più preoccupata. Justin seguì Annie al reparto donna senza smettere di borbottare nervoso.
"Cosa c'è?" Chiese Annie, spazientita, una volta fuori dalla vista di Mary e Scooter.
"Cos'ho? Ho che non posso guardare una ragazza normale come te che subito vengo additato come maniaco, pieno di se, sicuro di se, approfittatore..." Si interruppe per riprendere fiato.
"E allora io? Non posso neanche farmi baciare da uno come te che vengo presa per una fan pazza sclerotica che ha preso lezioni di dizione per farti cadere chissà in quale trappola, quando, cristo, io ero li per pulirmi dalla fottutissima merda di uccello!" Annie urlava in silenzio. Grandioso! Scese il silenzio. Si guardavano, pronti a sentire chi dei due avrebbe concluso.
"Ok, bene. Tu non sei quello che ho pensato io, e io non sono come hai pensato tu. D'accordo" riepilogò Justin, di nuovo sorridente.
"Ma abbiamo comunque fatto una cosa assurda, che non si fa, cioè, così a caso, assolutamente no, non so come tu sia abituato..."
"Non sono abituato" la interruppe "Io... Mmmmh, non ho mai dovuto fare grossi sforzi" disse, palesemente imbarazzato, e solo per questo Annie si trattenne dal prenderlo in giro. Incrociò le mani al petto, non aveva più nulla da dire, sentiva solo un mane cane ai piedi dentro quei tacchi. 
Justin alzò lo sguardo e la fissò. Annie si accorse che aveva cambiato espressione. Le sembrava vagamente quella nella sua stanza d'hotel. E le sembrava anche molto carino dentro a quei soliti jeans larghi e una camicia. Gli fissò le braccia tatuate ma lui si riappropriò della sua attenzione.
"Te l'ho già detto quanto sei buffa e carina vestita così?" Sorrise cordiale.
"Si. Grazie. Ora raggiungiamo gli altri" e si girò per tornare al reparto uomo.
Justin la bloccò prendendola da una spalla, e la costrinse a girarsi. Annie si ritrovò tra le sue braccia per colpa di quei dannati tacchi. 
"Per caso sei una calamita?" Le chiese sussurrando prima di affondare le sue labbra su quelle di Annie, che, con grosso piacere per lui, la sentì avere un piccolo cedimento prima di accerchiargli il collo con le braccia e lasciarsi andare, assecondandolo, in quel secondo, lento ma intenso, umido bacio.



Nota dell'autrice: ciao a tutti, avevo pronti questi tre capitoli e allora ci ho dato dentro. La storia vi piace? Potrebbe valer la pena proseguirla? Fatemi sapere ;)
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