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Autore: cremomoni    29/05/2014    1 recensioni
"Era seduta sul letto che fino a pochi minuti fa occupavano entrambi. E guardava fuori dalla ampia finestra, scrutando i nuvoloni che si stavano addensando all’orizzonte. A quanto pare anche il tempo era dalla sua parte. Si sdraiò e tocco il lato del letto che quella notte aveva ospitato il suo corpo. E si sentì improvvisamente sola. "
Sono passati 9 anni dall'ultima volta che si sono visti, Veronica ha nuovamente scagionato Logan per qualcosa che non ha commesso. Anche questa volta dovranno separarsi. Ma Veronica sa bene perchè questa volta è diversa da tutte le altre...
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Casablanca, Eli Weevil Navarros, Keith Mars, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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«Tu, la ragazza per la quale la storia di Madison Sinclaire è stato il tradimento più grande, sei diventata la donna che è in grado di pronunciare frasi del genere?» Le sorrise Logan.

«Esatto!» Rispose Veronica con un gran sorriso, stringendo la sua mano. «Perché se le cose fossero andate diversamente non saremmo qui, lo sai anche tu... La morte di Carrie è stata una tragedia, davvero. Non posso immaginare cosa sia stato per te trovarla morta. O meglio posso immaginarlo, ma non so cosa si provi. Tutte le volte che tu, io o papà abbiamo rischiato la pelle ce la siamo sempre cavata.»

Logan le sorrise, Veronica stava cercando di capire e non di giudicarlo, stava cercando di annullare quei lunghi anni passati lontani prendendo il bello ed il brutto che questo ha comportato per loro.

Logan stava per chiederle di continuare il suo racconto, ma all'improvviso il pensiero di Piz, solamente sfiorato in quei giorni, si fece presente nella sua testa. «Visto che abbiamo toccato l'argomento Carrie,adesso mi dici che ne è stato di te e Piz in questi lunghi anni? Anzi, dimmi proprio che ne è stato di te dopo il College.»

«Piz...» disse Veronica con un'ombra negli occhi abbassando lo sguardo; si trattò di un minuto, ma Logan lo colse e le strinse forte la mano. Veronica alzò nuovamente lo sguardo.

«Dopo il college ho completato la mia formazione e sono entrata all'FBI. Mi sono gettata a capofitto nell'addestramento; non credere, ho fatto anche scelte sbagliate, soprattutto con un collega. Ma poi sono diventata un'agente. E lì ha avuto inizio...» Veronica tacque, abbassò lo sguardo, gli occhi si fecero immensamente tristi e concluse la frase con un filo di voce «…la fine...».

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Stavo lavorando con una mia collega, Callie Farmer, anche lei appena uscita dall’accademia sul caso di Unabomber, te lo ricordi? Sospettavamo di un professore ed eravamo andate da uno dei suoi studenti per fargli qualche domande riguardo il suo insegnante. Mentre ci stavamo guardando in giro nella stanza del ragazzo, abbiamo notato indizi che ci hanno subito fatto intendere che eravamo nella camera dell'assassino. Sono entrata nel suo sgabuzzino e lì i miei sospetti sono diventati certezze; uscendo dallo stanzino impugnando la pistola ho visto che teneva Callie sotto la minaccia di un coltello.

Mi ha fatto posare l'arma a terra minacciando di ucciderla, mi ha colpita in viso e chiusa nello stanzino; non ho più visto nulla di ciò che accadeva fuori, ma la mia mente l'ha ricostruito minuto dopo minuto; passando dalle voci, dai rumori, dalle sensazioni di tanti anni fa l'ha ricostruito mille e mille e mille volte. Callie ha lottato, ha cercato di disarmarlo, di colpirlo, di non farselo scappare. La sentivo urlare, respirare affannosamente, intimargli di arrendersi, inventare scuse sul fatto che sarebbero arrivati i colleghi da un momento all'altro. Poi il silenzio.

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Copiose lacrime rigavano le guance di Veronica mentre raccontava l'accaduto. Logan si alzò, la fece alzare a sua volta e la abbracciò forte, lasciando che tutta la tristezza, l'angoscia, la fatica che quello che aveva vissuto le aveva comportato, e che probabilmente non aveva mai raccontato, venisse portato via dalle lacrime, dai singhiozzi, da quel forte abbraccio.

Con un gesto chiese il conto e senza lasciarla pagò la cena ed uscirono.

Sempre abbracciandola la portò verso la macchina, la fece salire al posto del passeggero e senza dire una parola salì alla guida e partì. Viaggiarono a lungo senza dire nulla, Veronica piangeva a dirotto. La mano destra di lui stringeva forte quelle di lei, quasi a dirle che non l'avrebbe lasciata.

Arrivarono a casa di Logan e Dick, ma non entrarono. Logan la portò sulla spiaggia, si sedettero in riva al mare e la abbracciò stretta. Veronica sentì che tutto il dolore provato non stava svanendo, ma stava diminuendo. Dopo anni passati a cercare di perdonarsi per quanto accaduto, senza raccontare neanche a suo padre o ai suoi migliori amici cosa fosse accaduto, sentiva che il peso portato da sola ora veniva condiviso da spalle più larghe e forti delle sue, che in quel momento la stavano abbracciando come il tesoro più prezioso da proteggere.

Dopo diversi minuti di silenzio, la voce dell'uomo che amava pronunciò le parole di cui sentiva più bisogno, quelle parole che lei non riusciva a dirsi ma che avrebbe tanto voluto sentire.

«Non è colpa tua, Veronica. Non è stata colpa tua.»

  
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