Per noi donne in amore esiste
la paura; la paura di essere usate. Maltrattate. Su
questo siamo veramente fragili… E’ il nostro punto debole. Si
soffre moltissimo, ma è naturale. Chi vorrebbe rimanere incinta di un
uomo che non ci merita? Che si diverte per una notte costringendoti ad andare a
letto con lui per poi lasciarti da sola con mille dubbi e perché?
Ovviamente nessuno. Un’altra cosa brutta è quella di essere
portata di notte in un vicolo cieco e violentata sotto
lo sguardo spaventato della luna che sta lassù in cielo e non sa cosa
fare, non può aiutarti perché il suo compito è solamente
quello di brillare. Con i suoi occhi gonfi e arrossati per le lacrime , piange
di dolore … piange e si sente in colpa. Osserva
la scena e ne rimane terrorizzata. Violenza … Questo ci porta ad odiare
tutto ciò che è “l’amore”, e credere che
nessuno al mondo ci possa fare felici, che nessuno possa
darci amore vero. La speranza svanisce in un momento dopo aver subito un
trattamento di quel genere. È come un giorno di sole che
improvvisamente, senza alcun motivo, diventa cupo, pieno di nuvole e pioggia.
Nonostante ciò non bisogna mai arrendersi. È molto meglio
continuare a lottare per ritrovare ciò che credevamo perso. Non si deve
aver paura di amare, perché amare è una cosa meravigliosa, con i
suoi lati positivi e negativi. E molto presto te ne accorgerai anche tu,
piccola Pan!
Erano passati 4 anni dalla
morte di Goku e Pan, la sua nipotina, era diventata una ragazza di 18 anni.
Capelli e occhi neri, con un bellissimo corpo e delle forme perfette. La
“scomparsa” del nonno la traumatizzò moltissimo, tanto che
divenne “solitaria”. Odiava la compagnia, il rumore, le feste, in
pratica odiava ciò che veniva chiamato “divertimento”.
Preferiva la solitudine, il silenzio e la tranquillità. Erano cose che
la teletrasportavano nel suo mondo… un mondo
isolato, tutto per lei. Lei e il suo dolore. Per questo motivo tutte le notti
faceva dei giri in Paese, sistemandosi sull’erba di un grande prato, dove
lei e Goku un tempo si allenavano sempre, e osservando il cielo nero, buio,
scuro… proprio come si sentiva lei. Sentiva il bisogno di stare da sola,
lontana da tutti. Non aveva voglia di vedere nessuno. Si rinchiudeva in se
stessa. Ogni giorno che passava, senza avere Goku accanto, era per lei
tremendo. Non riusciva a darsi pace ed andare sempre in quel parco gli dava un
senso di paura. Sapeva che quello era il posto preferito di suo nonno
perciò andarci era come ricordarlo e questo, Pan, non riusciva proprio a
sopportarlo.
“Ehi, cosa ci fa una
bella ragazza come te da queste parti? E soprattutto di notte?.”
le domandò. Pan si girò verso la voce e lo squadrò bene;
era davvero un bel ragazzo. Aveva i capelli marroni
con le punte bionde, gli occhi erano azzurri. Era alto e magro, dalla maglietta
un po’ scollata si riuscivano ad intravedere i suoi muscoli … un bel
tipo dunque.
“Faccio un giro per la
città.” risposte secca Pan. In quel periodo odiava tutto e tutti e
non riusciva nemmeno a rispondere gentilmente; tutto quello che sapeva fare era
mostrarsi più antipatica del solito. “Bene” pensò
“sono davvero messa male! Neanche lo conosco e già mi incazzo con
lui”
“Ma lo sai che è
pericoloso? Potresti incontrare persone che non hanno buone intenzioni.”
disse lui. Poi aggiunse: “Persone che girano a quest’ora,
intendo.”
“Quindi… Persone
come te!” disse Pan in modo un po’ sfacciato
Sulla faccia del ragazzo
apparve un ghigno che però svanì quasi subito. Poi le
domandò: “Qual è il tuo nome?”
“Se ti dico come mi
chiamo pensi di concludere qualcosa?” domandò lei. Non riusciva a
capire perché stava continuando a rispondere così maleducatamente
a quel ragazzo; però si ripeteva che aveva bisogno di sfogarsi con
qualcuno. Strano, ma vero.
“Hai davvero una faccia
tosta nel parlarmi così, dico davvero. Così però rischi di
cacciarti nei guai. Grossi guai. Alcune persone non gradirebbero il tuo modo di
fare e il tuo comportamento...”
“Questi però non
sono affari tuoi!!!” urlò Pan.
“Penso che tu debba preoccuparti per te stesso e non per gli altri. So
cavarmela da sola e di sicuro non ho bisogno di una balia che mi dica cosa devo
dire e cosa devo fare. Non ne hai il diritto! Ora
scusa, ma devo andare.” cercò di tagliare corto la ragazza
“E no cara, tu non vai
da nessuna parte” disse un altro ragazzo che, appena arrivato, aveva
sentito solo la scena finale.