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Autore: Sheep01    29/05/2014    4 recensioni
Si concentrò sulla schiena solida del fratello. L’unica cosa concreta a dargli un senso di stabilità e calore.
Barney era tutto per lui. Fratello, amico, consigliere, padre e madre assieme. Lui che del padre ricordava solo la voce tonante e l’alito che sapeva di alcool e il peso delle sue percosse. Che della madre ricordava solo il profumo dei suoi capelli e i singhiozzi spezzati, umiliati, nella notte. Il fratello era stato il pilastro della sua vita, l’unico esempio da seguire. Protettore e cavaliere dall’armatura scintillante. Ed ora il suo salvatore.
[A Tribute to Clint Barton]
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17

 

[Loki]

 

Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso.

(L’Avvocato del Diavolo)

 

*

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Tu hai... cuore.”

 

Un rumore costante, nella testa. Come un battito cardiaco.

Un ritmo incessante, a scandire il tempo.

Non sentiva più caldo. O freddo. Non la stanchezza. La fame. Non la paura. O la preoccupazione.

Era essenziale.

Non solo importante.

Essenziale garantire la sua sicurezza.

Garantire la riuscita dei suoi ordini.

 

Uno spiraglio di luce dai contorni di tenebra.

 

Una messa a fuoco.

Loki.

Il Dio dell'inganno.

Oh, lo sapeva bene chi fosse. Gliene avevano parlato.

Le informazioni direttamente dalle labbra del professor Selvig, in una lezione non richiesta di mitologia norrena. In un tempo ormai lontano, indefinito.

Non solo importante.

Era essenziale.

Essenziale portarlo fuori da lì.

Lontano dai laboratori di ricerca dello SHIELD.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Non hai bisogno di incentivi per comprendere a chi va la tua fedeltà.”

 

Non era in dubbio a chi andasse la sua lealtà. Clint lo sapeva. Lo sapeva benissimo.

Era consapevole di chi fosse, di chi era stato, di dove andasse, di quali sarebbero state le conseguenze delle sue azioni, solo... non gliene importava.

L'obiettivo andava ben oltre tutte quelle sciocchezze morali o sentimentali.

L'obiettivo doveva essere perseguito con precisione. Perizia.

Per una volta tanto avrebbe potuto agire secondo le sue inclinazioni, senza temere un richiamo.

Loki era magnanimo, dopotutto. Gli aveva lasciato così tanta carta bianca, da quando aveva deciso di arruolarlo nel suo personalissimo esercito.

Ricordava perfettamente le modalità.

Prima c'era solo Fury e la promessa di sorvegliare il Tesseract. Ora c'era Loki. E ancora la promessa di sorvegliare il Tesseract. Cambio di programma. Ma essenzialmente niente di diverso.

I piani ben più grandiosi. Meno corredati di stupida burocrazia. O limiti etici.

Clint non doveva chiedersi se fosse giusto. Clint doveva solo eseguire gli ordini.

E il fatto che non esistesse coscienza a cui dover rendere conto, bè, facilitava il compito.

Lo facilitava di molto.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Ci servono uomini.”

 

Aveva messo in piedi una squadra. Gente che odiava lo SHIELD. Fin troppo facile raccoglierne dai recessi delle più sordide paludi di corruzione. Gente che avrebbe dato un braccio, una gamba, pur di avere la propria personalissima vendetta, a prescindere dalle modalità, dal leader che li avrebbe condotti al compimento dell'obiettivo.

Un formicaio animato da uno spirito comune. Che pulsava, vibrante, all'unanimità in quelle gallerie di tenebra.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Cosa sai dirmi di loro? Voglio conoscere tutto quello che sai...”

 

E Clint glielo aveva raccontato. Cantato come un fringuello. Senza avere la benché minima crisi di coscienza.

Scucito i più sordidi segreti (conosciuti s'intende) dell'organizzazione. Dei suoi membri.

Di Nick Fury.

Di Maria Hill.

Di Phil Coulson.

Di Natasha Romanoff.

Gli aveva raccontato di Barney, nel caso gli fosse servito saperlo.
Gli aveva raccontato i suoi trascorsi. Gli aneddoti della sua vita. Tutte le missioni a cui aveva partecipato.

Tutto quello che sapeva sul New Mexico.

Dei fallimenti e dei successi dello SHIELD.

Di Tony Stark.

Dei mostri che avevano popolato la terra.

Di tutto ciò che lo faceva stare bene e di tutto ciò che lo terrorizzava.

Loki aveva sviscerato ogni tassello della sua anima. Lo aveva costretto a portarli alla luce. Lasciandoli sgorgare direttamente dalle sue stesse labbra.

Loki vi aveva attinto.

Clint aveva lasciato che se ne servisse. Senza provare gioia. O dolore. Senza provare niente.

Riplasmato secondo necessità.

Non era forse ciò che era abituato a fare?
Sopravvivere. E lo stava facendo. Un'altra volta. In modo estremo.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Dimmi di cosa hai bisogno.”

 

Uccidere.

Un tempo si era ripromesso di non farlo più se non fosse stato necessario.

Se non si fosse trattato di uno scambio equo. Di una consapevolezza reciproca.

