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Autore: la luna nera    30/05/2014    3 recensioni
In una notte umida del 1866 un giovane appartenete all'aristocrazia inglese scompare nel nulla senza lasciare alcuna traccia. La leggenda nata intorno alla sua persona passa attraverso gli anni e giunge fino ai giorni nostri per finire in un libro sugli scaffali di Aesothèria, uno dei negozi più esoterici di Londra gestito da Garrett con la sua ragazza Daisy. Qualcuno però si intrometterà nella loro vita creando non poca confusione. E questo qualcuno viene da lontano, molto lontano. Nel tempo.
L'amore riuscirà ad andare oltre le barriere del tempo?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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“Si può sapere dove accidenti sei stata tutta la notte?!” Garrett era una furia: non aveva scoperto niente a Swanlake Palace, il bastardo non c’era e per di più il fatto che la sua ragazza non avesse assecondato la sua proposta lo aveva infastidito ulteriormente.
Daisy si finse indifferente, continuando a riordinare alcuni articoli in negozio. “Dove vuoi che sia stata? A casa mia a dormire.”
“Ah si? E allora perché non hai mai risposto al telefono? Ti avrò chiamata cinquanta volte!!”
“Ho dormito con i tappi nelle orecchie.”
Garrett si avvicinò a lei, i suoi occhi erano come un uragano. “Daisy, non prendermi per il culo, cosa cazzo mi nascondi?”
“Cosa dovrei nasconderti?”
“Sei uscita con quel finocchio di Edward?”
“Sono rimasta a casa! Vuoi che te lo dica un’altra volta?!”
“Non ti credo, tu hai un altro!” Le strinse forte il polso destro.
“Ahi! Mi stai facendo male!”
“Hai un altro, confessa!”
In quel momento entrò Edward seguito da Mel. Garrett fissò negli occhi il ragazzo, aveva come la sensazione che dietro gli strani comportamenti di Daisy ci fosse lui. Attese che entrambi si avvicinassero e li scrutò con diffidenza senza pronunciare una sola sillaba. Nell’aria c’era tensione e qualche cliente iniziò ad avvicinarsi all’uscita.
Mel iniziava a sentire il sangue ribollire nelle vene, strinse i pugni tentando di trattenersi dal lanciare qualcosa in direzione di Garrett. “Si può sapere cosa sta succedendo qui? Cosa ti passa per quella tua zucca bacata?!”
“Fatti i cazzi tuoi Mel! E’ una cosa fra me e lei!” Spostò lo suardo su Edward. “O forse c’entri anche tu?”
“Io? Cos’avrei fatto?”
“Per caso l’hai portata a cena fuori ieri sera? E magari te la sei pure scopata?” Sibilò con gli occhi gonfi di collera.
“Sei irrecuperabile Garrett. Ieri sera sono uscito con una ragazza, ma non era lei, tranquillo.” Quanto si sentiva falso… Ma cos’altro poteva dire?
“Lo spero bene amico, altrimenti potresti passare un brutto quarto d’ora.” Lasciò finalmente andare Daisy visibilmente esasperata.
“Finché non ti dai una calmata credo sia meglio se non ci vediamo.” Le tremava la voce, ma doveva pur dirglielo.
“Che cosa?! Cos’hai detto?!”
“Hai capito benissimo Garrett, per me è finita.” Prese la borsa, indossò il giaccone e si avvicinò alla porta del negozio. Fu raggiunta e afferrata con violenza ad un braccio,
Edward tentò invano di fermare il ragazzo che, raggiunta Daisy, le sferrò uno schiaffo in pieno volto facendola cadere a terra.
“Tu non vai da nessuna parte, tu mi appartieni, hai capito?!” Le urlò in faccia con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Io chiamo la polizia.” Sussurrò Mel. “Tu sei pazzo.”
“Cosa fai tu?” Andò verso di lei con gli occhi pieni di ira, mentre Edward stava aiutando Daisy a rialzarsi.
“Hai capito bene, chiamo la polizia e ti denuncio.” Non finì di pronunciare quelle parole che si trovò con una sberla in faccia.
“Questo per ricordarti di farti i cazzi tuoi. Sono stato abbastanza chiaro?”
I tre uscirono dal negozio dal quale si erano allontanate anche le altre persone che avevano assistito alla scena.
 
