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Autore: Monkey_D_Alyce    25/05/2014    4 recensioni
La mia vita...si può definire tale?
Tutto quello che sapevo su di me, sulla mia famiglia, sul mio passato...può essere semplicemente una menzogna.
E, come se non bastasse, arriva un serial killer a sconvolgermi la vita! Cosa vuole, costui, da me?
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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2° capitolo: Desiderio di Morte
 

 
Mentre Doflamingo si avvicina, nascondo di più Rufy, in modo tale che non possa toccarlo…nemmeno sfiorarlo.
Bisogna sapere che Doflamingo è un gran bastardo.
Viaggia in continuazione per il mondo e, quando torna a casa, tutte le volte, ha una nuova fidanzata.
Le tradisce in continuazione con le ragazze facili, certe volte, anche con ragazzi…uno di questi era Rufy.
Adesca le sue vittime facendo il simpatico, ma poi rivela il suo vero volto: un mostro approfittatore, che non si fa nessun scrupolo a far soffrire la gente.
Il mio fratellino nasconde parte del viso contro la mia spalla, lasciando però, gli occhi scoperti, mentre gli sale un ringhio contro Doflamingo:
“Fufufufufu! Vedo che non sei cambiato piccoletto. Hai lo stesso comportamento nei miei confronti…non mi dirai che ci sei rimasto male, per ciò che è successo…” afferma il biondo cercando di carezzargli una guancia…e qui, entro in scena io: “Non toccarlo sei non vuoi che ti spezzi le dita una ad una” lo minaccio scacciando malamente il suo arto.
“Kat! Ma che ti prende?!?” mi rimprovera mia madre con voce scioccata.
Guardo i presenti nella stanza con fare indifferente, come se stessi cercando di ambientarmi ad un’ambiente non mio, per poi sussurrare solamente: “Rufy, vai in camera. Ti raggiungo”
Come risvegliatosi, Rufy, annuisce e obbedisce.
So che vorrebbe restare con me, ma quando sa che mi sto incazzando, non ribatte e ascolta come un soldatino di piombo.
“Ci si vede” saluto per poi salire le scale che conducono alla mia camera, ma vengo fermata dalla voce di lui: “Non chiedi scusa a tuo zio?”
“No, perché non ho fatto niente!” sbotto squadrandolo come a volerlo sfidare.
“Stasera non aspettarti la cena”
“Tsk! Non la voglio nemmeno, la cena.”
“Adesso basta voi due! State degenerando!” ci richiama all’appello mia madre, attirando la nostra attenzione.
“Leslie, non t’intromettere” le ordina intimorendola un poco.
Un’altra cosa per cui lo odio: pretende il rispetto e si aspetta di essere servito come se fosse un Re.
Mia madre si azzittisce, abbassando lo sguardo sul tavolo, mentre io la guardo con un po’di compassione.
“Fai i compiti con Rufy, riaccompagnalo a casa e poi torni qui seduta stante” dice con fare assente, mentre si versa un po’di birra in un boccale.
“Non prendo ordini da uno come te” ribatto in tono acido, digrignando i denti e stringendo ancor di più i pugni.
Di conseguenza, lui smette di bere e mi rivolge uno sguardo truce e sbatte il boccale sul tavolo, visibilmente arrabbiato.
Se cerca di farmi paura, non ci sta riuscendo. Può farmi ciò che vuole, ma non cadrò mai difronte ad un essere simile!
Primo, perché devo dimostrarmi forte e devo essere una figura di riferimento per Rufy, secondo, perché anche io, come tutto il genere umano, ho un orgoglio da difendere.
Se sta tentando di farmi cedere, che si metta in fila!
“Vai in camera tua. Ora” sibila a denti stretti, facendo sghignazzare malevolo Doflamingo, mentre mia madre se ne sta zitta senza spiccicare parola…e come può?
Purtroppo lui ha una forte influenza su di lei e non riuscirebbe mai a ribattere.
Mi dirigo verso la mia stanza al fine di raggiungere Rufy, non prima di avergli dato contro con un: “Sei solamente un fottutissimo bastardo”
 
Dopo essere entrata in camera mia, posso udire la voce di lui alterata, molto alterata, sentendogli pronunciare nomignoli poco piacevoli riferiti alla sottoscritta e molte, moltissime minacce.
Svolgo lo sguardo a terra, affranta.
Dio! Non voglio vivere in questo modo! Per colpa mia, le persone soffrono e di conseguenza, mi odiano a morte.
Vorrei che i miei nonni materni fossero ancora vivi!
Vorrei ascoltare le bellissime storie di mio nonno sui pellerossa!
Vorrei sentire le carezze di mia nonna mentre mi scompiglia i capelli alla mattina presto e mi dedica un sorriso solare e dolce come a darmi il buongiorno!
Peccato che io non possa avere nulla di tutto questo…dovrei solamente sperare di sparire dalla faccia della Terra…per sempre…
 
“Sorellona…stai bene?” mi chiede Rufy, toccandomi un braccio.
Alzo lo sguardo su di lui, fissando i suoi occhi tristi e preoccupati… “Sì, Rufy. Sto bene…facciamo i compiti, forza!” gli rispondo sforzandomi di sorridere, mentendogli sul mio stato mentale.
Non sto affatto bene. Non va bene nulla, niente! Tutto va storto!
 