Completamente spogliato di quel velo di coscienza che in passato lo avrebbe frenato. Che in alcune circostanze lo aveva, già di fatto, bloccato.

Ostacoli. Niente altro che ostacoli.

Un freno a quegli ordini imprescindibili. Al loro compimento.

Uccidere.

Nemmeno quello a dargli l'impressione di essere egli stesso, ancora vivo.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Distruggili. Uno per uno. Distruggili.”

 

I corridoi dell'Helicarrier li conosceva bene. Nessun segreto. Nessuna paura.

Conosceva quelle persone. Conosceva come si muovevano. E conosceva Fury. Le sue modalità d'azione. La sua organizzazione.

Dovevano fare attenzione. Non sarebbe stato semplice.

Ma non così difficile sfruttare le loro debolezze.

Non era così che gli avevano insegnato ad agire? A sfruttare le debolezze altrui. Per trarne vantaggio.

Chi meglio di una serpe che si erano coltivati in seno... per anni?

Tutta la dedizione. Il tempo speso. La stanchezza. Gli allenamenti. Le lezioni. Le missioni sul campo.

Tutte proiettate verso quel momento.

Il momento in cui tutto il sapere che aveva accumulato, che gli avevano permesso di accumulare gli si sarebbe rivoltato contro.

Come in quel preciso istante.

Clint era pronto a distruggere tutto ciò per cui si era sempre battuto.

Le persone per cui si era sempre... battuto.

Le cause alle quali aveva votato la sua intera esistenza.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

“Sbarazzati di chi complica le cose...”

 

Natasha Romanoff. Croce e delizia della sua esistenza.

Non avrebbe dovuto mettersi sulla sua strada.

Anche se, in tutta coscienza, forse le avrebbe fatto solo un favore.

Liberarla da tutta quella serie di patetici tentativi di avvicinarlo, perché si trovava nella scomoda posizione di essere in debito con lui.

Era dunque tempo di sistemare una vecchia questione rimasta in sospeso. Portare a compimento ciò che non era stato in grado di concludere la prima, cruciale volta.

Una degna conclusione a tutta quella storia.

Una chiusura del cerchio.

Loki gli aveva chiesto se sarebbe stato in grado di farlo, se se la fosse trovata di fronte.

Clint gli aveva risposto che sì, ne avrebbe persino scelto le modalità. Sempre gliene avesse dato il tempo. Perché non era ancora così stupido da pensare che ne sarebbe uscito indenne.

Avrebbe attinto dalle sue pregresse confessioni. Tutte quelle chiacchiere a fine giornata. Tutte quelle volte che la Vedova Nera aveva sentito il bisogno di liberarsi la coscienza con lui. Di regalargli stralci delle disumane vicende della sua esistenza.

E da quelle debolezze, avrebbe cercato di costruire la propria forza.

Ma qualcosa era andato ad intaccare il perfetto meccanismo di Loki.

L’imprevedibilità.

La donna si stava battendo per sconfiggerlo, non per proteggerlo.

Il fatto che Clint non avrebbe potuto attingere alla sua debolezza, semplicemente perché era stata lei, per prima, ad attingere a quella di lui, e a sfruttarla a suo favore.

Non era, dopotutto, che una macchina senza un barlume di discernimento. Ben più facile da domare di un essere umano carico di libero arbitrio.

E così, in quella danza di rievocazioni e violenza, Clint sentì per la prima volta la stanchezza. I muscoli che non rispondevano così come avrebbero dovuto.

Il primo vero avversario.

Il primo reale, tangibile, risveglio di coscienza.

 

“Sbarazzati... di chi complica le cose.”

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

Ci aveva provato. Dio, sì, ci aveva provato. E aveva fallito. Fallito dopo tutto quel tempo.

Loki non glielo avrebbe perdonato.

Ma forse non avrebbe mai avuto il tempo di cadere sotto il suo furore.

La Vedova Nera lo avrebbe mai ucciso?

Non lo aveva già forse fatto con altri, in passato?

Magari avrebbe pensato non fosse il caso di risparmiare la vita di un traditore.

Ragionevole.

Crollò a terra prima di poter concretizzare il pensiero.

Il dolore alla testa ora così concreto.

Loki.

Uccidere.

Loki.

L'obiettivo.

Loki.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

La sincronizzazione che andava a farsi benedire come quella di una stazione radio sulle frequenze disturbate.

 

Uno spiraglio di luce dai contorni di tenebra.

 

“Natasha?”

 

Il dolore.

Il sollievo.

Il buio.

 

___

 

N.d.A: Loki, finalmente. Non come presenza tangibile, ma più come richiamo alla coscienza compromessa di Clint, in quel frangente. Non avrei potuto fare niente di molto diverso, essendo Clint il protagonista della storia. Questo o una pagina intera di odio e insulti ai danni del Dio degli inganni (fatto anche la rima). Perché Clint mi pareva piuttosto alterato dall’essersi fatto manipolare in modo così invasivo.

Ringrazio al solito tutti quanti leggano e commentino la storia, e sempre alla beta che ultimamente mi sta ispirando con delle produzioni da leccarsi le orecchie.

Alla prossima, se lo vorrete.

  
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