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Autore: Locked    27/05/2014    8 recensioni
Kurt torna al McKinley dopo il suo soggiorno alla Dalton, ma il rapporto con Blaine è diverso da quello che conosciamo. 
Niente "Oh, there you are" o "You move me, Kurt"; solo una splendida amicizia. 
Tanti chilometri tra di loro, una Rachel un po' inquietante e un Sebastian fin troppo paziente.
Riuscirà la distanza ad avvicinarli più di quanto si aspettano?
[sms+description]
*
(6.50)
Kurt?
(6.53)
Kuuurt?
(6.57)
Kuuuuuuuurt?

 
(6.59)
Blaine.
 
(7.00)
Oh, ma allora non stai dormendo!

 
(7.02)
Oh, no. Assolutamente. Chi potrebbe mai dormire alle sette di mattina della domenica?
*
Alzò di nuovo lo sguardo verso i suoi amici, incontrando un paio di occhi caramellati. “Tu!” esclamò fingendosi indignato. Blaine scrollò le spalle mormorando a mezza voce “Colpevole” e spalancò le braccia. Kurt lasciò cadere la sua tracolla stracolma di dvd sul pavimento con poca grazia e si lanciò letteralmente tra le braccia di Blaine. Respirò a fondo il suo profumo, così simile all’aria dei boschi mescolata all’odore della pioggia, , e incastrò le braccia attorno al suo torace e il viso nell’incavo del suo collo. “Mi sei mancato” Mormorò.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note iniziali:
Io ... ci vediamo alla fine, che sennò inizio a piangere.


Kurt
Blaine

 


Epilogo.


 
 
 
“Blaine, dobbiamo andare a cambiarci, o moriremo di freddo. O peggio ancora, potrei beccarmi un’influenza.” Mormorò Kurt, allontanandosi di qualche millimetro dalle labbra rosee e dischiuse di Blaine “E fidati, non sono per niente carino quando starnutisco.”

“Tu sei sempre carino” sentenziò Blaine, rendendosi conto qualche istante più tardi di ciò che aveva appena ammesso. Avvampò immediatamente, improvvisamente desideroso che una fossa si aprisse sotto di lui e lo spedisse da qualche parte nelle profondità terrestri. Kurt sogghignò, osservando le sue guance imporporarsi, e gli afferrò la mano “Andiamo” disse, dirigendosi verso l’auto.
 
 
*
 
 
“Okay, quindi …”

Una volta tornati a casa ed essersi cambiati con dei vecchi vestiti di Finn per Blaine – stava cominciando a diventare un’abitudine, quella – e con una morbida tuta e una felpa leggera per Kurt, era sceso il silenzio.

Le risate e gli asciugamani lanciati da un lato all’altro della stanza, i borbottii davanti ai riccioli ribelli e alle ciocche di capelli arruffate, l’arrossire dopo aver constatato che sì, forse era meglio che si cambiassero in due stanze separate; tutto aveva lasciato posto a un silenzio sufficientemente imbarazzato ed imbarazzante.

Kurt incrociò le gambe sul letto, permettendo a Blaine di sedersi  dall’altro lato del materasso.

“Ti devo delle spiegazioni” iniziò il moro, accarezzando il lenzuolo candido con la punta dei polpastrelli, come a cercare le parole giuste tra le cuciture della stoffa. Kurt annuì e spalancò le palpebre, una mano poggiata sotto il mento e l’altra ad afferrare quella di Blaine. I loro sguardi si incontrarono per un istante, ambra liquida contro angoli di cielo; poi Blaine iniziò a parlare.

“Qualche giorno dopo il tuo compleanno ho parlato con Sebastian e ho realizzato … la cosa.” Sospirò, mordicchiando il labbro inferiore “Ho realizzato di essere innamorato di te” Sorrise, e a Kurt brillarono gli occhi. “Ma non avevo il coraggio di ammetterlo a me stesso; figuriamoci dirlo a te. Ero terrorizzato dal poter rovinare la nostra amicizia e i chilometri tra di noi non mi hanno facilitato le cose. Quindi ne ho parlato con Sebastian; e poi mi è venuto  in mente il numero anonimo.” Distolse lo sguardo, improvvisamente amareggiato; Kurt gli strinse la mano tra le dita e lo obbligò ad incrociare di nuovo il suo sguardo, cercando di calmarlo con un sorriso gentile. Non servivano le sue parole, in quel momento; Blaine aveva bisogno di spiegare, di spiegarsi.

“E non ho idea di come mi sia venuta in mente la storia delle ripetizioni; lo giuro. Avevo solo bisogno di una scusa. A ripensarci ora, sembra così assurdo … Ti sarò sembrato uno stalker o un pazzo, un disperato. Se penso che sapevi già tutto—“ Blaine nascose il viso tra le mani, soffocando qualcosa a metà tra un sospiro e un singhiozzo.

“Ehi, ehi” lo interruppe Kurt, stringendogli le dita tra le sue e costringendolo a spostarle e a guardarlo negli occhi “basta. L’abbiamo superato. Non sono arrabbiato con te per questo.” 

