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Autore: Hermes    27/05/2014    1 recensioni
Lanes of memory paved by sweet frozen moments
Attenzione!: diretto prequel di DOR ed è il punto di inizio dei Nightwish così come li ho concepiti nella mia precedente storia.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
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6. Sleepwalker

6 Gennaio 2004, ore 15 e 22
Finlandia, Kitee, Casa di Anette
Io e Marco eravamo andati a trovare An per farle ascoltare il prodotto finito.
Carl era tornato della Polonia per quelle vacanze e lo vidi gonfiarsi tutto d’orgoglio per le doti canore della sua sorellina, tanto che la agguantò in un abbraccio grattandole la testolina.
“Brava Nettan!”
“Carl…lasciami andare!!!” protestò imbarazzata lei.
“Tsk! Anche se mi diventi famosa guarda che rimarrai sempre la mia piccola Nettie!”
Anette sbuffò, rossa in viso, e – dato che il fratello non sembrava avere intenzione di liberarla – si rivolse ai ragazzi, appollaiati sulle sedie del tavolo. Marco aveva un sorrisetto divertito.
“Le canzoni sono belle ma sotto quale nome manderai la demo, Tuom?”
Patata bollente.
“Non ha ancora deciso.” intervenne Marco lanciando un’occhiata nella mia direzione “E per ora ha solo tirato fuori delle idee assurde.”
“Grazie per il supporto morale.” replicai acido “La verità è che sto cercando qualcosa di esotico, tradizionale e significativo.”
“Alla faccia compare!” commentò Carl, stupito “Quali sarebbero le tue idee per ora?”
Girai i pollici nervoso ed iniziai ad elencare senza guardare in faccia nessuno, mi vergognavo troppo “The Seers, NightDream e Eyes of the Wolf. Lo so fanno schifo.”
“No, sono orrendi, c’è differenza!” girò il coltello nella piaga Marco, subito colpito da un’occhiataccia di An.
“Sono sicura che troverai qualcosa di adatto, Tuomas!” si inserì il centro dei miei pensieri con voce speranzosa “Hai scritto dei testi meravigliosi!”
Sorrisi appena nella sua direzione, le sue parole un balsamo per le mie orecchie.

~ quella sera
Stavo riascoltando per la milionesima volta il mio Compact Disc personale contenente tutte le registrazioni di quel pomeriggio con Anette e Tero.
Ormai era diventata la mia playlist preferita e la voce di An mi teneva compagnia mentre ero seduto sul mio letto soppalcato con sulle ginocchia il moleskine ed una biro.
In quella stava passando una delle poche canzoni che avevamo ritenuto davvero ottime per la compilazione della demo.
Non gli avevo dato un titolo e Tero l’aveva chiamata una “Shakespeariata spiritica” mentre Anette si era limitata a divorare il testo e cantarla drammatica, accompagnata da un ambient music da landa innevata.
La adoravo.
Tutta.

Avevo sfogliato il quadernetto fino a trovare il testo scritto a mano a più riprese nel corso di quegli ultimi mesi…cavoli sembra davvero un pezzo di Shakespeare, anche se mal scritto…
Passai un dito sulle parole mentre la canzone si concludeva con una piccola ode alle stelle della notte che vedevo sempre brillare dalla finestra prima di andare a dormire.
Magari potrei dare un’occhiata a qualche mappa stellare ed inventarmi qualcosa…
Senza pensare puntai il telecomando in basso facendo ripartire la traccia, la chitarra acustica dell’intro davvero limpida come se Emppu stesse suonando accanto a me.
Ed Anette che dava volo a quella canzone.

The voice of nightly winds has awakened me,
Amidst all the grief they embrace me with relief.
Beneath my dreams and wishes
I long for thy caresses.

Colpito dall’ispirazione stappai la penna, sottolineando voice, nigthly winds, dreams, wishes.
Erano le parole chiave di tutto il mio concetto musicale e passai qualche minuto a fissarle, cercando di ricavarne qualcosa.
Sbuffai.
Richiusi il quadernino, scocciato.
Alla fine mando la cassetta come ‘Folk from Kitee with love!’ e sono belle che a posto!
Anette in sottofondo continuava a cantare, imperturbabile finché…
Ho sentito male…?
Riapro gli occhi, recuperando il bistrattato moleskine e rileggendo i lyrics mentre facevo rewind e mi accorgevo che – in effetti – Anette aveva pronunciato leggermente male ‘Nightwish’.
Che poi…questa parola dovevo essermela inventata sul momento perché sul dizionario proprio-
Oh, per tutti i muffin al mirtillo…
An, ignara del mio shock, era già al poema finale ed io fissavo la carta come se avesse potuto azzannarmi.
Una parola unica, coniata senza accorgermene scrivendo frenetico.
Nightwish.
Era perfetta.
Più che perfetta.
Un cerchio che si chiudeva.
Se non fossi stato settanta chili ed ad quasi due metri dal pavimento mi sarei messo a saltare sul letto per la felicità.
Avevo trovato quello che cercavo.

