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Autore: PanSon    01/08/2008    7 recensioni
Per noi donne in amore esiste la paura; la paura di essere usate. Maltrattate. Su questo siamo veramente fragili… E’ il nostro punto debole. Si soffre moltissimo, ma è naturale. Chi vorrebbe rimanere incinta di un uomo che non ci merita? Che si diverte per una notte costringendoti ad andare a letto con lui per poi lasciarti da sola con mille dubbi e perché? Ovviamente nessuno.
Un’altra cosa brutta è quella di essere portata di notte in un vicolo cieco e violentata sotto lo sguardo spaventato della luna che sta lassù in cielo e non sa cosa fare, non può aiutarti perché il suo compito è solamente quello di brillare. Con i suoi occhi gonfi e arrossati per le lacrime , piange di dolore … piange e si sente in colpa. Osserva la scena e ne rimane terrorizzata.
Violenza … Questo ci porta ad odiare tutto ciò che è “l’amore”, e credere che nessuno al mondo ci possa fare felici, che nessuno possa darci amore vero. La speranza svanisce in un momento dopo aver subito un trattamento di quel genere. È come un giorno di sole che improvvisamente, senza alcun motivo, diventa cupo, pieno di nuvole e pioggia. Nonostante ciò non bisogna mai arrendersi. È molto meglio continuare a lottare per ritrovare ciò che credevamo perso. Non si deve aver paura di amare, perché amare è una cosa meravigliosa, con i suoi lati positivi e negativi. E molto presto te ne accorgerai anche tu, piccola Pan!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Pan, Trunks
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Per noi donne in amore esiste la paura; la paura di essere usate

Per noi donne in amore esiste la paura; la paura di essere usate. Maltrattate. Su questo siamo veramente fragili… E’ il nostro punto debole. Si soffre moltissimo, ma è naturale. Chi vorrebbe rimanere incinta di un uomo che non ci merita? Che si diverte per una notte costringendoti ad andare a letto con lui per poi lasciarti da sola con mille dubbi e perché? Ovviamente nessuno. Un’altra cosa brutta è quella di essere portata di notte in un vicolo cieco e violentata sotto lo sguardo spaventato della luna che sta lassù in cielo e non sa cosa fare, non può aiutarti perché il suo compito è solamente quello di brillare. Con i suoi occhi gonfi e arrossati per le lacrime , piange di dolore … piange e si sente in colpa. Osserva la scena e ne rimane terrorizzata. Violenza … Questo ci porta ad odiare tutto ciò che è “l’amore”, e credere che nessuno al mondo ci possa fare felici, che nessuno possa darci amore vero. La speranza svanisce in un momento dopo aver subito un trattamento di quel genere. È come un giorno di sole che improvvisamente, senza alcun motivo, diventa cupo, pieno di nuvole e pioggia. Nonostante ciò non bisogna mai arrendersi. È molto meglio continuare a lottare per ritrovare ciò che credevamo perso. Non si deve aver paura di amare, perché amare è una cosa meravigliosa, con i suoi lati positivi e negativi. E molto presto te ne accorgerai anche tu, piccola Pan! 

 

Erano passati 4 anni dalla morte di Goku e Pan, la sua nipotina, era diventata una ragazza di 18 anni. Capelli e occhi neri, con un bellissimo corpo e delle forme perfette. La “scomparsa” del nonno la traumatizzò moltissimo, tanto che divenne “solitaria”. Odiava la compagnia, il rumore, le feste, in pratica odiava ciò che veniva chiamato “divertimento”. Preferiva la solitudine, il silenzio e la tranquillità. Erano cose che la teletrasportavano nel suo mondo… un mondo isolato, tutto per lei. Lei e il suo dolore. Per questo motivo tutte le notti faceva dei giri in Paese, sistemandosi sull’erba di un grande prato, dove lei e Goku un tempo si allenavano sempre, e osservando il cielo nero, buio, scuro… proprio come si sentiva lei. Sentiva il bisogno di stare da sola, lontana da tutti. Non aveva voglia di vedere nessuno. Si rinchiudeva in se stessa. Ogni giorno che passava, senza avere Goku accanto, era per lei tremendo. Non riusciva a darsi pace ed andare sempre in quel parco gli dava un senso di paura. Sapeva che quello era il posto preferito di suo nonno perciò andarci era come ricordarlo e questo, Pan, non riusciva proprio a sopportarlo. La SUA immagine era fissa nella mente della ragazza e non andava via, non le dava tregua. Si diceva sempre “Riuscirò a scordarlo”… già! Facile a dirlo, difficile a farlo. Però era decisa; doveva almeno provare. Ecco perché una notte, invece di fare la sua solita passeggiata al parco, ne fece una in città… Deserta. Questo, l’unico aggettivo per descrivere il luogo. Neanche una macchina, nemmeno un passante. Era proprio deserta. Pan si guardò attorno. Strano. Certo non si aspetta il “via vai” delle persone, però qualche scemo, come lei del resto, per strada di notte lo avrebbe trovato sicuramente. Era così persa tra i suoi pensieri che non si accorse di un ragazzo che le si era avvicinato.

“Ehi, cosa ci fa una bella ragazza come te da queste parti? E soprattutto di notte?.” le domandò. Pan si girò verso la voce e lo squadrò bene; era davvero un bel ragazzo. Aveva i capelli marroni con le punte bionde, gli occhi erano azzurri. Era alto e magro, dalla maglietta un po’ scollata si riuscivano ad intravedere i suoi muscoli … un bel tipo dunque.

“Faccio un giro per la città.” risposte secca Pan. In quel periodo odiava tutto e tutti e non riusciva nemmeno a rispondere gentilmente; tutto quello che sapeva fare era mostrarsi più antipatica del solito. “Bene” pensò “sono davvero messa male! Neanche lo conosco e già mi incazzo con lui”

“Ma lo sai che è pericoloso? Potresti incontrare persone che non hanno buone intenzioni.” disse lui. Poi aggiunse: “Persone che girano a quest’ora, intendo.”

“Quindi… Persone come te!” disse Pan in modo un po’ sfacciato

Sulla faccia del ragazzo apparve un ghigno che però svanì quasi subito. Poi le domandò: “Qual è il tuo nome?”

“Se ti dico come mi chiamo pensi di concludere qualcosa?” domandò lei. Non riusciva a capire perché stava continuando a rispondere così maleducatamente a quel ragazzo; però si ripeteva che aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Strano, ma vero.  

“Hai davvero una faccia tosta nel parlarmi così, dico davvero. Così però rischi di cacciarti nei guai. Grossi guai. Alcune persone non gradirebbero il tuo modo di fare e il tuo comportamento...”

“Questi però non sono affari tuoi!!!” urlò Pan. “Penso che tu debba preoccuparti per te stesso e non per gli altri. So cavarmela da sola e di sicuro non ho bisogno di una balia che mi dica cosa devo dire e cosa devo fare. Non ne hai il diritto! Ora scusa, ma devo andare.” cercò di tagliare corto la ragazza

“E no cara, tu non vai da nessuna parte” disse un altro ragazzo che, appena arrivato, aveva sentito solo la scena finale.

  
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