Blaine sussurrò, un mormorio appena udibile uscì dalle sue labbra tremolanti “Perché?”

L’altro inspirò profondamente. “Perché so come ci si sente a non essere ricambiati da qualcuno.” L’occhiata interrogativa di Blaine lo costrinse a spiegarsi meglio. “Non ho scoperto di essere innamorato di te qualche giorno fa; lo so da tempo. Era da qualche parte dentro di me, radicato e terrorizzato di esprimersi, ma questo … sentimento c’era.  E anch’io ero spaventato da un rifiuto, quindi ho tenuto tutto nascosto.” Blaine lo stava fissando; gli occhi spalancati, colmi di stupore e d’incredulità. Sentì qualcosa scoppiare, tra i polmoni e il cuore, quando Kurt riprese a parlare.

“E poi è arrivato Alex, ed improvvisamente tu sei diventato distante. Ma tutto di quei messaggi urlava ‘Blaine’, e quando ho realizzato con chi stessi parlando mi sono arrabbiato. Molto, a dire la verità. Ma poi ho capito perché lo stavi facendo ed è diventato quasi naturale parlare con l’altro ‘te’.”

“Tu mi hai davvero … riconosciuto? Dal nulla?” balbettò Blaine.

“Riconoscerei tutto di te.”
 
 
*
 
 
“State scherzando; non c’è altra spiegazione plausibile, state scherzando!” Santana ruotò leggermente il busto, voltandosi completamente verso Sebastian, alla sua destra “Stanno scherzando, non è vero?” chiese, la voce dalle tonalità vagamente isteriche.

Sebastian inarcò elegantemente un sopracciglio e incrociò gli occhi di Blaine, a metà tra il divertito e il terrorizzato. “Non stiamo scherzando, Santana. E’ tutto vero, lo sapevo fin dall’inizio, non c’è più niente da nascondere.” Ripeté Kurt per l’ennesima volta, una mano a strofinarsi il volto stanco e l’altra stretta a quella di Blaine sotto al tavolo del Breadsticks. Il moro contrasse le dita attorno alle sue in un segno di muta comprensione e gli sorrise, le labbra premute assieme per soffocare una risata.

Erano passate meno di ventiquattro ore, ma Sebastian e Santana, inspiegabilmente, avevano già scoperto tutto e li avevano inchiodati ad un dannato divanetto di stoffa consunta nell’angolo più nascosto dell’unico locale decente di Lima, con lo scopo di estorcere loro quante più informazioni possibili.

“Quindi” tentò Sebastian cautamente “cosa siete ora, di preciso?” Kurt s’irrigidì e spostò lo sguardo sul ragazzo al suo fianco, che a labbra dischiuse fissava gli occhi scintillanti di curiosità del suo migliore amico. “Noi” iniziò “Stiamo insieme” lo interruppe Blaine, stringendo ancor di più la sua mano nella propria. “Stiamo insieme?” ripeté Kurt, gli occhi azzurri spalancati pieni d’incredulità mescolata a gioia pura.

“Solo se tu lo vuoi” si affrettò a rispondergli l’altro, affondando lo sguardo nel suo, cercando di trasmettergli quanto più potesse in quell’alchimia di battiti frenetici e respiri trattenuti. “Certo che lo voglio” mormorò Kurt, la vista appannata dalle minuscole lacrime intrappolate tra le ciglia.

“Okay, noi ce ne andiamo” sentenziò Sebastian, afferrando il giubbetto e spingendo la spalla di Santana “Ma in realtà io—“

“Noi” ripeté il ragazzo “ce ne andiamo, forza!” Trascinò letteralmente via la moretta dal tavolo, ignorando volutamente le sue proteste via via più colorite. “Comunque” esclamò a voce alta la ragazza, a qualche metro di distanza da loro, un polso intrappolato nella stretta di Sebastian “usate le precauzioni!” Fece loro un occhiolino e poi si voltò, ancheggiando verso l’uscita, gli occhi di tutti puntati su di lei e quelli di Kurt e Blaine spalancati tanto quanto le loro bocche.

“Dio, sei anche peggio di me, quando ti impegni!” borbottò Sebastian, seguendola all’esterno del locale.

“Oh mio Dio” esalò Kurt “Scusala, lei è—sa essere molto inopportuna, quando vuole” balbettò, il collo e le guance lievemente imporporate. Blaine liberò una risatina nervosa e si voltò completamente verso di lui, afferrandogli entrambe le mani in un gesto che di esperto aveva ben poco, ma che racchiudeva in sé una dolcezza intrinseca e pura.

“Intendevo ogni parola di ciò che ho detto prima; so che definire una relazione dopo nemmeno un giorno è prematuro e forse anche impossibile, ma faremo tutto quello che vorremo fare. E se tu vuoi prenderla con calma io aspet—“ Le labbra morbide e vanigliate di Kurt ricoprirono le sue per una frazione di secondo, lasciandogli il fantasma di un bacio dolce e leggero. “Voglio stare con te, Blaine Anderson.”
 