~ il mattino dopo
Era prestissimo ma non ce la facevo più ad aspettare.
Quella notte non ero riuscito a chiudere occhio passando buona parte del tempo a camminare in tondo per la stanza, preso dalla frenesia avevo completato le tracklist ed imbustato cinque della dozzina di nastri magnetici che avevamo inciso.
Imbacuccato avevo raggiunto Kitee in notturna ed avevo atteso che l’ufficio postale aprisse, scarabocchiando sulle buste un ultimo ‘FRAGILE!’ prima di darle in consegna all’impiegata.
Uscito dalla posta presi un grosso respiro profondo e fissai il cielo sopra la mia testa con le dita incrociate.

The Nightwish I send through the starlit sky.

5 Giugno 2004, ore 22 e 41
Finlandia, Kuopio

La folla ruggì per un’ultima volta, salutando Tuomas ed i ragazzi mentre ringraziavano il pubblico e scendevano dal palco.
Il tastierista era vistosamente alticcio quella sera, incespicò nella scaletta e Marco accanto a me lo sorresse aiutato da Emppu appena in tempo prima che si spaccasse il naso.
“Che cav-” sbatté un paio di volte le palpebre, poi ci mise a fuoco sbalordito “Marco? Anette? Che ci fate voi qui?!”
“Distorsione spazio-temporale, cuccioKorg! Non siamo veramente qui!” scherzò Marco, sorreggendolo verso i camerini dove la baldoria post-gig era appena agli inizi…
Dopo l’incisione della demo non era successo nulla degno di nota se non si contava la recensione del Soundi che ci aveva praticamente tagliato le gambe così ognuno di noi si era occupato dei propri interessi personali, anche se per sfizio Tuomas mi aveva chiesto di registrare ancora un paio di tracce per incidere una seconda demo di sette canzoni.
Intanto avevo dato gli esami di fine anno scolastico ed ero appena scappata dal ballo della scuola con la complicità del bassista. Il poveretto aveva acconsentito dopo che l’avevo esasperato per oltre due mesi di seguito.
“Te ne pentirai, An!” aveva detto lui profetico, mettendo in moto.
“Oh beh…hakuna matata!” risposi io seduta sul sedile di fianco, mentre disfacevo la rigida acconciatura “Anch’io voglio essere dall’altra parte delle transenne almeno per una volta!”