Aiuto il mio fratellino con le disequazioni di secondo grado e con i sistemi, ricevendo varie volte, molti sbuffi e maledizioni indirizzate ad Alvida.
All’ennesima di questa, non posso fare a meno di ridere e osservare: “Fratellino! Con tutte le maledizioni che hai lanciato, ormai, la Prof. dovrà essere stramazzata al suolo!”
Si ferma a guardarmi e comincia a pensare sulla situazione, per poi dire solamente: “Spero vivamente che sia come dici tu!”
Mi metto a ridere ancor più forte tenendomi la pancia e accasciandomi sul letto, seguito a ruota dalla mia peste preferita: è bello sentirlo ridere spensieratamente!
Mi riprendo un poco, senza però, smettere con la mia divertente auto tortura e guardo l’ora, accorgendomi che si è fatto veramente tardi: Rufy e io abbiamo il coprifuoco, oltre una certa ora.
“Rufy! E’ tardissimo! Dobbiamo andare!” gli dico concitatamente, raccogliendo i vari libri sparsi sul letto e sul tappeto.
“Uffa! Di già? Io ho fame!!!” piagnucola mettendosi in modo svogliato le sue infradito.
“Dai! In meno di due secondi saremo a casa!” lo rassicuro scompigliando la sua zazzera nera.
A darmi una risposta positiva, ci pensa un mugolio d’apprezzamento da parte sua, per poi fermarsi bruscamente: “Kat. Io non voglio vederlo…”
Lo guardo malinconica e penso che, ha passato veramente un brutto momento a causa di quello stronzo di Doflamingo.
È vero, Rufy, è un ragazzo libero e spensierato, ma ciò non toglie il fatto che quando ride  o scherza si possa intravedere un lampo di dolore “sfrecciargli” per gli occhi.
Non sembra, ma è cresciuto più in fretta rispetto ai suoi coetanei, anche se non lo da a vedere.
Sospiro pesantemente, per poi fare un sorriso di sfida: “Ru! Sei pronto a fare un bel volo?”
“Che intendi, sorellona? Non capisco ciò che dici” risponde titubante.
“Come ben saprai, tutti mi considerano una ragazza molto strana e, come tale, non posso tirarmi indietro da tale titolo, ti pare? Vedi…ho già provato a saltare dalla finestra della camera ed è un bel salto…forse hai qualche dolore al fondoschiena il giorno dopo, ma non è niente di che…allora: ci stai?” gli propongo guardando la sua reazione…
“Penso che sia una cosa fantastica!!!” dice cacciando un urletto eccitato.
Come sospettavo. Le cose nuove hanno un effetto devastante sul mio fratellino!
 
Dopo aver aperto la nostra via di fuga, butto lo zaino di Rufy verso il basso, toccando il terreno con un tonfo sordo.
“Bene! Salterò per prima per poi darti…Rufy? Ma che…? Eh? Ma dove cazzo sei finito?!?” domando più a me stessa che a quello scapestrato sparito nel nulla.
“Sono quaggiù! Volevo provare il brivido di saltare da una finestra! Ihihihihih!” mi risponde sghignazzando, attirando così la mia attenzione.
Io lo ucciderò! Prima o poi lo farò sicuramente!
“Razza di screanzato, babbeo che non sei altro!!! Dovevo andare prima io!!!” gli urlo sottovoce, facendolo ridere di gusto.
Cioè! Già mi sto dando della pazza a immaginarmi la mia faccia sclerata, se poi ci si mette pure lui, siamo a posto!
Rinuncio ancora una volta al mio istinto omicida nei suoi confronti per poi raggiungerlo con un balzo.
“Finalmente sei arrivata! Era ora!” mi critica con un sorriso da bambino birichino.
Gli rispondo con una bella linguaccia, per poi spingerlo delicatamente, intimandogli di proseguire per il ritorno a casa…
 

 
Torno a casa in fretta e furia, correndo come una disperata, rischiando di farmi collassare i polmoni.
Prima di riaccompagnare Rufy a casa, ho chiuso la porta della camera a chiave e, adesso staranno cercando di aprirla minacciando a “nessuno” di rispondere.
Se torno a casa in tempo, posso rifilare la scusa: “Ero in bagno a farmi una doccia e non vi ho sentito perché ascoltavo la musica.”
Molto probabilmente non crederanno a ciò che dirò, dato che lui e mia madre non lo hanno mai fatto. Fin da piccola, per coprire una mia marachella, mentivo, solo che mi scoprivano subito, dato che arrossivo e cominciavo a balbettare, finendo per non capire nemmeno io i discorsi che facevo.
 