 
*
 
 
E quella fu la loro estate. Fu l’estate di baci rubati tra gli alberi dei giardini pubblici di Lima e di mani strette sulle panchine di Westerville; fu l’estate dei Ti amo e degli Io di più; fu l’estate delle corse nelle rispettive camere quando i propri genitori arrivavano a casa e dei Porta aperta! di Burt Hummel; fu l’estate dei pic-nic organizzati meticolosamente da Kurt e delle gite al mare con solo una mappa e la chitarra di Blaine con loro.
Fu la loro estate, e quando terminò sembrava essere passata un battito di ciglia, uno svolazzo di ali di farfalla. Dirsi di nuovo addio li terrorizzava; la distanza era riuscita a creare un muro tra di loro, più e più volte. Nessuno di loro due era pronto a separarsi dall’altro. Fu terribilmente difficile salutarsi, quella notte di Settembre, senza poter avere la certezza di un ci vediamo domani.
 
 
*
 
 
18 Settembre

(8.15)
La scuola è iniziata da quanto? Una decina di minuti? E già sento la tua mancanza.
(8.16)
Blaine Anderson, cosa mi hai fatto?
 
(8.17)
Ti ho reso il ragazzo più felice dell’Ohio? Modestia a parte, ovviamente.
 
(8.18)
Ovviamente. Perché questi dannati armadietti hanno le combinazioni così complicate? Cosa vorrete che ci tenga dentro? Una mazzetta di contanti? Scommetto che lì alla Dalton va tutto a meraviglia, non è così?
(8.19)
A proposito, salutami Sebastian!
 
(8.20)
In realtà … non sono alla Dalton.
 
(8.20)
Riunione straordinaria con gli Usignoli? Il primo giorno di scuola?
 
(8.21)
Acqua.
 
(8.21)
Stai male? Non è possibile, ieri sera stavi benissimo. E’ successo qualcosa?
 
(8.21)
Kurt, voltati.
 
(8.22)
Cosa?
 
(8.22)
Voltati.
 


*


E forse era avventato; forse era da pazzi, forse era totalmente, completamente folle. Ma cosa, tra di loro, era mai stato normale? Spesso è il destino che ci guida, altre volte sono le nostre scelte.

Quella volta, quando Kurt Hummel picchiettò con l’indice una spalla fasciata da un blazer rosso e blu sulle scalinate di una scuola talmente grande da sembrare soffocante, non si aspettava nient’altro di una semplice indicazione. Ed aveva trovato l’amore della sua vita.

Quella volta, quando Blaine Anderson aveva cantato la sua canzone preferita tra le mura della sua seconda casa, circondato dalle armonie dei suoi migliori amici, perdendosi nelle striature grigie degli oceani negli occhi di un ragazzo incontrato appena qualche istante prima, non aveva programmato d’innamorarsi di quello sguardo.

Quando trovi il pezzo mancante del puzzle della tua anima, quando incontri quella risata che ti scalda il cuore e lo stomaco e ti ingarbuglia i sensi, allora lasci stare le regole e i divieti. Ignori il le voci e i pensieri e segui l’anima.

Ed è per questo che in quella mattina di metà Settembre, tra le pareti del McKinley – quella scuola che stava diventando la loro nuova casa – Kurt e Blaine dimenticarono gli avvertimenti, le minacce e gli sguardi pieni d’odio.
Corsero l’uno verso l’altro – l’uno contro l’altro –, e ci furono baci e lacrime di gioia e parole d’amore sussurrate. E fischi di Santana e occhiate adoranti di Rachel e no, fratellino, non davanti a me! di Finn.

E risate; ci furono risate. Perché erano giovani ed erano insieme, e se il passato e il futuro li spaventavano avevano comunque il presente da vivere. Il loro presente.







Spazio autrice:

E' finita sul serio. Davvero. Io ... wow. Grazie, grazie mille per esserci stati, dal primo all'ultimo. Grazie per ogni seguita/preferita/ricordata, grazie per ogni visualizzazione o lettura silenziosa. Non vi ringrazierò MAI abbastanza per tutto quello che avete fatto. Sto diventando sentimentale *si asciuga la lacrimuccia* Grazie ad Ambros, che ha letto questa storia per prima e mi ha sempre supportata (e sopportata); grazie a Mellark, che mi ha addirittura aiutato col titolo e c'è sempre stata; grazie a Miss Obrien, che non importava che orario fosse, ha sempre trovato dieci minuti per scrivermi qualcosa sui capitoli; grazie a Michela e agli anon di Ask che mi hanno chiesto della storia. Un grazie enorme.
E ... insomma, questo è quanto. Con oggi i miei impegni scolastici terminano, quindi comincerò ASAP a scrivere una nuova Klaine (angst, abbiate pietà, dopo tutto questo fluff ho bisogno di un po di angst) e insomma, un grazie anche per chi mi seguirà lì! Se vi andasse di lasciarmi un parere sulla storia, ora che è conclusa, e non vi andasse di lasciare una recensione, a voi i miei contatti:
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Vi adoro! Ora scappo a dormire, ma per qualsiasi cosa mi trovate qui! Spero di non avervi delusi, un abbraccio. (:
   
 
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