Era per quel motivo che mi trovavo in quei camerini striminziti, anziché volteggiare come una prima donna nella palestra della scuola superiore di Kitee.
Okay…all’inizio mi ero pure divertita ma al terzo giro di ballo avevo battuto in ritirata con una scusa sul momento e mi ero lasciata indietro il principe azzurro. Speravo solo che non fosse in una valle di lacrime per colpa mia…
Il concerto dei Darkwoods My Betrothed era stato una bomba sonora!
Adesso capivo perché i ragazzi erano così attaccati al Metal ed alle atmosfere sonore affollate!
Marco aveva posato Tuom su un divano a svernare poi aveva ingaggiato una discussione con alcuni tecnici del suono.
Tero si fece largo verso la mia direzione con due bicchieri di birra in mano, seguito da Emppu che mi rivolse un sorriso solo per me.
“Ehilà principessa! Qual buon vento ti porta qui?” domandò allegro.
“Il vento della ribellione?” risposi con un sorrisino, accettando la birra. Eh qui mi sa che di roba analcolica non c’è né nemmeno l’ombra!
“Tu ribelle? Cos’è uno scherzo?” domandò Julma senza cattiveria.
Ridemmo insieme poi una rossa di provenienza non meglio definita mi venne praticamente addosso nel tentativo di entrare nel camerino. Quando quella furia umana si era ormai fatta largo come un tifone, realizzai d’aver versato tutta la birra su Emppu e di essere volata fra le braccia di Tero.
“Ehm…se può servire vi chiedo scusa…” dissi, imbarazzata a morte per la figura.
“Dio quanto la odio quella…” digrignò fra i denti il chitarrista nano, afferrando l’asciugamano che gli offriva Larha e facendo un cenno con la testa verso il divano. Voltammo lo sguardo e per poco non vomitai il sorso che ero riuscita a bere.
La finta rossa si era seduta sulle ginocchia di Tuom, le braccia strette come delle liane attorno al suo collo con una luce di sinistra possessione negli occhi.
“In effetti quei due sono sempre appiccicati come delle sanguisughe…e già tanto che non si mettano a dare spettacolo sul palco!” replicò poi Julma, arricciando le labbra in una smorfia.
A quella rivelazione inaspettata si accompagnò il colpo di grazia…Tuomas, leggermente ripresosi dalla sbronza, le aveva infilato una mano dietro la testa e l’aveva tirata verso di se in un gesto inequivocabile.
Sentii freddo.
“Ragazzi…vado fuori a prendere aria!” esclamai allegra e mi dileguai, correndo lungo il corridoio senza nemmeno vedere dove andavo.
Stavo piangendo, ma perché?
Non era la prima volta che vedevo certe scene…
Allora perché?
Aprii una delle porte antipanico appena il giusto per sgusciare fuori ed appoggiarmi al muro.
Prendevo respiri profondi ma le lacrime non volevano proprio saperne di smetterla.
Va bene, An…facciamo le persone ragionevoli.
Tuomas per quanto fosse in confidenza, non parlava mai della sua vita privata.
In fin dei conti faceva bene e lo ammiravo per questo.
Era la persona più bella che avessi mai incontrato anche se aveva i suoi difetti come tutti.
Era un uomo.
Stupida Anette!
Strinsi gli occhi, cercando di scacciare via quell’agghiacciante sensazione che si stava facendo strada come un proiettile.
Quell’idea che io…sei mesi prima.
Idiota!
Non ho inciso la sua demo solo per questo!
Non l’ho fatto esclusivamente per lui!
…ma la bambina fradicia, avvolta in una coperta che lo guardava determinata mentre gli chiedeva di sposarla…
…ero, e sarei rimasta sempre io…

5 Giugno 2004, ore 23 e 56
Finlandia, Kuopio-Kitee

Marco curiosava in giro impensierito.
Se capitava qualcosa ad An, Tuom l’avrebbe fatto a fette il mattino dopo!
Tero gli aveva detto che era uscita più di un’ora prima, e la trovò in cortile.
“Meno male…stavo per raggruppare uno squadrone di ricerca, bimba!” esclamò il barbuto biondo, capendo quasi immediatamente che c’era qualcosa che non andava “È meglio se ti riporto a casa, Cenerentola…tra un po’ qui ci suona la mezzanotte!”
“Sì…voglio tornare a casa.”
La risposta flebile ma decisa di lei lo stuzzicò e chinò il capo per scoprire i suoi occhi rossi e gonfi.
“Che è successo?” domandò preoccupato.
“Niente…andiamo?” replicò lei, spazientita.
Marco annuì, evitando la patata bollente per il momento e tenne aperta la porta per farla passare.
Anette esitò sulla soglia e domandò “Tuomas è già andato via?”
Marco alzò un sopracciglio “Ha tagliato la corda mezz’ora fa…”
Lei si tormentò un labbro ed entrò.
Durante il tragitto entrambi rimasero in silenzio, mentre il bassista le lanciava delle occhiate.
Anette fingeva di dormire…e Marco aveva tirato la somma di quel suo comportamento, facendo due più due.
Arrivati alla casa di lei disse, cercando di essere il più delicato possibile
“An…ricorda che io ci sono sempre se hai bisogno anche solo di una spalla, eh? Se vuoi fare due chiacchiere in qualsiasi momento…”
La ragazza sorrise “Tranquillo, non è successo proprio niente…buonanotte!”
Le fece ciao con la mano mentre si allontanava poi il suo sorriso si sfaldò e sospirò, accendendosi una bionda.
Prossima fermata: chiesa.
Non c’erano dubbi…ci voleva un’esorcista per quei due e dell’acqua santa da rovesciare su Tuom per calmargli i bollenti spiriti!