Utilizzando gli spazi tra i piccoli mattoncini della casa, salgo a mo’ di ragno sul muro fino a giungere in camera…troppo tardi…
 
“Vedo che ti diverti a giocare a Spiderman” osserva sorridendo strafottente, continuando a rigirarsi tra le mani il mio Chopper.
“Problemi?” gli domando freddamente, togliendoli di mano il mio amato peluche, pulendolo come se fosse infetto.
“Tsk! Ti consiglio caldamente di non provocarmi, mocciosa. Non pensi di avermi fatto arrabbiare abbastanza, oggi?” chiede a sua volta, alzandosi dal mio letto avvicinandosi pericolosamente a me.
“Io non provoco nessuno, sei tu che cerchi rogne. Se tu mi lasci stare, io non vengo a romperti le scatole. E’ molto semplice il concetto…vuoi che ti faccia un disegnino per farti capire meglio?”
A quella frase ride nervosamente per poi tirarmi uno schiaffo in pieno viso e prendermi per il colletto della maglietta: “Piantala di comportarti così! Non finirai molto bene, sai?”
“Mollami. Non voglio che il logo dei “Metallica” si rovini per colpa tua.” lo intimo per nulla toccata dal suo scatto d’ira.
Senza delicatezza mi spinge contro il muro della stanza, imprigionandomi con le sue braccia contro la parete fredda.
Succederà un’altra volta!
Io non voglio che succeda!
Non voglio piangere per il dolore che mi procurerà il suo operato.
Non voglio dimostrarmi debole difronte ad un essere ripugnante come lui.
Non voglio farlo divertire con il mio corpo attraverso i suoi giochetti perversi…
Abbasso lo sguardo a terra per non guardare i suoi occhi gialli e attenti come quelli di un falco, ma il gesto viene bloccato da un movimento della sua mano al mio mento, sollevandolo con forza.
Lo fisso, cercando di non far trasparire quella paura che mi attanaglia il petto, procurandomi uno stato d’ansia enorme.
“Te la sei cercata…gattina…” sussurra sogghignando, avvicinando il mio viso a quello di lui per poi baciarmi con rabbia e violenza inaudite.
Cerco di allontanarlo in tutti i modi, come ho sempre fatto in tutti questi anni, ma riesce a tenermi stretta a sé, non lasciandomi alcuna via di fuga, senza interrompere quella maledetta tortura di labbra.
Scende a baciarmi e a succhiarmi il collo, alzando nel frattempo un lembo della maglietta e poi un altro e un altro ancora, finché non mi lascia solamente in reggiseno e pantaloni…
Si ferma e mi guarda con estrema malizia, mormorando infine: “Cosa c’è? Non mi fai sentire i tuoi gemiti, oggi?
Lo fisso con disprezzo e disgusto cercando di indietreggiare inutilmente.
Si riavvicina velocemente a me, artigliandomi per i fianchi, squadrandomi da capo a piedi…
Sai…questi pantaloni sono un bell’impiccio…non trovi? E anche l’intimo, direi…” osserva cominciando a togliere tutto il resto dei vestiti, ritrovandomi nuda e impotente…completamente alla sua mercé.
Vorrei ribellarmi, e non solamente allontanarlo per pochissimo tempo con degli spintoni…
Ho già provato altre volte a cercare di fuggire, di picchiarlo…ma purtroppo è lui che ha il coltello dalla parte del manico, in tutti i sensi…
Se cerco di colpirlo, lui mi punta subito il suo coltello alla gola, che si porta sempre a dietro sotto forma di una croce legata ad una catenina a mo’ di collana.
 
Continua il suo operato indisturbato, lasciando scie rosse lungo tutto il mio collo e il petto, mentre si slaccia a sua volta i pantaloni…
 
Avanti! Voglio sentirti Kat!” mi ordina con tono di voce sensuale, al fine di addolcirmi…
 
N-non…ti accontenterò mai…bastardo!” gli rispondo a tono, cercando di trattenere il respiro accelerato e la voce smorzata in preda a quella tortura…
 
Tu dici? Allora farò si che succeda, gattina!”…
 
Voglio che tutto questo finisca.
Voglio che lui sene vada!
Prego tutti i Sacri Spiriti di farmi morire, affinché io non debba più soffrire.
Non importa come! Fatemi morire di qualsiasi cosa! Omicidio, quantità di alcool troppo eccessiva, drogatemi finché il mio corpo e il mio cervello non collasseranno…ma vi prego…fate finire questo incubo…








Angolo di Alyce: Salve a tutti!
Premetto con il dire che io non sono molto brava a scrivere cose di questo genere su violenze sessuali, ma ho voluto ugualmente provarci, naturalmente, ho deciso di non metterci scene troppo spinte per il rating. Se avete consigli da darmi, li accetto molto volentieri!
Come abbiamo visto, Rufy è stata la vittima di Doflamingo e, diciamo che Kat, dovrebbe essere quella preferita di noi sappiamo chi. 
Adesso, sarà un po'confuso, ma più avanti la verità verrà tutta fuori, tranquilli.
Ci si vede al prossimo capitolo!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!!!!!!!
Alyce :))))))))))))

 
  
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