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Autore: _joy    27/05/2014    4 recensioni
«E di me ti fidi?»
«Posso fidarmi?» rispondo «Dimmelo tu» 
«Sì» risponde senza esitazione. 
 
Gin/Ben
[Serie "Forever" - capitolo IV]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forever'
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Questa mattina ho aperto io la porta di casa quando ho sentito il campanello suonare.
 
Ben era a letto e voglio che dorma il più possibile, perché possa rilassarsi un po’.
Tom non c’era, tanto per cambiare.
Ho aperto la porta e mi sono trovata davanti Destiny.
«Oh» ho detto «Ciao»
Lei mi ha squadrata dalla testa ai piedi, poi ha fatto un cenno con il capo.
«Ciao. C’è Tom?»
«Bè, veramente no. Non so dov’è» dico subito, prima che mi faccia altre domande.
Ben si tiene fuori dalle storie di Tom e io voglio fare altrettanto.
 
Lei sospira e si sfila gli occhiali da sole.
È davvero bella.
E sembra tristissima.
«So che mi dirai di no, ma tanto…» attacca con tono aggressivo «Posso entrare?»
Serro le labbra.
«Se per entrare intendi in camera di Tom, allora no. Se ti va un thè freddo, invece, volentieri»
Sembra stupita.
Mi lancia un’occhiata indagatrice e annuisce.
Io la faccio entrare e prendo caraffa e bicchieri, che porto sul terrazzo.
Lei si siede disinvolta, come se conoscesse bene la casa.
Penso che sia proprio così.
Prende un bicchiere, ringrazia a bassa voce, e per un po’ resta in silenzio, meditabonda.
All’improvviso chiede:
«Come ti trovi qui?»
«Benissimo» rispondo.
«Davvero?» sembra divertita «Ti piace il clima, immagino. Le belle case. Ma… la compagnia?»
Ora.
Capisco che Destiny abbia il dente avvelenato, ma sarebbe meglio se se la prendesse con Tom invece che con me.
Ribatto fermamente:
«Mi piace stare con Ben. Per il resto, francamente, trovo che Londra sia una città immensamente più bella»
«Oh, Londra» lei scrolla le spalle «Sì, certo, ogni tanto bisogna farsi vedere anche lì, ma per il resto… La vita è qui»
«Dal mio punto di vista, francamente “farsi vedere” conta meno di zero. Io parlavo proprio della città»
«Certo, tu non sei un’attrice. Per te è diverso»
Lo dice con un tono ovvio e io stringo i denti.
Intendiamoci: a me di fare l’attrice fregherebbe meno di zero e non ne sarei mai capace, per altro… Ma perché, Destiny ha vinto qualche Oscar?
Non mi risulta proprio.
Qui tutti fanno gli attori.
Quelli che poi, però, lavorano davvero sono una percentuale minima.
«Ah sì?» faccio, innocente «Immagino che per te cambi molto, invece»
Lei mi lancia un’occhiataccia.
«Io lavoro come modella, faccio delle pubblicità importanti…»
 La interrompo.
«Oh capisco. Allora sono sicura che ci vedi anche meglio di me e sai valutare davvero Los Angeles»
«Allora non sei così dimessa come sembri» risponde, secca «Te ne stai sempre lì, in silenzio… Iniziavo a chiedermi come faceva Ben a stare con te»
 
Ok.
L’ho fatta entrare con le migliori intenzioni, davvero.
Mi spiace per come Tom e i suoi amici la trattano.
Ma se tira fuori Ben le stacco la testa a morsi.
 
«Destiny» le dico, scandendo bene le parole «Di “dimesso” io qui vedo solo una certe parte di quozienti intellettivi»
Lei ghigna.
«Certo, naturalmente. Ma, diciamocelo, qui fa poi la differenza?»
«Per me sì»
«Ecco perché sbagli» mi gela «Ecco perché non ti inserirai mai in questo ambiente. Guardaci pure dall’alto in basso, ma resta il fatto che non sei proprio il tipo di donna che qui fa scalpore»
«Io non sono venuta qui per fare scalpore! Io non ho nulla a che fare con quelle come voi!»
Sbatto il bicchiere sul tavolo e sto per buttarla fuori di casa, quando lei dice:
«Per questo è strano che Ben stia con te»
 
Ha toccato un nervo scoperto e dalla sua occhiata capisco che lo sa.
 
Prosegue:
«Ginny, non ce l’ho con te, ma devi capire che qui nessuno ti ha accettata. È strano vedere Ben con una ragazza… come te»
Mi squadra e non dice nulla, ma io mi stringo bruscamente nell’accappatoio.
«Cosa vorresti dire?»
«Bè, che lui è sempre stato con modelle, con attrici…»
«Guarda che lo so. Ma è il passato»
«Sì…» per la prima volta sembra insicura «Sì, con te sembra felice… Sta persino lontano dai party più sfrenati, ma tu non puoi non sapere che prima non viveva così. Anzi, che se vuole vivere qui non può fare così. Non gli basterà più. Qui tutti sono a mille, sono sulla cresta dell’onda: macchine, case, feste esagerate… E pensi che lui vorrà starsene a casa con te?»
Non le darò la soddisfazione di rispondere.
All’improvviso, lei fa un passo in avanti e mi sfiora il braccio.
Io mi tiro indietro.
«Non avercela con me: voglio solo aprirti gli occhi. Ben vuole questa vita, o non sarebbe qui»
«È qui per lavoro»
Lei scuote il capo.
«È qui per lo stesso motivo per cui tutti siamo qui. Perché restiamo qui. Perché qui c’è Hollywood. Se lui non volesse tutto questo sarebbe con te a Londra. Ma è qui, Ginevra, perché lui è come tutti noi. Vuole tutto. Vuole Hollywood»
 