6 Giugno 2004, ore 1 e 21
Finlandia, Kuopio

Sleepwalker
Close your eyes
Feel the ocean where passion lies
Silently the senses
Abandon all defenses

Tamburellavo i polpastrelli sulla ringhiera del balcone, semisdraiato in una delle scomode seggiole di plastica.
Ci eravamo spostati nell’appartamento di Tapio Wilska mentre il festino alcolico andava lentamente scemando.
Aprii la lattina di birra…ormai ero quasi ubriaco perso, ma non lo consideravo un problema.
Tanto avrei dormito lì quella sera. Da solo.
L’idea di passare un’altra notte con Nadia mi aveva dato la nausea.
Sì…ormai la cosa non faceva che disgustarmi, ed appena ero riuscito a staccarmela di dosso avevo messo in chiaro che volevo darci un taglio.
La reazione di lei non si era fatta attendere molto, ne portavo ancora i segni in faccia.
Chiusi gli occhi, lasciando andare la testa indietro.

A place between sleep and awake
End of innocence, unending masquerade
That's where I'll wait for you

Non me l’aspettavo di vederla questa sera.
L’avevo immaginata elettrizzata mentre compiva un paio di giravolte nel suo vestito da sera davanti allo specchio come ogni giovane della sua età e nulla più.
Avevo preferito darmi all’alcol, piuttosto che vagare in quei particolari pensieri.
Marco aveva avuto ragione a mettermi in guardia.
Anette non era fatta per me.
Troppo giovane e troppo innocente, non avrebbe funzionato con lei.
Questo però non spazzava via la mia fissazione, schiacciata anche da come la demo non era stata presa in considerazione da nessuna delle case discografiche alle quali l’avevo mandata…per non parlare della recensione del Soundi.

Hold me near you
So close I sear you
Seeing, believing
Dreaming, deceiving

All’inizio avevo fatto finta di niente, mascherando i miei sentimenti per lei come una comune e semplice simpatia.
Avevamo registrato altre tracce e Tero stava lavorando al mixaggio di una seconda demo di sette canzoni.
Nel frattempo avevo iniziato a pensare di non essere molto normale.
Alla fine ero passato all’azione prendendo alla lettera il detto: chiodo scaccia chiodo.
Quella strategia era fallita ufficialmente un’oretta prima con tanto di sberle ed unghiate, un po’ quel trattamento me l’ero meritato.
Adesso era a corto di idee, accidenti.
Scolai la lattina poi mi misi alla ricerca di una posizione più comoda, con tutta l’intenzione di passare lì il resto della serata.
Era così bella quando era sbucata fuori dal nulla nelle quinte dopo il concerto.
Proveniva da un’altra dimensione.
Avrei voluto metterla sotto una campana di vetro e custodirla gelosamente, al riparo da tutti.
Solo ed esclusivamente mia.

Sleepwalker seducing me
I dare to enter your ecstasy
Lay yourself now down to sleep
In my dreams, you're mine to keep

~~~

Le parti in corsivo centrate sono tratte da 'Nightwish' e 'Sleepwalker' dei Nightwish.

Capitolo in ritardo! Sorry!!!
Eccoci arrivati al pezzo anomalo del pacchetto 'The Fling'. Rimaneggiato pesantemente negli ultimi quattro giorni. (Visto Lalla? Ho drizzato le magagne! Epic win! =)
In origine avevo deciso di narrare l’intera storia da un unico punto di vista, quello di Tuomas.
Poi ho avuto l’idea di aprire uno spiraglio su An ed è uscito questo capitolo un po’ così, raccontato da Anette, Marco e Tuomas (brillo come un birillo!) in simultanea.
Non mi soddisfa molto ma lo ritengo importante ai fini del rapporto che si instaura fra di loro e che risalterà poi in DOR, volevo anche mettere in chiaro che Anette si trova nella scomoda posizione di dover fare i conti con i propri sentimenti inaspettati. Questa sarà una delle sue due apparizioni come narratrice nell'intera storia.

Ahem, ci tengo a sottolineare che il concept nome della band e le possibilità sono creazioni della mia mente bacata! Non abbiate timore che la padella di Holopainen è già in viaggio per colpirmi...LoL

E quest'oggi si saluta la cara CrystalRose che è passata nello scorso capitolo.
Ringraziate lei se mi sono accorta che ho fatto un pasticcio e quindi ho deciso di allungare la storia di un capitolo! ;) Ovviamente devo ancora scriverlo! xD
Comunque sabato ci rivedremo con il prossimo chappy ed io vi lascio qui! =)
Buona settimana a tutti! =*
Hermes

  
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