Si sedettero su di una panchina di Hyde Park, naturalmente a debita distanza da Aesothèria. Daisy si nascose il viso fra le mani e cominciò a piangere. Fu presto circondata dalle braccia di Mel e Edward che tentavano di calmarla. Si sentiva in colpa per tutto quello che era successo, loro non c’entravano nulla nella storia fra lei e Garrett. Respirò profondamente per tentare di calmarsi un po’. Era praticamente riuscita a staccarsi da quel viscido uomo che la stava soffocando con la sua gelosia incontrollabile, ma era certa che ancora non si fosse arreso. “Ragazzi perdonatemi, vi prego. E’ tutta colpa mia, forse non avrei dovuto dirgli quelle cose…”
“E restare nelle grinfie di quell’animale?”
Si voltò verso Edward. Nei suoi occhi lesse preoccupazione e rabbia. Chinò il capo e lo appoggiò sulla sua spalla.
Che bella sensazione, mi pare di averla già provata… E che calore proviene dal suo corpo…
Si sentiva sicura accanto a lui, come se si trovasse fra le braccia di…
Ehi, aspetta un attimo!
Alzò la testa e fissò gli occhi di Edward. Possibile che somigliassero così tanto agli occhi del suo Edward? E perché Mel aveva iniziato a respirare profondamente come quando avverte la presenza di uno spirito?
Incollò il suo sguardo in quello di lui. “Scusa se te lo chiedo, ma tu chi sei?”
Il ragazzo sussultò. “Perché mi fai questa domanda?”
“Ho la sensazione che tu nasconda qualcosa.”
“Ti sbagli, non nascondo niente. Perché dovrei?”
Non era per niente convinta, infatti Mel ancora era alle prese con una presenza paranormale che le dava ansia. “Edward, vattene via.”
“Che succede?”
“C’è quello spirito violento che ce l’ha con te… Vattene via!!”
Non se lo fece ripetere due volte, se la diede a gambe e scomparve nella luce del tramonto.
 
 
SWANLAKE PALACE, NOTTE FONDA
 
 
“Nipote, hai forse perso la testa?!”
“Scusate nonno, ma non potevo andarmene come un vigliacco, soprattutto dopo che quel maledetto l’aveva trattata in quel modo.” Camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza.
“Poteva scoprirti, anzi, se non sbaglio inizia a sospettare qualcosa, non è così?”
“Si… E se non fosse stato per il vostro intervento forse ora non sarei più qui.”
Il nonno infatti si era finto uno spirito violento e Mel aveva percepito la stessa negatività dell’altro giorno, inducendo il ragazzo ad allontanarsi velocemente dalle amiche.
“Tu sai cosa accade se qualcuno ti scopre. Dammi retta Edward, dimenticala e goditi la vita come hai sempre fatto. Vivrai meglio e soprattutto correrai meno rischi.”
Scosse la testa. “Perdonatemi nonno caro, non posso dare ascolto alle vostre parole. Per la prima volta in vita mia mi sono innamorato e non riesco ad ascoltare che la voce del mio cuore. Sono pronto a tutto per lei. Vi ringrazio dal profondo per essere corso in mio aiuto quest’oggi, ma vi prego, non chiedetemi di rinunciare a lei, non potrei farlo per niente al mondo.”
“Ma bravo! Così mi rendete tutto più facile.” Una voce inquietante fece voltare Edward e il nonno.
“Voi qui?!” Il ragazzo riconobbe all’istante il vero spirito violento che aveva percepito Mel durante la seduta di alcuni giorni fa: era Sir Jacob Millstone, il padre di Louise.
“Il Duca è stato veramente astuto a nascondervi nel futuro, caro  Edward. Purtroppo non ha fatto i conti con la mia famiglia e con la sete di vendetta che ancora ci logora. E’ stata proprio quella a condurmi fino qui e devo dire che il ventunesimo secolo è decisamente affascinante.” Si avvicinò al ragazzo. “E’ un piacere rivedervi e certamente sarete lieto di ricevere gli omaggi da parte di mia figlia.”
“Che cosa volete? Come vi permettete di presentarvi qui?!”
“Cosa voglio lo sapete bene. Avete oltraggiato Louise in maniera imperdonabile e dovete pagare pegno.” La sua bocca si piegò in un sorriso sadico. “Carina quella ragazza con cui vi vedete, credo che potrei farle visita una di queste sere.”
“Non azzardatevi a toccarla, maledetto! Siete così vigliacco che preferite attaccare un’indifesa che non c’entra niente con i nostri dissapori piuttosto che vedervela con me?”
“Certo che no. Ma preferisco farvela pagare colpendo ciò che più vi sta a cuore.” Si inchinò. “Vi auguro una buona notte, Vostra Grazia.” E scomparve nelle tenebre ridendo con soddisfazione.
Edward si accasciò sulla poltrona, distrutto. I suoi occhi erano di vetro. “Nonno, vi prego, aiutatemi voi. Cosa posso fare per proteggerla?”
 