Ci guardiamo, io in cagnesco e lei con un’espressione che non so decifrare, e in quel momento entra Ben.
Indossa solo i boxer e deve essersi appena alzato.
Si ferma di botto quando vede Destiny; sembra imbarazzato.
«Ciao, Ben» gli dice lei «Non preoccuparti, ti ho visto altre volte in boxer, vieni pure»
Io prendo i bicchieri e li porto in cucina, perché sarei capace di urlare.
Come osa dire una cosa del genere in mia presenza?
Sento Ben rispondere qualcosa a bassa voce.
Mi tremano le mani: devo darmi una calmata.
So che aveva una vita prima di me.
Non ne ha mai fatto mistero.
Ma so anche cosa c’è tra me e Ben.
Prendo fiato e mi passo le mani sugli occhi.
All’improvviso, sento una mano afferrarmi delicatamente il braccio e faccio un salto per la paura.
«Ben, oddio!» gli dico «Ma sei matto?»
«Gin, tutto bene?» mi chiede invece lui «Cosa voleva Destiny?»
Prima che io possa dire qualcosa, lei ci raggiunge in cucina.
«Oh, niente…» mi anticipa «Volevo vedere Tom, ma Ginevra mi ha detto che non c’è. Ben, tu non sai per caso…»
Lui scuote il capo.
«Destiny, mi dispiace, ma sai come la penso. È una cosa che riguarda voi due e non puoi parlarne con me»
«Fedeltà maschile, eh?» cerca di scherzare lei, ma ha il viso tirato.
Mi farebbe quasi pena, se non fosse che le strapperei i capelli.
«Va bene. Ho capito. Vado»
«Destiny…» fa Ben «Ascolta, mi dispiace davvero, ma non cercare di tirare Gin dentro questa storia, ok? Non voglio che debba sentirsi sotto pressione per te e Tom»
«Come sei protettivo, Barnes!»
Lui resta serissimo.
«Destiny, lei vive qui e Tom anche. E tu lo sai»
«Certo, certo. È stata solo molto gentile, tutto qui. Sai, non è che con me lo siano in molti. Me ne vado, comunque. A presto»
Mi lancia un’ultima occhiata e bisbiglia:
«In bocca al lupo»
Poi se ne va.
 
Quando sentiamo la porta d’ingresso chiudersi, Ben mi accarezza il fianco.
«In bocca al lupo per cosa?» chiede, perplesso.
Io sto già rimuginando se raccontargli della conversazione… Ma Ben ha preso le mie difese. L’ha mandata via. Cosa direbbe, che ascolto una gallina che nemmeno conosco e non lui?
Scrollo le spalle.
«Oh, per la vita qui» dico con noncuranza.
Lui mi sorride e mi bacia sulle labbra.
«Ma a te non servono gli auguri, sei bravissima e ti adatti a tutto!»
Sorrido debolmente.
Facciamo colazione in terrazza e mio sforzo di non pensare a Destiny.
 
 
La sera andiamo a ballare in uno dei soliti locali in cui il gruppo di Ben si reca puntualmente.
Ci sono un paio di produttori importanti e Ben ha un amico che glieli presenta.
Benissimo.
Spero possano sollevarlo un po’ dopo l’ultimo provino.
Sono seduta su un divano e acanto a me Cindy ridacchia e dice a una sua amica:
«Guarda, che ne pensi del mio vestito? È bello, vero? Certo… non tutte possono permetterselo!»
Mi guardano entrambe e ridacchiano.
Io faccio finta di non sentirle.
Ben, dove sei? Dai, torna, ti prego.
 
Ma lui torna dopo quasi un’ora.
Si siede subito accanto a me.
«Scusa, mi spiace amore. Ti sei annoiata? È che dovevo proprio…»
«No, no» rispondo, tranquillizzata dalla sua presenza «Va tutto bene»
Lui mi sfiora la fronte con un bacio.
«Sicura? Ti diverti con gli altri?»
Perché, secondo te qualcuno mi parla?
Mi sforzo di sorridere e annuisco.
 
Quando torniamo a casa però non posso trattenermi dal chiedergli:
«Ben, ma tu davvero non torneresti a Londra?»
Lui sembra perplesso.
«Bè… Non ora, almeno. Perché, tu vuoi…»
Pausa.
«No. No, dicevo per dire»
Sorride e mi bacia la mano.
«Spero che l’America possa piacerti, amore» mi dice «Io la adoro!»
«Già, anch’io» ribatto.
 
Ma continuano a tornarmi in mente, fastidiosamente, le parole di Destiny.

 

***
Buongiorno!
Buon martedì e buoni Gin&Ben :)
Per qualsiasi informazione su questa e sulle altre mie storie, potete trovarmi qui: https://www.facebook.com/Joy10Efp
Buona lettura e grazie di essere con me,
Joy

   
 
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