 
CASA DI MEL, 9:00 DEL MATTINO
 
 
Daisy aveva passato praticamente tutta la notte senza chiudere occhio. Aveva paura di Garrett e temeva ripercussioni da parte di quel pazzo scatenato.
Mel era nervosa, aveva dormito pochissimo e il suo sonno era stato disturbato da strane sensazioni. Era molto confusa, non aveva ben chiaro il significato di certe visioni e non aveva compreso bene le parole sommesse che aveva percepito. Era come se qualcuno o qualcosa tramasse nell’ombra contro di loro. Rifletteva sul da farsi mentre versava del caffé nelle due tazzine sul tavolo della cucina.
“Daisy, credo sia meglio lasciare Londra per qualche tempo.” Si voltò verso l’amica. “E la prima cosa da fare comunque è denunciare Garrett.”
“Quello mi ammazza.” Aveva un flebile filo di voce.
“Certo che ti ammazza! E se resti con le mani in mano gli rendi tutto più facile! Denuncialo e poi facciamo i bagagli. Dobbiamo scappare Daisy, dammi ascolto.”
“E dove andiamo?”
Mel si sedette. “Hm… Non lo so. Potremmo forse andare all’aeroporto e fuggire sul primo volo che troviamo.”
“Diresti di lasciare addirittura l’Inghilterra?”
“Perché no?”
Daisy non rispose, l’idea non era male. “Edward?”
“Che c’entra Edward?”
“Sto parlando… di Edward Harringhton.”
“Per ora lascialo perdere. Il pericolo viene da un altro che è vivo e vegeto… purtroppo per noi.”
“Mi permetti almeno di salutarlo?” Non avrebbe accettato un rifiuto da parte di Mel, se davvero doveva lasciare Londra, voleva rivedere il suo ritratto per un’ultima volta. Fu costretta a rivelarle di quel misterioso quadro scovato nell’angolo del salone, quello che poteva rappresentare la chiave per risolvere il mistero della scomparsa del giovane nel 1866.
Consapevole dei rischi cui erano esposte, le ragazze prepararono i bagagli e lasciarono la città. Entrarono a Swanlake Palace dirigendosi verso la sala del camino. Daisy era distrutta e nonostante fosse pericoloso, Mel non se l’era sentita di negarle la possibilità di tornare in quel luogo a lei così tanto caro. La storia del ritratto l’aveva incuriosita e sorpresa, magari poteva togliersi alcuni dubbi che covava dentro da tempo.
Daisy si avvicinò all’angolo, sfilò il quadro e fece scivolare sul pavimento il telo. Gli occhi del ragazzo sembravano più grandi del normale e la fissavano come a volerla allontanare da quel luogo. Mel si avvicinò all’amica che stava iniziando a piangere: da quel ritratto proveniva un’energia fortissima che le provocava un’emicrania martellante. Era decisamente insolito perché i normali spiriti le provocavano sintomi diversi: lì c’era qualcosa che non doveva esserci.
Daisy era immersa nel volto del ragazzo, si sentiva morire dentro all’idea di non poter tornare lì per un lungo periodo. Era così assorta che non si rendeva conto del malore che aveva colpito Mel: respirava malissimo, faticava a stare in piedi, si sentiva quasi schiacciata da una forte pressione. Strattonò l’amica che finalmente si rese conto di quanto stava accadendo.
“Daisy…anf… a-andiamo via…”
“Come? Perché così presto?”
“Lui….vuole che ce ne andiamo….”
“Come? Perché?!”
All’improvviso tutte le grandi finestre del salone andarono in frantumi ed un vento gelido di origine soprannaturale invase la stanza sbattendo a terra le ragazze. Daisy si sentì afferrare la gola da mani invisibili che le stavano pian piano togliendo l’aria, Mel era paralizzata da una forza oscura che non riusciva a dominare nonostante i suoi sforzi. E il ritratto del ragazzo cominciò a piangere.
Fu in quel momento che Edward irruppe nel salone, si precipitò a nascondere il ritratto e, come fu davanti a Daisy, pose le sue mani sul collo di lei liberandola dal senso di soffocamento che la stava attanagliando. Nel giro di pochi secondi scomparvero anche i sintomi negativi percepiti da Mel.
“Cosa ci fate qui?”
Le ragazze respiravano con affanno. “Cosa ci fai tu piuttosto?” Mel fissò Edward.
Il ragazzo non rispose.
“Ho avuto l’impressione che questi luoghi ti siano familiari, conosci troppe cose per i miei gusti.”
Edward spostò per un attimo lo sguardo da Mel e lo posò su Daisy che si stava riprendendo. Tirò un sospiro di sollievo, era arrivato giusto in tempo.
“Edward, insomma!” Riportò l’attenzione sulla sensitiva. “Si può sapere chi sei veramente? Che cosa nascondi?”
 
 
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Ciao a tutti!
Grazie a Drachen ed eppy per le loro recensioni! : D
Altro pericolo nascosto nell’ombra, come se Garrett non ne avesse combinate abbastanza. Cosa potrebbe accadere? Siamo forse alla resa dei conti? Edward risponderà alle domande incalzanti di Mel? Si accettano scommesse ed ovviamente recensioni! Più ne arrivano, prima potrete avere le risposte alle domande. Coraggio!!
Un abbraccio
La Luna Nera.

 
  
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